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Pugni e carezze

MessaggioInviato: 15/01/2015, 16:15
da franz
Papa: «In nome di Dio non si uccide
Ma non si insulta la fede degli altri»


Qui tutto l'articolo: http://www.corriere.it/esteri/15_gennai ... 2d25.shtml

A me preme evidenziare un ampio stralcio, per discutere della parte evidenziata
Santità, ieri mattina durante la messa ha parlato della libertà religiosa come diritto umano fondamentale. Ma, nel rispetto delle diverse religioni, fino a che punto si può andare nella libertà di espressione, che è anche quella un diritto umano fondamentale?

«Grazie della domanda, intelligente. Credo che tutti e due siano diritti umani fondamentali, la libertà religiosa e la libertà di espressione. Non si può nascondere una verità: ognuno ha il diritto di praticare la propria religione senza offendere, liberamente, e così dobbiamo fare tutti. Non si può offendere o fare la guerra o uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio. A noi quello che succede adesso ci stupisce, no?, ma pensiamo alla nostra storia: quante guerre di religione abbiamo avuto! Lei pensi alla notte di San Bartolomeo. Anche noi siamo stati peccatori su questo. Ma non si può uccidere in nome di Dio. È una aberrazione. Con libertà, senza offendere, ma senza imporre, senza uccidere…Parlava della libertà di espressione. Ognuno non solo ha la libertà, ha il diritto e anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo! Se un deputato, un senatore non dice quella che pensa sia la vera strada, non collabora al bene comune. Abbiamo l’obbligo di parlare apertamente. Avere questa libertà, ma senza offendere. E vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri, che è un amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, lo aspetta un pugno! Ma è normale! Non si può provocare. Non si può insultare la fede degli altri. Non si può prendere in giro la fede. Papa Benedetto, in un discorso, ha parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post-positivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose siano una sorta di sottocultura: tollerate ma poca cosa, non sono nella cultura illuminata. E questa è una eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla di altre religioni o delle religioni, che prende in giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri, questi provocano. E può accadere quello che accadrebbe al dottor Gasbarri se dicesse qualcosa contro la mia mamma! C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetta la vita e la persona umana, e io non posso prenderla in giro. Questo è un limite. Ho preso questo esempio per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti. Come quello della mia mamma».


La prima domanda che sorge spontanea è: ma come, il cristianesimo non era quello del "porgi l'altra guancia"?
La seconda è, ma con questa parabola non sta di fatto in parte giustificando la reazione violenta, pur d'impeto (non pianificata)?

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 15/01/2015, 19:55
da Robyn
le offese alla mamma o più in generale alla famiglia sono particolarmente fastidiose,la famiglia non bisogna mai tirarla in ballo ne per le offese ne per le raccomandazioni oppure come fà la mafia con i ricatti ai propri componenti familiari o come può fare la legge dove i figli possono pagare per le colpe dei genitori,dimenticandosi che la responsabilità penale è personale.Poi c'è critica e critica,quando la critica sfocia in offese non è più critica.Le fedi accettano la satira scherzosa ma c'è sempre un limite

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 15/01/2015, 23:25
da Robyn
esempio di satira scherzoza è che mentre c'è la messa entra qualcuno con un chitarra e canta blue jean di David Bowie oppure un brano di Madonna e dai banchi anziche ascoltare la messa ci si mette a ballare alla fine anche il prete che dice la messa balla.Ma che cosa stà succedendo ?

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 15/01/2015, 23:57
da flaviomob
E' un discorso ambiguo che si presta a diverse interpretazioni, tra cui anche l'apologia della violenza.

Certo dire una parolaccia, cioè insultare, è diverso da prendere in giro, cioè fare satira. Ma la satira può essere irriverente, bruciante, acida, corrosiva. Può offendere anche senza ricorrere alla parolaccia. Il problema, però, non è della satira, ma di chi si sente offeso e perchè. Ci si deve interrogare sul proprio grado di apertura mentale e culturale se si rimane offesi dalla satira (o persino da un'autocitazione), perchè quando qualcosa brucia forse sta disinfettando una ferita... Allora domandiamoci se eravamo consapevoli della ferita, prima.

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 16/01/2015, 1:59
da pianogrande
Si torna sul tema Charlie.

Il problema esiste ma bisogna cercare di definirlo il meglio possibile.
Libertà di espressione non significa incondizionata approvazione da parte di tutti su quanto si sostiene.
Non essere d'accordo non è repressione.
Il minimo che dovrebbe significare è la possibilità di esprimersi senza censura (a maggior ragione senza essere ammazzati).

Detto questo, il limite di ogni libertà sta nel non invadere la libertà (o, magari, l'integrità) altrui.
L'insulto a una religione può rientrarci.

I limiti possono essere tanti: il buon gusto per esempio ma siamo ben lontani dalla pena di morte.

Insomma.
Forse, oltre che della libertà di espressione, bisognerebbe discutere della libertà di reazione (dei limiti della reazione).

Mi sto cacciando in un bel ginepraio.
Chi mi dà una mano?

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 16/01/2015, 8:22
da flaviomob
Il punto è che in occidente ci siamo abituati all'irriverenza della satira. Se un giornale pubblica una vignetta con tre politici nell'atto "sodomitico", diciamo, ci facciamo una bella risata ma difficilmente qualcuno penserà a censurare la libera stampa o a vendicarsi. Se i soggetti della vignetta invece fanno riferimento alla religione diventano una "pietra dello scandalo". La sensibilità popolare cambia quando viene coinvolto il concetto di "sacro". Forse è su questo che bisognerebbe riflettere. Abbiamo bisogno del sacro per esistere o è una "abitudine" anche questa?

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 16/01/2015, 20:13
da Robyn
Non può esistere nessuna legge che regoli la libertà d'espressione.Si può parlare di libertà responsabile che l'individuo può mettere in atto e con la quale percepisce il limite oltre il quale non ci si spinge dall'altra la tolleranza cioè non offendersi per nulla.Le manifestazioni contrarie al buon costume possono essere semplicemente rigettate

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 16/01/2015, 21:26
da annalu
pianogrande ha scritto:Si torna sul tema Charlie.

Il problema esiste ma bisogna cercare di definirlo il meglio possibile.
[...]

Il problema è enorme, ed è davvero difficile affrontarlo. Im questi giorni mi è capitato di doverci pensare su, anche per poter sostenere un dibattito familiare con il mio nipotino ventiquattrenne; scriverò quindi qui la mia opinione attuale, senza alcun pretesa né di essere esaustiva, né che l'opinione scritta ora sia definitiva.
La premessa ovvia è che la "pena di morte" non è ammissibile in nessun caso, tanto meno per dei giornalisti; nemmeno 10 anni di carcere e 100 frustrate sono però ammissibili, eppure anche capi di stati che certe misure le applicano erano presenti alla sfilata in onore dei vignettisti uccisi: semplice ipocrisia, o ci troviamo di fronte ad un problema reale?
Non sarò certo io ad avere la risposta, ma posso cercare di introdurre qualche elemento di riflessione.

Prima di tutto, adesso siamo in un mondo globalizzato, quindi non tutto può essere misurato col metro dei nostri paesi occidentali. Per esempio, non mi sembra corretto valutare la gravità dell'offesa ad Allah facendo un confronto con una analoga offesa al dio cristiano: sono due religioni e due culture molto differenti.

Per esempio, il criasitanesimo ha fatto da sempre ampio uso di immagini di dio, di Gesù e dei santi in genere, e non ha alcun tipo di problema di fronte alla rappresentazione della figura umana. Al contrario, per i musulmani (ed anche per gli ebrei osservanti, del resto) è già blasfema una qualsiasi rappresentazione non solo della divinità, ma addirittura di una qualsiasi figura umana. Nel caso in cui una figura sacra sia raffigurata in situazioni "sconvenienti" quindi, per un cristiano la "blasfemia" sarà solo nella situazione, mentre per un musulmano (e per un ebreo) la blasfemia sarà prima di tutto nella rappresentazione grafica della figura sacra, cui si aggiunge l'agravante della situazione sconveniente.

Altro problema: il livello culturale del cittadino medio europeo rispetto a quello dei paesi arabi.
Un cittadino medio europeo, anche il più cattolico osservante, è culturalmente abituato alla laicità dello stato, alla necessità di convivere con "diversamente credenti" ed a forme di blasfemia più o meno gravi; vignette blasfeme potranno disturbarlo e infastidirlo, ma potrà al massimo chiedere una qualche limitazione alla libertà di pubblicarle, senza prendersela troppo. Un musulmano medio che vive in un paese arabo musulmano è abituato al fatto che stato e religione sono strettamente interconnessi, è avvezzo alla possibilità che le regole religiose siano leggi dello stato, e le offese alla religione vengano punite con grande severità: difficile per lui abituarsi all'idea che sia accettabile (in qualsiasi parte del mondo che lui non conosce) non solo la rappresentazione di figure sacre, ma anche la rappresentazione di queste figure in situazioni decisamente balsfeme.

Ora a mio parere la domanda che dobbiamo porci è: dato che i giornali pubblicati in un qualsiasi paese del mondo possono venir letti ovunque, è giusto pretendere di poter usare il nostro metro di giudizio anche nella rappresentazione di immagini e situazioni che in altri paesi vengono valutate secondo un metro di giudizio differente?

Certo, la libertà di stampa ha per noi un valore universale per cui va assolutamente difesa, però anche da noi esistono delle limitazioni alla libertà di satira, legate al "buon gusto" ed alla possibilità di recare danno ad altri.
Quando Calderoli - allora ministro della nostra repubblica - ha indossato la maglietta con la vignetta di Allah, ci sono stati dei morti (non in Europa però) e molti di noi, io compresa, abbiamo giudicato male la sua iniziativa.
Vauro, vignettista italiano non certo ossequiente verso le autorità costituite, ha fatto vignette su tutto e tutti Papa compreso, però non ha mai disegnato Allah, e non credo per timore personale.
Fa male Vauro, ha fatto bene Calderoli, oppure il rispetto verso gli altri va commisuato non solo al nostro metro di misura, ma anche alla sensibilità di chi potrà percepire la blasfemia in termini molto diversi dai nostri?

Noi riteniamo di essere più civili e lottiamo perché in tutto il mondo ci sia libertà di religione (o di non religione), insieme alla libertà di stampa e soprattutto di opinione e di pensiero.
Questo mi sembra più che giusto, ed importantissimo. Però se vogliamo ottenere dei risultati positivi non possiamo pretendere che gli altri si adattino in un giorno ad un modo di sentire che in Europa ha richiesto secoli e milioni di morti, dalle crociate alla caccia alle streghe, dagli eretici sul rogo all'olocausto di ebrei, zingari e quant'altri apparissero "diversi". Penso che tener conto delle sensibilità altrui possa essere ben più costruttivo che non offenderli senza alcuna forma di rispetto per le loro sensibilità.

Detto questo, la condanna della strage di Charlie Ebdo è doverosa, ovvia ed assoluta.
Ed il "pugno" del Papa non mi è piaciuto, anche perché, lungi dal porgere l'altra guancia, il pugno non ha detto che avrebbe desiderato di darlo ma si sarebbe dovuto trattenere: ha detto che l'avrebbe potuto dare, senza pentimento.
Certo, un pugno non è una mitragliatrice, ma in queste circostanze simbolicamente si somigliano molto.

Annalu

Re: Pugni e carezze

MessaggioInviato: 16/01/2015, 21:58
da Robyn
Interessante un passaggio di annalu su tenere conto della sensibilità altrui.Tanto per fare un esempio pratico e banale prima di natale ho incontrato una persona di nazionalità pakistana che più o meno conosco e non sapevo se dire buon natale.La domanda interna è stata ma di che religione è ?festeggia il natale?non è che la può prendere a male?Quindi mi sono limitato ad un semplice ciao