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Congresso prima delle Europee

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Congresso prima delle Europee

Messaggioda borghinolivorno il 21/11/2008, 17:59

Congresso prima delle Europee
Pd/ Enrico Morando Intervista a Affaritaliani.it:
Venerdí 21.11.2008


"Dalle elezioni in poi sostengo che sia utile, anzi necessaria, una fase di confronto interno sulla linea politica che si può fare solo in un congresso. Tutto quello che sta accadendo è una conferma di questa mia opinione. Ogni giorno di più". Quando il congresso? "Al più presto possibile, anche prima delle elezioni europee, naturalmente". Così Enrico Morando, senatore e coordinatore del governo ombra del Partito Democratico, intervistato a tutto campo da Affaritaliani.it.

Nel Pd esistono le correnti?

"Non conosco alcun partito che non abbia percentuali da prefisso telefonico che al suo interno non abbia correnti, naturalmente ci sono anche nel Partito Democratico. Questo è ovvio. Non ho mai pensato che l'esistenza di correnti, naturali in una formazione democratica, fossero un male. Ovviamente bisogna che si manifestino in maniera trasparente e nelle occasioni classiche, che sono appunto quelle dei congressi. Anche per dare trasparenza al nostro confronto interno penso che sia assolutamente utile andare a un congresso".

I dalemiani sono in lotta contro Veltroni?

"Mi sembra tutta una discussione confusa. Servono posizioni trasparenti che vadano di fronte agli iscritti e agli elettori del Partito Democratico per metterli in grado di decidere quali sono al momento le posizioni prevalenti e la linea politica da adottare. Tutto il resto si vedrà quando si andrà finalmente al congresso".

Quindi tutte queste polemiche?

"Per nove decimi sono chiacchiere inutili, per la parte utile sono la dimostrazione dell'esigenza del congresso".

Ci sono possibili sostituti del segretario?

"La mia opinione è che la leadership di Veltroni sia stata co-essenziale alla nascita del Pd e in questo momento sia essenziale per la sua ripresa di iniziativa politica e per il suo successo. Il congresso, tuttavia, è la sede anche per verificare se su questo punto e se attorno a questa leadership c'è ancora, come penso, un grandissimo consenso".

Tema delle alleanze. Con chi e per fare che cosa?

"Il congresso serve anche per un chiarimento definitivo su questo punto. La mia opinione è che la linea deve essere quella del partito a vocazione maggioritaria, che poi fa anche delle alleanze se le ritiene compatibili con la proposta di cambiamento del Paese. Il tema delle alleanze viene dopo e non prima della definizione di un progetto".

L'Italia dei Valori è ancora un vostro alleato?

"Non più e non meno di altri. Il tema di fondo è se il progetto del Pd come partito a vocazione maggioritaria che costituisce l'asse all'alternativa di governo al Centrodestra è ancora valido. Se lo è, bisogna mettere a punto il progetto di cambiamento del Paese, rafforzare la nostra leadership e poi vedere se ci sono alleanze compatibili. L'Italia dei Valori è uno degli interlocutori possibili".

Come Casini a Trento...


"L'Udc in Trentino non aveva le liste e non capisco tutto questo accento su quella consultazione locale. Date le caratteristiche del Trentino è stato possibile fare un'ottima alleanza anche con l'Udc, ma ci sono realtà in cui questo sarebbe inutile o dannoso. Non trasformerei gli esperimenti in modelli".
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Re: Congresso prima delle Europee

Messaggioda borghinolivorno il 21/11/2008, 18:08

21 novembre 2008
AREA RASSEGNA STAMPA | Politica | Rassegna stampa

Pressing su Walter: «Anticipa le assise e ferma la fronda»
Fonte Maria Teresa Meli - Il Corriere della Sera


ROMA — Di fatto il congresso del Pd è già cominciato, come rivelano gli insulti reciproci di questi due giorni, la vicenda Villari e le polemiche sul «pizzino» di Nicola Latorre. E allora tanto vale farlo sul serio anziché trascinarsi in mesi e mesi di lotte interne.

Alcuni degli uomini più vicini a Walter Veltroni ne sono convinti. E glielo hanno ripetuto non più tardi di ieri. Congresso in aprile, prima delle elezioni europee, perché gli avversari del segretario vengano allo scoperto, anziché logorare lentamente la sua leadership.
Alle assise anticipate pensa — e non da ora — Goffredo Bettini e anche Giorgio Tonini ritiene che sia la soluzione migliore per evitare lo stillicidio. Entrambi stanno cercando di convincere Veltroni a imboccare questa strada. «È l'unica cosa da fare: anticiparlo e al più presto, a marzo o aprile, perché è inutile illudersi: quelli non si acquieteranno», va ripetendo al leader, ma non solo a lui, Bettini. Quelli, ovviamente, sono i dalemiani.

E Beppe Fioroni ci va giù pesante: «Se continuano a rompere le scatole, facciamo il congresso. E se insistono con la storia del Partito socialista europeo, allora è meglio che escano dal Pd e partecipino alla costituente della sinistra con Rifondazione».
Il segretario per ora non ha ancora deciso che cosa fare. «Certi giochini devono finire », ribadisce ad amici e collaboratori, riferendosi al lavorio dentro il partito per cuocerlo a fuoco lento.
Ma Veltroni non ha ancora stabilito quale sia la via. Se sia più opportuna quella del congresso anticipato o se sia meglio proseguire così, rintuzzando però con maggiore forza di quanto abbia fatto finora gli attacchi degli avversari interni. E che comunque il segretario non intenda più fare finta di niente lo ha capito anche Riccardo Villari, quando si è sentito chiedere con insistenza chi fossero i suoi «amici dentro il Pd» che hanno giocato di sponda con la maggioranza.

Del resto, lo stesso Latorre, che ha visto ballare addirittura la sua vicepresidenza del gruppo, ha compreso che da ora si gioca duro anche dall'altra parte. «E secondo me — spiegava Pierluigi Castagnetti a un collega deputato — quella storia non è ancora finita, torneranno all'attacco su Latorre ».
Ormai nel Pd sembrano convivere — e malamente — due partiti paralleli. Red continua ad aprire nuove sedi. Ieri a Roma ha debuttato Red centro, quasi un contraltare del circolo del Pd centro di via dei Giubbonari (l'ex storica sezione del Pci).
Sempre ieri, nel Transatlantico di Montecitorio i dalemiani faticavano a trattenere il sorriso quando è arrivata la notizia che Villari non si voleva dimettere. Sorrideva il dalemiano Michele Ventura, rideva il dalemiano Ugo Sposetti. Più tardi, appena le agenzie di stampa hanno diffuso i comunicati dei presidenti di Camera e Senato, i visi erano meno allegri e — coincidenza senz'altro — Sposetti è corso alla buvette: «Devo andare a prendere una pasticca perché mi si è alzata la pressione».

Ma oltre ai dalemiani, contro il segretario si stanno schierando anche altri pezzi del partito. C'è Rosi Bindi che ha fatto anche scendere in campo Giovanni Bachelet in contrapposizione al veltroniano Roberto Morassut, nella corsa per la segreteria del Lazio (quasi inutile sottolineare che neanche Red voterà per il candidato vicino al segretario). E con i dalemiani è anche Enrico Letta.
Francesco Rutelli non è della stessa partita ma anche lui ha il dente avvelenato con il segretario. E non è un caso che uno dei suoi uomini, il segretario del gruppo Pd di Montecitorio Roberto Giachetti, stia conducendo da ormai da una settimana uno sciopero della fame per protestare contro il fatto che l'elezione del segretario del Pd laziale avviene senza le primarie.
Piero Fassino finora non si sbilancia ufficialmente, mentre Franco Marini, almeno all'apparenza, sembra essere rientrato nella maggioranza che sostiene Veltroni
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Re: Congresso prima delle Europee

Messaggioda Paolo65 il 21/11/2008, 19:13

Non ci voleva un genio a capire che serviva un confronto-scontro all'interno del PD per chiarire se Veltroni è ancora il segretario di tutti.

Doveva farlo dopo i primi attacchi ed invece nulla. Speriamo che si arrivi presto a questo chiarimento e soprattutto che sia vero e non fasullo come le primarie.

Meglio i piatti in faccia che altra ipocrisia.

Paolo
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Re: Congresso prima delle Europee

Messaggioda borghinolivorno il 21/11/2008, 19:56

i democratici a Congresso

Insomma non sono bastate le dure sconfitte elettorali e la crisi che rischia di mettere in ginocchio il Bel Paese (con tutto quello che ne consegue!), per riaprire, ovviamente sotto traccia e strani brontolii e messaggini più o meno cifrati, il dibattito politico nel PD e per uscire dall’unanimismo di facciata farcito di bella politica.
C’è voluta (ahime’ , roba da prima repubblica) la RAI TV, con i suoi fantasmi e i suoi veleni nella versione della commissione di vigilanza con l’incredibile vicenda dei tre presidenti Orlando innominabile, Villari non sfiduciabile, Zavoli in lista di attesa.
E non è ancora nulla se si pensa che si deve ancora risolvere sulle nomine del presidente, del consiglio di amministrazione, delle dirigenze apicali della TV, e perfino magari di qualche nuova assunzione (fregandosene di tutto quello che la TV ci fara’ vedere), e sul come tutti questi potranno farci guardare la politica dagli schermi mentre reciteranno la commedia dell’impresa culturale e delle nuove tecnologie e della concorrenza con la TV private.
Ma diciamola tutta, c’è già chi legge tutto questo come una bella rufolata ovviamente tra Veltroni e D’Alema che ci riporta a vecchie ruggini e ricordi e sicuramente ad una ennesima frittata vinca chi vinca.
No. Cosi’ si rischia di deragliare prima di partire, mentre stiamo a guardare un paese sempre più sfigurato dalla crisi economica, sociale e istituzionale, e non ci accorgiamo di continuare a parlare quasi esclusivamente di noi stessi e della politica che fu’.

CONGRESSO! CONGRESSO!
PER CAPIRSI, PER CONTARSI, PER FARSI CAPIRE.


Paolo borghi – spillo di www.libertaeguale.eu 21/11/2008
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