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Ero arrivato a Milano da pochi mesi.
Una mia amica si trovava in Piazza San Babila e sentì il boato.
La sera, nella nostra "comitiva" non si parlò d'altro.
Si era avviato il processo delle "stragi di stato".
Lo stato che avrebbe dovuto proteggerci, ci tradiva.
Iniziava la "strategia della tensione" che sarebbe culminata, nove anni dopo, nell'assassinio di Aldo Moro.
Sono passati quarantacinque anni.
E lo stato non ha ancora smesso di tradirci.

Io il boato non lo sentii, dato che vivevo in periferia, ma nel giro di poche ore la notizia si sparse rapidamente.
Si parlava di una caldaia, di una fuga di gas, forse una bomba, di morti e feriti.
Pur senza telefononini, Internet, facebook, twitter la notizia fece rapidamente il giro di tutta la città.
Edizioni straordianarie ed edizioni serali dei maggiori quotidiani con titoli cubitali.
Allora non lo sapevamo ancora ma era iniziata una nuova fase della vita politica italiana, in cui non si capiva bene da che parte fosso lo stato.