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Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un anti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un anti

Messaggioda gabriele il 12/12/2014, 8:55

Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un anti-politico onesto”
Politica & Palazzo

"Corruzione e antipolitica sono il risultato della mancanza di etica all’interno della politica", ha spiegato a Radio Vaticana monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione Cei per gli affari sociali e il lavoro: una risposta al capo dello Stato che mercoledì si era schierato contro la "antipolitica che è patologia eversiva"
di Marco Pasciuti | 11 dicembre 2014

Si guardano dalle due rive opposte del Tevere, la Conferenza Episcopale Italiana e il Quirinale. E da oggi a dividerli, oltre al fiume, c’è anche la valutazione delle conseguenze che la corruzione comporta per la vita politica nel Paese. Un “politico corrotto” è “più eversivo” di chi fa antipolitica in maniera onesta, ha scandito alla Radio Vaticana Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso Bojano e presidente della Commissione Cei per gli affari sociali e il lavoro. Una precisa risposta a Giorgio Napolitano che con l’opinione pubblica ancora attonita di fonte all’inchiesta “Mondo di mezzo”, l’inchiesta che ha svelato gli indicibili accordi tra la criminalità e la politica romana, ha ritenuto opportuno scagliarsi contro la “antipolitica” che è “patologia eversiva“. A poche ore di distanza, la Conferenza dei vescovi è l’unica istituzione a prendere una posizione critica sulle parole dell’inquilino del Colle.

Con la tempesta di Mafia Capitale che soffia furiosa sulle istituzioni e sui palazzi del potere romano, uno dei pochi spiragli di luce sembra arrivare da oltretevere. “Corruzione e antipolitica, alla fine, sono il medesimo risultato triste di un fenomeno di mancanza di etica all’interno della politica – ha spiegato monsignor Bregantini – dobbiamo creare un’economia dove le decisioni non siano prese da pochi in stanze oscure, ma che siano trasparenti. Ci devono essere organi di controllo, la partecipazione della base. E’ il buio che crea la corruzione o l’antipolitica”. Le parole dell’arcivescovo suonano come una chiara risposta a Giorgio Napolitano: “La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva“, aveva detto il capo dello Stato mercoledì all’Accademia dei Lincei, scatenando la reazione del Movimento 5 Stelle e della rete Internet.

Alla domanda se sia più eversivo un politico corrotto o un antipolitico onesto, il capo-commissione Cei risponde senza titubanze: “Un politico corrotto“. “E’ la corruzione che crea entrambi i guai: l’allontanamento dalla politica e poi, di conseguenza, il disservizio – è il punto di partenza del ragionamento di Bregantini – però, non stiamo lì tutti, con l’indice puntato contro pochi; dobbiamo tutti insieme dire: creiamo delle istituzioni partecipative che ci permettano di tenere sotto controllo i politici, non solo additandoli ma condividendo, imparando però anche da noi stessi che il denaro, se non lo sai usare, ti schiavizza”. Bregantini si dice preoccupato per la situazione politico-sociale ed economica dell’Italia, “però – aggiunge – c’è anche una fortissima reazione morale che c’è stata, ad esempio, dopo la questione di Roma: ha dimostrato che c’è una società sana, che non si rassegna“.

Un intervento che si iscrive nel solco della linea dettata da Papa Francesco fin dai primi mesi di pontificato. Era il 25 luglio 2013 quando da una favela di Rio il pontefice esortava i giovani a “non scoraggiarsi mai” nonostante la “corruzione da persone che, invece di cercare il bene comune, cercano il proprio interesse”, e si ripeteva l’8 novembre scagliandosi contro la “dea tangente“. Le “forme di corruzione, oggi così capillarmente diffuse offendono gravemente Dio”, avvertiva il 12 dicembre mentre i richiami più forti sono arrivati nel 2014, il secondo anno di pontificato, a cominciare dalla messa tenuta in Vaticano per i politici durante la quale il 24 marzo Francesco disse: “No alla corruzione, agli interessi di partito e ai dottori del dovere e ai sepolcri imbiancati”. I danni causati dai “corrotti economici, corrotti politici o corrotti ecclesiastici li pagano i poveri“, avvertiva Bergoglio il 6 giugno per poi tornare sull’argomento poco più di un mese fa, il 23 ottobre: “Le forme di corruzione che bisogna perseguire con maggiore severità sono quelle che causano gravi danni sociali come le frodi contro la pubblica amministrazione o l’esercizio sleale dell’amministrazione o qualsiasi sorta di ostacolo alla giustizia“.

Ha scelto una personalità di alto profilo, la Conferenza Episcopale Italiana, per commentare le parole del presidente della Repubblica. Presidente della Commissione vescovile per gli affari sociali e il lavoro, prima di arrivare a Campobasso nel 2007, Giancarlo Maria Bregantini è stato un vescovo di frontiera: per 13 anni ha guidato la diocesi di Locri, dove scelse per sé un ruolo di forte opposizione alla criminalità organizzata. Quando nell’ottobre del 2005 venne ucciso Francesco Fortugno, vicepresidente della Regione Calabria, Bregantini aveva incoraggiato i giovani a scendere in piazza e far sentire la loro voce contro la mafia. La sua azione contro la ‘ndrangheta ha guadagnato la ribalta dopo la strage di Duisburg, quando aveva ottenuto che per le vittime ci fossero i funerali pubblici, era riuscito a incidere sulle donne nel tentativo di riportare la pace tra le famiglie della faida di San Luca e si era recato in Germania per incontrare gli emigrati calabresi. Ma sono in molti ancora quelli che lo rimpiangono nella Locride anche per il suo ruolo di organizzatore ed ideatore di tante cooperative sociali che hanno dato lavoro ai giovani dell’area, una delle più povere e violente della regione. Quest’anno Papa Bergoglio gli ha affidato la redazione delle meditazioni della via crucis al Colosseo e secondo voci che circolano oltretevere ha le carte in regola per approdare alla guida di una grande diocesi come Roma e Napoli o per un incarico di rilievo all’interno della curia romana.
di Marco Pasciuti | 11 dicembre 2014

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1267455/
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda pianogrande il 12/12/2014, 10:25

Quello che conta è sempre e soltanto lo scopo con cui si agisce.

Antipolitica è un termine che rifiuto.
Serve ai ladri a nascondersi dietro gli onesti.
Serve ai politici incapaci a confondersi con quelli capaci.

Se uno fa politica per rubare, non è un politico, è un ladro.
Chi gli dà contro non fa antipolitica ma antifurto.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda Salemi il 12/12/2014, 10:49

ALLO SBANDO

A suggellare che questo paese è allo sbando mancava solo l’intervento di Napolitano. Non ci sono più punti di riferimento. In termini assoluti monsignor Bregantini ha ragione. Diversamente dagli altri paesi europei dell’Unione la crisi italiana porta con sé il peso di una profonda crisi etico morale che gli alti paesi non hanno. Sono molti gli italiani che si interrogano su quale sarà il futuro, ma soluzioni decenti non ce ne sono.



POLITICA & PALAZZO
Corruzione, Re Giorgio Napolitano è nudo. Davanti ai vescovi
di Peter Gomez | 11 dicembre 2014


In un Paese di ipocriti a dire che il re è nudo alla fine deve essere un prete. “È più eversivo un politico corrotto di un antipolitico onesto” spiega con normale buon senso l’arcivescovo di Campobasso monsignor Giancarlo Bregantini, capo della commissione episcopale sul lavoro della Cei, a cui papa Bergoglio ha quest’anno affidato la redazione delle meditazioni della via Crucis al Colosseo. E le sue parole, che arrivano a commento dell’ultimo intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, suonano rivoluzionarie.

Come al solito, dopo il monito presidenziale che ha indicato l’anti-politica come “la più grave delle patologie cui siamo chiamati a far fronte”, in pochi hanno proferito pubblicamente parola. Certo, si sono fatti sentire sulla Rete molti italiani. Ha protestato come ovvio Beppe Grillo. Ma gli altri, gli osservatori, i cosiddetti intellettuali, gli uomini di partito e i commentatori di quasi tutti i giornali, hanno taciuto. Fermi, immobili, tutti sull’attenti. E non per il rispetto che si deve a un uomo molto anziano o alla fondamentale carica istituzionale che ricopre: sono rimasti invece zitti un po’ per interesse (c’è chi fa parte del sistema) e un po’ per vigliaccheria (a mettersi contro il Quirinale non si fa molta carriera).
Così per 24 ore nella nazione più corrotta d’Europa è stato quasi impossibile trovare qualcuno che dicesse ciò che è ovvio: sull’anti-politica ogni opinione pro o contro ha diritto di cittadinanza. E quella di chi in teoria (molto in teoria, secondo noi) è chiamato a difendere la Costituzione, ne ha più di ogni altra. Ma sostenere che si tratta del problema maggiore cui “un paese civile”deve far fronte è semplicemente falso. E chi lo dice dimentica, si spera solo a causa dell’incedere degli anni, mafia, camorra, ‘ndrangheta. Scorda gli amministratori pubblici (moltissimi, ma non tutti) o le aziende e le coop (molte, ma non tutte) che rubano a man bassa.

Povera Italia e poveri italiani che, quasi per un paradosso della storia, oggi devono assistere alla strana scena in cui un vescovo, costretto a lasciare la diocesi di Locri e Gerace perché minacciato dalle ‘ndrine, ricorda a un ex comunista insediato al Quirinale come stanno le cose: “Corruzione e antipolitica sono il medesimo triste risultato della mancanza di etica all’interno della politica”. Per uscirne non servono moniti, ma “decisioni non prese da pochi in stanze oscure”, “ci devono essere organi di controllo e partecipazione della base. È il buio che crea la corruzione o l’anti-politica”.

Presidente, faccia uno sforzo, prima di dimettersi lo dica anche Lei.
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda gabriele il 12/12/2014, 11:14

Salemi ha scritto:ma soluzioni decenti non ce ne sono.


In questo momento se ne vedono poche. Ma sono presenti.

Da parte della politica "sana" nei partiti, occorre che trovi il coraggio per creare quel vuoto necessario ad attrarre idee vecchie e nuove ma oneste.

Se Renzi volesse veramente fare la differenza, oltre che a cacciare il mercanti dal tempio, dovrebbe creare le condizioni affinchè dopo la loro cacciata il vuoto che si creerà venga occupato da forze politiche oneste e non dalla mafia.

In questo mi accodo a pianogrande, basta definire ed etichettare la gente e i movimenti come antipolitica.

E' ora che Napolitano si faccia da parte per godere in santa pace la sua pensione
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda flaviomob il 12/12/2014, 11:33

Big Piano:
Chi gli dà contro non fa antipolitica ma antifurto.


:lol: :lol:

Alla chiesa, che è bravissima a far la morale in casa d'altri (e qui lo fa a ragione), bisognerebbe chiedere perchè il Papa si è riufiutato di ricevere in udienza il Dalai Lama, perchè continua a non pagare l'IMU, perchè accetta l'otto per mille da chi NON lo ha destinato alla chiesa cattolica, perchè ci sono cardinali e vescovi che hanno case che valgono 10-20 volte il prezzo di un bilocale in un quartiere popolare, perchè lo IOR è sempre dentro le più torbide e schifose inchieste...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda ranvit il 12/12/2014, 11:40

Bregantini ha ragione!
Napolitano è bene che si ritiri!
Flaviomob dice bene: la Chiesa parla bene ma....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda Salemi il 12/12/2014, 16:45

gabriele ha scritto:
Salemi ha scritto:ma soluzioni decenti non ce ne sono.


In questo momento se ne vedono poche. Ma sono presenti.

Da parte della politica "sana" nei partiti, occorre che trovi il coraggio per creare quel vuoto necessario ad attrarre idee vecchie e nuove ma oneste.

Se Renzi volesse veramente fare la differenza, oltre che a cacciare il mercanti dal tempio, dovrebbe creare le condizioni affinchè dopo la loro cacciata il vuoto che si creerà venga occupato da forze politiche oneste e non dalla mafia.

In questo mi accodo a pianogrande, basta definire ed etichettare la gente e i movimenti come antipolitica.

E' ora che Napolitano si faccia da parte per godere in santa pace la sua pensione




Nessun spirito polemico. Ma solo per capire quanto si scrive, altrimenti è inutile confrontarsi su di un forum politico.


In questo momento se ne vedono poche. Ma sono presenti.

Da parte della politica "sana" nei partiti, occorre che trovi il coraggio per creare quel vuoto necessario ad attrarre idee vecchie e nuove ma oneste.



Immagino che tu faccia riferimento al M5S.

Al che, stando ai fatti registro che:

1) Di Battista rilascia un’intervista durante la kermesse del Circo Massimo, mandata in onda da Annozero, in cui per la prima volta un parlamentare italiano denuncia all’opinione pubblica quello che accade nei due rami del Parlamento ma che gli appartenenti alla seconda generazione del secolo scorso conoscevano già: “Tutti giorni ci troviamo di fronte in Parlamento la mafia che ci chiede di passare dalla loro parte”.
La mafia è presente in Parlamento già dagli anni ’80 dell’800. Anche Mussolini si è dovuto arrendere dopo aver scoperto che la mafia sedeva nell’aula sorda e grigia del Parlamento fascista, vestendo la camicia nera, a seguito del fallimento dell’incarico dato al prefetto di ferro Mori.

2) Lo stesso Di Battista rilascia un’intervista una ventina di giorni fa dichiarando che se la legislatura dura fino al 2018, lui non si ripresenterà e farà altro, schifato dal comportamento dei parlamentari che vanno in televisione recitando la parte dei difensori dei cittadini, mentre quando rientrano in Parlamento si sono già scordati tutto e parlano solo degli affari loro, delle poltrone che occupano o che ambiscono ad occupare, e dei provvedimenti per la cittadinanza italiana se ne sbattono altamente tutti quanti.
Lo sapevamo da anni che l’ambaradan funziona in questo modo anche se gli abitanti del Paese delle Meraviglie di Crozza ti appiccica volentieri con molta faciloneria l’etichetta di disfattista perché vai a disturbare i suoi sogni di certezza. E i più giovani come Di Battista ci ha dovuto sbattere il grugno, constatando in proprio cosa sia la casta.
Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno” era solo uno dei tanti slogan da campagna elettorale.

Di Battista ha alzato bandiera bianca di fronte ad un problema più grande di lui, che è facilissimo risolvere con la bocca, o con la tastiera, quando si è fuori da quell’ambiente di perdizione.
Salemi
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda Salemi il 12/12/2014, 16:58

Siamo di fronte al quarto fallimento consecutivo di Giorgio Napolitano


Renzi non dà più garanzie. Il Quirinale vede nero
(Fabrizio d’Esposito).
12/12/2014


TIMORI PER L’ELEZIONE DEL SUCCESSORE ALLA PRESIDENZA E PER I RAPPORTI CON L’UE.

Giorgio Napolitano e Matteo Renzi sono ormai alla coabitazione forzata, da separati in casa. La conferma è arrivata l’altra sera in un passaggio clamoroso del discorso che il capo dello Stato ha svolto alla Accademia dei Lincei, a Roma, quello sull’antipolitica grillina e leghista come “patologia eversiva”, tanto per intenderci. Un passaggio completamente ignorato da stampa e agenzie (con pochissime eccezioni, tra cui l’Huffington Post) e che ritaglia l’identikit attuale del presidente del Consiglio, secondo le allusioni del Quirinale:“Un banditore di smisurate speranze ” arrivato alla guida del governo “senza alcun ben determinato retroterra”. Parole durissime, di grande disincanto e forte delusione verso il “giovane” premier, che il politologo Gianfranco Pasquino, presente alla prolusione di Napolitano di mercoledì scorso, ha riassunto in questo modo: “Il presidente ha preso le distanze da Renzi da un mese e mezzo, in maniera sottile ma evidente”.
Il riferimento temporale di Pasquino è ben preciso. Ossia l’inizio di novembre, quando Repubblica e Fatto danno conto della “stanchezza” di Napolitano e della decisione irrevocabile di andarsene nel primo mese del 2015. Dalle colonne del quotidiano di Ezio Mauro, con il timbro di Stefano Folli, la scelta del capo dello Stato viene tratteggiata in senso minaccioso verso lo stesso Renzi. Per due motivi. Il primo: “Piuttosto che sciogliere le Camere e darti le elezioni anticipato mi dimetto prima”. Il secondo: “Me ne vado anche se tu mi hai chiesto e continui a chiedermi di rimanere fino alla primavera”. ADESSO, PERÒ, in questa fase, quel “banditore di smisurate speranze” contiene soprattutto la stizza di Napolitano per un’altra, cruciale partita. Quella della sua successione. Ed è per questo che ieri dal Colle non è giunta alcuna smentita sul destinatario di quell’affermazione. Anzi. Ambienti del Quirinale precisano, in modo perfido, che più che un attacco si tratta di un invito a Renzi a salvarsi da se stesso e dall’improvvisazione che sembra guidare la sua azione di governo. È la vicenda del metodo Quartapelle, dal nome della deputata trentenne del Pd che Renzi voleva incasellare alla Farnesina al posto della Mogherini. Di qui l’ampio riferimento ai giovani senza un ben determinato retroterra, sempre nell’intervento ai Lincei. Raccontano che Napolitano rimase letteralmente scioccato dalla proposta, una cosa mai vista nella sua lunga parabola istituzionale e politica e fu necessaria una trattativa di alcuni giorni per trovare un compromesso sul nome di Paolo Gentiloni, attuale ministro degli Esteri. Ecco, il capo dello Stato è terrorizzato dal metodo Quartapelle applicato all’elezione del prossimo presidente della Repubblica, che Renzi vorrebbe “accomodante” per non farsi oscurare. In pratica, la distanza di questo dicembre tra Napolitano e Renzi si misura sul futuro inquilino del Quirinale. Anche perché le avvisaglie del tormentone dei nomi circolati va nella direzione temuta da Re Giorgio, quello del metodo Quartapelle. Sia nella versione musical-architettonica (Riccardo Muti e Renzo Piano), sia in quella giovane, ritenuta debole e senza autorevolezza ( Roberta Pinotti e Raffaele Cantone). Al contrario, Napolitano vorrebbe pilotare la sua successione ma sa che il suo candidato prediletto, Giuliano Amato, piace a Silvio Berlusconi ma non a Renzi. Come poi è emerso chiaramente dall’appuntamento di ieri a Torino tra Napolitano e il presidente della Repubblica tedesca, Joachim Gauck, la preoccupazione del Colle è quella di evitare “polemiche unilaterali e contrapposizioni paralizzanti” tra Roma e Berlino. Anche in questo la critica a Renzi è fin troppo evidente. Non solo. C’è una grave ragione che obbliga Napolitano, dal suo punto di vista, a seguire con attenzione la partita dei grandi elettori del capo dello Stato. Il presidente della Repubblica, raccontano sempre, è consapevole di come il premier venga percepito dai maggiori attori della scena europea. E l’impressione ricavata, nonostante l’ego smisurato di Renzi, è del tutto negativa. Ecco perché un eventuale ticket Renzi-Pinotti, per fare un esempio, spaventa il Quirinale. Con un premier percepito negativamente (e senza investitura elettorale) e un capo dello Stato non autorevole a chi si rivolgerebbero la Merkel e Draghi, per non dire Obama? Sinora questo ruolo è stato sempre riconosciuto, a partire dal 2011, a Napolitano, lord protettore di ben due governi scelti da lui (Monti e Letta) e garante obtorto collo dell’ultimo. E il metodo Quartapelle del banditore di smisurate speranze rischia di azzerare questo schema.

Da Il Fatto Quotidiano del 12/12/2014.
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda gi.bo. il 12/12/2014, 17:03

gabriele ha scritto:Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un anti-politico onesto”
Politica & Palazzo
..omissis..
Roba da matti.
Mai successo nelle storia che la chiesa intervenisse(positivamente) a correggere certe dichiarazioni piu' che inopportune.
Ci facciamo sorpassare anche dalla chiesa?
Ma non avevamo raggiunto il fondo? Ce n'e' un'altro ancora un'altro?



hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
gi.bo.
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Re: Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un

Messaggioda Salemi il 12/12/2014, 17:11

gi.bo. ha scritto:
gabriele ha scritto:Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un anti-politico onesto”
Politica & Palazzo
..omissis..
Roba da matti.
Mai successo nelle storia che la chiesa intervenisse(positivamente) a correggere certe dichiarazioni piu' che inopportune.
Ci facciamo sorpassare anche dalla chiesa?
Ma non avevamo raggiunto il fondo? Ce n'e' un'altro ancora un'altro?



hola



La Chiesa che stava affogando alla fine ha trovato un riformatore, (Bergoglio era in pole position già ai tempi di Ratzinger, ma poi le forze conservatrici dei beni terreni l'hanno spuntata ancora una volta).

A differenza nostra che annaspiamo nel buio senza speranza. Stiamo perdendo tempo in inutili tentativi già da tre anni, mentre il paese è affondato inesorabilmente.
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