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Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’affluen

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Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’affluen

Messaggioda gabriele il 24/11/2014, 8:57

Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’affluenza si ferma al 40%
Politica & Palazzo

E’ desolante il primo dato che emerge dopo la chiusura dei seggi. I numeri parlano chiaro: nel complesso, si sono recati alle urne 4 votanti su 10. E' già polemica. Civati: "Dati disarmanti". Renzi esulta: "Pd sopra il 40%. Lega asfalta FI e Grillo"
di F. Q. | 23 novembre 2014

Era il grande timore della vigilia: il partito del non-voto. E la paura si è tramutata in realtà. Per le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria l’affluenza si è fermata al 39,94%. E’ desolante il primo dato che emerge dopo la chiusura dei seggi. I numeri parlano chiaro: nel complesso, si sono recati alle urne 4 votanti su 10. Ma se la Calabria il dato definitivo è il 44,07% (contro il 59,26% della precedente votazione), in Emilia Romagna l’affluenza si è fermata addirittura al 37,67%, quasi la metà dell’ultima tornata elettorale, quando aveva espresso il proprio voto il 68% degli aventi diritto. Un crollo rispetto al dato delle Europee 2014, quando l’affluenza era stata del 70%. Nelle due regioni si è registrato quindi quasi un -30% rispetto alle Regionali del 2010, quando la percentuale complessiva fu del 64,93%.

Eloquenti i dati registrati nelle province dell’Emilia Romagna, dove l’affluenza è crollata ovunque: solo 2 quelle che hanno superato il 40%. Nei comuni in provincia di Bologna si è fermata al 40,17% (contro il 69,40% della precedente tornata) e altrove il tracollo è stato analogo: Ferrara 37,38% (68,20%); Forlì-Cesena 36,93% (68,72%); Modena 38,92% (70,20%); Parma 34,03% (62,74%); Piacenza 36,29% (63,49%); Ravenna 41,30% (71,90%); Reggio Emilia 35,98% (69,97%); Rimini 33,45% (62,40%). Questi i dati provinciali per la Calabria: la percentuale ha toccato il 45% negli 80 comuni in provincia di Catanzaro; 44,53% nei 155 comuni in provincia di Cosenza; 40,84 % nei 27 comuni in provincia di Crotone; 44,62% nei 97 comuni in provincia di Reggio Calabria e 41,97 % nei 50 comuni in provincia di Vibo Valentia.

Renzi esulta: “Pd sopra il 40%. Lega asfalta FI e Grillo”
“Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto. 4 regioni su 4 strappate alla dx in 9 mesi. Lega asfalta Forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40%”, è il commento che il premier Matteo Renzi affida a Twitter sulle regionali a spoglio in corso. E fonti dal vertice del Pd fanno trapelare un’altra valutazione relativa allo scontro che si consuma da mesi tra il premier e i sindacati: i partiti che appoggiano lo sciopero generale hanno ottenuto alle elezioni regionali percentuali da prefisso telefonico.

Emilia Romagna, nel 2005 l’affluenza era stata del 76%
Al di là delle esultanze, a spulciare nelle statistiche del Viminale, emerge uno scenario desolante. Se nel 2010 aveva votato il 67% degli aventi diritto, nel 2005 la percentuale era stata del 76% e nel 2000 del 79%. Pierluigi Bersani nel 1995 divenne presidente di Regione con il 53%: alle urne si era recato l’88% della popolazione. Nel 1990 l’affluenza era stata del 92%.

Scrutinio in Emilia Romagna, Bonaccini in vantaggio
Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra è in netto vantaggio, dopo circa un quarto delle sezioni scrutinate. Bonaccini è al 48%, davanti al candidato leghista del centrodestra Alan Fabbri che raccoglie un 32%. Terza la candidata del Movimento 5 Stelle Giulia Gibertoni attorno al 13%.

Prime proiezioni: Oliverio al 60% in Calabria
L’istituto Demoskopika ha realizzato una proiezione del voto alle regionali in Calabria. Secondo la prima proiezione, con una copertura del 20% del campione, il candidato della coalizione del centrosinistra, Mario Oliverio, supererebbe la soglia del 60% con una forbice tra il 57,9% e il 62,3%. A seguire la candidata di Fi-Fdi Wanda Ferro con il 23,2% (21,2%-25,2%), Nico D’Ascola, Ncd-Udc, all’8% (6,7% – 9,3%), Cono Cantelmi, M5S, al 6,1% (5,0%-7,2%) e Domenico Gattuso, L’Altra Calabria, al 2,5% (1,8%-3,2%).

Inchieste e scandali, la causa della disaffezione
I dati dell’affluenza testimoniano una disaffezione della gente verso la politica che sarà un problema in più per i due governatori da questa tornata elettorale e le loro rispettive giunte. Il crollo dell’affluenza non è stato, per la verità, inaspettato: l’allarme era nell’aria da settimane nella campagna elettorale emiliano-romagnola, che ha sicuramente scontato l’assenza di un traino nazionale, ma che ha pagato anche la disaffezione (dovuta soprattutto alle inchieste sui fondi dei gruppi consiliari che è arrivata all’epilogo poche settimane fa) e la percezione che non ci fosse una reale competizione sul vincitore, visto che Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd, candidato del centrosinistra, è considerato il favorito naturale di queste elezioni.

E’ già polemica. Civati: “Dati disarmanti”
Ad urne ancora aperte, l’astensione era già diventata il nuovo tema dello scontro politico: l’opposizione incolpava Matteo Renzi di essere la causa del fatto che gli italiani non votino più; il governo, invece, si mostrava certo della vittoria in entrambe le Regioni pur sottolineando che non servono a misurare il gradimento dell’esecutivo. “Non sono un test per il Governo, non è un referendum”, sottolineava il ministro Maria Elena Boschi certa comunque di incassare un’affermazione delle coalizioni di sinistra nelle due Regioni. “Ovviamente, credo che finirà con una vittoria del Pd in entrambi i casi”, spiegava. Una difesa che forse puntava a prevenire le bordate che, infatti, arrivano nel corso della giornata. L’attacco più forte è arrivato dalla minoranza Pd. “I primi dati dell’affluenza alle Regionali sono disarmanti. Da domani forse sarà più chiaro che la governabilità come unica stella, senza rappresentanza, è non solo un problema ma un vero e proprio pericolo”, tuonava Pippo Civati dal suo blog. “La sera delle elezioni – aggiungeva – sapremo chi ha vinto, forse. Ma sapremo anche che avrà perso la democrazia, se andiamo avanti così”.

Prodi: “Preoccupante se non si arriva al 50%”
“Se si andrà su una percentuale al di sotto del 50%, sarà un dato preoccupante”, è il pensiero dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, parlando a margine di un’iniziativa a Firenze. “Alle 19 – ha sottolineato Prodi – la cosa che sorprende è che l’Emilia Romagna aveva un dato inferiore rispetto alla Calabria, mentre di solito è di 11-12 punti percentuali superiore, quindi c’è una particolare situazione di malessere”. Comunque, secondo Prodi, “la caduta dei votanti era abbastanza prevista“. Hanno pesato le inchieste? “Non lo so, non glielo dico“, ha risposto Prodi, che in giornata aveva invitato gli emiliano-romagnoli ad andare a votare: “Il voto è l’unico filo che ci lega sistematicamente alla democrazia, quindi uno può essere contento o scontento, ma se si rinuncia al voto si rinuncia a qualcosa”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11 ... o/1229156/
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda Iafran il 24/11/2014, 9:24

gabriele ha scritto:Renzi esulta ... E fonti dal vertice del Pd fanno trapelare un’altra valutazione relativa allo scontro che si consuma da mesi tra il premier e i sindacati: i partiti che appoggiano lo sciopero generale hanno ottenuto alle elezioni regionali percentuali da prefisso telefonico.

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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda franz il 24/11/2014, 10:20

Abolite le province (nel senso non del livello amministrativo di gestione della cosa pubblica ma di livello di governanti da votare) e svuotato di contenuto democratico il livello regionale, con gli astenuti che superano votanti, si apre una riflessione sulla democrazia nel nostro paese.

La prima cosa che mi viene in mente è che i cittadini non votano perché ritengono inutile o ininfluente farlo.
O perché (anche) non trovano in lista qualche attrattiva nuova e credibile.

Il fatto che ad essere colpito è il livello regionale dimostra che la sfiducia dei cittadini colpisce anche questo ente, che recentemente, bene dirlo, ha dato il peggio di se' ma che anche in passato non ha mai brillato molto.

La casta per anni ha indicato nelle province la causa di tutti i mali e di tutti gli sprechi, come se gli 9 miliardi gestiti fossero prioritari rispetto ai 53 gestiti dai comuni o ai 131 delle regioni. E purtroppo gli italiani, boccaloni come spesso sono, ci hanno creduto. Ora pero' non vanno piu' a votare alle elezioni regionali, in quelle provinciali non possono, non potranno neppure al senato, i referendum praticamente non esistono ... rimangono i comuni e la camera.

Come andrà a finire?
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda ranvit il 24/11/2014, 10:28

Fare un vero federalismo regionale oppure abolire le Regioni!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda mariok il 24/11/2014, 10:50

ranvit ha scritto:Fare un vero federalismo regionale oppure abolire le Regioni!


Forse è meglio la seconda opzione. A che servono queste macchine mangiasoldi?

A livello generale, mi sembra strano (ma non troppo) il fatto che si addebiti l'astensionismo quasi esclusivamente a chi sta al governo. Dovrebbe essere il contrario: se non si va a votare è soprattutto perché non si vedono alternative ed evidentemente le opposizioni non sono in grado di offrirle.

Quelli che vanno in piazza, si chiedono come mai la gente, pur essendo incazzata contro il governo, non li vota?

... rimangono i comuni e la camera.
Se funzionassero bene queste due istituzioni, sarebbe già una gran cosa.

Una centrale ed una locale possono bastare. Il problema è chi ci mandiamo a rappresentarci.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda pianogrande il 24/11/2014, 11:35

Federalismo, province, comuni, regioni.... il problema è la sfiducia in questa classe politica che la puoi girare come ti pare ma rimane questa classe politica.

Mi torna l'idea di far rappresentare i non votanti da sedie vuote; anche per creare un incentivo ad occuparle.

Non mi piace la poca considerazione di Renzi a proposito del non voto.

E' vero che rinunciare al voto significa buttar via la risorsa più significativa della democrazia ma, quando il non voto arriva al 60 %, anche uno come me che ha sempre detto che è una scelta sbagliata e un danno per la democrazia, un saltino sulla sedia lo fa.

Insomma, tanto per essere chiaro e sincero, un brutto momento.

Cosa se ne farà il PD di queste presidenze?

Stiamo a vedere.

L'Italia sta trasformandosi in una grande sala di attesa?

Effettivamente il popolo della sala d'attesa, ad un certo punto si stufa. Esce e.... si ritrova in piazza.

Insomma, in una direzione o un'altra, qualcosa sta per succedere in questo paese.

Renzi deve farci vedere qualcosa di concreto e positivo.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda pianogrande il 24/11/2014, 12:22

Anche qui, rinnovo l'invito a Renzi di partire da Roma, da Marino.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda gabriele il 24/11/2014, 12:55

franz ha scritto:La prima cosa che mi viene in mente è che i cittadini non votano perché ritengono inutile o ininfluente farlo.
O perché (anche) non trovano in lista qualche attrattiva nuova e credibile.


Una velocissima riflessione.
Una grossissima parte dell'elettorato di destra è rimasto a casa. Un'altra parte, quello più moderato, ha votato PD esattamente come alle europee. E' vero che c'è crisi elettorale nel centrosinistra, ma di gran lunga più grande in quello di destra. E questo lo si nota ormai da anni. Dalla crisi del 92, Silvio ha azzerato una intera classe politica occupandone con forza il suo posto. La sua presenza in questi ultimi 20 anni è stata talmente ingombrante da non creare successori.
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda ranvit il 24/11/2014, 13:02

1) buona parte dell'elettorato di centrodestra non è andato a votare....mettetevi nei panni di un tal elettore...e che ci vado a fare?
2) molti elettori alle regionali non vanno a votare comunque....anche nella scorsa edizione
3) altri elettori incazzati per gli sprechi delle Regioni non sono andati a votare per protesta

Conclusione: o si fa un federalismo fiscale in cui le Regioni sono responsabili sia delle uscite (come oggi) che dell'entrate oppure si aboliscono!!!
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Re: Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’aff

Messaggioda franz il 24/11/2014, 13:16

pianogrande ha scritto:Federalismo, province, comuni, regioni.... il problema è la sfiducia in questa classe politica che la puoi girare come ti pare ma rimane questa classe politica.
Non mi piace la poca considerazione di Renzi a proposito del non voto.
E' vero che rinunciare al voto significa buttar via la risorsa più significativa della democrazia ma, quando il non voto arriva al 60 %, anche uno come me che ha sempre detto che è una scelta sbagliata e un danno per la democrazia, un saltino sulla sedia lo fa.

Esatto. Classe politica. Questa.
Giusto per ricordare pero' che (cito eniaudi e ormai credo di non aver piu' bisogno di quotare il testo) che questa classe politica è figlia di questo ordinamento e che un diverso assetto federalistico produrrebbe un'altra classe politica.
Pero' che il voto sia la risorsa + significativa credo sia sbagliato dirlo.
Se intendiamo democrazia come partecipazione, non è votando ogni tanto che la si esercita "significativamente".
Dovrebbe essere un esercizio quotidiano, dove il voto è solo il suggello finale di un lungo lavoro.
Di tutti, non solo di una casta.

PS: approfitto per rettificare i dati.
Considerate le spese di gestione e di investimento (dati ISTAT 2010)
Comuni 85 miliardi
Provincie 14 miliardi
Regioni a statuto ordinario, speciae e province autonome 306 miliardi.
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