Sarà colpa del liberismo
Scritto da Riccardo de Caria
Pubblicato Venerdì 21 Novembre 2014, ore 7,28
Se perfino il calcio è in crisi, c’è un altro sport nazionale che non conosce tramonto: il tiro al liberismo, ovvero dare la colpa di qualunque cosa rovini le nostre giornate al libero mercato, naturalmente selvaggio, che sempre più incontrastato si diffonderebbe in ogni angolo del globo.
Questo sport piace moltissimo a politici di professione, chierici engagé e opinionisti un tanto al chilo, ma purtroppo piace anche a gente molto seria e rispettabile come il Papa. E in effetti, non più tardi di qualche giorno fa, al tiro al liberismo ha giocato una delle più grandi appassionate di questa disciplina, ovvero il presidente della Camera (anzi la presidenta, o presidentessa: noi liberisti corrompiamo anche il linguaggio) Laura Boldrini. C’è un’epidemia di Ebola in Africa? Naturalmente “è tutta colpa del liberismo”, ha sostenuto, e ribadito, l’adorabile Laura, sbertucciata magistralmente non una, ma ben due volte da Luciano Capone sul Foglio.
E appunto anche Papa Bergoglio non ha purtroppo resistito a questo passatempo in cui anche lui sembra essere un campione con pochi rivali, e ieri ha dato la colpa al mercato se c’è la fame nel mondo. E pazienza se grazie alla globalizzazione, ovvero grazie al mercato, “la percentuale della popolazione mondiale che vive in condizioni di povertà estrema – ovvero con meno di 1,25 dollari al giorno – è crollata dal 36,4 per cento del totale nel 1990 al 14,5 per cento nel 2011” (ancora un ispiratissimo Capone sul Foglio): tenere conto di dati che dimostrano il contrario della propria tesi non rientra evidentemente nelle regole del tiro al liberismo, e quindi non interessa al sommo pontefice.
Che dire poi delle piogge, che a intervalli sempre più brevi si trasformano in alluvioni e travolgono col fango persone e cose, come per l’ennesima volta a Genova un paio di giorni fa? Intanto, per non saper né leggere né scrivere, le regole del tiro al liberismo impongono che si butti lì il problema del riscaldamento globale, va da sé causato appunto dal liberismo, che fa sì che anche l’acqua – signora mia, non sia più quella di una volta. E pazienza se gli ambientalisti sono stati beccati a taroccare i dati del global warming perché non era così grave come loro avrebbero tanto voluto, e pazienza se comunque il global warming – ammesso che esista davvero – non c’entra niente col liberismo.
Ma poi l’accoppiata vincente è quella che al riscaldamento globale associa la cementificazione del territorio, anch’essa – è appena il caso di dirlo – selvaggia, il dissesto idrogeologico e la speculazione dei costruttori. E pazienza se, come ha scritto intelligentemente Giuliano Ferrara sempre sul Foglio, “il dissesto idrogeologico è una boiata”, e se, come ha osservato Andrea Marcenaro ancora sul Foglio, di alluvioni a Genova non se ne vedevano dal 589 dopo Cristo, e poi guarda caso sono iniziate dopo che il piano regolatore ha posto fine all’anarchia abusiva e cementificatrice che regnava fino ad allora, che costruiva ovunque, sì, ma almeno si teneva a distanza di sicurezza dai fiumi: poi sono arrivati i politici e ci si è costruito sopra. Ma anche questa è colpa del liberismo.
Il gioco si può ripetere a piacere, come si diceva, con qualunque delle nostre sventure. Funziona molto bene per trovare un capro espiatorio da incolpare per le cose che in verità non sono colpa di nessuno: se ti viene l’influenza, è colpa delle case farmaceutiche che mettono in giro i virus apposta per poi venderti l’aspirina; se fa brutto il weekend che hai programmato fuori porta, è colpa delle compagnie aeree che con le scie chimiche modificano il clima, e se per giunta le previsioni davano bello è perché i meteorologi si son venduti alla lobby degli albergatori; se ti si rompe la lavatrice, poi, era tutto previsto perché le industrie lo fanno apposta e danno l’obsolescenza programmata ai loro prodotti.
Ma i giocatori più abili sono capaci di addossare al liberismo la responsabilità anche di fatti che sono la negazione espressa del liberismo: ci alzano le tasse? Sarà perché c’è il liberismo. Il debito pubblico non smette di salire? Vedi alla voce liberismo. Anche quest’anno facciamo deficit? Altro caso evidente di liberismo. I servizi pubblici sono più cari e scadenti rispetto a dove hanno liberalizzato e introdotto un po’ di concorrenza? Mi pare ovvio, con tutto questo liberismo.
Il problema è che da tutti questi colpi il liberismo non si può difendere: a differenza che per tutte le cinquantamila sfumature di collettivismo in circolazione, non c’è una chiesa che ne custodisca l’ortodossia, non c’è un grande vecchio che ne assuma le difese, non ci sono il fondatore dell’ideologia o i suoi epigoni a spargere un po’ di cattiva fama sulle ideologie avversarie.
Il liberismo è diverso perché il mercato e la libertà non li ha inventati nessuno e nessuno ne ha il monopolio: il mercato e la libertà sono semplicemente la condizione naturale in cui ognuno di noi vive, e convive con i suoi simili. Prendersela col mercato è quindi prendersela con la vita, una roba da frustrati mai cresciuti, sempre pronti a trovare un colpevole per giustificare qualcosa che in molti casi non ha semplicemente un responsabile, e in tutti gli altri discende invece da uno sbaglio preciso di qualcuno con un nome e cognome, che molto spesso di professione fa il politico o il burocrate, e non certo da un sistema di relazioni pacifiche e volontarie volte allo scambio e al contenimento della violenza, quale è il liberismo.
Eppure nelle scuole (pubbliche), nei giornali (sussidiati) e nelle tv (di Stato) ci insegnano una storia diversa. Ma anche questo, è chiaro, sarà colpa del liberismo.
Cose inaudite.
http://www.lospiffero.com/cose-einaudit ... 19135.html
Capone ha scrito sul tema ebola e liberismo anche su NFA: http://noisefromamerika.org/articolo/eb ... nte-camera