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Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda franz il 23/11/2014, 17:40

Mi aiutino gli amici romani.
È roba vera o sono fandonie?


Davvero voi siete tra quelli che pensano che il sindaco stia rischiando di saltare in aria per una questione di Fiat Panda rosse o di multe prese in automatico per una dimenticanza sul rinnovo del permesso? Mapperfavore! Marino è sulla graticola per un motivo molto diverso, ovvero perché con il suo modo di fare (manco si capisce se lo fa di proposito o se procede a casaccio) si è posto completamente al di fuori dei meccanismi criminali, mafiosi, consociativi e di corruttela che reggono Roma da decenni e ai quali ogni sindaco, nolente ma soprattutto volente, ha dovuto adeguarsi. Meccanismi che muovono un sacco di consenso e un sacco di denaro sottraendolo all'erario pubblico ed ai servizi per direzionarlo nelle tasche giuste. Il sindaco è al di fuori di queste logiche, non le conosce, magari non le combatte neppure, ma le ignora e questo è ancor più pericoloso per il sistema di potere che lo sostiene e che, assieme alla destra in una finta alternanza ed in una finta dialettica maggioranza-opposizione, ha spolpato la capitale del paese in un modo riprovevole e senza raffronti in altre città europee e occidentali. Ecco una decina di elementi che segnano una grande discontinuità tra Marino e i suoi predecessori. Si tratta dei veri motivi per cui il PD, con un'operazione di comunicazione anche piuttosto rozza (avete fatto caso come si parla dei problemi di Roma, gli stessi da decenni ma oggi presenti in tutte le trasmissioni tv? Avete fatto caso ai raffazzonati editoriali di Repubblica e Corriere?), sta mettendo all'angolo il sindaco per ricattarlo, per imporgli di smetterla, per intimargli di interrompere lo sbullonamento del sistema economico che garantisce in vita il demi monde che ha ucciso la città, per metterlo sotto tutela e per far sì che non continui a intralciare chi vuole continuare a fare affari illecitamente su quel che resta di una città.


DISCARICA DI MALAGROTTA
Il PD a Roma era abituato a andare col capo della CO.LA.RI., Manlio Cerroni, a mangiare la coda alla vaccinara, e non è un modo di dire. Ignazio Marino è arrivato e ha chiuso Malagrotta, la discarica più famigerata d'Europa. Poi, per carità, la raccolta rifiuti fa schifo, la città è zozza e la differenziata è caotica, dispendiosa e fuori dal mondo. Ma intanto è stata chiusa Malagrotta. Con qualsiasi altro sindaco oggi ci sarebbe ancora Malagrotta con tutti gli interessi che le giravano attorno. E a quanto pare, ma questo è gossip (gossip che a Roma troppo di sovente si trasforma in realtà), sembra che i cassonetti traboccanti rifiuti e lo schifo dovunque sia proprio una reazione da parte di chi, dentro AMA e fuori, campava sull'anomalo sistema-Malagrotta e che ora, trovandosi spiazzato, reagisce in questo modo: sabotando la città.

URTISTI, AMBULANTI E CAMION BAR
Direttive ministeriali ignorate, insabbiate, disattese. Ora si cambia. E pare che stiano partendo proprio le prime lettere di revoca dopo che il Comune ha finalmente pubblicato la lista dei camion-bar e degli urtisti che finalmente dovranno sloggiare a breve dai monumenti venendo ricollocati altrove. Non una svolta epocale, se mai sarà portata fino in fondo, ma comunque una notevole rivoluzione fino ad ora. Basti pensare cosa si sta facendo per Piazza Navona e il suo mercatino di Natale (ne abbiamo parlato ieri in un ampio post) sempre anche qui grazie ai consiglieri e al loro consociativismo orientato costantemente a tutelare gli interessi privati contro il bene comune. Il sindaco ha anche, altro mezzo miracolo, alzato i risibili prezzi dell'occupazione di suolo pubblico che le bancarelle e i camion-bar pagano. Un aumento deciso e sacrosanto che ovviamente, in aula, è stato stoppato e mitigato dai consiglieri (tra l'altro consiglieri PD, gli stessi che hanno cercato in tutti i modi di stoppare il PRIP, vedi capitolo dedicato) che lavorano non per il bene della città, ma per il bene dei bancarellari. Ora avete capito perché lo vogliono mandare via? Per continuare a mangiare, anzi ad abbuffarsi, su queste partite. E a farlo totalmente indisturbati.

PRIP
La guerra non è ancora vinta (dipenderà dalla Leonori, da Marino e soprattutto dai rispettivi staff e dalla voglia e dalla capacità di resistere alle pressioni fortissime delle lobby), ma molte battaglie sono state portate a casa e si è in dirittura d'arrivo per mettere la parola fine alla mafia romana dei cartelloni. Un coacervo di crimine organizzato che strozza la città da 40 anni sottraendo ogni anno milioni e milioni di euro in cambio di degrado e umiliazione e che può andare finalmente a farsi benedire a partire dall'approvazione del PRIP, il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, la scorsa estate. Lo si aspettava da vent'anni, Alemanno ha promesso di approvarlo ogni mese per cinque anni e ogni mese ha rimandato al mese successivo continuando a garantire ai cartellonari spazi e privilegi, Marino è arrivato e l'ha fatto approvare: non basta, perché senza implementazione concreta il PRIP rimane carta, ma intanto è una svolta e non da poco.
Non dimentichiamo che cartelloni significa campagna elettorale gratis per consiglieri di destra e di sinistra. Un sistema ben oleato nei decenni: tu mi regali spazi pubblicitari, io non ti rompo le scatole nel tuo business criminale che massacra l'economia della città. Tutto questo potrebbe finalmente finire nonostante la contrarietà di tanti consiglieri... del PD naturalmente.

STRISCE BLU E PIANO DEL TRAFFICO
Un enorme coraggio per una misura impopolare ma giustissima come quella di alzare il costo delle strisce blu e soprattutto di togliere gli abbonamenti giornalieri o mensili. Erano droga per la mobilità romana, droga somministrata da un irresponsabile Alemanno. Marino è stato odiato come viene odiato chi ti toglie una sostanza di cui sei dipendente, ma che ti sta uccidendo. Il Piano del Traffico punta a implementare la congestion charge dentro l'area dell'Anello Ferroviario sul modello di Milano e di Londra. I consiglieri del PD che voglion la testa di Marino blaterano che cose del genere si possono fare tutt'al più "a Oslo". Peccato che si facciano regolarmente in tutte le città del mondo.

MANOVRA D'AULA
Denunciata più volte da Umberto Croppi, la manovra d'aula ovvero quella norma che ogni anno consegnava nelle mani dei consiglieri comunali alcuni milioni di euro da gestire a piacimento nell'ambito del peggior clientelismo, è stata affondata grazie ad un emendamento di Riccardo Magi, consigliere radicale. Una rivoluzione anche questa che ha tolto ai consiglieri comunali il senso del loro ruolo di raccordo tra i palazzi del potere e le consorterie sul territorio. Magi è stato addirittura minacciato da fior di consiglieri (ovviamente del PD, come ti sbagli), poi però le querele promesse, chissà perché, non sono mai arrivate. Senza Marino, il sindaco marziano, cose del genere non sarebbero state neppure pensabili. E i consiglieri avrebbero ancora il loro obolo, come da decenni a questa parte, da spendere sul territorio, da consegnare a finte associazioni, da spalmare alle loro clientele per tenerle buone in vista delle prossime elezioni.

MUNICIPALIZZATE
Nomine di buon livello, qualche volta di eccellenza, al di fuori delle logiche spartitorie solite. Qualche volta spiazzanti. I manager scelti da Marino sono stati efficaci? Non si direbbe. I manager di Marino sono stati garanzia per le consorterie che hanno spolpato e ucciso la città? No davvero! Ecco il quadro in estrema sintesi, un quadro che vede ormai l'impossibilità per le società municipalizzate di assumere in reazione al sistema-parentopoli che andava di moda in precedenza, non solo ai tempi di Alemanno. Prendi ATAC, dove Broggi ha falciato il numero di dirigenti e asfaltato i permessi sindacali (a proposito di gente che chi li tocca muore). I consiglieri comunali che si servivano dei dirigenti per questo o quell'altro servizio clientelare sono felici di non aver più il loro dirigente Atac di riferimento? Eh no... E poi il Teatro dell'Opera, altro segnale di discontinuità, con il licenziamento sacrosanto di tutto il coro e tutta l'orchestra dell'Opera, un messaggio chiaro, lanciato anche qui grazie ad un bravo manager come Carlo Fuortes, ad una città che vive di ricatti e racket. Ora i ricatti a farli, semmai, è l'amministrazione in nome del bene comune e dell'efficienza amministrativa, non le consorterie. E infatti all'Opera poi ci si è messi d'accordo, ma alle condizioni del Comune, non alle condizioni di sindacati borbonici...

PEDONALIZZAZIONI
Roba di cui si parlava da trent'anni. Arrivato Marino ha preso e l'ha fatta. I Fori Imperiali pedonali hanno salvato la stagione turistica della città, la pedonalizzazione del Tridente era stata rimandata dalle ultime tre o quattro giunte con motivazioni risibili, solo per non mettersi contro i commercianti. Ma il sindaco marziano se n'è fregato ed è andato avanti. Ovviamente facendosi dei nemici, evvivaddio! Certo le cose non sono sempre fatte bene, sono perfettibili, molto perfettibili, i Fori sono senza auto ma pieni di camion bar e di abusivi (e sono la scorciatoia delle auto blu), al Tridente non si può più entrare col motorino (una autentica rivoluzione che punta a cambiare la testa ai romani e dio sa quanto ce ne sia bisogno) ma i parcheggi dedicati mancano di un arredo urbano che impedisca che vengano invasi dalle auto. Ma sta di fatto che anche qui la rivoluzione c'è ed è evidente ogni giorno a decine di migliaia di cittadini. Chi tocca 'a maghina a Roma muore, chi tocca ooo sguderone muore e viene pure occultata la sala. Ma qui si è avuto il coraggio di provarci. Come ha detto il sindaco: "tra trent'anni neppure si ricorderanno chi ha pedonalizzato i Fori o il Tridente, ma sarà una cosa bellissima a cui non si penserà neppure lontanamente di rinunciare". Per tacere, poi, del caso di Via del Babuino. Anche qui decenni di chiacchiere ridicole. Fino ad arrivare all'epoca nefasta di Alemanno quando al posto del percorso pedonale si disegnarono gli stalli per la sosta delle auto. Una bestemmia. Si è deciso invece di prendere e di fare la nuova strada. E la si è fatta in tre mesi finendo anche prima del previsto. Tra l'altro spendendo cifre minime, corrette. Talmente meravigliosa è diventata Via del Babuino che nessuno ha protestato e quelli di Via di Ripetta, che qualche anno fa lottarono per avere ancora i posteggi e per non allargare i marciapiedi, rosicano ogni giorno!

FORNITURE, FORNITORI E SPRECHI
Non siamo ancora a regime, ma già decine di milioni risparmiati dalle forniture. Anche e soprattutto grazie ad assessori al bilancio fuori dai giri romani, gente con le uàllere quadrate come l'attuale Silvia Scozzese. Se scopri che dei computer che costano 500€ li stai pagando 4000€ significa che c'è qualcuno che ti sta rubando 3500€ per ogni computer, 3500€ di guadagno extra che andavano poi distribuiti, dovunque. E questo dovunque vuole sbarazzarsi del sindaco e continuare a spartirsi i soldi dei contribuenti. Questo, ovviamente, è solo un piccolo esempio. Ma in generale c'è da registrare che il rubinetto si è chiuso per chi lucrava alle spalle di una amministrazione distratta, permissiva, tollerante. E in questo capitolo mettiamoci anche i fitti passivi. Il Comune - speriamo che lo porti a termine - sta facendo un eccellente lavoro per ridurli. Ma questo dà enormemente fastidio ai tanti proprietari immobiliari abituati a lucrare sui vani affittati all'amministrazione. E dà fastidio ai politici che da questi imprenditori venivano foraggiati.

UNIONI CIVILI
Certo è stata una trovata pubblicitaria, di visibilità, simbolica. Ma c'è chi cerca visibilità manifestando a favore degli sguderoni, c'è chi cerca visibilità manifestando a favore della doppia fila e c'è chi cerca visibilità rappresentando un problema di civiltà come l'assenza di possibilità di trascrivere unioni civili nel nostro paese. Anche in questo il sindaco si è fatto qualche bel nemico, non solo Oltretevere. Ma anche in questo caso, consapevolmente o meno, ha operato nel bene della città dando una sferzata dove era necessario darla e, soprattutto, dove nessuno l'avrebbe mai data. Roma è così un po' più vicina all'Europa, ma questo dà enormemente fastidio perché se Roma diventa Europa bisogna smetterla di comportarsi come nel peggiore dei suk mediorientali, bisogna smetterla di mangiare a quattro ganasce nascosti nell'acqua limacciosa con solo gli occhietti di fuori come squallidi alligatori.

POLIZIA MUNICIPALE
La nomina di Raffaele Clemente è stata distruptive di per se. Non un romano, non un appartenente al corpo. Esattamente quello che chiedevamo a gran voce all'epoca. Clemente non si è risparmiato in elementi di innovazione: la Polizia Locale è sbarcata su Twitter, si è ricominciato a multare (sempre troppo poco, terribilmente poco), si sperimentano sistemi come lo street control in grado da solo di far saltare la pax di corruttela tra vigili urbani e commercianti in un quadro di concorrenza sleale clamorosa per la quale chi ha davanti spazio per la sosta abusiva e pericolosa delle vetture lavora rubando clienti a chi non ce l'ha. E poi il grande slam di Via Albalonga, altro sistema che si teneva in piedi alla grande su corruzione, tolleranza e sciatteria e che è stato soverchiato, dopo decenni, grazie ad un semplice intervento di arredo urbano. Quanti vigili ci si arrotondavano lo stipendio? Gli stessi che oggi combattono Clemente e parlano male di Marino. Robe, però, che vorremmo vedere non sperimentali, ma a tappeto in tutta la città, ma che comunque rappresentano una discontinuità pazzesca come discontinuità pazzesca è la nuova disciplina di rotazione dei vigili urbani sul territorio. Proprio una volta messo a punto questo sistema che su larga scala rende più complicata la corruzione e comunque mette sempre in movimento i vigili impedendogli radicamenti sul territorio, è uscito fuori il presunto scandalo delle multe. Strano, no?


Abbiamo isolato dieci punti ma ci sarebbe anche dell'altro. Pensiamo all'impostazione del sindaco sul mare e sul litorale, ancora, anche qui, interventi solo simbolici, ma diretti in modo chiaro contro quel che sta succedendo da 50 anni a questa parte a Ostia: un quartiere che da solo poteva fare la ricchezza di Roma e che per tutelare gli interessi della Camorra è stato lasciato trasformarsi in un bronx allucinante. Oppure pensiamo alle tante inchieste che sono partite in questi mesi, con una Procura che finalmente è retta da personaggi di qualità che non trovano filtri e ostacoli nell'amministrazione capitolina. O ancora pensiamo ai tavolini abusivi, l'amministrazione si è mossa in un modo che abbiamo anche criticato (al posto dei tavolini eliminati si vanno a posizionare auto e motorini, e allora cosa si è risolto?), ma la cosa sta avendo un impatto clamoroso sull'economia criminale che si è avvinta alla città e che usava questi ristoranti, in special modo i loro dehors, a mo' di lavatrice con sedi sociali (è il caso di ben 2500 esercizi come è emerso oggi stesso sulla stampa) in mense o associazioni benefiche. E si potrebbe andare avanti, anzi altri elementi di forte discontinuità diteceli voi.
Ora se il sindaco vuole davvero certezza al 100% di essere disarcionato dalla sera alla mattina faccia queste altre cose: obblighi i romani a pagare il biglietto sull'autobus, tolga il fiume di denaro che le associazioni gestiscono per amministrare i campi nomadi e liberi palazzi occupati e case popolari illegalmente abitate ri-assegnandole a chi ne ha necessità per davvero.

A quel punto la fine della consiliatura sarà sicura, a quel punto il pestare i piedi a consorterie e potentati sarà completo e definitivamente intollerabile per la cupola di malapolitica che sovraintende questa città e la rende un posto terrificante da cui le persone per bene e di qualità stanno fuggendo tutte. Una cupola di malapolitica di cui il Partito Democratico (e con lui praticamente tutti gli altri partiti rappresentati in Aula Giulio Cesare, M5S compreso visto che sta facendo il gioco del tiro al piccione facendo felice il PD romano che vuole bloccare ogni cambiamento) è parte integrante. Questo blog da quasi un anno e mezzo viene considerato l'unica voce di reale e profondo dissenso verso l'amministrazione, viene sentito in maniera ufficiale e non ufficiale dai media per ottenere punti di vista, chiavi di lettura, analisi sulla realtà dei problemi. È considerato una delle spine del fianco del sindaco e della sua giunta. Ma se dobbiamo scegliere tra il sindaco e la feccia di farabutti che vuole disarcionarlo per continuare indisturbatamente a fare i propri affari non abbiamo alcun dubbio. Voi? -

See more at: http://www.romafaschifo.com/2014/11/ma- ... SIx4n.dpuf

Nota. Interessanti anche i commenti (210, per ora)
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda trilogy il 23/11/2014, 19:20

Personalmente condivido il commento sotto. Marino mi ricorda Bassolino sindaco di Napoli, una città che si esaurisce in un centro vetrina, parco giochi ad uso e consumo delle TV e di un ceto benestante. Tutto il resto è nello schifo e abbandono più totale.

Marino non e' un sindaco marziano, e' un sindaco elitario, per lui Roma finisce a piazza del Popolo ed immagina una societa' elegante libera di passeggiare e girare in bicicletta facendo schopping solo nei negozi dei brand piu' prestigiosi. Marino ignora completamente le necessita' della vita quotidiana fino al punto di pensare possibile una citta' in bicicletta o a piedi ....
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda Salemi il 23/11/2014, 19:22

Io non sono di Roma, ma sono vecchio e ho visto abbastanza di come funziona l’ambaradan su questo pianeta. Soprattutto su questa fascia di terra che viene chiamata Italia, che ha una caratteristica particolare a generare mafie. Ovviamente Marino non si manda a casa “per una questione di Fiat Panda rosse o di multe prese in automatico per una dimenticanza sul rinnovo del permesso, ma per i motivi sopra riportati”. Marino, che fondalmentalmente è una persona onesta, non pensava alla fogna dei problemi che affliggono la Capitale. Come tutte le persone di quel tipo pensava che con un po’ di buona volontà si potessero risolvere i problemi che aveva visto in superficie. Ha dovuto toccare con mano per capire. Purtroppo come sempre capita quando si è in presenza di chi crede che i bambini li porta la cicogna.
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda Salemi il 23/11/2014, 19:27

INTERVISTA
La strategia della mafia nera di Roma
Pochi omicidi, ma con finalità più ampie. I legami con le cricche legate alla politica. E i rapporti con i neofascisti. L'allarme del procuratore antimafia Roberti sulla nuova criminalità della capitale
DI PAOLO BIONDANI
20 novembre 2014

Roma capitale: anche per la mafia. Una nuova mafia che uccide, ma solo quando è necessario. Ha una smisurata forza economica. Complici eccellenti tra imprenditori e professionisti. Usa la corruzione per comprare politici e pubblici funzionari. E stringe rapporti con terroristi mai pentiti della destra eversiva, cresciuti all’ombra di storiche protezioni garantite da pezzi dei servizi segreti e da altri settori dello Stato, compresa qualche divisa o toga sporca.

Su “l'Espresso” in edicola domani il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, lancia l'allarme sulla criminalità nera che soffoca la metropoli capitolina. «Una volta gli omicidi a Roma venivano liquidati come “regolamenti di conti”. E non si parlava mai di mafia, solo di “mala”. Oggi non parlerei di guerra, anche perché molte indagini sono in corso. Ma alcuni omicidi sembrano avere una finalità strategica più ampia».

È il caso dell’assassinio di Silvio Fanella, il tesoriere di Gennaro Mokbel, l’ex neofascista condannato per il maxi-riciclaggio del caso Fastweb?

«Dico solo che mi riferisco ad alcuni omicidi. E ad altri episodi inquietanti».

In che senso oggi a Roma si parla di “nuova mafia”?
«Negli ultimi anni lo sviluppo dei gruppi criminali è stato segnato dalla globalizzazione dei mercati e dalla saldatura con l’economia. Il riciclaggio, il reimpiego di capitali illeciti, le connivenze nella finanza sono aspetti caratteristici delle organizzazioni mafiose moderne».

La Magliana e i terroristi neri spesso sceglievano obiettivi ricattatori: non si svaligia una banca a caso, ma il caveau del palazzo di giustizia, perché è lì che si nascondono i segreti dei potenti. Oggi la mafia nera ha poteri di ricatto?
«Risponderanno le indagini. Di certo la storia della mafia a Roma è fatta di questo potere di condizionamento». E la politica è ancora collusa? «Per una mafia economica l’omicidio è un atto estremo: prima ci provano con i soldi. Infatti i legami con certe cricche legate alla politica sono diventati strettissimi. Oggi la corruzione è lo strumento principe della metodologia mafiosa».

Il giornalista de “l'Espresso” Lirio Abbate, che vive sotto tutela da quando lavorava a Palermo, continua a subire intimidazioni a Roma.
«Leonardo Sciascia diceva che i mafiosi odiano i magistrati e i giornalisti perché ricordano. Lirio Abbate ha memoria storica: conosce nomi, date, fatti e sa collegarli al presente. Per questo è visto come un pericolo dalla mafia romana».

L'INTERVISTA INTEGRALE SULL'ESPRESSO IN EDICOLA VENERDì E DA OGGI ONLINE SU E+

http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda Iafran il 23/11/2014, 19:48

Le "larghe intese dei soliti compari" vanno dalla grazia all'unto ai piccoli favori verso il tassinaro o l'ambulante a Roma.
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda Salemi il 23/11/2014, 21:04

Landini ha posto il problema della questione morale e la Boschi risponde che : "Non prendiamo lezioni da nessuno"

Certamente, con lo schifo di quanto letto in questo thread, NON PRENDONO LEZIONI DA NESSUNO.

Questo paese non è solo fallito, ma anche fottuto e senza speranza con questi trentenni che sono identici ai loro cinquantennali predecessori.
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda flaviomob il 23/11/2014, 21:22

Da Espresso:


Ciclosofia di Alberto Fiorillo
19 nov
Marino, il secchione e i coatti

Ignazio Marino pare un liceale secchione eletto capoclasse in una scuola di bulli e coatti, ovvero tutti noi romani.
Ignazio Marino mantiene l’atteggiamento del chirurgo in sala operatoria, che ordina “bisturi!” e aspetta che lesto lo strumentista gli appoggi il bisturi sul palmo della mano. A Roma quando il sindaco ordina “bisturi!” non succede niente.
Ignazio Marino è una catastrofe come comunicatore e un esperto gaffeur.
Detto questo, Roma ha bisogno di Ignazio Marino.

L’ostilità nei suoi confronti del romano medio e la guerra che gli fanno i palazzinari, i bottegai, una parte dei vigili urbani, gli ormai ex caldarrostai (la famiglia Tredicine coi suoi camion bar e affini), la destra estrema (esempio su tutti Tor Sapienza e la pseudo marcia delle periferie, dichiarata apartitica e con dentro tutto il peggio della fascioromanità), la pseudosinistra di livore e di governo (leggi PD), hanno una sola causa: Marino rompe le scatole a una città aggrovigliata nelle sue pessime abitudini e stratificata nei suoi diecimila interessi privati e pluripersonali. Certo, ha piazzato male la sua Panda rossa. Ma è vicenda irrilevante rispetto all’aver piazzato amici e parentia frotte nelle municipalizzate romane (Alemanno) o all’aver piazzato il piano regolatore nelle mani dei palazzinari(Veltroni).

Marino ha dimostrato di non ascoltare nessuno, nel bene e nel male. Il male è che non ascolta i consigli fattivi che nascono dalle parti migliori della città; il bene è che non ascolta le suadenti parole dei piccoli e grandi potentati che da sempre governano Roma. E quasi con candore va avanti su una linea che, per quanto timida, questa città aspetta da decenni. Il Tridente e i Fori Imperiali liberi dalle auto, per dire, sono promesse che hanno fatto Signorello e Giubilo, Carraro e Vetere, Rutelli, Veltroni e Alemanno. Nessuno le ha mai realizzate. Guardate invece la via del Babuino liberata. Sarà pure poca cosa, ma bellissima. E dimostra che ha voglia di fare e fa a tutti coloro che gli rimproverano che non sta combinando niente. E potrebbe fare di più, molto ma molto di più, se quelli che dovrebbero essere i suoi più stretti collaboratori non lavorassero per rendere fragili o irrealizzabili le sue scelte (guardate il pasticcio dei Fori Imperiali).

Certo cambiare Roma non vuol dire cambiare via del Babuino. E per cambiare Roma per prima cosa si deve smontare pezzo pezzo la macchina capitolina eliminando i troppo ingranaggi difettosi piazzati lì da Alemanno, Veltroni, Rutelli e compagnia: il Campidoglio, l’Atac, l’Ama eccetera eccetera sono gonfi di centinaia di funzionari, dirigenti, quadri, impiegati, uscieri che governano parti più o meno importanti di questa città senza nessuna capacità o competenza, ma esclusivamente in virtù dell’appartenenza a un clan (batteria forse è termine più appropriato).

Ignazio Marino, ha tanti difetti. Ma è una persona perbene (qualità rara nella giungla romana ed eccezionale tra i politici capitolini). Ignazio Marino è talvolta indifendibile, ma è un alieno che una visione di come potrebbe diventare questa città assai diversa e decisamente migliore di quella dei suoi predecessori. E per risollevare una Roma che i terrestri hanno spinto verso il baratro forse è bene tenersi stretto l’unico marziano che c’è.

P.S. Questo post s’ispira e ampiamente saccheggia il post di Paolo Bellino (alias Rotafixa) che potete leggere sul suo blog.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda Iafran il 23/11/2014, 21:42

Salemi ha scritto:Landini ha posto il problema della questione morale e la Boschi risponde che : "Non prendiamo lezioni da nessuno"

"Questione morale"? Detta, poi, da Landini ...in lingua italiana! Vogliamo scherzare: sono i nuovi (freschi di bucato o appena usciti dalle fasce) che danno lezioni (con le buone) e legnate sui denti (con le cattive) a tuttiiiii.
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Re: Perché il PD vuole far saltare Ignazio Marino

Messaggioda trilogy il 23/11/2014, 22:29

flaviomob ha scritto:Da Espresso:


Ciclosofia di Alberto Fiorillo
19 nov
Marino, il secchione e i coatti
Guardate invece la via del Babuino liberata. Sarà pure poca cosa, ma bellissima. E dimostra che ha voglia di fare e fa a tutti coloro che gli rimproverano che non sta combinando niente....


Quello che si diceva prima, per questi intellettualoidi di "sinistra" esiste solo il centro città, il resto è cacca....
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Cambiare l'Italia cominciando da Roma

Messaggioda pianogrande il 24/11/2014, 0:14

Ecco quello che potrebbe essere una apertura interessante per Renzi.

Cambiare l'Italia cominciando da Roma.

Non si può cambiare tutto in un sol colpo ma far crescere un germe, un laboratorio un esempio, creare una falla nel sistema.

Far vedere che si può.

Forza Renzi!

Facci vedere che questi personaggi li appoggi e che, da qualche parte, si comincia.
Fotti il sistema. Studia.
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