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la Costituzione stravolta

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la Costituzione stravolta

Messaggioda emanuele.lombardi il 16/11/2008, 19:36

Da quando sono state tolte le preferenze dalla scheda elettorale l' elettorato (il popolo, si diceva una volta) non ha più la possibilità di scegliere esplicitamente i propri rappresentanti in Parlamento ma si limita a indicare il nome del futuro premier e il numero dei Parlamentari spettanti a ciascun partito. Le persone che assurgeranno al ruolo di rappresentante dei cittadini sono scelte prima delle elezioni, in teoria dai partiti ma in pratica dai candidati premier che le inseriscono nelle giuste posizioni nelle liste elettorali bloccate.

Il ruolo dei partiti era ovviamente importante anche quando l'elettore poteva esprimere le sue preferenze perchè erano pur sempre i partiti a scegliere i candidati. Però i partiti si limitano a proporre agli elettori una rosa di nomi dalla quale poi gli elettori sceglevano chi portare in Parlamento e chi no. Contrariamente a quanto avviene oggi, quando c'erano le preferenze la scelta decisiva era degli elettori e non dei partiti o dei candidati premier.

Oggi invece, qualunque sia il partito vincente, i membri della maggioranza parlamentare sono tutti personalmente scelti da colui che diventa capo del Governo. Detta in altri termini la maggioranza parlamentare è nominata dal premier, da quel premier che è l'unico soggetto politico della maggioranza ad avere una legittimazione popolare diretta.

Di tutti i mille Parlamentari solo i cinque o sei cadidati premier sono stati eletti dal popolo in modo esplicito dato che sulla scheda elettorale erano presenti solo i loro nomi. Tutti gli altri Parlamentari sono di "nomina" dei rispettivi candidati premier.

Oggi i membri della maggioranza parlamentare, di qualsiasi colore essa sia, non hanno alcuna legittimazione personale poichè non sono stati eletti dal popolo ma debbono la loro carica esclusivamente al premier che li ha inseriti ai primi posti delle liste elettorali bloccate. Se a questo si aggiunge che ogni loro speranza di essere confermati passa tramite il gradimento del premier, che può o meno "nominarli" alle successive elezioni, è evidente che i Parlamentari della maggioranza sono naturalmente proni ai desideri del premier stesso.

Nell'Italia del 2008 ci sembra normale che la maggioranza Parlamentare sia schiacciata sulle posizioni del Governo e ci sembra impossibile, quasi eversivo, che una decisione del Governo possa non essere approvata dal Parlamento. Ma nelle altre democrazie il Governo non spadroneggia in questo modo sul Parlamento, per esempio la prima proposta di Bush di dare 700 miliardi di euro alle banche fu bocciata dal Parlamento USA il 29 Settembre 2008. Votarono contro anche molti Deputati e Senatori del partito del Presidente e lo poterono fare perchè non erano stati nominati da Bush ma eletti dagli elettori repubblicani.

Con un premier forte, in quanto eletto direttamente dal popolo, ed un Parlamento succube, poichè di nomina del premier stesso, abbiamo scardinato l'equilibrio istituzionale previsto dalla (tuttora vigente) Costituzione ed abbiamo inaugurato una forma istituzionale che non ha simili tra le democrazie occidentali liberali.

Nessuna nazione occidentale accetterebbe questa forma istituzionale poichè è molto rischiosa dal punto di vista democratico e sarebbe estrememante pericolosa qualora il premier fosse tanto ricco di suo da poter condizionare la pubblica opinione e potersi comprare i servizi di persone da mandare in Parlamento. Se ciò accadesse la sudditanza dei suoi Parlamentari sarebbe così grande che potrebbero perfino permettergli di portare alle massime cariche dello Stato e del Governo persone il cui unico valore fosse l'obbedienza ai voleri del Premier e ai suoi capricci di qualsiasi tipo.

Il rischio che un forte capo dell'esecutivo imponga una propria personale visione politica non è una paranoia di chi scrive, tanto è vero che la Costituzione USA dispone che a metà del mandato presidenziale si svolgano le elezioni "di midterm" con le quali si rinnovano la Camera (tutta) e il (per un terzo). Con queste elezioni i cittadini possono limitare l'autonomia del Presidente eleggendo un Parlamento a lui opposto.

P.S. La legge elettorale che tolse le preferenze (Legge 21 dicembre 2005, n. 270) fu chiamata "porcata" dal suo stesso estensore, l'On. Calderoli, ma a tutt'oggi nessuno parla di modificarla, anzi il Governo vorrebbe l'eliminazione delle preferenze dalle schede delle elezioni Europee del 2009. Il Parlamento Europeo, però, dovrebbe essere espressione dei popoli e non dei governi, che già nominano la Commissione. Fortunatamente il tentativo del Governo italiano di snaturare anche le istituzioni comunitarie sembra fallito, per ora.
emanuele.lombardi
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