La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Capitale e Lavoro

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Capitale e Lavoro

Messaggioda gi.bo. il 15/11/2014, 17:59

ANCORA SULLA MODERNITA’ E LO SCONTRO DI CLASSE
(14 Novembre 2014)

Davvero interessante l’articolo di Massimo Nava apparso il 13 Novembre sulle colonne del “Corriere della Sera” (pagina di Analisi e Commenti) sotto il titolo “Il Linguaggio che divide la Sinistra”.

In realtà l’autore utilizzando l’analisi del linguaggio in uso per ricercare una nuova definizione di modernità affronta anche, nel suo insieme, i temi di fondo del conflitto sociale (e inevitabilmente, deve essere aggiunto, quello dello scontro di classe).

Si riportano di seguito alcuni passaggi fondamentali contenuti nell’articolo: “E’ di sicuro moderna una politica che informatizzi la burocrazia, diffonda la banda larga, semplifichi la fiscalità, riformi istituzioni obsolete come il Senato. Ma è sinonimo di modernità ridurre i diritti conquistati in decenni, tagliare pensionati finanziate con i contributi, tassare fondo alimentati dai risparmi e, in ultima analisi, definire il tutto come sacrificio “necessario” e la critica come una difesa del privilegio”?

Ancora in un successivo passaggio:

Ha senso alimentare, anziché la solidarietà tra generazioni, una sorta di conflitto generazionale che ha per conseguenza, praticamente in ogni ambito sociale e di lavoro un’esaltazione del giovane (che per forza è quindi anche “moderno” rispetto all’inutilità dell’esperienza e alla necessaria rottamazione di ogni forma di vecchiaia”?)

Per concludere con le citazioni dall’articolo:
Con il termine “austerità” si sono autorizzate e imposte le politiche più rovinose e sciagurate salvo, poi, esaltare in corsa la “crescita” che non c’è e non potrà mai esserci con queste politiche monetarie, con queste regole, con questa “modernità” di un’Europa che appare invece molto più vecchia, finendo con l’assomigliare a quella degli Stati Nazionali in conflitto, dei potentati finanziari, delle mire espansionistiche e di dominio del Paese più forte. Esempi di stravolgimento del significato delle parole, meno comprensibili ai più, ma ben noti a tecnici e addetti ai lavori, si potrebbero fare quando sono definiti Paesi “virtuosi” quelli che hanno imposto lacrime e sangue ai cittadini senza essere usciti dalla crisi e aggravando il proprio debito pubblico”.

Quali riflessioni possono suscitare queste parole?

Essenzialmente vi si evidenzia un aspetto molto importante, quello dell’uso del linguaggio nel definire elementi di confronto (modernità/conservazione; vecchio/giovane) attraverso i quali passano scelte destinati a modificare nel profondo rapporti economici e sociali, spostando l’asse complessivo nella direzione di una conflittualità generazionale buona per realizzare una sottrazione di diritti e di conquiste.
L’autore però, all’interno di una logica difensiva molto sfumata (in uso di questi tempi) non coglie (o non intende cogliere) la natura vera di questa mistificazione del confronto sociale che, attraverso il linguaggio di una presunta modernità s’intende portare avanti come sta accadendo, nel “caso italiano”, attraverso l’opera demolitrice del governo Renzi.
L’analisi deve dunque essere portata su di un terreno diverso da quello su cui si è collocato Nava: l’utilizzo del linguaggio nel senso del proporre “modernità/conservazione è utilizzato per proporre l’inestinguibilità dello sfruttamento e la rivendicazione conseguente di una logica di tipo “padronale” sull’insieme degli aspetti della condizione materiale di vita di milioni e milioni di lavoratrici, lavoratori, pensionati, precari, disoccupati.
Manca la precisa lettura di questo elemento fondamentale nell’articolo di Nava che, infatti, alla fine reclama che “non si faccia confusione quando si richiama il significato della parola cambiamento”.

La sinistra non può, allora, limitarsi alla contrapposizione sul tema del linguaggio stando tutta intera dentro ad una logica di contrapposizione interna al sistema intendendo ancora valida l’equazione “diritti come modernità”.
La necessità più urgente è, invece, quella da sinistra di recuperare le coordinate di fondo dell’identità del conflitto di classe quale base fondamentale della propria azione politica.

Il linguaggio dovrebbe, allora, servire per riconoscere i tratti, così presenti nella realtà del moderno conflitto, del persistere della dominanza del concetto di classe determinato dai rapporti sociali di produzione, che costituiscono a loro volta la base di ogni formazione sociale.

La sinistra deve saper usare il linguaggio per ridefinire, ancora una volta, questo stato di cose che porta alla polarizzazione delle classi rifiutando qualsiasi altro livello di determinazione del conflitto fosse questo generazionale, corporativo, localistico, di recupero come sta avvenendo adesso sul piano mediatico di una logica di “guerra tra poveri”.
Rimane per intero tutto da risolvere il modello dicotomico dello scontro di classe che è quello che comporta immediatamente una dimensione politica oltre che quella economico-sociale.

Si tratta di non smarrire mai questa coordinata di fondo e di non farsi fuorviare da analisi anche apparentemente interessanti ma che non pervengono al cuore delle grandi questioni, queste sì, della modernità.

Franco Astengo
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o45214

rif. Corriere della Sera: http://archiviostorico.corriere.it/2014 ... ec29.shtml
Ultima modifica di gi.bo. il 15/11/2014, 18:25, modificato 1 volta in totale.
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
gi.bo.
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 330
Iscritto il: 18/06/2008, 18:59

Re: Capitale e Lavoro

Messaggioda ranvit il 15/11/2014, 18:22

L'articolo di Nava, l'avevo letto e l'avevo trovato interessante e meritorio di riflessioni.

Quello di Astengo? La solita ciofeca anti REnzi e senza concretezza.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Capitale e Lavoro

Messaggioda Iafran il 15/11/2014, 21:34

gi.bo. ha scritto:L’analisi deve dunque essere portata su di un terreno diverso da quello su cui si è collocato Nava: l’utilizzo del linguaggio nel senso del proporre “modernità/conservazione è utilizzato per proporre l’inestinguibilità dello sfruttamento e la rivendicazione conseguente di una logica di tipo “padronale” sull’insieme degli aspetti della condizione materiale di vita di milioni e milioni di lavoratrici, lavoratori, pensionati, precari, disoccupati.
Manca la precisa lettura di questo elemento fondamentale nell’articolo di Nava

Le analisi, anche le più ampie, non basteranno mai ai "devoti di Renzi". Se, poi, questi "devoti" dovessero utilizzare l'altra faccia che hanno, quella meno democratica e pensassero che sia giunta l'ora di togliersi i sassolini che hanno nelle scarpe, queste analisi sarebbero un motivo in più per offendere gli altri (critici e dissidenti) ed a fare dispetti e ricatti ai politici che le accoglierebbero (mettendone in dubbio la futura candidatura).

Gli elettori di centrosinistra (ed i cittadini) sono arrivati all'assurda situazione di dover spingere il carro in salita con i "devoti più acidi di Renzi" sul carro, a frenarne lo spostamento! :x
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: Capitale e Lavoro

Messaggioda gi.bo. il 15/11/2014, 21:35

ranvit ha scritto:L'articolo di Nava, l'avevo letto e l'avevo trovato interessante e meritorio di riflessioni.

Quello di Astengo? La solita ciofeca anti REnzi e senza concretezza.
Ah, me pareva!! Dove non sei d'accordo?
hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
gi.bo.
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 330
Iscritto il: 18/06/2008, 18:59

Re: Capitale e Lavoro

Messaggioda Robyn il 15/11/2014, 22:05

A proposito di modernità ci sono diversi fraintendimenti nel dl lavoro.La prima è che se è possibile collegare un pc dall'ufficio sui pc dei vari reparti di un'industria per verificare quando un dipendende registra in produzione sul pc non è possibile installare le telecamere neanche per sogno perche sono contro la privacy del dipendente.Altra cosa su cui si fraintende è che il datore di lavoro pagando di più può evitare la reintegrazione,ma questo vale solo se le infrazioni esistono ed è stata fatta la reintegrazione,escludendo quindi in partenza i motivi privi di causa.La terza è che se la causa contestata è falsa e inesistente,e se si può procedere solo tramite denuncia,non c'è reintegrazione ma solo l'indennizzo la domanda è perchè?è sempre un motivo falso,privo di causa,quindi ci dovrebbe essere la reintegrazione.La terza è sull'indennizzo.L'indennizzo serve ad evitare il far west da parte datoriale non è per rendere monetizzabile il lavoro.L'ultima cosa i fannulloni.I lavoratori non hanno tutti la stessa produttività per diverse cause magari non imputabili al lavoratore che per natura è lento ha una bassa formazione per cui la differenza la fà il premio cioè chi produce di più ha un premio più alto chi produce meno ha un premio più basso fino ad annullarsi.Altra cosa sono le assenze ingiustificate,il dipendente in malattia che viene trovato a sciare sulla neve o a fare un'altro lavoro,i ripetuti ritardi,lo scarso impegno nel lavoro,il danneggiamento,il furto,il litigio,l'abbandono in anticipo del lavoro che configurano un'inadempimento contrattuale,sù queste cose nessuno ha da ridire,l'deologia non c'entra proprio niente.I lavoratori non hanno nessuna paura di queste cose
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11333
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Capitale e Lavoro

Messaggioda franz il 15/11/2014, 23:55

io questa austerità e rigore in Italia in fin dei conti non l'ho proprio vista.
L'hanno vista gli svedesi, la stanno vedendo gli inglesi (con 730'000 licenziamenti nel comparto pubblico) ed i greci.
L'hanno vista i tedeschi, che hanno rinunciato a varie cose con agenda 2010.
Ma in Italia in fondo a parte un bel po' di tasse in piu' (tema su cui i politici italiani dimostrano massima eccellenza) ed una riforma delle pensioni che si doveva fare 20 anni fa, il rigore vero ve lo sognate.

Quanto al fatto affermato (con le politiche di rigore non c'è crescita) basta vedere questo grafico
https://www.google.com/publicdata/explo ... &ind=false

Cosa c'è da vedere? Bene: osservate chi aveva la spesa piu' alta e l'ha fatta diminure (praticamente tutti). Osservate chi invece continua ad averla alta (francia ed italia).

Preso nota mentalmente?

Ecco ora il colpo di magia: stesse nazioni, ma crescita del reddito procapite PPP (a parità quindi di potere d'acquisto, quind REALE).

https://www.google.com/publicdata/explo ... &ind=false

Mi pare che sia abbastanza chiaro. Tra l'altro notate che gli USA di Obama hanno si' fatto diverse iniezioni di liquidità con i QE ma hanno anche ridotto fortemente la spesa pubblica (dal 42 al 36% in 4 anni).
Notate anche che la Grecia pare avrà un ritmo di crescita superiore al nostro (eppure quanto a rigore li' si che sanno cosa è). Ed anche la spagna, che le riforme le ha fatte, forse ci soprapsserà. E potete aggiungere o togliere nazioni a piacimento, se vi interessa anche il portogallo o la danimarca.

Allora a proposito di linguaggio a sinistra bisognerebbe cominciare con quello della verità, in luogo di quello delle falsità, delle bugie (bisognose o no) che magari uno vuole leggere e quindi i vari giornalisti e blogger di rosso colorati propinano ai loro desiderosi lettori. Loro (i lettori) non aspettano altro di leggere che il rigore frena la crescita e gli si dà quindi la pappa che desiderano. La realtà è che il paese europeo che ha fatto meno riforme "vere" (e che speriamo inizi ora con renzi) è quello che cresce meno proprio per le mancate riforme, non per un finto rigore tutto orientato a spremere il cittadino con nuove tasse.

Mentre in tutto il mondo la spesa pubblica cala e le tasse pure,noi saremo in vetta con tasse piu' alte della svezia e della francia, senza pero' avere i servizi sociali ed il welfare di quei due paesi.

https://www.google.com/publicdata/explo ... &ind=false
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Google [Bot] e 37 ospiti

cron