Pagina 1 di 2

È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 8:40
da ranvit
Da leggere:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABKAt7CC


Dal 2007 l’Italia ha fatto i compitini meglio di tutti ma non è bastato. È il deficit l’arma di ultima istanza?


Dopo la Grecia l’Italia è il Paese che ha pagato di più la crisi


L’Italia è quello che ha azionato meno la leva del deficit per ripartire


In termini nominali il debito pubblico italiano è cresciuto meno di tutti


I Pigs ripartono, l’Italia no

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 8:54
da franz
gli altri ripartono perché hanno fatto le riforme ed hanno intaccato le radici della crisi.
Noi no. Stamo iniziando ora con il job act ma è ancora poca cosa. Importante ma poco.

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 8:58
da ranvit
franz ha scritto:gli altri ripartono perché hanno fatto le riforme ed hanno intaccato le radici della crisi.
Noi no. Stamo iniziando ora con il job act ma è ancora poca cosa. Importante ma poco.


Ma...l'hai letto tutto l'articolo?
La conclusione è:
è possibile, alle condizioni attuali e in assenza di una politica monetaria e fiscale europea ad hoc per i singoli Paesi, riprendere la strada della crescita senza allo stesso tempo sfondare, come hanno fatto tutti gli altri Paesi in crisi che sono riparti, più deficit di quanto previsto dai trattati?

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 9:03
da trilogy
E' tutta l'Unione Europea che ormai è diventata il peso morto dell'economia globale.

Ue nel mirino di Fmi e Usa: "Ripresa debole, rischio stagnazione"
Nel documento che sarà presentato al G20 di Brisbane, il Fondo monetario internazionale lancia un allarme sui rischi legati alla bassa crescita di Eurolandia. E un attacco nei confronti del Vecchio continente arriva anche dal ministro del Tesoro americano: "Rischia di perdere un decennio e il mondo non può permetterselo"

NEW YORK - La debolezza dell'economia europea sotto accusa al G20. Il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, avverte che il Vecchio continente "rischia un decennio perso" stile Giappone e il "mondo non può permetterselo". A pochi giorni dal vertice di Brisbane, in calendario il 15 e il 16 novembre, gli Stati Uniti puntano dunque il dito contro l'Europa, non nascondendo la frustrazione per il fatto che i consumatori americani sono chiamati, ancora una volta, a fare da motore dell'economia mondiale. Sulla stessa linea Fondo monetario internazionale, nel documento che sarà portato al vertice: "Eurolandia rischia la stagnazione e la bassa inflazione/deflazione che caratterizza la regione è un rischio per la ripresa globale che procede ma lenta".

"I recenti dati indicano una ripresa debole nell'area euro", afferma il Fmi. "Eurolandia e il Giappone - mette in evidenza l'istituto di Washington - rischiano un periodo di bassa crescita che potrebbe trasformarsi in stagnazione. A questo si aggiungono i rischi legati alla bassa inflazione". Il Fmi promuovendo le recenti mosse della Bce ma torna a sottolineare che se l'inflazione resterà al di sotto del target e le aspettative di inflazione caleranno ulteriormente, Francoforte dovrà essere pronta a fare di più, incluso l'acquisto di titoli di stato. E' essenziale - aggiunge il Fondo - continuare, nel mondo e soprattutto in Europa, sulla strada delle riforme strutturali, cruciali per alzare il potenziale di crescita ed evitare così un "nuovo mediocre", fatto di crescita debole e rischi al ribasso. Una delle strade da seguire per aumentare la crescita nel breve medio periodo è quella di rilanciare gli investimenti pubblici.

La fotografia scattata dal Fmi, che chiede politiche di bilancio equilibrate a sostegno della crescita, fa da sfondo alle critiche non velate degli Stati Uniti, che affidano a Lew un 'attacco' all'Europa. "In breve, lo status quo delle politiche in Europa non ha centrato l'obiettivo comune del G20 per una crescita forte, sostenibile e bilanciata, afferma Lew. La Bce ha preso misure forti a sostegno dell'economia con una politica monetaria accomodante. Ma questo da solo non è stato sufficiente a riportare una crescita salutare. "Una risoluta azione delle autorità nazionali e degli altri organismi europei è necessaria per ridurre il rischio che l'Europa scivoli in un più profondo rallentamento".

E ancora: "Il mondo non può permettersi un decennio perso europeo. Il mondo sta contando sull'economia americana come motore dell'economia globale. Ma l'economia globale non può prosperare appoggiandosi sugli Stati Uniti come importatore di ultima istanza e non può appoggiarsi sul fatto che gli Stati Uniti crescano abbastanza velocemente da controbilanciare la crescita debole di altre maggiori economie mondiali".
fonte: http://www.repubblica.it/economia/2014/ ... f=HREC1-20

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 10:01
da franz
ranvit ha scritto:
franz ha scritto:gli altri ripartono perché hanno fatto le riforme ed hanno intaccato le radici della crisi.
Noi no. Stamo iniziando ora con il job act ma è ancora poca cosa. Importante ma poco.


Ma...l'hai letto tutto l'articolo?
La conclusione è:
è possibile, alle condizioni attuali e in assenza di una politica monetaria e fiscale europea ad hoc per i singoli Paesi, riprendere la strada della crescita senza allo stesso tempo sfondare, come hanno fatto tutti gli altri Paesi in crisi che sono riparti, più deficit di quanto previsto dai trattati?

Piu' che una conclusione a me pare una domanda. Infatti si parla di interrogativo e finisce con il classico punto di domanda.
La risposta è no, secondo me. Si riprende la strada della crescita se si fanno le riforme, come il job act (riforma a costo zero per lo stato) ma anche tante altre, se si abbatte drasticamente la burocrazia (e qui ci guadagna lo stato e la collettività).
è quindi possiabile ripartire facendo meno spesa e meno deficit. I greci hanno fatto cosi'.
La svezia ha fatto cosi, due decenni fa. UK sta facendo così da un paio di anni.
Certo che ci vuole la volontà politica.

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 10:14
da ranvit
E' vero che è una domanda, ma c'è un'affermazione: come hanno fatto tutti gli altri Paesi in crisi che sono riparti, più deficit di quanto previsto dai trattati 8-)

E' chiaro che se si riuscissero a fare le riforme in questione sarebbe meglio! Ma, come dicono ormai tutti (Fmi e Usa in testa come da post di trilogy) probabilmente senza investimenti nazionali (quelli esteri arriverebbero dopo perchè quegli investitori vorranno prima verificare in concreto la valenza delle riforme), non si ripartirebbe lo stesso, almeno in tempi rapidi.

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 12:27
da ranvit
Attacco Usa all’Europa: «Se non cambia rischia un decennio perduto»

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABi2gODC

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 13:21
da ranvit
S&P: aumentano i rischi di una terza recessione nella zona euro. Bce: disoccupati sotto il 10% solo nel 2019


http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=ABeuLPDC

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 13:34
da mariok
A me sembra incredibile che nessuno dica con chiarezza l'unica cosa sensata. E cioè che la gran parte dei problemi europei deriva dal fatto che non si è fatto il passo decisivo: quello di creare un vero stato federale, con una sua politica estera, fiscale, economica, sociale.

E' una verità tanto banale eppure tutti la ignorano. Si riparla di vecchie politiche dell'Italietta con l'inflazione a due cifre, della cosiddetta svalutazione competitiva (leggi: modo semplice e rapido per tagliare i salari e le pensioni), addirittura del recupero della nostra "sovranità monetaria". Ma di che parliamo?

Re: È il deficit l’arma di ultima istanza? SI!

MessaggioInviato: 13/11/2014, 13:43
da Iafran
mariok ha scritto:A me sembra incredibile che nessuno dica con chiarezza l'unica cosa sensata. E cioè che la gran parte dei problemi europei deriva dal fatto che non si è fatto il passo decisivo: quello di creare un vero stato federale, con una sua politica estera, fiscale, economica, sociale.

Se ognuno bada a coltivare il suo orticello o a crearsene uno per suoi interessi, questa "cosa sensata" viene ignorata e ostacolata.