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il 20% dei servizi vanno a chi non ne avrebbe diritto.

MessaggioInviato: 02/11/2014, 12:14
da ranvit
Vedi flavio? Lo dice anche la tua amata CGIL 8-) :

Lo strumento per determinare la propria situazione economica adottato da qualche anno per costruire le graduatorie di asili nido, borse di studio e altri servizi sociali ha qualche pecca. Come racconta il Corriere, l’80% degli italiani sostiene nel modulo Isee di non avere un conto in banca. Inoltre si tratta di un'autocertificazione con (pochi) controlli a campione. Secondo uno studio della Cgil, quindi il 20% dei servizi (circa 2 miliardi all'anno) vanno a chi non ne avrebbe diritto.

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ ... 64409.html


Ps Ma Il Fatto quotidiano non ne parla? E Travaglio? :roll:

Re: il 20% dei servizi vanno a chi non ne avrebbe diritto.

MessaggioInviato: 02/11/2014, 14:02
da pianogrande
Quel 20% comprende anche l'evasione fiscale?
In quel caso, direi che mi aspettavo di peggio.
Potersi permettere di non dichiarare il conto in banca mi sembra la certificazione di uno stato cieco e sordo (non c'è peggior cieco....).
Naturalmente, è più comodo dare la caccia ai redditi più tracciabili (come i contributi alla disabilità).
Inserire, d'ufficio, i dati in possesso della agenzia delle entrate, dovrebbe essere più che sufficiente per non aver bisogno di nessun ISEE.
Cosa altro potrebbe esserci oltre a quanto in possesso della agenzia delle entrate (conto in banca compreso)?
Questo è un governo che non ha sta gran voglia di lavorare e evita accuratamente di scoprire l'acqua calda.

Re: il 20% dei servizi vanno a chi non ne avrebbe diritto.

MessaggioInviato: 02/11/2014, 14:38
da franz
ranvit ha scritto:Come racconta il Corriere, l’80% degli italiani sostiene nel modulo Isee di non avere un conto in banca.

Da anni sappiano tramite la banca d'Italia che 1/3 degli italani possiede conti bancari, un altro terzo possiede oltre ai conti anche fondi, azioni, obbligazioni e solo 1/3 dice di non avere nulla. Tra il 33% noto alla banca d'italia (che di conti correnti dovrebbe essere competente e l'80% ce ne passa.
Naturalmente se la statistica la facciamo sulla intera popolazione abbiamo 2/3 con conti e asset ed 1/3 senza,
Se invece la statistica è rivolta solo a chi chiede assistenza (che possiamo presumere in cattive acque) le cose cambiano.
La frase va quindi letta così: L'80% degli italiani che presenta un modulo ISEE dichiara di non avere conti.
In teoria, salvo eccezioni, il 100% degli italiani che fanno i barboni dichiara (e ci mmcherebbe altro) di non avere conti in banca.
Abbiano per caso scoperto l'acqua calda?

Re: il 20% dei servizi vanno a chi non ne avrebbe diritto.

MessaggioInviato: 02/11/2014, 16:51
da ranvit
Se ho capito bene, dal prossimo gennaio 2015 i conti e titoli verranno inseriti automaticamente e quindi lo sconcio dovrebbe finire...

Facevo notare, indirettamente, a flavio che si lamenta spesso, che fino ad oggi 2 miliardi all'anno vanno a farsi benedire
per l'evasione che c'è nel campo delle graduatorie di asili nido, borse di studio e altri servizi sociali (si parla di questo nell'articolo) da parte degli attuali percettori di tale tipo di aiuti sociali....

Re: il 20% dei servizi vanno a chi non ne avrebbe diritto.

MessaggioInviato: 03/11/2014, 8:52
da flaviomob
Ranvit, hai scoperto l'acqua calda? Non ti funziona lo scaldabagno?

Gli italiani evadono e se lo stato si limita a quattro controlli "a campione" inefficaci e ridicoli incentiva questa evasione.
Le leggi del governo Renzi sono in assoluta continuità con questo stato di cose, come il Fatto e altri quotidiani hanno denunciato. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Cane non morde cane.

Re: il 20% dei servizi vanno a chi non ne avrebbe diritto.

MessaggioInviato: 03/11/2014, 13:39
da franz
pianogrande ha scritto:Cosa altro potrebbe esserci oltre a quanto in possesso della agenzia delle entrate (conto in banca compreso)?.

La composizione effettiva del nucleo familiare.
Oggi i dati fiscali sono individuali, dopo che qualche volpe del deserto decenni fa ritenne incostituzionale il cumulo dei redditi, cosa invece costituzionalissima in Francia ed altri paesi europei, dovve sono in vigore sistemi tipo quoziente familiare o cose simili.

Poi il patrimonio mobiliare ed immobiliare posseduto da ognuno dei componenti del nucleo in questione.

Quello che conta, in fatto di servizi a chi ha un reddito insufficente è la somma dei redditi reali (anch se fiscalmente esenti) che giungono a tutti componenti del nucleo, non al singolo, oltre ovviamente alla la situazione patrimoniale complessiva.

Queste cose l'agenzia delle entrate non le conosce.
Infatti proprio per questo esiste il modulo ISEE con l'allegato per ogni componente.

Ogni persona nel nucoelo deve dichiarare la sua situazione, compreso il conco corrente, ed in che posizione è: Dichiarante, Coniuge, Figlio, Altra persona a carico etc etc.

Prendiamo un nucleo familiare indigente composto da marito, moglie, due figli e la suocera novantenne a carico.
Cinque componenti. Una dichiarazione ISEE e 5 allegati. Ognuno deve compilaree l'alllegato.
Basta che in famiglia ci sia un solo conto corrente ed abbiamo che l'80% non dichiara un conto bancario o postale.
Una cosa possibilissima, visto che fino all'anno scorso si poteve ritirare la pensione in posta, in contanti, senza avere un conto. Dal 2013 eventualmente in quel nucleo familiare avremo due conti ma pur sempre il 60% senza alcun conto corrente.

Continuamo a scoprire l'acqua calda?

Il vero nodo di quell'artcolo pero' mi pare la rivolta di chi non vuole che si conteggino anche gli importi sociali che si ricevono per vvari diritti.
25 associazioni di disabi hanno fatto ricorso al Tar del Lazio perché il nuovo regolamento prevede che si considerino reddito tutte le entrate del nucleo familiare, anche le "somme fiscalmente esenti". Cioè tutti i contributi per la disabilità con il conseguente aumento dell'indice Isee e la perdita di posizioni in graduatoria.


E' il solito problema delle soglie.
Superare una soglia significa perdere gli aiuti.
Questo è un incentivo a non dichiarare oppure a chiedere che certi importi non siano conteggiabili.