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Il doppio azzardo del premier

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il doppio azzardo del premier

Messaggioda franz il 17/10/2014, 15:43

Il doppio azzardo del premier
luca ricolfi

Sono stato fin troppo facile profeta, tre giorni fa, quando ho provato a insinuare il dubbio che i mercati finanziari non l’avrebbero bevuta. Che i mercati, cioè, non avrebbero apprezzato affatto una manovra che, anziché tentare di risanare i conti pubblici, li sfascia ulteriormente, pianificando un aumento del deficit di ben 11 miliardi di euro.

E così è stato, purtroppo: fra ieri e l’altro ieri lo spread dell’Italia rispetto alla Germania è tornato a salire. Si potrebbe pensare che questo peggioramento non sia dovuto a un deterioramento del giudizio dei mercati sui conti pubblici dell’Italia, ma al cattivo momento dell’economia europea e alle preoccupazioni sullo stato patrimoniale delle banche greche, ma purtroppo questa interpretazione, vagamente autoconsolatoria, si scontra con la pietosa realtà dei dati.

I dati: lo spread dell’Italia non è aumentato solo rispetto alla Germania, ma anche rispetto alla Francia, al Belgio alla Spagna, all’Irlanda, ed è migliorato solo rispetto all’inguaiatissima Grecia e al Portogallo.

Si potrebbe pensare (e sperare) che nel giro di qualche giorno questa situazione di pericolo per i nostri conti pubblici rientri, e che i mercati si auto-tranquillizzino, o vengano tranquillizzati dal solito «aiutino» di Mario Draghi, o da una improvvisa conversione keynesiana di Angela Merkel. Il punto, però, è che anche nel più ottimistico degli scenari possibili, con l’Europa che ci lascia fare deficit e i mercati che continuano a prestarci denaro a basso costo, la manovra da 36 miliardi resta ad alto rischio. Ed è un vero peccato, perché la filosofia della manovra è più che giusta.

L’idea di fondo è di modificare la struttura dei conti pubblici facendo diminuire l’interposizione della Pubblica amministrazione (meno tasse e meno spese) e di farlo più dal lato delle entrate che da quello delle uscite, in modo da far respirare l’economia: se i numeri della manovra venissero rispettati, a fine 2015 avremmo sì più deficit pubblico, ma gli italiani si troverebbero ad aver pagato meno tasse. E altrettanto condivisibile è l’idea che, per far ripartire l’occupazione, si debbano ridurre i contributi sociali a carico del lavoro dipendente.

Dov’è dunque il problema?

Il problema si annida in due passaggi assai delicati della manovra. Il primo riguarda la spending review: 15 miliardi di tagli delle spese improduttive, di cui circa 3 sulla sanità, sono facili da annunciare ma molto difficili da attuare, e questo per un mix di cattive e di buone ragioni: la resistenza della casta burocratica, ma anche la mancanza di piani di riduzione degli sprechi così analitici e così ben fatti da consentire riduzioni di spesa senza riduzione dei servizi. Lo scenario più probabile è un negoziato di Renzi e Padoan con gli Enti locali (e con i ministri!) per ridimensionare i tagli, seguito da un aumento della tasse locali. La reazione irritata del governatore del Piemonte, il renziano Chiamparino, all’annuncio dei tagli prelude precisamente a uno scenario del genere.

Ancora più delicato è il secondo passaggio, quello in cui si annuncia l’azzeramento dei contributi per le imprese che assumono. Qui molta enfasi è stata posta sul fatto che un’impresa risparmierà circa 9 mila euro per ogni assunzione a tempo indeterminato, ma si sta dimenticando che se i miliardi a disposizione sono solo 1.9, le assunzioni a contributi zero potranno essere appena 200 mila, ossia molte di meno delle assunzioni a tempo indeterminato totali (oltre 1 milione). Ma non si tratta solo di questo, ovvero della ridotta ampiezza della «platea» dei beneficiari. Il problema è che in una situazione in cui c’è molta capacità produttiva inutilizzata, gli sgravi contributivi si limitano ad alleggerire i conti delle imprese (più profitti, o meno perdite), ma difficilmente generano nuova occupazione perché per soddisfare i pochi ordinativi che le imprese ricevono quasi sempre basta e avanza la forza lavoro già occupata. Se anche nel 2015, nonostante lo stimolo del deficit, la domanda aggregata sarà debole, e il Pil resterà quindi stagnante (come il Governo stesso ammette), non vi sono motivi per pensare che l’occupazione totale possa crescere in modo apprezzabile: perché si abbia un aumento degli occupati, il Pil nel 2015 dovrebbe crescere almeno del 2%, eventualità che tutti gli osservatori escludono.

Ecco perché non sono molto ottimista. La decontribuzione resta un’ottima idea, ma se le risorse ad essa destinate sono così esigue, sarebbe di gran lunga preferibile concentrarle sulle imprese dinamiche. Il che, in concreto, può significare due cose: o riservare gli sgravi alle imprese che esportano, con conseguenti benefici sulla competitività (un’idea di recente lanciata da Oscar Farinetti); oppure riservarli non già ai neoassunti in generale (compresi i lavoratori che ne sostituiscono altri, andati in pensione o licenziati), ma ai lavoratori assunti su nuovi posti di lavoro, ossia ai casi in cui l’impresa incrementa l’occupazione rispetto all’anno precedente (un’idea suggerita dalla Fondazione Hume, con il contratto denominato job-Italia). Il vantaggio sarebbe che, in entrambi i casi, si avrebbe un effetto non trascurabile sul Pil, con benefici nei tre ambiti chiave: competitività, occupazione, entrate dello Stato.

http://www.lastampa.it/2014/10/17/cultu ... agina.html
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda flaviomob il 17/10/2014, 16:38

Completamente d'accordo.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda pianogrande il 17/10/2014, 17:09

D'accordo anche io.
Il bonus deve incentivare qualcosa che faccia ripartire l'economia e non che alimenti la pura sopravvivenza di qualche azienda.

Pochi soldi?
Selezionare i destinatari.

Si parla tanto di merito ma i finanziamenti continuano ad essere a pioggia.

Tra l'altro, i destinatari saranno comunque selezionati (200.000) e a questo punto il rischio di premiare semplicemente i più veloci c'è tutto.

Meglio premiare i migliori.
Ma questo costa fatica ed espone a rancori.

Il governo ha voglia di lavorare e di esporsi un po'?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda ranvit il 17/10/2014, 19:18

Risposta a Ricolfi :lol:


http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AB5oGz3B

Maxi-rimbalzo in Borsa. Milano +3,42%, Atene +7%. Bene Wall Street, giù lo spread
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda franz il 17/10/2014, 20:09

ranvit ha scritto:Risposta a Ricolfi :lol:


http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AB5oGz3B

Maxi-rimbalzo in Borsa. Milano +3,42%, Atene +7%. Bene Wall Street, giù lo spread

Dopo un giono a -3 ed un altro a -4 basta un +3.42 per brindare?
Non credo. Considerando che il 6.6.14 FTSE MIB stava a 22'523 ed oggi sta a 18'033 (che vuol dire -20%) direi che bisognerebbe risparmiare energie per lavorare.
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda flaviomob il 17/10/2014, 20:26

Anche i gatti morti rimbalzano... (o i gufi)? ah ah ah :lol: 8-)


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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda Salemi il 17/10/2014, 20:51

Onora il padre e la.....'ndrangheta
Chissà cosa ne pensano Luca Ricolfi e Sergio Chiamparino, del "rispetto" del paese del Gattopardo?
=
Stabilità, regalo di Renzi ai forestali calabresi
Per loro arrivano 140 milioni di euro
Un finanziamento su misura per le tute verdi. Un esercito di oltre 10 mila lavoratori che ricevono puntualmente ogni anno l’aiuto di Stato. Divorando centinaia di milioni dal lontano 1984
DI MICHELE SASSO
16 ottobre 2014

Stabilità, regalo di Renzi ai forestali calabresi
Per loro arrivano 140 milioni di euro
Il governo mette a punto la legge di stabilità da 36 miliardi di euro. Il premier Matteo Renzi annuncia con enfasi: «È una manovra corposa, altro che cosmesi». Fino all’ultimo minuto, in una giornata vorticosa di incontri con gli staff tecnici di Palazzo Chigi e del Tesoro, ecco che il segretario democratico tira al massimo la coperta delle risorse per mandare chiaro il messaggio a tutti gli interlocutori: dagli industriali ai sindacati, dai burocrati europei alla sinistra Pd.

C'è una sorpresa, però, che “l’Espresso” ha individuato nella bozza della legge: 140 milioni di euro per i forestali della Calabria a decorrere dal 2017. È solo una bozza, ma l’esercito di oltre diecimila tute verdi possono festeggiare. Puntuale, ogni anno, ecco che dal bilancio dello Stato spuntano finanziamenti cuciti su misura.

Una corsia preferenziale, che ha divorato una montagna di denaro pubblico, iniziata nel lontanissimo 1984. Solo nel triennio 1993-95 è arrivato «un contributo speciale di 1.340 miliardi di lire», quasi 700 milioni di euro. Una lobby che riesce, ad ogni manovra, a portare a casa il finanziamento sperato.

Erano 160 milioni nel 2012 come «contributo speciale alla regione Calabria per l'attuazione degli interventi straordinari di competenza regionale nei settori della silvicoltura, della tutela del patrimonio forestale».

Gli altri 80 milioni li mette la Regione per tenere in vita questa eredità del passato: lavoratori stagionali o part time che puliscono i boschi, curano un patrimonio forestale di 6.500 chilometri quadrati e fanno prevenzione. Diventati però un esercito (altri 28 mila in Sicilia) grazie ai miliardi di lire dell’intervento straordinario per il Mezzogiorno.

Il capo della protezione civile Franco Gabrielli li definisce così: «La politica ha trovato consenso, collocando persone in contenitori che, lungi dal servire a qualcosa, sono un peso per la finanza pubblica e non svolgono la funzione a cui sono preposti».

Ecco l’idea dell’ex sindaco di Firenze in una intervista a La Stampa di un anno fa a proposito dei lavoratori pubblici: «Il forestale della Calabria deve sapere che con me non verrà licenziato, ma dovrà lavorare moltissimo».

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
=
PS. In Calabria ci sono più forestali che alberi.
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda ranvit il 18/10/2014, 7:50

Dopo un giono a -3 ed un altro a -4 basta un +3.42 per brindare?
Non credo. Considerando che il 6.6.14 FTSE MIB stava a 22'523 ed oggi sta a 18'033 (che vuol dire -20%) direi che bisognerebbe risparmiare energie per lavorare.


D'accordo. Ma allora non è il risultato della manovra di questi giorni, come invece sostiene Ricolfi. Le circostanze dell'economia mondiale non sono favorevoli e tutto diventa piu' difficile.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda franz il 18/10/2014, 8:48

ranvit ha scritto:Dopo un giono a -3 ed un altro a -4 basta un +3.42 per brindare?
Non credo. Considerando che il 6.6.14 FTSE MIB stava a 22'523 ed oggi sta a 18'033 (che vuol dire -20%) direi che bisognerebbe risparmiare energie per lavorare.


D'accordo. Ma allora non è il risultato della manovra di questi giorni, come invece sostiene Ricolfi. Le circostanze dell'economia mondiale non sono favorevoli e tutto diventa piu' difficile.

Ricolfi sostiene, dati alla mano, che la situazione italiana, pur nel contesto mondiale che citi, è più fragile.
Ho dato un'occhiata rapida alle varie borse del mondo e questa pagina dovrebbe essere pubblica.
https://quotes-public2.ubs.com/app/CGT/ ... 1413613496
la borsa italiana è la piu' "ballerina" con una variabilità nelle ultime 52 settimane decisamente negativa.
Un po' tutta l'europa non sta bene ma noi facciamo peggio. Le vendita in borsa indicano che molto capitali se ne stannoandado verso altre forme d'investimento (ma ne abbiamo già parlato altrove)
Il dato pero' da osservere, piu' che la borsa in generale, è quello dei rendimento dei titoli di stato. Li si misura la effettiva fiducia degli investitori verso la finanza pubblica. E come sostiene ricolfi (non ho controllato personalmente) il nostro spread è aumentato verso tutti gli altri, non solo la germania. Qui si che c'entra l'entità e la qualità della manovra.
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Re: Il doppio azzardo del premier

Messaggioda ranvit il 18/10/2014, 9:16

Beh, non è che ci voleva Ricolfi per sapere che l'Italia ha problemi.
Ma ripeto è azzardato dare la colpa all'attuale manovra, peraltro ancora da definire nei dettagli (dove si nasconde il diavolo...).
Vediamo quindi cosa accade....ma senza pregiudizi.
La situazione è assai complicata e delicata: l'Italia ha una tale somma di problemi che s'intrecciano tra loro che, come ho detto altre volte, avrebbe bisogno di tempo (a condizione di un percorso di riforme strutturali ben indirizzate).
Non è detto che Renzi ci riesca....temo pero' che se gli si impedisse di procedere, il default sarebbe l'unica certezza.
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