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Questo è un governo di sinistra

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Questo è un governo di sinistra

Messaggioda ranvit il 12/10/2014, 10:53

Graziano Delrio: “Questo è un governo di sinistra. La Cgil sbaglia a scioperare”

Il sottosegretario critico anche con i dirigenti del Pd che sfileranno a San Giovanni



«Una lotta fortissima all’evasione e corruzione, tasse più basse ai lavoratori, fondi per scuola e ammortizzatori sociali...».


http://www.lastampa.it/2014/10/12/itali ... agina.html
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda pianogrande il 12/10/2014, 11:19

Gli elettori "scettici senza fissa dimora".
E' il massimo della democrazia.

http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... ef=HRER2-2

Berlusconi-Schettino ormai è in pieno naufragio.
La mossa NCD non gli è riuscita.
Alfano, anche se cambia sigla, rimane sempre Alfano.

Grillo ha in mente un referendum per uscire dal sistema solare e la prossima adunata oceanica la farà in una sala degli specchi.

Pare che Renzi il tempo per combinare qualcosa ce lo avrà.

Continuiamo a incrociare le dita (e i dati, quando ci saranno).
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda Iafran il 12/10/2014, 14:49

ranvit ha scritto:Graziano Delrio: “Questo è un governo di sinistra. La Cgil sbaglia a scioperare”

Con Renzusconi sarà il governo che preferisce ciascuno (di sinistra, di centro, di destra, fascista, estremista di destra o di sinistra o di centro).
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda flaviomob il 12/10/2014, 15:16

Lotta fortissima all'evasione? Alla corruzione? Dove, quando, come... forse ha sbagliato paese! :lol:

Il PD infatti ha votato contro l'utilizzo delle intercettazioni di Azzollini. Davvero il momento più basso, insieme alle tangenti Expo, per il mondo della sinistra italiana. Una vergogna nefasta ed infame. Ce ne ricorderemo per i prossimi decenni.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda ranvit il 12/10/2014, 15:38

La politica è l'arte del compromesso....e quindi non è adatta per i cercatori dell'ago nel pagliaio o se preferisci per i giustizialisti senza se e senza ma (eppure i giustizialisti...giustiziati... della Rivoluzione Francese dovrebbero insegnare qualcosa).....vediamo i risultati complessivi invece che impiccare il guidatore per ogni pelo.....anche perchè l'Italia è pelosissima a tutte le latitudini politiche.
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda flaviomob il 12/10/2014, 17:33

Lo sappiamo che la politica è l'arte del compromesso, infatti De Luca un anno fa era bersaniano e pochi mesi dopo era renziano. Il carro del vincitore tira più... di ogni altro pelo! :lol:


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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda ranvit il 12/10/2014, 17:43

E ora non è piu' renziano perchè Renzi non vuole candidarlo alla Regione.... :lol: :lol:
Ed ha ragione (Renzi)! De Luca ha stufato e soprattutto "accende" continuamente scontri con Cristo e Madonna 8-)
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda Salemi il 13/10/2014, 0:35

I grandi poteri forti del secolo scorso si sono trasformati. Confindustria non è più quella di una volta. Non esistono più le grandi famiglie e le grandi imprese. Fiat con la casa regnante di Corso Marconi non esiste più. Con l’avvento di Francesco il potere dell’Oltretevere si è ridotto non di poco. Non che il vecchio clero trafficone non agisca ancora sottobanco, ma non è più quello che conoscevamo in Italia. Inalterato il potere bancario e della finanza. Anche se il salotto buono di Mediobanca non è più quello di Cuccia. Ad incrementare il loro potere, invece le mafie associate alla massoneria, in particolare quella deviata. Una parte della sovranità nazionale è stata ceduta a Bruxelles. Un nuovo potere forte si è affacciato sulla politica italiana. Quello dell’alta finanza internazionale. In un rapporto del 2013 il funzionario di J P Morgan, incaricato di studiare il caso Europa, ha sostenuto che tutte le Costituzioni europee nate nel dopoguerra venissero smantellate per fare posto nuove Costituzioni più aderenti al mondo della finanza. Questo ci consente di capire perché accantonato subito l’Italicum, Matteo Renzi si sia concentrato sullo smantellamento del Senato sfidando la Ue, Draghi, la Merkel e Weidmann.
Nasce quindi con il Patto del Nazareno, il Partito Unico del Nazareno. Una nuova Dc di stampo peronista completamente di centro destra. Parlare di sinistra è completamente anacronistico. La sinistra non esiste più da anni come non esiste più da anni il centro sinistra disegnato da Beniamino Andreatta e realizzato da Romano Prodi. Ancora nel 2013 quel mondo occulto che aveva già sbarrato la strada a Prodi per due volte come presidente del Consiglio, lo mette definitivamente fuori gioco con i 101 (nominali, ma con qualcuno di più) a cui hanno partecipato anche i renziani per sostenere il candidato di Verdini e Berlusconi.
Furio Colombo si è esercitato ieri sul nuovo potere in camicia bianca, che in sostanza è ancora il vecchio in camicia nera. L’Italia è fondamentalmente un paese fascista amante dell’uomo forte solo al comando. Lo ha scritto anche Scalfari tre domeniche fa nel suo sermone domenicale. Per un ventennio è piaciuto l’uomo solo al comando Silvio Berlusconi. Adesso i poteri forti lo hanno sostituito con Matteo Renzi, ed a un quinto degli italiani adulti piace.

==
IL NUOVO POTERE IN CAMICIA BIANCA
(Furio Colombo).
12/10/2014
OBBEDIENZA.
C’è chi sa come stanno le cose. Non c’è ritorno. Gli uomini con la camicia bianca sono molto vicini al potere, e il potere è cambiato. Non vi starò a dire chi sposta i pezzi perché non lo so, ma i pezzi sono stati spostati. In pochissimo tempo siamo passati da una lotta politica interna a un partito, per il temporaneo controllo della segreteria, alla guida, ben ferma e non discutibile, di un partito-nazione che non ha e non accetta confini, non ha e non accetta dissenso, non ha e non accetta alternative. Questo nascente partito-nazione non è interessato ai confini istituzionali (se questo compito tocchi all’esecutivo oppure al Parlamento), non accetta e anzi ridicolizza confini ideologici (se questa sia o non sia sinistra). Quei limiti – e tutti i limiti – sono disprezzati con l’espediente di rovesciare la scena e trascinare la folla. Non sono io che travalico linee sacre. Ma sono io che, da solo, ho il coraggio di salvarvi e questo è il percorso.
Il dovere dell’obbedienza è implicito in questa formula di governo che tende a sbarazzarsi di inciampi e ribelli. Sembra chiaro che, in questa improvvisa e drammatica riorganizzazione di ciò che dobbiamo intendere per politica, non ci sono improvvisazioni. Ciascun designato sa qual è il compito e qual è il percorso e perché la scrupolosa osservanza, e non la competenza, è il requisito essenziale. Salvo che in strettissimi ambiti tecnici, la competenza è anzi considerata una distrazione o una ambizione che limita la fedeltà. Il patto è fra pochissimi, qualcosa come “la prima ora”. Altri, in numero destinato a essere crescente, seguono e seguiranno, ma destinati a restare sostenitori e seguito, più o meno ignoti, persino in Parlamento. CI SONO ANCORA aree di disordine e zone di ribellione (stiamo parlando dell’interno dell’ex Pd). Quanto siano rare è un indizio che persino i presunti leader di alternative sanno, pur essendo stati tenuti fuori dal progetto, che non ci sono varchi possibili. Appaiono deboli (non tutti) perché si sono resi conto in ritardo che esclusione e inclusione non erano più materie trattabili. Sappiamo poco del progetto, ma il progetto c’è. Per questo, assembramenti e manifestazioni di contrasto avvengono sempre in un vuoto che non ha conseguenze politiche. E questo è anche il rischio della “occupazione delle fabbriche” imprudentemente annunciato da Landini, sulla base di un altro tempo e un altro luogo. Direttori di giornali e capi azienda sono stati informati o cambiati, o arbitrariamente esclusi, suscitando furiose reazioni di alcuni nel vuoto che intanto si è creato intorno a loro. All’improvviso compaiono appelli su grandi giornali (“Noi sosteniamo Matteo Renzi”) firmati da nomi che sono o si considerano grandi. Meritano interesse per tre ragioni. La prima è che Matteo Renzi non era in pericolo e neppure in bilico, e dunque l’appello è un tributo, non un aiuto. La seconda ragione è l’uso di frasi come “andare avanti insieme a chi crede”, dove “credere” è la parola chiave, una parola di fede e sottomissione, non di politica; oppure: “sosteniamo la volontà (del premier, ndr) di non mollare”, invocazione che fa perno su “volontà” cioè la qualità superiore di chi si è messo alla guida. E dove “non mollare” annuncia rigetto (approvato dai firmatari) di ogni critica. L’appello è importante perché ci dice con chiarezza che siamo nella fase in cui si aderisce, non più in quella in cui si partecipa alla fondazione. Potrai essere e sentirti dalla parte giusta. Ma sei tra quelli che seguono e si adeguano. Ci devono essere delle buone ragioni per farlo, anche se la maggior parte di noi non le conosce. Il renzismo infatti fa proseliti con molto successo in modo insolito, certo estraneo alla vita democratica. Non devi sapere, devi credere . Intanto il sistema mediatico, soprattutto visivo, tempestivamente coinvolto e debole di natura, ha messo a disposizione una immensa quantità di notizie, di diretta e in replica, su una sola persona, che provvede a coprire tutte le funzioni di governo in Italia e all’estero, malamente compreso nella lingua, ma perfettamente chiaro nel gesto esclusivo di contare e di comandare senza alcuna forma di opposizione. Anzi, una efficace trovata del leader è di essersi impossessato del linguaggio della ex opposizione. Lui è “contro”, ed è in questa titanica impresa che bisogna credere, e da cui viene la “volontà di non mollare”. Tutto ciò non è tipico di chi gestisce il potere, ma di chi sta radunando masse fedeli per dare l’assalto finale alla fortezza. PERÒ il fervore apparentemente improvvisato dei discorsi copre ordine e ridistribuzione dei pezzi del gioco fatta per tempo, non sappiamo da chi e di cui non sappiamo il fine ultimo, che non è il potere personale. Renzi non è Attila, è un professionista in missione. Pare bravo, ma ha il grande vantaggio di giocare su un tavolo in cui gli altri si muovono alla cieca, perché tutto è già stato deciso prima. La storia è più semplice e più complicata di quel che sembra. Il fatto è che le prossime puntate sono già state filmate e certo non ti raccontano in anticipo come dovrebbe finire. Si, si può ancora fare qualcosa. Interrompere “la sceneggiata” (così il leader chiama l’opposizione in Parlamento) e fare lo sforzo che certe volte devi fare dormendo: svegliarti lottando contro lo stato di sonno. Fare ritorno alla normalità, fuori da un Truman Show già tutto serializzato. Nei tristi filmati delle Camere vedi ancora facce vere, di vere persone (alcune stanno per essere cacciate dal Pd). Se si accostano (metti Casson e Di Maio) una vera resistenza è possibile. A volte, nella storia, ha portato liberazione.
Da Il Fatto Quotidiano del 12/10/2014.
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda Salemi il 13/10/2014, 0:36

I grandi poteri forti del secolo scorso si sono trasformati. Confindustria non è più quella di una volta. Non esistono più le grandi famiglie e le grandi imprese. Fiat con la casa regnante di Corso Marconi non esiste più. Con l’avvento di Francesco il potere dell’Oltretevere si è ridotto non di poco. Non che il vecchio clero trafficone non agisca ancora sottobanco, ma non è più quello che conoscevamo in Italia. Inalterato il potere bancario e della finanza. Anche se il salotto buono di Mediobanca non è più quello di Cuccia. Ad incrementare il loro potere, invece le mafie associate alla massoneria, in particolare quella deviata. Una parte della sovranità nazionale è stata ceduta a Bruxelles. Un nuovo potere forte si è affacciato sulla politica italiana. Quello dell’alta finanza internazionale. In un rapporto del 2013 il funzionario di J P Morgan, incaricato di studiare il caso Europa, ha sostenuto che tutte le Costituzioni europee nate nel dopoguerra venissero smantellate per fare posto a nuove Costituzioni più aderenti al mondo della finanza. Questo ci consente di capire perché accantonato subito l’Italicum, Matteo Renzi si sia concentrato sullo smantellamento del Senato sfidando la Ue, Draghi, la Merkel e Weidmann.
Nasce quindi con il Patto del Nazareno, il Partito Unico del Nazareno. Una nuova Dc di stampo peronista completamente di centro destra. Parlare di sinistra è completamente anacronistico. La sinistra non esiste più da anni come non esiste più da anni il centro sinistra disegnato da Beniamino Andreatta e realizzato da Romano Prodi. Ancora nel 2013 quel mondo occulto che aveva già sbarrato la strada a Prodi per due volte come presidente del Consiglio, lo mette definitivamente fuori gioco con i 101 (nominali, ma con qualcuno di più) a cui hanno partecipato anche i renziani per sostenere il candidato di Verdini e Berlusconi.
Furio Colombo si è esercitato ieri sul nuovo potere in camicia bianca, che in sostanza è ancora il vecchio in camicia nera. L’Italia è fondamentalmente un paese fascista amante dell’uomo forte solo al comando. Lo ha scritto anche Scalfari tre domeniche fa nel suo sermone domenicale. Per un ventennio è piaciuto l’uomo solo al comando Silvio Berlusconi. Adesso i poteri forti lo hanno sostituito con Matteo Renzi, ed a un quinto degli italiani adulti piace.

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IL NUOVO POTERE IN CAMICIA BIANCA
(Furio Colombo).
12/10/2014
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C’è chi sa come stanno le cose. Non c’è ritorno. Gli uomini con la camicia bianca sono molto vicini al potere, e il potere è cambiato. Non vi starò a dire chi sposta i pezzi perché non lo so, ma i pezzi sono stati spostati. In pochissimo tempo siamo passati da una lotta politica interna a un partito, per il temporaneo controllo della segreteria, alla guida, ben ferma e non discutibile, di un partito-nazione che non ha e non accetta confini, non ha e non accetta dissenso, non ha e non accetta alternative. Questo nascente partito-nazione non è interessato ai confini istituzionali (se questo compito tocchi all’esecutivo oppure al Parlamento), non accetta e anzi ridicolizza confini ideologici (se questa sia o non sia sinistra). Quei limiti – e tutti i limiti – sono disprezzati con l’espediente di rovesciare la scena e trascinare la folla. Non sono io che travalico linee sacre. Ma sono io che, da solo, ho il coraggio di salvarvi e questo è il percorso.
Il dovere dell’obbedienza è implicito in questa formula di governo che tende a sbarazzarsi di inciampi e ribelli. Sembra chiaro che, in questa improvvisa e drammatica riorganizzazione di ciò che dobbiamo intendere per politica, non ci sono improvvisazioni. Ciascun designato sa qual è il compito e qual è il percorso e perché la scrupolosa osservanza, e non la competenza, è il requisito essenziale. Salvo che in strettissimi ambiti tecnici, la competenza è anzi considerata una distrazione o una ambizione che limita la fedeltà. Il patto è fra pochissimi, qualcosa come “la prima ora”. Altri, in numero destinato a essere crescente, seguono e seguiranno, ma destinati a restare sostenitori e seguito, più o meno ignoti, persino in Parlamento. CI SONO ANCORA aree di disordine e zone di ribellione (stiamo parlando dell’interno dell’ex Pd). Quanto siano rare è un indizio che persino i presunti leader di alternative sanno, pur essendo stati tenuti fuori dal progetto, che non ci sono varchi possibili. Appaiono deboli (non tutti) perché si sono resi conto in ritardo che esclusione e inclusione non erano più materie trattabili. Sappiamo poco del progetto, ma il progetto c’è. Per questo, assembramenti e manifestazioni di contrasto avvengono sempre in un vuoto che non ha conseguenze politiche. E questo è anche il rischio della “occupazione delle fabbriche” imprudentemente annunciato da Landini, sulla base di un altro tempo e un altro luogo. Direttori di giornali e capi azienda sono stati informati o cambiati, o arbitrariamente esclusi, suscitando furiose reazioni di alcuni nel vuoto che intanto si è creato intorno a loro. All’improvviso compaiono appelli su grandi giornali (“Noi sosteniamo Matteo Renzi”) firmati da nomi che sono o si considerano grandi. Meritano interesse per tre ragioni. La prima è che Matteo Renzi non era in pericolo e neppure in bilico, e dunque l’appello è un tributo, non un aiuto. La seconda ragione è l’uso di frasi come “andare avanti insieme a chi crede”, dove “credere” è la parola chiave, una parola di fede e sottomissione, non di politica; oppure: “sosteniamo la volontà (del premier, ndr) di non mollare”, invocazione che fa perno su “volontà” cioè la qualità superiore di chi si è messo alla guida. E dove “non mollare” annuncia rigetto (approvato dai firmatari) di ogni critica. L’appello è importante perché ci dice con chiarezza che siamo nella fase in cui si aderisce, non più in quella in cui si partecipa alla fondazione. Potrai essere e sentirti dalla parte giusta. Ma sei tra quelli che seguono e si adeguano. Ci devono essere delle buone ragioni per farlo, anche se la maggior parte di noi non le conosce. Il renzismo infatti fa proseliti con molto successo in modo insolito, certo estraneo alla vita democratica. Non devi sapere, devi credere . Intanto il sistema mediatico, soprattutto visivo, tempestivamente coinvolto e debole di natura, ha messo a disposizione una immensa quantità di notizie, di diretta e in replica, su una sola persona, che provvede a coprire tutte le funzioni di governo in Italia e all’estero, malamente compreso nella lingua, ma perfettamente chiaro nel gesto esclusivo di contare e di comandare senza alcuna forma di opposizione. Anzi, una efficace trovata del leader è di essersi impossessato del linguaggio della ex opposizione. Lui è “contro”, ed è in questa titanica impresa che bisogna credere, e da cui viene la “volontà di non mollare”. Tutto ciò non è tipico di chi gestisce il potere, ma di chi sta radunando masse fedeli per dare l’assalto finale alla fortezza. PERÒ il fervore apparentemente improvvisato dei discorsi copre ordine e ridistribuzione dei pezzi del gioco fatta per tempo, non sappiamo da chi e di cui non sappiamo il fine ultimo, che non è il potere personale. Renzi non è Attila, è un professionista in missione. Pare bravo, ma ha il grande vantaggio di giocare su un tavolo in cui gli altri si muovono alla cieca, perché tutto è già stato deciso prima. La storia è più semplice e più complicata di quel che sembra. Il fatto è che le prossime puntate sono già state filmate e certo non ti raccontano in anticipo come dovrebbe finire. Si, si può ancora fare qualcosa. Interrompere “la sceneggiata” (così il leader chiama l’opposizione in Parlamento) e fare lo sforzo che certe volte devi fare dormendo: svegliarti lottando contro lo stato di sonno. Fare ritorno alla normalità, fuori da un Truman Show già tutto serializzato. Nei tristi filmati delle Camere vedi ancora facce vere, di vere persone (alcune stanno per essere cacciate dal Pd). Se si accostano (metti Casson e Di Maio) una vera resistenza è possibile. A volte, nella storia, ha portato liberazione.
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Re: Questo è un governo di sinistra

Messaggioda Salemi il 13/10/2014, 1:43

A qualcuno può sembrare troppo forte l'affermazione che siano aumentati i poteri forti della mafia. Ma questo video fresco fresco si presta alla bisogna.


Equitalia toglie casa
a imprenditore che ha
denunciato la mafia
Equitalia toglie casa a imprenditore che ha denunciato la mafia
Succede a Reggio Calabria, dove un testimone di giustizia che ha fatto arrestare la cosca del suo quartiere oggi è sull'orlo del fallimento
di Lucio Musolino
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/10/ ... sa/300996/

La mafia agisce legalmente attraverso lo Stato.
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