Pagina 1 di 2

L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 09/10/2014, 15:54
da franz
Ne aveva accennato giorni fa Flavio.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... iardi.aspx
Con Olio Sagra e Berio svenduti alla Cina, persi marchi da 10 miliardi

Tanto costa la crisi al Made in Italy. Colosso cinese Bright Food compra la maggioranza del gruppo toscano Salov. Famiglia Fontana diventa minoranza.
Dall'inizio della crisi persi 10 miliardi in marchi Made in Italy. Colosso cinese Bright Food compra la maggioranza del gruppo dell'olio Salov.

ROMA (WSI) - Il colosso cinese Bright Food acquista, attraverso la controllata Yimin, il pacchetto di maggioranza della società italiana Salov, attiva nella produzione di olio con i marchi Sagra e Filippo Berio.

La famiglia Fontana, storico azionista della società con sede in Toscana, rimane socio di minoranza. I Fontana sono stati assistiti da Mediobanca e da Citic Securities mentre advisor dei compratori sono stati ING e Sinaxia.

La produzione rimarrà in Italia e l'accordo proietta l'azienda italiana "verso un'ulteriore fase di sviluppo, grazie alle opportunità di crescita rappresentate dal mercato cinese e al possibile consolidamento" negli altri mercati in cui opera, dice un portavoce della società cinese nella nota.

Bright Food è "il secondo gruppo alimentare cinese per dimensioni" - ha un giro d'affari di 17,3 miliardi di dollari - e punta "all'acquisizione di aziende alimentari che rappresentano l'eccellenza nel mondo".

Il gruppo Salov produce e vende olio di oliva e semi in oltre 60 paesi per un fatturato di 330 milioni di euro.

Con la vendita della maggioranza del Gruppo oleario toscano, supera i 10 miliardi il valore dei marchi storici dell'agroalimentare italiano passati in mani straniere dall'inizio della crisi, che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy a tavola.

E' quanto afferma la Coldiretti in relazione all'acquisizione operata in Italia dal Gruppo cinese Yimin, una sussidiaria del Gruppo Bright Food. Con questa operazione - sottolinea la Coldiretti - il mercato dell'olio di oliva Made in Italy diventa sempre piu' straniero dopo l'acquisizione di Bertolli, Carapelli e Sasso da parte del fondo statunitense CVC Capital Partners, che lo ha "strappato" al gruppo spagnolo SOS. Una esclation che - continua la Coldiretti - purtroppo non riguarda solo l'olio poiche' nel 2014 l'antico Pastificio Lucio Garofalo ha siglato un accordo preliminare per l'ingresso nella propria compagine azionaria, con il 52 per cento del capitale sociale, di Ebro Foods, gruppo multinazionale spagnolo che opera nei settori del riso, della pasta e dei condimenti, quotato alla Borsa di Madrid. La presenza cinese nell'agroalimentare in Italia fa segnare un precedente nelle campagne toscane nel 2013 con l'acquisto da parte di un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong per la prima volta di un'azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l'azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero. Nello stesso anno c'e' stata la cessione da parte della societa' Averna dell'intero capitale dell'azienda piemontese Pernigotti al gruppo turco Toksoz. ma si e' anche verificato il passaggio di mano del 25 per cento della proprieta' del riso Scotti ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods.

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 09/10/2014, 15:58
da franz
Un aspetto da considerare è che molte aziende italiane pare vadano "a ruba", nel senso che sono molto richieste.
Ovviamenre solo hci ha soldi le compra. Oggi sono i cinesi.
Forchielli dice che capita alla aziende sane e di sucesso, perché se in Italia una azienda è sana e funziona, significa che il suo management è veramente bravo, dato che fare business in Italia è la cosa piu' difficile di questo mondo.

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 09/10/2014, 17:52
da ranvit
Ne aveva accennato giorni fa Flavio.



No! Sono stato io....

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 09/10/2014, 18:09
da franz
ranvit ha scritto:Ne aveva accennato giorni fa Flavio.

No! Sono stato io....

Opps, scusa ;-)

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 09/10/2014, 19:32
da gi.bo.
franz ha scritto:Un aspetto da considerare è che molte aziende italiane pare vadano "a ruba", nel senso che sono molto richieste.
Ovviamenre solo hci ha soldi le compra. Oggi sono i cinesi.
Forchielli dice che capita alla aziende sane e di sucesso, perché se in Italia una azienda è sana e funziona, significa che il suo management è veramente bravo, dato che fare business in Italia è la cosa piu' difficile di questo mondo.
Forchielli dice che capita alla aziende sane e di sucesso, perché se in Italia una azienda è sana e funziona
Fosse cosi', Franz, che significa tutto questo?

Che gli imprenditori non hanno piu voglia di fare gli imprenditori al vecchio stampo e quando capita l'occasione di un'offerte se ne sbattono, giustamente o ingiustamente, che i marchi cosi prestigiosi rimangano o no in Italia.Vivono il presente

Dalle mie parti, nell'entroterra veneziano. spesso si criticano quei cinesi che ora si son sostituiti nelle tipiche bancherelle , e non solo, veneziane.

Non e' che abbiano imposto ai veneziani di vendere ma hanno solo proposto loro alletanti offerte che hanno fatti si che venezia ora sembra un po chinatown. Come si sarebbe potuto evitare questo?

Se il mercato e' libero, Francesco, si deve accettare anche questo.

In questo caso posso solo fare alcune osservazione dicendo che loro, vedono piu' in la di noi mentre noi ci fermiamo solo sul presente.


hola

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 10/10/2014, 1:06
da flaviomob
Mi chiedo però che senso abbia vendere un'azienda se è ricca e florida.

I proprietari dovrebbero ricavarne di più tenendole che cedendole, nel lungo periodo.
Forse si vuole realizzare troppo e subito, o forse il problema di alcune ottime (o ex ottime) aziende è che quando i padri passano il testimone ai figli non trovano validi (o motivati) successori. Alcune aziende vivrebbero molto meglio se la proprietà passasse ai dipendenti più motivati ed esperti invece che agli "eredi legittimi". Troppo socialista, lo so ;)

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 10/10/2014, 7:40
da ranvit
Fallirebbe ancora prima :lol:

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 10/10/2014, 9:26
da franz
flaviomob ha scritto:Mi chiedo però che senso abbia vendere un'azienda se è ricca e florida.

I proprietari dovrebbero ricavarne di più tenendole che cedendole, nel lungo periodo.
Forse si vuole realizzare troppo e subito, o forse il problema di alcune ottime (o ex ottime) aziende è che quando i padri passano il testimone ai figli non trovano validi (o motivati) successori.

Non confondiamo la proprietà con il management.
Giusto che quando l'azienda, come proprietà, passa di padre in figlio, non è detto che quest'ultimo sia all'altezza del padre. Ma proprio per questo si è passato dal modello (del secolo scorso) in cui il proprietario gestisce l'azienda ad uno in cui il proprietario detiene le azioni (e guadaga con i dividendi) e l'azienda è gestita da manager. Se i manager sono bravi, l'azienda prospera. Certo che in Italia bisogna proprio essere bravi, date le condizioni ambientali avverse.
Veniamo al perché vendere. Nel caso concreto (olio) non è stata venduta tutta l'azienda ma la maggioranza delle azioni. Lo si fa per far entrare capitali freschi e per incassare un nutrito dividendo. Capitali freschi servono per gli investimenti. Piuttosto dovremmo chiederci "perché comprare". Evidentemente i compratori hanno stimato un potenziale di sviluppo. E a chi vende servivano soldi. Magari per fare altri affari.

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 10/10/2014, 10:00
da flaviomob
Però il titolo dell'articolo usa il termine "svenduti".

Come mai?

Re: L'Italia, l'olio e ... la Cina

MessaggioInviato: 10/10/2014, 10:06
da ranvit
Perchè i giornalisti devono sempre esagerare per attirare l'attenzione? :twisted:

Come quando aumenta il gas dell'1% e titolano "stangata sulle bollette del gas"! Oppure quando parlano di stangata paragonando la tasi di quest'anno a quello in cui era stato sospeso l'Imu, etc etc