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Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Messaggioda franz il 01/10/2014, 15:23

Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Marco Di Gregorio
Giornalista e imprenditore, esperto consumo sostenibile

La battaglia di Renzi contro l'articolo 18 è una una mossa diretta da un lato all'opposizione interna e dall'altro all'opinione pubblica nazionale e internazionale. Ai vecchi e meno vecchi della ditta dice che è finita con la difesa aprioristica di una serie di posizioni ideologiche; il PD che lui vuole è una forza moderata inserita in una tradizione sociale più d'ispirazione cattolica che marxista. Ed è anche un segnale all'elettorato moderato che lo ha scelto pochi mesi orsono e che potrebbe trovarsi a rivotarlo tra qualche mese. All'estero Renzi manda a dire che l'Italia non sarà più un paese in balia delle varie sigle sindacali ma un luogo dove poter operare.

Se mettiamo da parte la politica, quasi tutti coloro che operano nel mercato del lavoro e sicuramente anche Renzi, sanno che l'art. 18 è un dettaglio, simbolico quanto si vuole, ma pur sempre dettaglio nella ricerca di nuova occupazione.

Ho passato a mattina dello scorso 29 settembre insieme a 150 responsabili delle risorse umane, rappresentanti delle maggiori realtà industriali Italiane. È un lavoro difficilissimo quello di cercare di conciliare le esigenze di contenimento dei costi con quello della crescita professionale dei collaboratori, unica garanzia di successo per un'azienda. Loro ci provano e nel corso dell'incontro hanno parlato di quello che ci vorrebbe per dare una svolta al loro lavoro.

Al primo posto, e non è una sorpresa, c'è il cuneo fiscale. Ma per abbassare le contribuzioni bisogna andare a toccare le pensioni e questo nessuno lo vuole, almeno prima delle elezioni. Anche se rimangono nel settore una serie di agevolazioni - i lavoratori del gas che hanno diritto al 90% dell'ultimo stipendio dopo 15 anni di contribuzione, per fare un esempio - che si potrebbero rivedere. Qualcosa si potrebbe però fare da subito utilizzando i fondi che lo Stato continua a trasferire con criteri e modalità opache alle aziende; perché non utilizzarli per azzerare l'Irap sui nuovi assunti?

Generalizzato il giudizio negativo sui centri che dovrebbero favorire l'impiego anche se in questo ambito mi sarei atteso un po' più di propositività da parte delle aziende; perché ad esempio non attivare a tale fine le associazioni imprenditoriali?

Il vero punto su cui però tutti si sono trovati d'accordo è la burocrazia che colpisce chi offre o vorrebbe offrire lavoro in vari modi. Prendiamone un caso ad esempio anche se ci vorrebbe un libro per raccontarli tutti. I manager presenti erano in buona parte rappresentanti di aziende multinazionali dove esiste una forte competizione interna tra le filiali nazionali per ampliare il proprio raggio d'azione. Così un giorno succede che un'azienda giapponese decide di costruire un nuovo stabilimento in Europa. Ha la scelta tra l'Italia e la Germania dove sono già presenti. L'Italia parte avvantaggiata perché a fianco dell'impianto esistente la società possiede un terreno edificabile. Sembra vinta ma i giapponesi vogliono conoscere personalmente, nonostante la comprensibile resistenza dei manager Italiani, i responsabili dei procedimenti di autorizzazione. Così vengono e incontrano 10 persone di 10 enti diversi che faranno sapere. Vanno in Germania, ne incontrano una e in un mese hanno l'ok. L'impianto lo fanno in Germania nonostante ciò significhi comprare un terreno che dista 30 km dall'altro e il costo del lavoro non sia inferiore.

Ma la burocrazia è anche quella che genera una legislazione astrusa persino per i consulenti del lavoro che devono districarsi tra norme successive e poco chiare. Se non le capiscono loro...
Questo è l'ostacolo maggiore alla ripresa Italiana. Tanto che, magari un po' provocatoriamente, un Renzi in cerca di riforme anche costituzionali dovrebbe trovarsi a riflettere sul fatto che le leggi sono scritte dai Consiglieri di Stato, una casta nella casta, che di fatto governa l'Italia.

Non ho purtroppo le conoscenze per suggerire una riforma della P.A. però se è vero che il pesce puzza dalla testa è al Consiglio di Stato che si deve guardare per una vera riforma.

Sarà che i Consiglieri sono impegnati tra collegi sindacali e arbitrati ma per scrivere le norme avrei più fiducia in un gruppo di neolaureati, magari anche in economia e ingegneria oltre che in giurisprudenza, come quelli che in 3 mesi hanno identificato insieme a Cottarelli gli sprechi, anziché in un'istituzione che risale ai Savoia e che nasce per assegnare a un organo separato la competenza sulle controversie tra le autorità statali ed i privati, che fino ad allora erano devolute alla magistratura ordinaria.

Così succede che un organo il cui capo è nominato dal Governo deve decidere i ricorsi contro il Governo nei confronti di leggi scritte dai suoi membri.

http://www.huffingtonpost.it/marco-di-g ... _ref=italy
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Re: Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Messaggioda Robyn il 01/10/2014, 18:07

l'Italia è un paese che non stà tanto bene con la testa
Il csx non può fare riferimento al cattolicesimo perche lo stato è laico e le fedi sono diverse,in merito al marxismo di tutto si può parlare tranne che di marxismo e sono veramente stupito che c'è ancora chi ragiona in questo modo,ma a parte questo lo dicono tutti in europa che l'Italia è un paese malato.Il csx può avere come riferimento il lib-lab il liberalismo di sinistra
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Re: Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Messaggioda franz il 01/10/2014, 18:45

Robyn ha scritto:ma a parte questo lo dicono tutti in europa che l'Italia è un paese malato.

Veramente qualcuno ormai ci ritene morti. Spacciati.
Fino a prova contraria.

Sentire il parere di Forchielli a Piazza Pulita (sorbole, sono solo 3 minuti!)

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PS: chi è forchielli? http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Forchielli
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Re: Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Messaggioda ranvit il 01/10/2014, 19:14

chi è forchielli?

Se è quello visto nella clip citata....è un Ragioniere con la erre maiuscola.....ma per piacere!!!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Messaggioda gi.bo. il 01/10/2014, 22:51

franz ha scritto:Lavoro, dopo la ciliegina Renzi deve fare la torta

Marco Di Gregorio
Giornalista e imprenditore, esperto consumo sostenibile

La battaglia di Renzi contro l'articolo 18 è una una mossa diretta da un lato all'opposizione interna e dall'altro all'opinione pubblica nazionale e internazionale. Ai vecchi e meno vecchi della ditta dice che è finita con la difesa aprioristica di una serie di posizioni ideologiche; il PD che lui vuole è una forza moderata inserita in una tradizione sociale più d'ispirazione cattolica che marxista. Ed è anche un segnale all'elettorato moderato che lo ha scelto pochi mesi orsono e che potrebbe trovarsi a rivotarlo tra qualche mese. All'estero Renzi manda a dire che l'Italia non sarà più un paese in balia delle varie sigle sindacali ma un luogo dove poter operare.

Se mettiamo da parte la politica, quasi tutti coloro che operano nel mercato del lavoro e sicuramente anche Renzi, sanno che l'art. 18 è un dettaglio, simbolico quanto si vuole, ma pur sempre dettaglio nella ricerca di nuova occupazione.

Ho passato a mattina dello scorso 29 settembre insieme a 150 responsabili delle risorse umane, rappresentanti delle maggiori realtà industriali Italiane. È un lavoro difficilissimo quello di cercare di conciliare le esigenze di contenimento dei costi con quello della crescita professionale dei collaboratori, unica garanzia di successo per un'azienda. Loro ci provano e nel corso dell'incontro hanno parlato di quello che ci vorrebbe per dare una svolta al loro lavoro.

Al primo posto, e non è una sorpresa, c'è il cuneo fiscale. Ma per abbassare le contribuzioni bisogna andare a toccare le pensioni e questo nessuno lo vuole, almeno prima delle elezioni. Anche se rimangono nel settore una serie di agevolazioni - i lavoratori del gas che hanno diritto al 90% dell'ultimo stipendio dopo 15 anni di contribuzione, per fare un esempio - che si potrebbero rivedere. Qualcosa si potrebbe però fare da subito utilizzando i fondi che lo Stato continua a trasferire con criteri e modalità opache alle aziende; perché non utilizzarli per azzerare l'Irap sui nuovi assunti?

Generalizzato il giudizio negativo sui centri che dovrebbero favorire l'impiego anche se in questo ambito mi sarei atteso un po' più di propositività da parte delle aziende; perché ad esempio non attivare a tale fine le associazioni imprenditoriali?

Il vero punto su cui però tutti si sono trovati d'accordo è la burocrazia che colpisce chi offre o vorrebbe offrire lavoro in vari modi. Prendiamone un caso ad esempio anche se ci vorrebbe un libro per raccontarli tutti. I manager presenti erano in buona parte rappresentanti di aziende multinazionali dove esiste una forte competizione interna tra le filiali nazionali per ampliare il proprio raggio d'azione. Così un giorno succede che un'azienda giapponese decide di costruire un nuovo stabilimento in Europa. Ha la scelta tra l'Italia e la Germania dove sono già presenti. L'Italia parte avvantaggiata perché a fianco dell'impianto esistente la società possiede un terreno edificabile. Sembra vinta ma i giapponesi vogliono conoscere personalmente, nonostante la comprensibile resistenza dei manager Italiani, i responsabili dei procedimenti di autorizzazione. Così vengono e incontrano 10 persone di 10 enti diversi che faranno sapere. Vanno in Germania, ne incontrano una e in un mese hanno l'ok. L'impianto lo fanno in Germania nonostante ciò significhi comprare un terreno che dista 30 km dall'altro e il costo del lavoro non sia inferiore.

Ma la burocrazia è anche quella che genera una legislazione astrusa persino per i consulenti del lavoro che devono districarsi tra norme successive e poco chiare. Se non le capiscono loro...
Questo è l'ostacolo maggiore alla ripresa Italiana. Tanto che, magari un po' provocatoriamente, un Renzi in cerca di riforme anche costituzionali dovrebbe trovarsi a riflettere sul fatto che le leggi sono scritte dai Consiglieri di Stato, una casta nella casta, che di fatto governa l'Italia.

Non ho purtroppo le conoscenze per suggerire una riforma della P.A. però se è vero che il pesce puzza dalla testa è al Consiglio di Stato che si deve guardare per una vera riforma.

Sarà che i Consiglieri sono impegnati tra collegi sindacali e arbitrati ma per scrivere le norme avrei più fiducia in un gruppo di neolaureati, magari anche in economia e ingegneria oltre che in giurisprudenza, come quelli che in 3 mesi hanno identificato insieme a Cottarelli gli sprechi, anziché in un'istituzione che risale ai Savoia e che nasce per assegnare a un organo separato la competenza sulle controversie tra le autorità statali ed i privati, che fino ad allora erano devolute alla magistratura ordinaria.

Così succede che un organo il cui capo è nominato dal Governo deve decidere i ricorsi contro il Governo nei confronti di leggi scritte dai suoi membri.

http://www.huffingtonpost.it/marco-di-g ... _ref=italy
Qui ho visto solo un elenco di quello che dovrebbe fare Renzi. Qual' e' o quale dovrebbe essere questa ciliegina?

hola
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
gi.bo.
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