La salute vien scherzando

da Espresso:
Il vaso di Pandora
di Daniela Minerva
11 set
L’onore di Renzi
Il premier vuol tagliare la sanità, come hanno fatto tutti i suoi predecessori. Perché non riesce a fare una vera spending review. Ma così si uccide il Servizio sanitario nazionale. E anche gli italiani non si sentiranno tanto bene.
Mi chiede un’amica: mi devo incazzare per questi tagli alla sanità o effettivamente è una cosa buona perché ridurranno gli sprechi? Rispondo con una battuta: quali sprechi? Anzi con due battute
1. non si può tagliare la sanità senza danneggiare i servizi;
2. questo governo (come quello Monti) usa il mantra “dare efficienza al sistema” per nascondere una restrizione del perimetro di questo sistema. E mi spiego.
Mi tocca leggere sui giornali “terribili sprechi” della sanità. E poi giù con la tiritera della valvola cardiaca che costa di più a Napoli che non a Padova, e via andando (trovate mille dettagli di questa contabilità insulsa un po ovunque). E sono d’accordo: è un dettaglio sul quale sono d’accordo. Che il governo e le regioni scrivano un papello (legge, decreto, norma, quello che gli pare) dove c’è scritto quanto il Ssn deve pagare le garze, il cotone, i disinfettanti o le protesi. Non ci vuole molto, ma nessuno lo ha mai fatto. Se la manovra del premier vuole questo, nessun problema a dire che è una buona idea. Ma…
Renzi non potrà obbligare nessuno a fare una vera spending review interna alle singole Asl: le virtuose l’hanno già fatta, altre la faranno, e chi vuole continuare a ciurlare nel manico (rubare?) continuerà. E allora?
Allora il fatto che il fondo sanitario nazionale verrà ridotto si tradurrà in un taglio dei servizi. Punto e basta. Un taglio insostenibile.
Spendiamo già molto, ma molto meno di tutti i paesi europei coi quali ci confrontiamo (la virtuosissima Germania spende circa 3400 euro in media a cittadino a fronte dei circa 2300 che spende l’Italia). Meno di noi spendono il Portogallo, Cipro, l’Ungheria… E ciononostante abbiamo un Sistema sanitario valutato al secondo posto nel mondo, e la sopravvivenza degli italiani alle malattie (dati pre crisi) è superiore a quella della maggior parte dei paesi coi quali amiamo confrontarci. Quindi, quando leggo “terribili sprechi” mi incazzo. Non che non ci siano clientele, ruberie, follie e inefficienze, ma se spendiamo meno degli altri per un prodotto migliore fatico a parlare di “sistema terribilmente inefficiente”.
Mi pare invece che con la foglia di fico della parolina magica “tagliare gli sprechi” si nasconda un’operazione di macelleria di fronte alla quale le regioni stanno giustamente ribellandosi. E dico “giustamente” a patto che questi strilli non vogliano a loro volta coprire l’incapacità (o la non volontà) di mettere mano a una spending review seria di tutto il sistema. E qui viene il bello.
Perché il ministro Beatrice Lorenzin (immagino non di testa sua ma a nome del governo) ha firmato con le Regioni un Patto per la salute dove c’è scritto col sangue che i denari risparmiati con l’efficentamento del sistema verranno reinvestiti nella sanità. Insomma, il governo ha promesso alle regioni: fate ordine e i soldi che riuscite a recuperare ve li lasciamo per curare meglio gli italiani.
Questa era la promessa. Poi, ieri, Renzi chiama la Lorenzin e dice: “abbiamo scherzato. Fai risparmiare le Asl che quei soldi mi servono”.
Vi risparmio le idee che mi sono venute su cosa dovrà essere coperto con quei soldi pagati con la vita stessa di molti italiani. Gli stipendi dei commessi della Camera? Quelli dei deputati o dei senatori? I buffi del Casinò di Venezia? Le gite di tutti dappertutto?
Non so, e non voglio essere demagogica. Ma il datoineluttabile è che se si risparmia sulla sanità si condannano a morte certa gli italiani. Tutti? Nooo. I poveri. Perché i ricchi si pagheranno i servizi migliori da sé.
Il vaso di Pandora
di Daniela Minerva
11 set
L’onore di Renzi
Il premier vuol tagliare la sanità, come hanno fatto tutti i suoi predecessori. Perché non riesce a fare una vera spending review. Ma così si uccide il Servizio sanitario nazionale. E anche gli italiani non si sentiranno tanto bene.
Mi chiede un’amica: mi devo incazzare per questi tagli alla sanità o effettivamente è una cosa buona perché ridurranno gli sprechi? Rispondo con una battuta: quali sprechi? Anzi con due battute
1. non si può tagliare la sanità senza danneggiare i servizi;
2. questo governo (come quello Monti) usa il mantra “dare efficienza al sistema” per nascondere una restrizione del perimetro di questo sistema. E mi spiego.
Mi tocca leggere sui giornali “terribili sprechi” della sanità. E poi giù con la tiritera della valvola cardiaca che costa di più a Napoli che non a Padova, e via andando (trovate mille dettagli di questa contabilità insulsa un po ovunque). E sono d’accordo: è un dettaglio sul quale sono d’accordo. Che il governo e le regioni scrivano un papello (legge, decreto, norma, quello che gli pare) dove c’è scritto quanto il Ssn deve pagare le garze, il cotone, i disinfettanti o le protesi. Non ci vuole molto, ma nessuno lo ha mai fatto. Se la manovra del premier vuole questo, nessun problema a dire che è una buona idea. Ma…
Renzi non potrà obbligare nessuno a fare una vera spending review interna alle singole Asl: le virtuose l’hanno già fatta, altre la faranno, e chi vuole continuare a ciurlare nel manico (rubare?) continuerà. E allora?
Allora il fatto che il fondo sanitario nazionale verrà ridotto si tradurrà in un taglio dei servizi. Punto e basta. Un taglio insostenibile.
Spendiamo già molto, ma molto meno di tutti i paesi europei coi quali ci confrontiamo (la virtuosissima Germania spende circa 3400 euro in media a cittadino a fronte dei circa 2300 che spende l’Italia). Meno di noi spendono il Portogallo, Cipro, l’Ungheria… E ciononostante abbiamo un Sistema sanitario valutato al secondo posto nel mondo, e la sopravvivenza degli italiani alle malattie (dati pre crisi) è superiore a quella della maggior parte dei paesi coi quali amiamo confrontarci. Quindi, quando leggo “terribili sprechi” mi incazzo. Non che non ci siano clientele, ruberie, follie e inefficienze, ma se spendiamo meno degli altri per un prodotto migliore fatico a parlare di “sistema terribilmente inefficiente”.
Mi pare invece che con la foglia di fico della parolina magica “tagliare gli sprechi” si nasconda un’operazione di macelleria di fronte alla quale le regioni stanno giustamente ribellandosi. E dico “giustamente” a patto che questi strilli non vogliano a loro volta coprire l’incapacità (o la non volontà) di mettere mano a una spending review seria di tutto il sistema. E qui viene il bello.
Perché il ministro Beatrice Lorenzin (immagino non di testa sua ma a nome del governo) ha firmato con le Regioni un Patto per la salute dove c’è scritto col sangue che i denari risparmiati con l’efficentamento del sistema verranno reinvestiti nella sanità. Insomma, il governo ha promesso alle regioni: fate ordine e i soldi che riuscite a recuperare ve li lasciamo per curare meglio gli italiani.
Questa era la promessa. Poi, ieri, Renzi chiama la Lorenzin e dice: “abbiamo scherzato. Fai risparmiare le Asl che quei soldi mi servono”.
Vi risparmio le idee che mi sono venute su cosa dovrà essere coperto con quei soldi pagati con la vita stessa di molti italiani. Gli stipendi dei commessi della Camera? Quelli dei deputati o dei senatori? I buffi del Casinò di Venezia? Le gite di tutti dappertutto?
Non so, e non voglio essere demagogica. Ma il datoineluttabile è che se si risparmia sulla sanità si condannano a morte certa gli italiani. Tutti? Nooo. I poveri. Perché i ricchi si pagheranno i servizi migliori da sé.