L'intervista a Zani detto Mauro ex segr.Regionale del PCI

Compagno contro: «sono gentucola, non mi stupisco»
Il commento. Emilia Romagna nel caos: primarie Pd, tutti indagati
Un comunista d’altri tempi, Secondo Zani, detto Mauro. Classe 1949, è stato segretario regionale del Partito comunista in Emilia Romagna, ha aderito al Pds e poi ai Ds. Si fermò alla nascita del Pd. Mai entrato. “Perché non era neanche lontano parente di quelli che noi eravamo stati. Così me ne andai. Fu traumatico, perché ero cresciuto in sezione, non lasciavo solo compagni di partito ma i fratelli di una storia mia, della mia famiglia, della mia città, Bologna”. Uno di quei nomi, quello di Zani, che giocavano nell’ombra ma che aveva un’importanza vitale per il partitone, nei rapporti col territorio, con le imprese cooperative e, soprattutto, come anello di congiunzione tra Bologna, la città più rossa d’Italia, e Roma.
Partiamo dalla fine?
Sì, dalla fine della sinistra. Che coincide con la nascita del Pd.
Perché?
In quell’atto costitutivo veniva citato più volte Alcide De Gasperi e mai la parola sinistra. Per questo me ne sono andato.
E non le dispiace vedere il Pd in queste condizioni?
Non saprei. Ma a cosa si riferisce? A Matteo Renzi, a quel Matteo Richetti o all’altro, come si chiama? Stefano Bonaccini.
Oggi la notizia sono Richetti e Bonaccini.
Per la questione dei rimborsi, immagino. Non ho ancora ben capito ma non riesco a stupirmi. Forse non mi stupisco perché il partito è senza classe dirigente, dunque può accadere di tutto. Anche quella cosa immorale dei rimborsi.
Li conosce?
No, e non vedo perché dovrei farlo adesso. Sono gentucola, niente altro che gentucola.
Neanche Bonaccini? È stato suo successore.
No, chiese di incontrarmi poi sparì. Però non direi mio successore, lui è stato segretario regionale del Pd, io nel Pd non ho mai messo piede.
Siete politicamente parenti in qualche modo.
No, neanche alla lontana.
Ma di chi è la responsabilità: tutta di Renzi?
Figuriamoci, Renzi porta a compimento un disegno che era iniziato con Veltroni. Ed è quello che si conclude con il patto del Nazareno.
Lei ha capito su cosa si basa quel patto?
Anche uno stupido lo capirebbe: è il progetto di un partito unico nazionale. Con Berlusconi.
Anche D’Alema ci ha messo lo zampino, dunque?
Certo, anche lui.
E Bersani?
Poveretto, a un certo punto l’aveva capito. E si era inventato il riformismo. Che non voleva dire nulla.
Lei sembra pieno di risentimento.
Come non potrei. Ma sono amareggiato, soprattutto. Tuttavia non dispero. Questi con la controriforma costituzionale e la legge elettorale cercano di farci fare un salto indietro di cento anni. Se non l’abbiamo capito è grave. E Renzi, o il Pd, dipende, rappresentano il 20 per cento degli Italiani. Io me ne frego se sbandierano il 40. Quale 40? Sono il venti.
Durerà la generazione dei Renzi, Bonaccini e Richetti?
Vabbè, Bonaccini e Richetti non li calcolo, valgono zero. Per Renzi avevo previsto 20 anni. Visto come si muove mi sono ricreduto: non arriva a primavera.
Articolo di Emiliano Liuzzi pubblicato sul Fatto Quotidiano
di il Fatto Quotidiano 10 - settembre - 2014
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Caro Zani, chi l'aveva mai messo in dubbio chi fossero costoro! Gentucola e basta
hola
Il commento. Emilia Romagna nel caos: primarie Pd, tutti indagati
Un comunista d’altri tempi, Secondo Zani, detto Mauro. Classe 1949, è stato segretario regionale del Partito comunista in Emilia Romagna, ha aderito al Pds e poi ai Ds. Si fermò alla nascita del Pd. Mai entrato. “Perché non era neanche lontano parente di quelli che noi eravamo stati. Così me ne andai. Fu traumatico, perché ero cresciuto in sezione, non lasciavo solo compagni di partito ma i fratelli di una storia mia, della mia famiglia, della mia città, Bologna”. Uno di quei nomi, quello di Zani, che giocavano nell’ombra ma che aveva un’importanza vitale per il partitone, nei rapporti col territorio, con le imprese cooperative e, soprattutto, come anello di congiunzione tra Bologna, la città più rossa d’Italia, e Roma.
Partiamo dalla fine?
Sì, dalla fine della sinistra. Che coincide con la nascita del Pd.
Perché?
In quell’atto costitutivo veniva citato più volte Alcide De Gasperi e mai la parola sinistra. Per questo me ne sono andato.
E non le dispiace vedere il Pd in queste condizioni?
Non saprei. Ma a cosa si riferisce? A Matteo Renzi, a quel Matteo Richetti o all’altro, come si chiama? Stefano Bonaccini.
Oggi la notizia sono Richetti e Bonaccini.
Per la questione dei rimborsi, immagino. Non ho ancora ben capito ma non riesco a stupirmi. Forse non mi stupisco perché il partito è senza classe dirigente, dunque può accadere di tutto. Anche quella cosa immorale dei rimborsi.
Li conosce?
No, e non vedo perché dovrei farlo adesso. Sono gentucola, niente altro che gentucola.
Neanche Bonaccini? È stato suo successore.
No, chiese di incontrarmi poi sparì. Però non direi mio successore, lui è stato segretario regionale del Pd, io nel Pd non ho mai messo piede.
Siete politicamente parenti in qualche modo.
No, neanche alla lontana.
Ma di chi è la responsabilità: tutta di Renzi?
Figuriamoci, Renzi porta a compimento un disegno che era iniziato con Veltroni. Ed è quello che si conclude con il patto del Nazareno.
Lei ha capito su cosa si basa quel patto?
Anche uno stupido lo capirebbe: è il progetto di un partito unico nazionale. Con Berlusconi.
Anche D’Alema ci ha messo lo zampino, dunque?
Certo, anche lui.
E Bersani?
Poveretto, a un certo punto l’aveva capito. E si era inventato il riformismo. Che non voleva dire nulla.
Lei sembra pieno di risentimento.
Come non potrei. Ma sono amareggiato, soprattutto. Tuttavia non dispero. Questi con la controriforma costituzionale e la legge elettorale cercano di farci fare un salto indietro di cento anni. Se non l’abbiamo capito è grave. E Renzi, o il Pd, dipende, rappresentano il 20 per cento degli Italiani. Io me ne frego se sbandierano il 40. Quale 40? Sono il venti.
Durerà la generazione dei Renzi, Bonaccini e Richetti?
Vabbè, Bonaccini e Richetti non li calcolo, valgono zero. Per Renzi avevo previsto 20 anni. Visto come si muove mi sono ricreduto: non arriva a primavera.
Articolo di Emiliano Liuzzi pubblicato sul Fatto Quotidiano
di il Fatto Quotidiano 10 - settembre - 2014
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Caro Zani, chi l'aveva mai messo in dubbio chi fossero costoro! Gentucola e basta
hola