pierodm ha scritto:Al di là della provocazione, però, io credo che qualunque insieme umano e sociale può essere visto come "organismo": ovviamente il livello di complessità è molto vario, e ogni organismo (anche quelli più canonicamente biologici) dev'essere considerato come molto di più che una semplice somma degli elementi che lo compongono - parlavo qualche tempo fa delle teorie olistiche, che proprio nell'ambientalismo, nell'ecologia e nella biologia si stanno affermando da diversi decenni in qua.
Parallelamente a questo, c'è poi un problema che investe la medicina, ossia lo strumento che serve ad intervenire negli organismi: medicina invasiva, chirurgica, naturale, coercitiva, umanitaria, ... di medicine se ne sono succedute tante, dai tempi dei barbieri-dentisti e delle sanguisughe.
Se però la definizione di "organismo" deve servire per legittimare l'applicazione meccanica della logica chirurgica, o del determinismo chimico-invasivo, allora ritiro tutto, nego tutto: senza fare tutti questi giri, gl'interventi (come le bombe) "chirurgici" li abbiamo già conosciuti, così come la cura delle società "malate" di un eccesso di libertà, la preservazione della "purezza", l'eliminazione delle "devianze" ...
Io piu' che "organismo" preferisco parlare di "sistema".
L'analogia tra corpo umano e società ricorre spesso nelle nostre discussioni e nella nostra cultura e come tutte le allegorie va presa per buona fino ad un certo punto, poi va abbandonata. Va tenuta fin tanto che ci aiuta a capire. Non oltre. Un sistema lo possiamo definire l'insieme di piu' parti che concorrono ad un obiettivo comune.
Una macchina (sia la nostra sia una F1) è un sistema; il nostro corpo lo è; la società è un sistema.
Megio sarebbe abbadonare il verbo essere ed invece di dire che la società è un sistema dire che noi possiamo concepire, immaginare la soceità come se fosse un sistema. la società (come il corpo umano) è tante altre cose, olte ad un sistema ma questo tipo di approccio ci puo' facilitare nel capire come intervenire per migliorarlo.
Per quanto riguarda il nostro corpo, ci limitiamo a ripararlo quando funziona male o quando viene dannegiato.
L'idea di migliorarlo intervenendo sul progetto di base (per esempio genetico) viene solitamente associato ad idee criminali di stampo nazistico ed eugenetico. Ma l'allegoria si ferma qui.
Perché invece i prodotti del nostro fare (la macchina) e del nostro stare insieme (la società) non solo sono riparabili quando danneggiati ma sono anche migliorabili. Le macchine di oggi sono di base (motore a scoppio) simili a quelle di vari decenni fa ma sono state migliorate su tanti fronti. Principalmente sicurezza, consumi, comfort. La società è migliorata e nessuno pensa che l'invenzione e l'introduzione del welfare state, avvenuta circa un secolo fa sia paragonabile ad un immorale intervento teso a modificare cio' che la Natura (o la Storia, o Dio) ci avevevano affidato. Questo almeno è stato un caso di successo (forse dovuto al caso) e ci sono tanti altri interventi che sono invece stati piu' dannosi che altro.
Che quindi si pensi ad interventi tesi ad inserire elementi in grado di modificare un sistema, verso una certa direzione, mi sembra del tutto lecito e legittimo. Soprattutto se siamo insiddisfatti della situazione che abbiamo.
Ovviamente è possibile farlo solo se il sistema lo conosciamo. Gli ingegneri di F1 ogni 15 giorni introducono cambiamenti nel progetto, per adattare la macchina al circuito. Conoscono il progetto, conoscono il pilota e conoscono il circuito. Non potranno conoscere le condizioni di gara (asciutto o bagnato, caldo o meno caldo) ma possono fare ipotesi, previsioni scommesse. Possono puntare su soluzioni di compromesso, o puntare su una scelta secca. Ma di base conoscono bene l'oggetto che manipolano, avendolo costruito ed hanno una buona ide adi come reagità a certe sollecitazioni.
Con la società le cose sono simili ma solo fino ad un certo punto. In fondo la società umana l'abbiamo costruita noi, ma non dal punto di vista ignegneristico. Non siamo consapevoli del progetto. È venuta cosi', e solo da un paio di secoli abbiamo iniziato a capire i perché del nostro percorso storico-sociale. Iniziamo ora ad avere metodi e strumenti di indagine per capire il sistema sociale, le sue sottostrutture, le interelazioni. Iniziamo ad uscire da visioni sommarie e stereotipate di alcuni elementi sociali e a sostituire l'immagine ideologica (che andava bene in mancanza d'altro) con un modello piu' oggettivo. Non possiamo fare grandi cambiamenti ma possiamo già iniziare a fare piccole modifiche, pur consapevoli che ogni azione avrà anche effetti indesiderati. Rimane il fatto che non potendo conoscere il futuro, non sapremo come il sistema attuale (cosi' come è o per come stiamo tentando di modificarlo) impatterà con la diversa realtà del domani.
Inoltre diversamente da una F1, la società cambia da sola, anche se non lo vogliamo. Ce ne rendiamo conto solo a posteriori.
Sul piano politico, una cosa che reputo importante ed ormai acquisita è che le regole influenzano il comportamento dei "regolati". La teoria dei giochi (tra le varie) qui ci aiuta a capire che regole fare per ottenere un determinato esito.
Si tratta di studi della seconda metà del secolo scorso, che sono arrivati alla notorietà solo negli anni '90.
Si tratta dell'ambito giusto perché la politica ha come strumento principale quello di emanare leggi finalizzate a regolare alcuni aspetti della società. Leggi che in passato sonos tate scritte senza pensare a tutte le coseguenze sul piano comportamentale.
Diciamo che se chi in Italia ha scritto la legge sull'equo canone avesse conosciuto quella teoria (non poteva, ma immaginiamolo) e fosse stato in grado di usarla, probabilmente la legge sarebbe stata fatta in modo diverso (o non sarebbe stata fatta del tutto) ed al paese sarebbe stato risparmiato lo spappolamento del mercato degli affitti. Idem per il limite di 15 dipedenti per lo statuto dei lavoratori e per tante altre leggi e leggine particolari, che hanno affettato il paese in tanti sottosistemi soggetti a regole diverse e quindi comportamenti diversi.
Questo per ribadire il fatto che poi sistemare i problemi di oggi significa soprattutto capire i disastri che sono stati fatti con gli interventi sbagliati per risolvere i problemi di allora. L'equo canone fu un caso di "iniezione" con gravi effetti collaterali imprevisti per tutta l'economia e la società italiana, pur fatto in buona fede e con intenti ideali ed ideologici.
Io non penso certo a questo genere di "iniezioni" disastrose ma ritengo che comunque sia compito della politica intervenire nella società per regolare e modificare alcuni aspetti. Solo che occorre farlo con maggiore professionalità e scienza.
Oggi è sempre piu' possibile.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)