corruzione

in diversi tread si è discusso (in parte OT) di corruzione tra pubblici e privato.
riapro qui il tema perché ho troato un testo che illusta alcuni ragionamenti interessanti.
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Alla luce dei fatti, mi viene in mente una nota che scrissi l'anno scorso:
"Finmeccanica - India: tangenti? No...debolezza politica!, di Maro Zanussi
Il ministero della Difesa indiano ha confermato quanto anticipato ieri da una fonte a Reuters, cioè di avere congelato i pagamenti a Finmeccanica in conseguenza delle accuse di corruzione legate al contratto per 12 elicotteri Aw101 di AgustaWestland del valore di circa 560 milioni di euro.
Parallelamente Silvio Berlusconi dichiara, il 13 Febbraio 2014, che le tangenti sono una necessità.
Permettetemi alcune riflessioni: per esperienza personale di lavoro sono abituato a trattare commesse piuttosto complesse in tutto il mondo. Uno dei clienti più importanti per la mia azienda è indiano, ma abbiamo clienti anche in Russia e in Sud America: cosiddetti, da Berlusconi, "paesi da terzo mondo democratico". Premesso che comunque ci andrei cauto con affermazioni del genere - sono paesi che non hanno nulla da invidiare in termini di competenza commerciale e contrattuale ai nostri partner storici europei e americani - l'affermazione secondo cui un'azienda che opera in certi contesti sia costretta a scendere a compromessi è quantomento parziale e imprecisa.
Ci sono una miriade di imprese che operano ed esportano in questi paesi, piccole, medie e grandi. Nel mio caso si tratta di un'azienda media, che opera nel settore automotive, in parnership con primarie case automobilistiche europee e mondiali (BMW, Mercedes, Volvo, Chrysler e altre). Certo non stiamo parlando di contratti da 560 millioni di €, ma di commesse di un ammontare pari a una frazione di questa entità. Comunque di progetti da milioni di € inseriti in una filiera complessa: considerando tutti gli investimenti sostenuti da tutti gli operatori coinvolti, stiamo parlando di diverse decine di milioni di €. Non ho mai trovato condizioni "nebulose".
Ho sempre trovato competenza, trasparenza e correttezza. Sono sempre stato interpellato per la qualità e la competitività della mia offerta, per la capacità di lavorare in team, rispettando gli impegni presi. Per il livello tecnologico e di know-how che la mia azienda è in grado di offrire. Quando i presupposti sono questi, a nessuno viene in mente di trovare vie alternative. Se lo facessimo, i nodi verrebbero al pettine presto o tardi. Il patrimonio che viene definito con un termine non proprio elegante "reputazionale" ne uscirebbe distrutto, con tutte le conseguenze del caso. Nessuno ha interesse a investire tempo e denaro, se ha a cuore la continuità del proprio fare impresa in certi paesi. Nessuno mi ha mai chiesto "commissioni": solo di rispettare gli obbiettivi posti, al massimo della performance e delle aspettative. Esiste un mondo che gira con le tangenti? Certo che esiste! Esiste sia nel privato che nel pubblico o para-pubblico. In entrambi i casi, a fronte di guadagni immediati, si sconta il rischio, praticamente certo, di essere espulsi immediatamente dal sistema. Un'azienda eccellente non può permettersi tutto ciò. Un'azienda eccellente costruisce la propria reputazione rispettando gli impegni presi.
Veniamo a Finmeccanica, fiore all'occhiello della nostra industria. Chiediamoci per quale motivo avrebbero dovuto pagare tangenti per chiudere una commessa importante. Uno dei motivi può essere che si sia scelto di usare una competenza particolare - l'abilità di corrompere - per nascondere le carenze della propria offerta di prodotto. Ma qui stiamo parlando di elicotteri che, da quel che so, sono dei gioielli tecnologici. E allora perchè? Io ho una teoria, e non credo di sbagliare molto: nel settore delle forniture militari o similari, un'azienda, anche se fosse privata - e qui sono noti i legami di Finmeccanica con lo stato - deve gioco forza avvalersi del supporto strategico del governo per portare a termine le trattative. Non siamo così ingenui per non capire che una commessa di questo tipo si porta a casa non solo per la bontà del prodotto offerto, ma anche per il valore aggiunto che il sistema paese, rappresentanto dalla politica, è in grado di offrire.
Se come sembra le nostre industrie più o meno "di stato" pagano tangenti per chiudere un contratto la ragione è soltanto una: la debolezza e la nullità della politica, l'incapacità dello stato, rappresentato dal governo, di fare squadra con le proprie aziende di punta. Lo scandalo vero è forse la mancanza totale di capacità negoziale e di sostegno esercitate dai governi pro-tempore in questo tipo di forniture. E questo vale soprattutto in certi ambiti commerciali.
Quindi, a mio modo di vedere, la politica ha ben poco di che scandalizzarsi, chiamandosi fuori dalla querelle: si interroghi piuttosto sulla credibilità con cui è in grado di sostenere le aziende strategiche italiane all'estero. Né per queste ragioni, ci tengo a ribadirlo, è accettabile quanto sostenuto da Berlusconi. Se hai un prodotto eccellente, se sei in grado di giocare una partita ai massimi livelli, non servono le tangenti, o perlomeno il fenomeno passa in secondo piano. Le tangenti servono a coprire sempre le tue incolmabili mancanze. Chiudo con una domanda: è un caso che queste situazioni siano più frequenti laddove lo stato è più presente nell'attività economica (direttamente o indirettamente)? Io credo di no, non è un caso. Riflettiamo quindi sul ruolo di influenza diretta o indiretta che ha lo stato sulle attività economiche."
riapro qui il tema perché ho troato un testo che illusta alcuni ragionamenti interessanti.
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Alla luce dei fatti, mi viene in mente una nota che scrissi l'anno scorso:
"Finmeccanica - India: tangenti? No...debolezza politica!, di Maro Zanussi
Il ministero della Difesa indiano ha confermato quanto anticipato ieri da una fonte a Reuters, cioè di avere congelato i pagamenti a Finmeccanica in conseguenza delle accuse di corruzione legate al contratto per 12 elicotteri Aw101 di AgustaWestland del valore di circa 560 milioni di euro.
Parallelamente Silvio Berlusconi dichiara, il 13 Febbraio 2014, che le tangenti sono una necessità.
Permettetemi alcune riflessioni: per esperienza personale di lavoro sono abituato a trattare commesse piuttosto complesse in tutto il mondo. Uno dei clienti più importanti per la mia azienda è indiano, ma abbiamo clienti anche in Russia e in Sud America: cosiddetti, da Berlusconi, "paesi da terzo mondo democratico". Premesso che comunque ci andrei cauto con affermazioni del genere - sono paesi che non hanno nulla da invidiare in termini di competenza commerciale e contrattuale ai nostri partner storici europei e americani - l'affermazione secondo cui un'azienda che opera in certi contesti sia costretta a scendere a compromessi è quantomento parziale e imprecisa.
Ci sono una miriade di imprese che operano ed esportano in questi paesi, piccole, medie e grandi. Nel mio caso si tratta di un'azienda media, che opera nel settore automotive, in parnership con primarie case automobilistiche europee e mondiali (BMW, Mercedes, Volvo, Chrysler e altre). Certo non stiamo parlando di contratti da 560 millioni di €, ma di commesse di un ammontare pari a una frazione di questa entità. Comunque di progetti da milioni di € inseriti in una filiera complessa: considerando tutti gli investimenti sostenuti da tutti gli operatori coinvolti, stiamo parlando di diverse decine di milioni di €. Non ho mai trovato condizioni "nebulose".
Ho sempre trovato competenza, trasparenza e correttezza. Sono sempre stato interpellato per la qualità e la competitività della mia offerta, per la capacità di lavorare in team, rispettando gli impegni presi. Per il livello tecnologico e di know-how che la mia azienda è in grado di offrire. Quando i presupposti sono questi, a nessuno viene in mente di trovare vie alternative. Se lo facessimo, i nodi verrebbero al pettine presto o tardi. Il patrimonio che viene definito con un termine non proprio elegante "reputazionale" ne uscirebbe distrutto, con tutte le conseguenze del caso. Nessuno ha interesse a investire tempo e denaro, se ha a cuore la continuità del proprio fare impresa in certi paesi. Nessuno mi ha mai chiesto "commissioni": solo di rispettare gli obbiettivi posti, al massimo della performance e delle aspettative. Esiste un mondo che gira con le tangenti? Certo che esiste! Esiste sia nel privato che nel pubblico o para-pubblico. In entrambi i casi, a fronte di guadagni immediati, si sconta il rischio, praticamente certo, di essere espulsi immediatamente dal sistema. Un'azienda eccellente non può permettersi tutto ciò. Un'azienda eccellente costruisce la propria reputazione rispettando gli impegni presi.
Veniamo a Finmeccanica, fiore all'occhiello della nostra industria. Chiediamoci per quale motivo avrebbero dovuto pagare tangenti per chiudere una commessa importante. Uno dei motivi può essere che si sia scelto di usare una competenza particolare - l'abilità di corrompere - per nascondere le carenze della propria offerta di prodotto. Ma qui stiamo parlando di elicotteri che, da quel che so, sono dei gioielli tecnologici. E allora perchè? Io ho una teoria, e non credo di sbagliare molto: nel settore delle forniture militari o similari, un'azienda, anche se fosse privata - e qui sono noti i legami di Finmeccanica con lo stato - deve gioco forza avvalersi del supporto strategico del governo per portare a termine le trattative. Non siamo così ingenui per non capire che una commessa di questo tipo si porta a casa non solo per la bontà del prodotto offerto, ma anche per il valore aggiunto che il sistema paese, rappresentanto dalla politica, è in grado di offrire.
Se come sembra le nostre industrie più o meno "di stato" pagano tangenti per chiudere un contratto la ragione è soltanto una: la debolezza e la nullità della politica, l'incapacità dello stato, rappresentato dal governo, di fare squadra con le proprie aziende di punta. Lo scandalo vero è forse la mancanza totale di capacità negoziale e di sostegno esercitate dai governi pro-tempore in questo tipo di forniture. E questo vale soprattutto in certi ambiti commerciali.
Quindi, a mio modo di vedere, la politica ha ben poco di che scandalizzarsi, chiamandosi fuori dalla querelle: si interroghi piuttosto sulla credibilità con cui è in grado di sostenere le aziende strategiche italiane all'estero. Né per queste ragioni, ci tengo a ribadirlo, è accettabile quanto sostenuto da Berlusconi. Se hai un prodotto eccellente, se sei in grado di giocare una partita ai massimi livelli, non servono le tangenti, o perlomeno il fenomeno passa in secondo piano. Le tangenti servono a coprire sempre le tue incolmabili mancanze. Chiudo con una domanda: è un caso che queste situazioni siano più frequenti laddove lo stato è più presente nell'attività economica (direttamente o indirettamente)? Io credo di no, non è un caso. Riflettiamo quindi sul ruolo di influenza diretta o indiretta che ha lo stato sulle attività economiche."