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La società elitaria

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La società elitaria

Messaggioda ranvit il 06/11/2008, 19:21

Pinopic, non affibbiare ad altri appartenenze politiche che non sono se non nella tua testa.
Io sono da sempre su posizioni di centrosinistra. Certo non di sinistra radicale.
La mia area politica è tra Blair e Zapatero....per semplificare.
Il cruccio per me è che in Italia non abbiamo mai avuto un partito socialista-democratico e liberale.
Chi si è avvicinato di piu' è stato il Pci che pero' portava addosso il peso ingombrante del comunismo internazionale.
Come ho già detto altrove, purtroppo poi questo partito, quando ha deciso di lasciare il comunismo, ha saltato a piè pari l'area socialista portandosi in un'area simil-democristiana. Bada bene, neanche alla PD americano!
Da questo nascono le mie critiche.
Non è vero che il centrosinistra non ha mai superato il 50%. Infatti Prodi ha vinto due volte le elezioni. Mentre questa volta pur mettendo insieme tutti i voti dell'Unione siamo arrivati mi pare intorno al 45%.
E' successo come dicevo prima che tanti elettori dell'area "centrale", in una situazione sostanzialmente bipolare, hanno preferito un governo di centrodestra semmai "biricchino" alla pochezza politica del centrosinistra.

Per me l'Italia è quella che è, ed è questa la "pappa" da digerire : Berlusconi ci riesce benissimo. La Dc ci riusciva benissimo. L'attuale classe dirigente del centrosinistra no!

Centrodestra o centrosinistra comunque la ns società e quindi la sua gestione sono elitarie. Familisticamente o meno, le conseguenze pratiche cambiano di poco.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La società elitaria

Messaggioda pierodm il 07/11/2008, 10:51

Mi dice Pino che " Si preferisce concentrare invece l'attenzione sulla efficienza o inefficienza di questo o quel partito come se la società fosse il risultato dell'azione dei partiti e non il contrario. "

Giustissima osservazione.
Il fatto è che questo forum, altri forum, altre sedi di discussione - come le sedi stesse interne alla militanza di partito - si può dire che esistono proprio per parlare dell'efficienza e inefficienza, ossia dei fenomeni tutti interni alla dimensione partitologica della politica.
Qualunque discorso che evade da questa dimensione è immediatamente - direi meglio, automaticamente - classificata come "intellettualistica".

Ma non c'è solo una distorsione logica in questo fenomeno: parlare di società e di storia, infatti, non offre l'appiglio per avere la sensazione di poter influire sulla realtà, dato che la storia è passata e irrevocabile, e la società è un leviatano di dimensioni troppo grandi per essere afferrata dalle mascelle del "dibattito".

I partiti e i personaggi che li animano, invece, sembrano essere più facilmente masticabili, e forniscono più agevolmente l'illusione che si possano cambiare, influenzare, stracciare con la sola polemica, a sua volta propedeutica al momento catartico del "voto".
Naturalmente le cose non stanno così, esattamente nel senso che tu sintetizzi con la tua osservazione.

Non è un caso - per rimanere nell'attualità - che il "we can" di Obama non si riferisce al pastone della politica politicante, ma abbia invece una prospettiva sociale, e su questo ha costruito il proprio successo.
Si tratta di tradurre i discorsi "intellettuali" in un linguaggio più semplice, e soprattutto in concetti e visioni politiche.
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