Doing Business

L’indagine annuale della Banca Mondiale, Doing Business, che valuta la qualità delle istituzioni e del sistema giuridico di 190 paesi nel promuovere l’attività di impresa mostra che l’Italia non è un paese per chi vuol creare ricchezza.
Burocrazia pervasiva, una giustizia civile lenta, e una normativa tributaria complessa e costosa le principali cause. Con quasi una settimana da spendere nell’adempimento delle necessarie procedure burocratiche e un costo pari a circa il 10% degli oneri mediamente sostenuti per avviare un’attività di piccole-medie dimensioni, l’Italia si piazza novantesima nella classifica della Banca Mondiale.
Il quadro peggiora guardando all’efficienza della giustizia civile, con ben 1185 giorni per arrivare a sentenza e spese da sostenere pari al 23%, in media, dell’intero valore della controversia. Performance, questa, che fa guadagnare all’Italia il 103° nella classifica della Banca Mondiale, in coda ai suoi vicini Europei e a stati con livelli di sviluppo significativamente inferiori a quelli del nostro Paese.
La Banca Mondiale conferma poi la nota e drammatica situazione relativa alla fiscalità che opprime milioni di imprese italiane. Con il 66% di pressione fiscale, 15 diversi tipi di versamenti all’erario e una media di 269 ore l’anno trascorse ad adempiere agli obblighi fiscali, l’Italia si classifica al 138° posto del ranking della World Bank.
Ma le imprese non creano solo ricchezza. Sono il luogo dove milioni di donne e uomini lavorano, acquisendo un ruolo sociale e il reddito necessario al soddisfacimento dei propri bisogni e al miglioramento delle proprie condizioni di vita. In Italia, purtroppo, tutto questo è possibile solo per una parte di occupati.
Il mercato del lavoro italiano è infatti caratterizzato da un dualismo che ha prodotto drammatici effetti di segregazione generazionale e di genere. Da una parte i lavoratori a tempo indeterminato con garanzia di reddito e di tutele come la maternità o la malattia, dall’altra i lavoratori a tempo determinato, le false partite iva, i co.co.pro.
[...]
Tratto da http://www.fermareildeclino.it/articolo ... re-leuropa
Link di riferimento: http://www.doingbusiness.org/
Burocrazia pervasiva, una giustizia civile lenta, e una normativa tributaria complessa e costosa le principali cause. Con quasi una settimana da spendere nell’adempimento delle necessarie procedure burocratiche e un costo pari a circa il 10% degli oneri mediamente sostenuti per avviare un’attività di piccole-medie dimensioni, l’Italia si piazza novantesima nella classifica della Banca Mondiale.
Il quadro peggiora guardando all’efficienza della giustizia civile, con ben 1185 giorni per arrivare a sentenza e spese da sostenere pari al 23%, in media, dell’intero valore della controversia. Performance, questa, che fa guadagnare all’Italia il 103° nella classifica della Banca Mondiale, in coda ai suoi vicini Europei e a stati con livelli di sviluppo significativamente inferiori a quelli del nostro Paese.
La Banca Mondiale conferma poi la nota e drammatica situazione relativa alla fiscalità che opprime milioni di imprese italiane. Con il 66% di pressione fiscale, 15 diversi tipi di versamenti all’erario e una media di 269 ore l’anno trascorse ad adempiere agli obblighi fiscali, l’Italia si classifica al 138° posto del ranking della World Bank.
Ma le imprese non creano solo ricchezza. Sono il luogo dove milioni di donne e uomini lavorano, acquisendo un ruolo sociale e il reddito necessario al soddisfacimento dei propri bisogni e al miglioramento delle proprie condizioni di vita. In Italia, purtroppo, tutto questo è possibile solo per una parte di occupati.
Il mercato del lavoro italiano è infatti caratterizzato da un dualismo che ha prodotto drammatici effetti di segregazione generazionale e di genere. Da una parte i lavoratori a tempo indeterminato con garanzia di reddito e di tutele come la maternità o la malattia, dall’altra i lavoratori a tempo determinato, le false partite iva, i co.co.pro.
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Tratto da http://www.fermareildeclino.it/articolo ... re-leuropa
Link di riferimento: http://www.doingbusiness.org/