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Anche i Fonzies sbagliano?

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Anche i Fonzies sbagliano?

Messaggioda flaviomob il 11/05/2014, 11:02

Dove sbaglia Matteo Renzi nella sua polemica contro il Senato
Pubblicato: 10/05/2014 18:57

Quando Matteo Renzi parla di condizionamento dei burocrati, colpevoli di esprimere dubbi sulle coperture finanziarie al bonus degli 80 euro in busta paga per una parte dei dipendenti, sbaglia bersaglio. Il condizionamento, in effetti, esiste, ma è quello della legge. Anzi di una vera e propria filiera che parte dalla Costituzione, trova alimento nei Trattati europei, si nutre infine di regole parlamentari consolidate da oltre trent'anni di storia.

Questo complesso retroterra è stato posto dal legislatore per evitare che il Governo potesse disporre del pubblico denaro senza alcun controllo. Eppure nonostante questi presidi, il debito pubblico italiano ha raggiunto la cifra che conosciamo. Immaginiamo cosa potrebbe succedere se quegli argini fragilissimi fossero travolti. Da semplici sorvegliati speciali - come ha già decretato la Commissione europea - cadremmo direttamente in braccio alla Troika, come avvenuto per la Grecia e la Spagna.

Al di là dei Trattati, è la Costituzione a dettare il principio. L'articolo 81, così come lo conosciamo, è rimasto integro fin dal 1948. Le modifiche, che sono state introdotte nel 2012, hanno solo rincarato la dose, rendendo più stringenti i vincoli precedenti. "Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri - dice la norma - provvede ai mezzi per farvi fronte". Questo significa che se si vuole ridurre, per otto mesi il carico fiscale su una parte dei contribuenti, lo Stato deve poter disporre di 6,7 miliardi. Sono nella sua disponibilità?

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Ed è qui che entrano in gioco i controlli parlamentari. Per dimostrare che quelle risorse esistono, la Ragioneria generale dello Stato predispone una relazione tecnica, con cui cerca di evidenziare che esse - le cosiddette coperture - esistono e sono effettive. Trattandosi di un allegato tecnico relativamente complesso, esso deve essere controllato da una sorta di revisori dei conti, come avviene per tutti i bilanci delle imprese.
Dagli inizi degli anni '80 questa delicata funzione è affidata al Servizio Bilancio della Camera dei deputati e del Senato che, in piena autonomia, formulano le loro osservazioni. Sono forse vangelo? Assolutamente no. I due referti - quelli della Ragioneria generale e del Servizio Bilancio - sono, infatti, discussi dalla Commissione bilancio in contraddittorio con un rappresentante del Governo. Ed è la Commissione che alla fine decide, in caso di controversia, chi abbia ragione.

Ma non è finita. A distanza di tempo, infatti, è la Corte dei conti che, con un proprio atto, mette il definitivo suggello. Come si vede la procedura è assolutamente trasparente. Al punto da non giustificare polemiche come quelle che abbiamo visto, con accenti che rischiano di minare alla base il giusto equilibrio che deve intercorrere tra i diversi Organi Costituzionali.

Dove ha sbagliato il Presidente del Consiglio? Innanzitutto nel sostituirsi al Ministro dell'Economia. Era semmai compito di quest'ultimo non tanto polemizzare, visto che non ce n'era bisogno, quanto eccepire, nella sede dedicata - vale a dire la Commissione Bilancio del Senato - sui rilievi formulati. Quindi nell'introdurre, nella discussione, un elemento estraneo. Cercare, cioè di dimostrare che i rilievi dei tecnici del Senato non nascevano dall'analisi, giusta o sbagliata che fosse, dei documenti presentati, ma dalla cattiva fede di chi guadagna in modo eccessivo.

Strano modo di ragionare. Se si va da un medico, si è alla ricerca della giusta diagnosi. Se l'esito non è soddisfacente si recrimina sulle sue scarse capacità professionali e non certo sull'ammontare della parcella che viene presentata.

http://www.huffingtonpost.it/gianfranco ... _ref=italy


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