da pierodm il 31/10/2008, 10:16
Caro Vittorio, probabilmente conosci la storiella dei 7 re di Roma, che erano sei, e di questi cinque i quattro principali erano tre, anzi due: Romolo.
Tu e qualche altro, di qualunque cosa si parli, sotto qualunque angolazione, arrivate alla fine a fare lo stesso pistolotto che ha come protagonista, imputato, colpevole, "la sinistra"- Romolo.
Poco conta che in Italia ci siano stati cinquanta milioni di abitanti, dieci o venti partiti, trame nere, collusioni, scandali, ladri e golpisti, truffatori ed eroi, mafiosi e magistrati, suore di clausura e mignotte d'alto bordo, presentatori, attori, cantanti e ballerine, nani e saltimbanchi, generali e caporali, Gladio e la P2: tutto si riduce alla "sinistra".
Lasciamo stare se e quanto la tua lettura storico-politica che riguarda questa sinistra sia corretta o sia distorta.
Anche prendendo per buoni tutti i giudizi negativi sulla sinistra in se stessa, è davvero stravagante ridurre tutta la storia italiana di cinquanta o sessant'anni ad una parte politica, che tra l'altro non ha mai avuto più del 25-30% dei voti e non è mai stata titolare del governo nazionale.
E bada bene che questo lo dice uno come me, che - pur appartenendo a questa benedetta sinistra - non ha mai risparmiato critiche, anche e soprattutto in tempi e in luoghi e in modi in cui queste critiche non erano affatto facili, e comportavano la rinuncia ad una "carriera" politica che pure sarebbe stata possibile.
Due parole solo sull'alternanza.
E' storia che la possibilità di un'alternanza, in Italia, non c'è mai stata, per il semplice fatto che questa ipotesi non rientrava negli accordi di Yalta.
Comunque non ci sarebbe stata ugualmente, in un paese che per decenni è stato dominato da un elettorato in cui c'era una massa critica preponderante di moderatismo cattolico manovrato dal Vaticano: il progressismo italiano, come anche il liberalismo, sono stati sempre un fatto di èlite, minoritario e confinato tra intellettuali e categorie popolari particolarmente "consapevoli".
In pieni anni '60 - quando l'Italia sarebbe stata captata dalla egemonia" della sinistra - ho ben conosciuto le campagne e la provincia del Lazio: gente che non sapeva nemmeno cosa facesse o cosa dicesse la sinistra, e nemmeno leggeva uno straccio di giornale, parlava ancora di Mussolini, e teneva infilati nella cornice dello specchio del comò il santino del Papa e l'iconetta del Mascellone, e se glielo chiedevi diceva di essere del "partito della pagnotta". Interi paesi della Sabina o del Viterbese erano fatti di questa gente, mentre nella Pontina erano e sono direttamente e apertamente fascisti - adesso votano massicciamente per Berlusconi, ndr.
Se vogliamo - e certamente vogliamo - criticare la sinistra, in realzione all'elettorato italiano e alla storia politica italiana, non possiamo limitarci ad analizzare e criticare solo la sinistra: dobbiamo anche capire e analizzare questo elettorato e questa storia. Esercizio che torna utilissimo anche per capire ciò che sta succedendo oggi, non solo alla sinistra (che potrebbe anche interessarci poco) ma all'Italia nel suo insieme.