Quando eleggere una donna diventa un problema

Quando ero giovane io, era considerato normale che le donne avessero un ruolo di secondo piano nella vita e nella società, e che venissero giudicate prima di tutto per il loro comportamento sessuale.
Negli anni, il diritto alla parità tra donne e uomini è stato riconosciuto in tutti i paesi avanzati, anche se spesso più in teoria che in pratica, ma il progresso è apparso evidente.
In Italia però il diritto di famiglia è cambiato solo di recente, quando il “delitto d’onore” ha perso la sua validità come attenuante del femminicidio, e perché i processi per stupro cessassero di essere processi alla vittima, fu necessaria la messa in onda nel vicino 1979 del documentario “Processo per stupro” (vedi qui).
Adesso si tende a pensare che la parità tra i sessi sia un traguardo raggiunto e consolidato, ed infatti così dovrebbe essere, eppure molti segnali indicano un regresso significativo, almeno nel nostro paese. Mi riferisco al caso Boldrini, ma non solo.
Se per criticare il comportamento della Boldrini in quanto Presidente della Camera il M5S, Grillo in testa, sente il bisogno di attaccarla e di insultarla sul piano sessuale in quanto donna, questo significa che Grillo ritiene che questo modo di pensare sia ancora ben radicato tra gli elettori italiani, e che a scandalizzarsi sarà solo una minoranza di intellettuali di sinistra.
Si può dire che la strada è stata aperta da Berlusconi, che si è sempre circondato sia nel pubblico che nel privato di donne belle e giovani, e nel contempo ha sfruttato ragazze giovanissime a fini sessuali, creando un’ambiguità in parte voluta tra donne “di facili costumi” e donne da lui promosse in politica.
Questo però non basta a giustificare il fenomeno Grillo.
Gli insulti grillini alle donne creano un oggettivo problema a tutto il sistema politico: quando Grillo o i grillini attaccano una carica dello stato occupata da una donna infierendo sul suo essere donna con attacchi sessisti, ottengono il risultato (voluto?) di mettere in difficoltà il partito o la coalizione che l’ha scelta. Una cosa è difendere il Presidente della Camera per le scelte operate nel suo ruolo istituzionale, altro è dover difendere il Presidente della Camera da offese sessiste: d’ora in poi, quando per una carica importante si sceglierà una donna, un partito dovrà mettere in conto non solo le polemiche politiche, ma anche gli attacchi sessisti, e questo renderà più onerosa la scelta di donne per cariche importanti.
Sappiamo tutti che la discriminazione di genere per cariche di rilievo è assurda: vediamo ogni giorno donne ricoprire incarichi di altissimo livello con competenza e capacità encomiabili, indipendentemente dal giudizio politico che si può dare al loro operato, dalla Merkel alla Lagarde: anche su di loro non mancano commenti “estetici” sui giornali, ma il mondo ascolta le loro opinioni, non i pettegolezzi.
Nel forum, ultimamente sono rimasta la sola donna ad intervenire, ma questo non giustifica il mancato interesse verso un problema che dovrebbe riguardarci tutti, in quanto cittadini italiani.
Annalu
Negli anni, il diritto alla parità tra donne e uomini è stato riconosciuto in tutti i paesi avanzati, anche se spesso più in teoria che in pratica, ma il progresso è apparso evidente.
In Italia però il diritto di famiglia è cambiato solo di recente, quando il “delitto d’onore” ha perso la sua validità come attenuante del femminicidio, e perché i processi per stupro cessassero di essere processi alla vittima, fu necessaria la messa in onda nel vicino 1979 del documentario “Processo per stupro” (vedi qui).
Adesso si tende a pensare che la parità tra i sessi sia un traguardo raggiunto e consolidato, ed infatti così dovrebbe essere, eppure molti segnali indicano un regresso significativo, almeno nel nostro paese. Mi riferisco al caso Boldrini, ma non solo.
Se per criticare il comportamento della Boldrini in quanto Presidente della Camera il M5S, Grillo in testa, sente il bisogno di attaccarla e di insultarla sul piano sessuale in quanto donna, questo significa che Grillo ritiene che questo modo di pensare sia ancora ben radicato tra gli elettori italiani, e che a scandalizzarsi sarà solo una minoranza di intellettuali di sinistra.
Si può dire che la strada è stata aperta da Berlusconi, che si è sempre circondato sia nel pubblico che nel privato di donne belle e giovani, e nel contempo ha sfruttato ragazze giovanissime a fini sessuali, creando un’ambiguità in parte voluta tra donne “di facili costumi” e donne da lui promosse in politica.
Questo però non basta a giustificare il fenomeno Grillo.
Gli insulti grillini alle donne creano un oggettivo problema a tutto il sistema politico: quando Grillo o i grillini attaccano una carica dello stato occupata da una donna infierendo sul suo essere donna con attacchi sessisti, ottengono il risultato (voluto?) di mettere in difficoltà il partito o la coalizione che l’ha scelta. Una cosa è difendere il Presidente della Camera per le scelte operate nel suo ruolo istituzionale, altro è dover difendere il Presidente della Camera da offese sessiste: d’ora in poi, quando per una carica importante si sceglierà una donna, un partito dovrà mettere in conto non solo le polemiche politiche, ma anche gli attacchi sessisti, e questo renderà più onerosa la scelta di donne per cariche importanti.
Sappiamo tutti che la discriminazione di genere per cariche di rilievo è assurda: vediamo ogni giorno donne ricoprire incarichi di altissimo livello con competenza e capacità encomiabili, indipendentemente dal giudizio politico che si può dare al loro operato, dalla Merkel alla Lagarde: anche su di loro non mancano commenti “estetici” sui giornali, ma il mondo ascolta le loro opinioni, non i pettegolezzi.
Nel forum, ultimamente sono rimasta la sola donna ad intervenire, ma questo non giustifica il mancato interesse verso un problema che dovrebbe riguardarci tutti, in quanto cittadini italiani.
Annalu