Che cosa deve fare un'opposizione, se non ... etc? - domanda Franz.
Credo di essermi spiegato in abbondanza, in merito, e non vale la pena tornarci sopra.
Ma la domanda torna buona per aprire un discorso che mi sta a cuore, più generale rispetto al problema dell'opposizione, e tutto sommato della politica nel suo complesso.
Da quando Fromm ha avuto la gentilezza di regalarci quel suo famoso libro, è diventato perfino un luogo comune la contrapposizione tra Avere ed Essere. Una splendida contrapposizione, nel senso che suscita molte riflessioni, il che per un libro del genere è un risultato eccellente.
Personalmente, io vedo che esiste un'altra contrapposizione: quella tra Essere e Fare.
La definisco contrapposizione, non perchè io sia convinto che sia tale, ma perché capisco che viene vissuta come tale dalla gran parte di chi ascolta queste due parole.
Io credo che il fare sia contenuto nell'essere, anche se non in modo deterministico.
E' vero anche il contrario, ma solo in parte, e in forma assai più cangiante, sfuggente - e soprattutto nel senso che facendo s'impara ad essere, ma limitatamente a ciò che viene concesso di fare da elementi esterni.
Del resto, se il linguaggio ha un senso profondo - come in effetti ha - sono i verbi che si declinano, non i soggetti, che possono essere semplicemente diversi.
Tornando a noi, quello che esiste è un partito - o una persona - che in qualche modo "è" quello che è.
Dopo di che questo soggetto "fa": una volta governa, una volta fa opposizione, una volta si scioglie, una volta litiga, una volta siede in parlamento, una volta in piazza, etc.
Quello che si manifesta, quello che si riesce ad offrire, nel compiere queste azioni, sta tutto nel soggetto e nel suo "essere".
A questo punto, per andare avanti nel ragionamento - o meglio nell'applicazione alla politica del ragionamento - bisognerebbe parlare di cosa sia il "soggetto-partito".
Probabilmente è un discorso che faremo nel seguito o in altra occasione, ma intanto vorrei dire che cosa, secondo me, non è.
Un partito non è una persona, che il mondo intorno può dire di non conoscere nella sua individialità interiore (essere)
Un partito è la omma, il prodotto di una scelta, di una storia, di una volontà di migliaia o milioni di persone: quindi anche il suo semplice "essere" è già denso di azioni, di possibilità, di dinamiche, sia pratiche, sia intellettuali.
Quando un partito si muove - anche facendo "soltanto" opposizione - è un'intera cultura, un'intera parte della storia di un paese che si muove.
D'altra parte, stabilire un confine tra un rifiuto e una proposta è piuttosto azzardato: non solo perché - per come la vedo io - sia l'uno che l'altra risiedono nell'essere del soggetto, ma anche perché non sono così lontani nel loro significato politico e pratico.
Va be', mettiamo un punto qui.