La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

successo della manifestazione PD a Roma

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda pierodm il 25/10/2008, 23:48

Il discorso di Veltroni è, come quasi sempre, tanto condivisibile, quanto generico e pieno di buone intenzioni: gran parte delle cose dette sono il minimo per chi è di sinistra, anche solo rosea e delicata.

Due sono le affermazioni che mi hanno colpito.

" L'Italia è migliore di chi la governa ".
Non è vero.

" L'Italia è un paese antifascista ".
Non è vero.

Se queste due affermazioni non sono vere, tutto il resto ne risulta grandemente modificato nel suo valore politico e dialettico.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda FreeRider il 26/10/2008, 19:03

pierodm ha scritto:" L'Italia è migliore di chi la governa ".
Non è vero.

" L'Italia è un paese antifascista ".
Non è vero.

Se queste due affermazioni non sono vere, tutto il resto ne risulta grandemente modificato nel suo valore politico e dialettico.

Non è facile capire cosa è vero in assoluto.
Non possiamo chiederlo ai singoli. Immaginiamo le domande.
"Lei si sente migliore?" "Lei si sente antifascista" "Lei si stente razzista? "
Sono quel genere di domande che praticamente pilotano la risposta.
Non riesco nemmeno ad immaginare un test, una analisi sociale, un esperimento in grado di derimere la diatriba vero/falso.
Pero' sarebbe interessante.

FR
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda mario il 26/10/2008, 23:03

Ci avevano detto manifesteremo la nostra incazzatura fra 5 mesi.
E noi: Scusate. Ma se noi siamo incazzati oggi perché dobbiamo aspettare 5 mesi.
Niente da fare. Era stato fissato il 25 settembre e così doveva essere.
Ci era stato detto che ci sarebbero stati milioni di partecipanti.
Che avremmo raccolto 5.000.000 di firme.
In questi 5 mesi poi ne sono successi di tutti i colori: il lodo Alfano, gli attacchi alla magistratura, al sindacato, al parlamento, alla scuola, ai salari. E noi abbiamo provato a chiedere E adesso possiamo manifestare ? No No aspettate. Aspettate il 25 ottobre. Vedrete Vedrete.
Ma quelli stanno manifestando.
Si ma quelli non contano. Quelli sono giustizialisti.
Vedrete Vedrete come si manifesta.
Poi il 25 ottobre è arrivato e dopo tanti preparativi, annunci, spese, abbiamo c’è stata la famosa manifestazione.
Questa sì che è stata una manifestazione. Altro che 8 Luglio.
Questa volta sul palco non c’erano comici, giornalisti, scrittori.
Questa volta le cose sono state fatte come si deve.
Il rituale è stato perfetto.
Il pontefice al microfono e i cardinali sullo sfondo.
Ma siamo sicuri che oggi il PD sia più forte di tre giorni fa ?
Siamo sicuri che se oggi facessimo un sondaggio registreremmo più consensi di una settimana fa ?
L’Italia è migliore di chi la governa !
Ma siamo sicuri che era proprio questo che la gente voleva sentire ?
La gente oggi non crede a quello che dice Berlusconi ma temo che alla gente non interessino neanche certi slogan di Veltroni.
Ho paura che anche questo sia un punto a favore di Di Pietro.
Altro che “8 Luglio visto come è andata”
mario
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 160
Iscritto il: 21/06/2008, 13:47

La politica del disprezzo del premier

Messaggioda franz il 27/10/2008, 9:20

L'ANALISI. La manifestazione del Circo Massimo ha aperto
lo spiraglio di una fase nuova di una politica diversa

La politica del disprezzo del premier
e "l'assedio democratico" del Pd

La reazione di Berlusconi è l'indizio della inquietante deriva imboccata
di MASSIMO GIANNINI

SOLO nella "democrazia dell'applauso" che Berlusconi gradisce può succedere che la voce di una piazza, sicuramente severa ma serena, venga tacitata con uno spregevole "frottole e insulsaggini". Solo nell'"Impero dell'assenso" cui il Cavaliere ambisce può accadere che alla critica di un oppositore, sicuramente aspra ma legittima, si risponda con uno sprezzante "si riposi e ci lasci lavorare".

Come se nel sano gioco democratico non fosse proprio questa la funzione dell'opposizione: incalzare e insidiare ogni giorno la maggioranza, e non certo restare seduta in panchina per cinque anni, ad osservare immobile le giocate del "manovratore" e ad aspettare in silenzio che arrivi il fischio di fine legislatura.

Eppure è esattamente questa la realtà in cui vive questo Paese, degradato da un quasi Ventennio di berlusconismo dominante. La reazione del presidente del Consiglio alla grande manifestazione organizzata dal Pd al Circo Massimo è l'ennesimo indizio di quale deriva inquietante abbia imboccato il "premierato di comando" del Cavaliere. Nelle sue parole infastidite c'è una visione tecnicamente "totalitaria" della dialettica politica. Non c'è solo l'insofferenza verso ogni forma di dissenso. C'è anche l'intolleranza verso quello che Antonio Gramsci chiamava "l'assedio democratico" che le forze che ambiscono a governare, attraverso la critica incisiva e la proposta alternativa, devono portare a chi governa.

E invece è proprio questo che si è verificato sabato scorso, al Circo Massimo.
Un buon esercizio di "assedio democratico". Walter Veltroni ha riconquistato un pezzo importante dell'agorà. Cioè proprio di quello spazio, politico e pubblico, che il Cavaliere vorrebbe appunto ridotto all'assenso, o al silenzio. Già solo per questo l'evento è stato un successo per il leader che l'ha voluto, e un segnale per il Paese che l'ha osservato.

Il Pd ha dimostrato di esistere innanzi tutto a se stesso, attraverso una grande partecipazione popolare che rinsalda un legame sancito dalle elezioni primarie. Ma lo ha dimostrato anche all'Italia, attraverso un atto di fiducia collettiva che squarcia il velo del conformismo imperante ed apre almeno uno spiraglio alla speranza di una fase nuova e di una politica diversa, che può esistere al di là del "pensiero unico" della destra. Ci sarà modo e tempo per rispondere alle tre domande cruciali, che tuttora pendono sul Pd e che Veltroni ha lasciato in sospeso.

La prima domanda riguarda il rapporto con la società.
Come si può ritornare a parlare a quella vasta area del Paese che ti ha voltato le spalle? Se è vero che "l'Italia è migliore della destra che lo vuole rappresentare", è purtroppo altrettanto vero che il Paese ha liberamente scelto di farsi governare proprio da questa destra "peggiore". Il centrosinistra non può non riflettere su questo, se non vuole archiviare il 25 ottobre come una prova di forza, magnifica ma autoreferenziale, e non vuole rifugiarsi nel porto sicuro, nostalgico ma minoritario, della berlingueriana "diversità".

L'ingranaggio tendenzialmente illiberale della macchina di potere berlusconiana (dominio politico-controllo economico-monopolio mediatico) è un problema enorme. Ma da solo non basta a spiegare il consenso "nordcoreano" riconosciuto al Cavaliere persino dal New York Times.

La seconda domanda riguarda il rapporto con la maggioranza. Se la natura di questa destra al governo è così rozza e imperiosa secondo la descrizione di Veltroni, così dura e dispotica secondo la reazione del premier, come si può continuare a parlare di "dialogo"? Berlusconi ha tutto l'interesse a usarlo come "termometro ideologico", per misurare tutti i rialzi di temperatura della sinistra e per denunciarne la presunta "febbre anti-democratica".

Veltroni ha tutto l'interesse a sfilarsi da questo trabocchetto politico: il Pd ha deve alzare la voce ogni volta che serve, e recuperare la sua capacità di proposta, distinta e diversa. Il dialogo può essere un buon "metodo" solo se chi lo invoca ne rispetta le regole. E soprattutto se, attraverso di esso, si raggiungono accordi migliorativi nel "merito". Ma che dialogo c'è con un premier che dichiara "facinorosa" la tua piazza composta, e respinge con un "me ne frego" qualunque offerta di collaborazione sulle misure anti-crisi? Che dialogo c'è con un ministro che definisce "campagna terroristica" la tua protesta pacifica sulla scuola, e rifiuta qualunque modifica al suo decreto? Il riformismo è modernizzazione della società, ma è anche conservazione dei valori repubblicani.

La terza domanda riguarda il rapporto con le opposizioni. Come si può rielaborare una strategia delle alleanze, riaprendo il confronto con Idv e sinistre, e provando a gettare un ponte verso l'Udc? E' un triplo salto mortale. Ma proprio il messaggio forte arrivato dal Circo Massimo consente l'azzardo. Se il Pd gioca le sue carte a viso aperto nella sua metà del campo, con la forza di un profilo identitario che respinge il massimalismo ma con il coraggio di un progetto radicalmente alternativo a quello della destra, può fare sua l'intera posta.

La prova è nelle parole concilianti di Di Pietro, che ora definisce la piazza veltroniana "la mia casa". E' la prova che sbaglia chi confonde il riformismo con la moderazione. Tanto più al cospetto di una "dittatura della maggioranza" così pervasiva, il riformismo deve coniugare responsabilità, compatibilità, ma anche radicalità. Lo slogan "un'altra Italia è possibile" non può diventare una scorciatoia nella suggestione anti-globalista e alter-mondialista. Ma il senso di questa festa del 25 ottobre dimostra che "un'altra politica" non solo è possibile, ma è necessaria.

Metterla responsabilmente in campo, ed opporla fermamente alla destra, è da oggi in poi la missione del Pd. Ma a condizione che i suoi leader smettano di indulgere nelle rituali pratiche di cannibalismo interno, ed inizino finalmente a dimostrarsi all'altezza del compito che le centinaia di migliaia di persone presenti al Circo Massimo gli hanno affidato. Per una sinistra riformista non ci sarebbe stagione più propizia di quella in cui bruciano, in un gigantesco falò delle vanità, gli immensi "valori di carta" del turbo-capitalismo moderno.

(27 ottobre 2008)
http://www.repubblica.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Ma il premier teme il calo di consensi

Messaggioda franz il 27/10/2008, 9:28

IL RETROSCENA. Il Cavaliere ne ha parlato con Tremonti
chiedendogli uno sforzo per aumentare il potere d'acquisto

Ma il premier teme il calo di consensi
"Walter cavalca la crisi e la scuola"

di CLAUDIO TITO

ROMA - "Gliel'hanno detto a Veltroni che nelle banche ci sono i risparmi degli italiani? Gliel'hanno detto che io sto facendo esattamente quello che fanno in tutti gli altri paesi? Gliel'hanno detto che se il governo non difende gli istituti di credito crolla l'intero sistema? Ma si rende conto di dire delle cose assurde?". Quando ha letto la sintesi del comizio del segretario Pd al Circo Massimo, Silvio Berlusconi si trovava ad Astana, la capitale del Kazakhstan.

La sosta tecnica di sabato notte al rientro da Pechino si era trasformata in una breve visita ufficiale con tanto di cena formale con il presidente kazako Nazarbayev. Lo scalo allora gli ha consentito di ricevere tutti i fax e le "brutte notizie" da Roma. Le parole del leader Pd gli hanno mandato di traverso la cena. In particolare gli attacchi sulla situazione economica e sulla crisi dei mutui. Allora, con lo staff che lo accompagnava sul velivolo dell'Aeronautica militare, non ha fatto niente per nascondere la rabbia. "Non possiamo lasciare che tutto passi senza una risposta. Domani parlo io".

E già, perché l'attenzione di Palazzo Chigi su quel versante è altissima. Il presidente del Consiglio monitorizza gli umori della gente con continui sondaggi ed è convinto che l'"emergenza portafoglio" sia l'unico fronte che può incrinare la cosiddetta "luna di miele". Quella sintonia con gli elettori che gli ha permesso fino ad ora di incassare indici di popolarità piuttosto alti.

Eppure, la bufera finanziaria qualcosa ha cambiato nell'umore degli italiani. "I sondaggi che cita Veltroni sono del tutto falsi - ripete ai suoi -. Quel calo del 18% non esiste". Ma anche a Via del Plebiscito temono che il combinato disposto tra la "protesta scolastica" e le difficoltà economiche possano invertire il trend. Qualche preoccupazione, del resto, l'ha provocata anche l'ultimo sondaggio di Mannheimer che segnala una certa flessione. A Via del Plebiscito non è ancora suonato l'allarme rosso, ma è la prima apprensione che si manifesta da maggio.

Non è un caso che ieri sera, il premier abbia parlato proprio dei sondaggi con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. E non è nemmeno un caso se, pur sbattendo la porta in faccia all'opposizione, l'abbia tenuta ben aperta nei confronti del sindacato. Anche della Cgil. Berlusconi vuole infatti evitare che il Pd diventi il portabandiera delle famiglie in difficoltà, il portavoce di chi non arriva alla quarta settimana. Sta quindi cercando di capire con Tremonti se sia in qualche modo realizzabile la proposta formulata un paio di settimane fa dalla Confcommercio: detassare le tredicesime.

Un'ipotesi complicatissima per il Tesoro, ma il presidente del consiglio sta insistendo per una misura che tocchi almeno i redditi più bassi. Anche perché una manovra in questo senso, a suo giudizio, piazzerebbe il Pdl con il vento in poppa nella campagna elettorale per le prossime europee di maggio. O almeno renderebbe stabile la tendenza a non trasferire verso il Pd il voto dei "delusi" dal governo.

"Altro che difendere le banche - si è allora sfogato ieri anche sull'aereo in volo da Astana - io difendo i soldi degli italiani. So bene che la situazione è quella che è, ma facciamo tutto il possibile". Così ai ministri che ha sentito per concordare l'affondo di ieri pomeriggio, ha di nuovo ribadito che un dialogo con il centrosinistra allo stato è impossibile. "Quello - si è ancora lamentato di Veltroni - mi accusa di guidare il Paese come un consiglio di amministrazione, ma non sa di cosa parla. Io concordo sempre tutto con ciascun alleato".

Ma il suo vero chiodo fisso sembra soprattutto Antonio Di Pietro. "Mi chiedo? Dopo tutto quello che gli ha combinato, come fa Veltroni a manifestare con quello lì? A cosa gli serve tornare insieme all'Italia dei Valori? A cosa gli serve usare quel linguaggio?". A suo giudizio, infatti, l'ex pm resta "il vero problema del riformismo italiano". Senza contare che l'abbraccio tra "Walter e Tonino" può risultare fatale per quanto riguarda la Rai. In questo clima, il premier scommette ben poco sull'accordo per eleggere il nuovo presidente della commissione di Vigilanza. "A meno che il Pd non si decida a ragionare".

Della manifestazione del Circo Massimo, poi, ha parlato pure con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Ha preso atto che tutto si è svolto pacificamente ammettendo che sotto il profilo della partecipazione "a Veltroni non è andata male". Ma fin dalla scorsa settimana il Cavaliere era certo che la piazza sarebbe stata riempita e che non si sarebbe trattato di un flop. Pure il titolare del Viminale, però, gli ha confermato i dati forniti dalla questura: "ad ascoltare il leader democratico non c'erano più di 300 mila persone".

Con i "fedelissimi", poi, è tornato a ricordare gli incontri avuti a Pechino. I contatti con i leader di tutto il mondo. I colloqui con il governo del Kazakhstan dove l'Italia ha "interessi enormi" a cominciare dall'Eni e da Unicredit. L'agenda internazionale del prossimo anno che prevede missioni in Giappone, Vietnam, Corea del Sud, Cina e India nei primi mesi del 2009. "Poi torno qui a Roma - ha allargato le braccia dinanzi a tutti i suoi interlocutori - e devo assistere a questa vecchia politica".

(27 ottobre 2008)
www.repubblica.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda pierodm il 27/10/2008, 10:08

Che l'Italia non sia affatto migliore di chi la governa è un fatto semplice semplice da dimostrare: basta leggere quello che ha detto Franz, che sembra forse troppo semplice per essere accettato - qualche volta bisogna pure prendere atto dell'evidenza, senza troppe elucubrazioni.

Molto interessante l'articolo di Giannini.
Però dobbiamo registrare il fatto nudo e crudo che il PD non ha molti margini di manovra, che non prevedano una grande collaborazione di circostanze favorevoli e rivolgimenti dell'opinione pubblica.
Il fatto è che si è raffazzonato un sistema politico, passando dal proporzionale al maggioritario bipolare, senza una riforma adeguata del parlamento e delle istituzioni di garanzia: guazzabuglio era prima, e guazzabuglio è dopo, cioè adesso.
Solo che il guazzabuglio proporzionale era, per sua stessa natura, più lento e controllabile nei suoi aspetti negativi.

L'affermazione di Berlusconi - " si mettano l'animo in pace, ho vinto e governerò per cinque anni, vadano a riposarsi " - è demenziale, ma è allo stesso tempo crudamente rappresentativa di questo sistema.
A me sembra - certo non da oggi - evidente che insieme con il concetto di "governabilità" bisogna ragionare anche sull'equilibrio dei poteri e con la possibilità di interferire nel merito delle scelte politiche, e non lasciare che ogni cautela, ogni eventuale cambio di rotta sia affidato ai sondaggi d'opinione ufficiosi.

A questo proposito, da qualche tempo noto che è scomparso dai discorsi della sinistra - dei suoi leader - ogni riferimento al sistema istituzionale ed elettorale, dopo che questo era stato uno dei motivi che riempivano pagine e pagine di documenti più o meno congressuali.
Sarà anche vero che "questi non sono temi che interessano la gggente", ma niente impedisce che siano pensati e trattati sia i temi istituzionali, sia quelli che interessano la gggente: perfino i più modesti PC sono multitasking.
E poi, diciamolo chiaramente. questi temi non interessano la gggente che vota a destra, compresi quei margini teoricamente "moderati" che si ipotizza di strappare dalle suggestioni berlusconiane, mentre interessano molto l'elettorato di sinistra. A parte il fatto, sul quale non insisto nemmeno, che sono temi obiettivamente importanti, che puoi anche sbattere fuori dalla porta, ma che rientrano ostinatamente dalla finestra.

Comunque, per definire con una sola immagine tutta la faccenda della manifestazione di sabato, diciamo che per l'ennesima volta si è dimostrato che una nota positiva, per questo centro-sinistra, viene sempre e soltanto dai suoi elettori e sostenitori.
Che siano stati trecentomila o tre milioni, sono loro i veri e gli unici protagonisti di sabato, e che continueranno ad esserlo anche nel futuro. Almeno, fino a quando reggerà la pazienza.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda ranvit il 27/10/2008, 11:57

Certo, la manifestazione di sabato è stato un fatto positivo per il Pd.
Una grossa mano è arrivata dalla crisi economico-finanziaria (purtroppo) e dalla protesta degli studenti.
Ma restano tutti i problemi di mancanza di identità, di progetto politico e di mediocre rappresentanza del personale politico.
Non a caso i sondaggi danno in calo sia la maggioranza che l'opposizione.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda Paolo65 il 27/10/2008, 12:29

Ho acsoltato quasi per intero il discorso di Veltroni su Sky è la delusione è stata profonda, mista ad un grande imbarazzo perchè da uno come lui mi aspettavo altro...ben altro.

Siccome non lo ritengo un incompetente ho capito che il discorso di Veltroni era tarato su ciò che voleva ascoltare una certa opposizione: solo critiche aspre verso il premier e la DX.

Un discorso quello di Veltroni che seppur ammorbidito nei toni e nella forma, sarebbe stato bene in bocca a Di Pietro o alla sinistra radicale(tolti i richiami agli USA ecc).

Proposte zero,o quasi.

Insomma, una chiamata alla piazza moderata e poco altro.

Se sono contenti quelli che criticavano Veltroni per i presunti inciuci, oggi non lo sono chi come me vorrebbe un leader ed un PD propositivo, aspramente critico con il governo sulla base di proposte in carne ed ossa.

Ha fatto e detto bene Cacciari a non venire a Roma, affermando che lasciava ben volentieri ai "populisti" la scena: Berlusconi da una parte e Veltroni dall'altra.

Ormai non resta che aspettare qualche debacle della DX e di Berlsuconi,perchè da questo PD e da questo leader, visto il suo nuovo corso molto diverso dal discorso del Lingotto, non mi aspetto molto di più.

A mio parere i migliori nell'opposizione sono i Radicali, e forse dell'intero quadro politico di questo paese.

Ma non contano nulla quindi....

Paolo
Paolo65
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 693
Iscritto il: 15/07/2008, 14:23

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda pierodm il 27/10/2008, 18:58

Vorrei chiedere a Paolo: che cosa avrebbe dovuto fare Veltroni?
Mettersi a leggere un documento di trecento pagine, spiegando punto per punto quali leggi, quali riforme farebbe se fosse al governo, complete di cifre, scadenze e dettagli?
Un lavoretto del genere è stato fatto, con l'ultimo programma elettorale: non sembra che gl'italiani ne siano rimasti folgorati, sebbene fosse pubblicato in libro, con la comodità di leggerlo seduti in poltrona.
Una predicazione del genere fatta in una manifestazione di piazza avrebbe ammazzato la folla, con i camion della NU che passavano in tarda serata a caricare con la pala i corpi addormentati.

Ma, a parte le ragioni di opportunità, questa faccenda della "costruttività" sta cominciando ad essere una litanìa senza molto significato.
I provvedimenti "di governo" si prendono quando si è al governo. Come dire che si governa quando si governa, dato che il governare non è fatto solo di disegni di legge, ma di decreti, gestione delle istituzioni, nomine, relazioni con gli attori sociali, relazioni internazionali, etc: una rete di azioni più o meno coordinate.
Azioni, cioè prassi. Non a caso il governo è chiamato "esecutivo".
Il "governo dall'opposizione" è una figura astratta, buona solo per fare polemiche interne.

Tuttavia, prendiamo da questa litania quello che c'è di buono, magaro sottinteso: per esempio, l'invito ad uscire dalla genericità.
In effetti - fermo restando che le elezioni non si vicono per i programmi dichiarati, ma per l'identità, che possiamo chiamare i "programmi impliciti" - il problema è che "essere propositivi" deriva dalla propria storia, da un'immagine costruita nel tempo.
Il PD non ha una storia, e anzi è fondato esattamente sul superamento delle storie precedenti.
Veltroni non lo dice come lo dice e lo ripete McCain (io non sono Bush) che "lui non è Prodi", oltre a non essere nemmeno l'ereede del PCI o della DC, e tutto sommato nemmeno dell'Ulivo, proprio perché sa bene che viene recepito esattamente come erede di tutto questo insieme. Non lo dice direttamente, ma vuole farlo intendere.

Quindi Veltroni non gode della "proposività storica" o d'immagine, implicita in un curriculum politico di partito.
E nemmeno può costruire a freddo un castello di propositività, o meglio, vorrebbe, ci prova, ma questo non funziona più di tanto.
Per ciò Veltroni ha scoperto che "fare opposizione dura" è l'unico modo concreto ed efficace per svolgere la funzione più immediata che gli assegna la sorte, e allo stesso tempo per costruire a mano a mano un'immagine propositiva.
Se l'opposizione si fa in modo intelligente - vale a dire dicendo "no" e spiegando il perché - automaticamente si afferma, o si lascia intendere, quella che è la propria posizione propositiva su molte questioni.
Su altre questioni la propria posizione è completamente alternativa, riferendosi ad una strategia assolutamente diversa, che può essere solo accennata - è il caso del complesso intrecio tra tagli alla spesa, tasse, incentivi, etc
In altri casi - non pochi - diciamo pure che le proposte o i programmi alternativi (impliciti, espliciti, accennati, scritti o orali) sono tanto opportuni, quanto probabilmente impopolari, e quindi assai poco pronunciabili in un regime di campagna elettorale permanente.

Assistendo in diretta al confronto Obama-McCain. ho vito che il democratico ha conosciuto le maggiori difficoltà quando ha dovuto accennare al problema delle tasse, perché non aveva una posizione così elementare come quella del repubblicano, e assai più difficile da descrivere, sia nella misura in sé, sia nelle conseguenze positive indirette.

La mia critica al PD e a Veltroni, d'altra parte, coincide con l'accusa di scarsa concretezza, proprio nel senso di una voluta e ricercata vaga identità, che si è cercato di compensare con l'adozione di vasti documenti programmatici difficili da elaborare, da spiegare e da capire.
Ma questo è un altro discorso, o meglio, il discorso che viene prima degli altri.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: successo della manifestazione PD a Roma

Messaggioda franz il 27/10/2008, 19:21

pierodm ha scritto:Vorrei chiedere a Paolo: che cosa avrebbe dovuto fare Veltroni?
Mettersi a leggere un documento di trecento pagine, spiegando punto per punto quali leggi, quali riforme farebbe se fosse al governo, complete di cifre, scadenze e dettagli?
Un lavoretto del genere è stato fatto, con l'ultimo programma elettorale: non sembra che gl'italiani ne siano rimasti folgorati, sebbene fosse pubblicato in libro, con la comodità di leggerlo seduti in poltrona.

Un attimo, forse ti confondi con il programma dell'Unione. 200 e passa pagine. Anno Domini 2006.
Quello del PD 2008 era scarno, una serie di slides concise, contenenti tra l'altro uno strafalcione grammaticale.
Orrendo a maggior ragione perché nella pagina che parlava di riforma della scuola.
Segnalato piu' volte da piu' fonti, non è mai stato corretto, a testimonianza per i posteri di una sostanziale incapacità organizzativa.
E se non si è capaci di correggere un errore (a tutti puo' capitare di farli ma reagire su segnalazione è un must) figurati se si è capaci di governare. E di fare opposizione.
Ma a parte questo cosa deve fare una opposizione se non fare proposte?
Possibilmente diverse da quelle del governo?

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 17 ospiti