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Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

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Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

Messaggioda matthelm il 12/11/2013, 17:34

Inutile sminuire: si è voluto mettere il Pd di fronte al fatto compiuto. La questione non riguarda solo i cattolici. Vogliamo discuterne?

La decisione di Guglielmo Epifani di organizzare a Roma il prossimo congresso del Pse, supponendo dunque l’affiliazione del Pd al Pse, è un errore sotto diversi punti di vista. Innanzitutto è un atto politicamente illegittimo perché non è stato assunto da un organo collegiale competente: non si può gridare allo scandalo per l’ipotesi futura dell’“uomo solo al comando” e poi arrogarsi il titolo di assumere in solitudine una scelta che modifica la natura del partito: chi non è d’accordo in quale sede può dirlo?
Ma, si obietta, dal punto di vista formale la scelta definitiva sarà presa dalla prossima assemblea nazionale del partito. E, allora, si attenda quella discussione e quella decisione e poi, se sarà positiva, si dichiarerà la disponibilità del partito a ospitare il congresso del Pse. No, è inutile tentare di sminuire, qui si è voluto mettere il partito di fronte al fatto compiuto.
Capisco pure il dato che sia Epifani che Pittella a suo tempo facevano parte della federazione giovanile del Pse in quota Psi e, l’attuale dirigente esteri del Pd, Giacomo Filibeck, ne è stato segretario, ma qui non si tratta di organizzare un bel “ritorno a casa” come se in questi sei anni di vita il Pd avesse scherzato. C’è una ragione se sin dall’inizio il Pd, guidato da un segretario che pure era stato segretario dei Ds, Walter Veltroni, dichiarò di collocarsi inequivocabilmente nel campo democratico e riformista europeo senza però entrare nel Pse.
Il Pd aveva allora l’ambizione, in Italia e in Europa, di dar vita a un partito “nuovo”, post-ideologico, pluralista, riformista, euro-federalista e, ovviamente, democratico anche nella sua vita interna. Che senso avrebbe avuto rinunciare alle vecchie ragioni sociali (alle vecchie ditte, avrebbe detto Bersani) se non ci si lasciava guidare da questa ambizione? Tanto valeva restare quali si era (Ds, Margherita, Liberal e Socialisti) e semmai federarsi.
Che è successo di diverso ora per rinunciare a quella ambizione? Si ritiene che sia superata, che non ci sia più bisogno di questa novità e che, dunque, occorra «tornare alle radici» (Epifani), che non ci sia più necessità di superare le forme politiche del Novecento, che occorra cioè entrare in un partito europeo i cui attuali membri ci stanno con sempre maggiore disagio e con la consapevolezza di essere prigionieri in un contenitore in crescente allontanamento dalla realtà?
Come si vede la questione non riguarda i cattolici del Pd, ma dovrebbe riguardare tutti quelli che hanno creduto nel “mito fondativo” del partito nuovo. Non è necessario evocare Pietro Scoppola e Michele Salvati che avevano predetto che ove si fosse arrivati a questo punto, si sarebbe messa una pietra tombale sul Pd.
C’è veramente ora qualcuno che pensa che per uscire dalle attuali difficoltà «dobbiamo tornare là dove non siamo mai stati» (è un bel verso di Giorgio Caproni)? C’è qualcuno che pensa che dobbiamo diventare come i gloriosi Partiti socialisti del Novecento che oggi perdono quasi ovunque in Europa?
Ma, si obietta, tutto questo è vero, però se si vuole contare occorre entrare in un grande partito player (grande?, player?). Precisiamo allora che di questi presunti grandi attori europei c’è traccia soltanto, e non a caso, nel dibattito politico italiano, dove la debolezza della politica cerca coperture altrove piuttosto che guardare in faccia le proprie responsabilità. I partiti europei sono oggi castelli di carta.
Mi piacerebbe chiedere ai membri della direzione nazionale del Pd chi di loro conosce il nome dell’attuale segretario bulgaro del Pse: sarebbero meno della dita di una mano, e ciò dice tutto. Le cosiddette famiglie politiche sono nient’altro che i gruppi presenti nel Parlamento europeo, e lì noi ci stiamo “felici e contenti”, associati al vecchio gruppo Pse che, proprio a causa di quella associazione, ha accettato di trasformarsi in gruppo dei “Socialisti e Democratici”. Cos’altro c’è da cambiare, da aggiungere, e perché non si capisce.
Ma, si dice ancora, al congresso Pse della primavera prossima c’è da scegliere il candidato alla presidenza della Commissione europea. A parte il fatto che risulta che il Pd abbia già sottoscritto (chi l’ha deciso?), insieme ad altri 18 partiti socialisti nazionali, la candidatura di Schulz, mentre i partiti socialdemocratici dei paesi nordici preferivano quella del primo ministro danese e Jacques Delors quella del francese Pascal Lamy. Vogliamo discuterne?
Dovrebbe essere chiaro a tutti che, stando ai vigenti trattati, il presidente continuerà ad essere scelto dai capi di governo a prescindere dalle indicazione dei partiti e che lo stesso Schulz dovrebbe essere designato dalla Merkel quale commissario. Ciò detto, il prossimo presidente della Commissione europea, se sarà Schulz, sarà il presidente voluto dalla Merkel. Pensiamo che questa sia la strada ideale per andare oltre un’Europa germano-centrica?
Ancora: tutti sappiamo che la maggiore insidia al prossimo Parlamento europeo è rappresentata dal probabile ingresso di un “esercito” del 20 per cento di partiti euro-ostili, che renderà molto difficile il governo dell’assemblea e che costringerà l’invenzione di nuovi aggregati e nuove alleanze, purtroppo anche nuovi compromessi, che potranno essere attutiti e bilanciati solo se le posizioni euro-federaliste avranno la possibilità di esprimersi ad alta voce e non di essere imprigionate in contenitori ambigui come è sicuramente oggi il Pse.
Queste sono le ragioni per le quali vorrei che la dirigenza del Pd, a partire dal suo segretario, comprendessero che la scelta dell’affiliazione al Pse è a mio avviso semplicemente dannosa, per il Pd e per la sua credibilità in Italia e in Europa. Ovviamente tutto è opinabile, ma occorrono sedi in cui opinare.
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Re: Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

Messaggioda pianogrande il 12/11/2013, 20:04

Si parla di PSE come gruppo parlamentare al parlamento europeo?
Ma, a prescindere dall'opinione di aderire a che cosa, è proprio obbligatoria questa scelta?
Non abbiamo abbastanza guai?
Se nel PD ci sono sia ex democristiani che ex socialisti che ex comunisti e quant'altro, non si potrebbe prenderne atto e non aderire a nessun gruppo al parlamento europeo?
Se non esiste un gruppo soddisfacente, non ne esiste uno indipendente o la possibilità di starsene per conto proprio?
Sono fiducioso perché continuo a pensare che il parlamento europeo sia più avanzato di noi.
Meno male che il governo non deve aderire a niente se no un gruppo di destro sinistra credo sarebbe introvabile.
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Re: Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

Messaggioda Robyn il 12/11/2013, 20:40

La collocazione europea non è una cosa semplice e superficiale.In passato è stato il Pse a non voler aderire a nessuna alleanza di csx.Anche se il Pse non è più il Pse di una volta,mostra in Europa delle insufficenze.Per esempio si potrebbe fare un 'alleanza di csx con i partiti liberaldemocratici e cattolici.Dal momento che non esistono più identità culturali accentuate si potrebbe dare vita più che ad una famiglia ad una federazione e chiamarla APE "alleanza per l'europa"e metterci una bella rosa in parte rosa e in parte bianca come simbolo abbandonando il termine dei democratici e dei socialisti.In Europa le cose sono diverse possono esserci le premesse per questa alleanza e per dare una risposta alla crisi
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Re: Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

Messaggioda cardif il 12/11/2013, 21:44

http://video.repubblica.it/dossier/il-p ... 061/144581
Epifani: "L'Europa per noi non finisce alle Alpi, finisce nel Mediterraneo; e per questo abbiamo bisogno di pretendere e chiedere un'Europa diversa. .... In questo modo noi sapremo adempiere a quella che è la nostra responsabilità: un grande partito nazionale, un grande partito europeo. E avremo, tra fine febbraio e i primi di marzo, anche l'onore e la responsabilità di organizzare a Roma il congresso del Pse per la prima volta; ed è un segno di una appartenenza che dice quali sono le nostre radici e i nostri legami"

L'8 dicembre prossimo con le primarie verrà scelto il nuovo Segretario del prossimo PD, anche da coloro che non sono del Pd (e questa è proprio bella).
Il congresso del Pse si farebbe a febbraio-marzo 2014, col Nuovo Pd e il nuovo Segretario.
Per ora i concorrenti sono tutti d'accordo. Anche Renzi (anche se per motivi suoi).
Quindi, poiché certamente vincerà uno dei concorrenti, il congresso del Pse si farà; sempre se poi il vincitore non cambierà idea. In tal caso c'è tutto il tempo per disdire.
Epifani sarà fuori, per cui ora ha fatto un passo più lungo della gamba, secondo me.
Non sono d'accordo Fioroni, Castagnetti, e pure Franceschini.
Il problema è il solito: è che il Pd non si riesce a fare: c'è sempre la solita divisione che non si supera tra Pds e Margherita, anche se Rutelli è uscito (ed è scomparso).
Niente da fare. E' questo il problema di fondo.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

Messaggioda pianogrande il 12/11/2013, 23:01

Il PD è in una fase di transizione.
Ne prenda atto (il che non significa subire ma lavorare per accelerare questa transizione).
In un grande partito non ci può essere il pensiero unico, si deve lavorare per la migliore mediazione e poi agire.
Al momento non si riesce né a nascere né a morire.
Comunque, se la mediazione non è il PSE, ma chissenefrega!
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

Messaggioda flaviomob il 13/11/2013, 1:36

Consultino gli iscritti e, se la maggioranza vuole entrare nel PSE, si definisca finalmente il collocamento nel contesto europeo, che dovrebbe essere "quello che conta" in una vera Europa federale.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Epifani deve capire che affiliarsi al Pse è dannoso

Messaggioda Robyn il 13/11/2013, 14:13

L'Ulivo è un disegno molto organico unitario e chi parla di radici per riportarci alle vecchie case compie uno sfregio sulla democrazia.La differenza è che ferma l'organicità e l'unitarietà dell'Ulivo le forze che hanno dato vita all'Ulivo hanno provenienze diverse popolari,ds,quindi questa diversa provenienza crea il problema della collocazione europea.La stessa cosa è per un paese che per paura di perdere le sue radici non guarda al futuro.Le radici và bè fino ad un certo punto ma bisogna guardare avanti,saper cambiare,la società non è statica la destra e la sinistra non sono statiche
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