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La disfatta del Nord

MessaggioInviato: 27/09/2013, 1:27
da flaviomob
La disfatta del Nord

Ho appena finito di leggere l’importante libro di Filippo Astone “La disfatta del Nord” e credo sia un fondamentale manuale politico per la classe dirigente padana. Dentro c’è il manuale delle cattive pratiche del nord e dei suoi amministratori in questi ultimi anni, con tutte le dannazioni delle esasperazioni leghiste e formigoniane. Leggendolo mi viene da pensare a quanto poco siamo riusciti a comprendere con ampiezza un fallimento culturale oltre che amministrativo.

Nel 1994 la nuova classe dirigente leghista e berlusconiana calava su «Roma Ladrona» con il preciso intento di risolvere la questione settentrionale e con essa tutti i mali del Paese. Celebrando le virtù del libero mercato, del lavoro e dell’imprenditoria, il nuovo potere nordista proclamava di voler cancellare decenni di centralismo, inefficienza e corruzione partitocratica.
A vent’anni di distanza non solo i leader del Nord non hanno imposto i loro presunti valori al resto d’Italia ma paiono averli dimenticati. Alla meritocrazia si è sostituito il nepotismo, alla concorrenza i favori personali, al libero mercato i sistemi di potere foraggiati con i soldi pubblici, all’austera operosità borghese una sfacciata rincorsa alle ricchezze, all’onestà i legami più o meno consapevoli con la criminalità organizzata.
Passando da Maroni a Formigoni, da Monti a Tosi e Ponzellini, dalla Lega a Comunione e Liberazione; tra banche che finanziano gli amici anziché le piccole imprese, grandi aziende pronte a fuggire all’estero, ricchezze accumulate a scapito della salute dei cittadini e amministratori che antepongono gli interessi privati al bene collettivo, Filippo Astone sfata definitivamente il mito dell’efficienza settentrionale.
La disfatta del Nord ripercorre passo dopo passo l’inesorabile corsa verso il declino economico, politico e morale delle regioni che pretendevano di guidare il riscatto del Paese ma hanno finito per scoprire che Meridione e Settentrione non sono poi così diversi e che esiste solo un’eterna, irrisolta questione italiana.

http://www.giuliocavalli.net/2013/09/26 ... -del-nord/
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PS Oggi due titoli dalla cronaca locale monzese. Il primo: pare che un gruppo di ragazzi in un quartiere di Monza si diverta a sparare addosso ai passanti (!). Il secondo: nuovi arresti per mafia nel capoluogo brianzolo.
http://www.monzatoday.it/cronaca/baby-c ... monza.html
http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cro ... in_italia/
http://www.monzatoday.it/cronaca/mafia- ... herio.html

Re: La disfatta del Nord

MessaggioInviato: 27/09/2013, 7:55
da franz
flaviomob ha scritto: Celebrando le virtù del libero mercato, del lavoro e dell’imprenditoria, il nuovo potere nordista proclamava di voler cancellare decenni di centralismo, inefficienza e corruzione partitocratica.
A vent’anni di distanza non solo i leader del Nord non hanno imposto i loro presunti valori al resto d’Italia ma paiono averli dimenticati. Alla meritocrazia si è sostituito il nepotismo, alla concorrenza i favori personali, al libero mercato i sistemi di potere foraggiati con i soldi pubblici, all’austera operosità borghese una sfacciata rincorsa alle ricchezze, all’onestà i legami più o meno consapevoli con la criminalità organizzata.

Questo è il problema che fa girare le palle a molti del centrodestra.
Presentarsi con un obiettivo (libero mercato, merito etc) e vincere, .... poi fare l'opposto. Clientele, favoritismi, corruzione, legami con le mafie. Ma intendiamoci, hai ragione a dire che c'è un'irrisolta questione italiana, perché in alcune regioni in cui invece vinceva o vince il centro sinistra, sono successe cose simili. Ci si presenta sotto le bandiere della solidarietà, del bene comune, del lavoro, ... poi quello che è successo un po' nel lazio, in campania, in abruzzo in puglia (con denominatore comune la sanità ed i soldi che le girano attorno, come in lombardia) dimostra che sono tutti bravi a predicare ma poi si razzola in malo modo. E gli elettori non sanno piu' che santo pregare.
Unica eccezione, meritevole e da sottolineare, rimane il centro tosco-emiliano-romagnolo-umbro.
Problemi ce ne sono ovunque ma quella appare la parte piu' sana del paese.
Sperando che duri.