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Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda franz il 03/09/2013, 9:03

Pubblicato: Lun, 02/09/2013 - 15:15 • da: alberto bisin

da Repubblica del 9 agosto 2013

SI FA un gran parlare in questi giorni di fine della recessione e ritorno alla crescita. Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, noto per la pacatezza e il controllo, ha dichiarato ieri: «Siamo a un punto di svolta del ciclo». Le ragioni di questo ottimismo sono molteplici e reali.

Idati Istat sembrano segnare un rallentamento nel calo del Pil, la fiducia di imprese e consumatori è in aumento, e così la produzione industriale. Questi dati congiunturali relativamente favorevoli non sono ovviamente il prodotto della politica economica interna. Nel corso della recessione l'Italia non è stata in condizione di operare una politica di domanda aggregata, al contrario ha dovuto rientrare fiscalmente, a causa della drammatica situazione di bilancio in cui si trova da tempo (in un certo senso questa situazione è proprio il frutto di una irresponsabile politica di domanda passata).

La congiuntura favorevole è invece dovuta principalmente al fatto che gli Stati Uniti sono in ripresa ei paesi emergenti, per quanto in rallentamento, crescono purtuttavia a buon ritmo. Niente di male in questo: l'Italia è un paese relativamente piccolo e tradizionalmente molto aperto, i cui cicli seguono quelli del resto del mondo. E infatti nel primo semestre 2013 il saldo commerciale dell'Italia con i paesi extra Ue è pari a 8 miliardi a fronte di un disavanzo di 5,1 miliardi nello stesso periodo del 2012 (dati Istat). Non sono solo le importazioni a calare, a causa dell'austerità cui il paese si è sottoposto, ma anche le esportazioni a crescere. Insomma, dopo tante cattive notizie, vale la pena godere di quelle buone.

Ma una volta assaporate le buone notizie non ci resta che tornare alla dura realtà. E la dura realtà ha due componenti fondamentali che purtroppo non portano ad una visione troppo ottimista per il futuro economico del paese. La prima è che la situazione economica italiana non pare ben disposta a sfruttare appieno la ripresa mondiale, soprattutto a causa delle condizioni del mercato del credito. La seconda è che i problemi economici fondamentali del paese non sono di carattere congiunturale ma sono invece strutturali; e su di essi ben poco è stato fatto in questi due anni di crisi.

Andiamo con ordine. Purtroppo per tante ragioni, quelle che Alessandro Penati non si stanca di documentare ed analizzare su queste colonne, le banche italiane sono in crisi profonda. Un sistema governance inefficiente, una sottocapitalizzazione evidente, seri problemi di raccolta, sofferenze elevate, una eccessiva esposizione verso i titoli del debito sovrano... insomma le banche non sono nelle condizioni di finanziare efficacemente la ripresa, nonostante le affermazioni rassicuranti dell'Abi. Di conseguenza, il miglioramento delle condizioni a cui le banche si finanziano è passato a famiglie e imprese sotto forma di minori tassi a cui indebitarsi in molti paesi in Europa; ma in Italia questo non succede, o succede in misura minima. Difficile così competere sui mercati internazionali alle nostre imprese, che oltretutto risentono di pessimi servizi, tasse elevate, energia costosa, e ogni altra sorta di inefficienze di sistema.

Ed è sulle inefficienze di sistema che casca l'asino. Perché due anni di crisi non hanno portato che in misura assolutamente minima ad affrontare i problemi strutturali del paese, come ha ben documentato Carlo Stagnaro su Linkiesta.it in occasione dell'anniversario della lettera della Bce al governo Berlusconi. [Nota della redazione: vedere http://www.linkiesta.it/italia-bce-2011-2013 ]

È vero che si è intervenuti sui conti a breve, ma a costo di un aumento della tassazione in un paese che dalle tasse era già soffocato (unica eccezione positiva la questione pensioni, pur con tutti i problemi sugli esodati ancora da risolversi). Ma la spending review si è persa tra le nebbie dell'amministrazione pubblica e le uniche riduzioni di spesa hanno riguardato il blocco del turnover, meccanico ed inefficiente. Non si è proceduto in nessun modo ad una riforma dei servizi pubblici locali e poco o nulla a quella dei servizi professionali.

La riforma del mercato del lavoro, appena iniziata, ha avuto effetti inesistenti se non negativi: nulla sulla decentralizzazione della contrattazione salariale, nessuna riforma dei contratti che possa avere effetto sul precariato; nulla sul pubblico impiego o più in generale sulla struttura dell'amministrazione pubblica. Per non parlare, nello specifico, di sanità e giustizia, che richiedono interventi profondi, ma di cui nessuno nemmeno parla (al di là delle questioni ad personam ). Liberalizzazioni e privatizzazioni sono in alto mare; anzi scudi alzati non appena vengono menzionate, come di recente dal ministro Saccomanni.

Davanti a tutto questo non aiuta una situazione politica che nella migliore delle ipotesi condanna il paese al completo immobilismo in materia economica, e nella peggiore lo porta ad una disastrosa implosione con nuove elezioni a breve (ed annessa campagna elettorale piena di promesse improponibili).
Ma tutti allegri, forse nel 2014 cresceremo del 0,5%, dopo più di un decennio di crescita pressoché nulla e dopo aver perso circa 8 punti percentuali di Pil dal 2007 ad oggi.
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda pianogrande il 03/09/2013, 10:02

Nel frattempo, il governo è stressato ed impegnatissimo sull'abolizione dell'IMU (errore gravissimo) e sull'impunità del delinquente Berlusconi (scandalosa conferma che questo è il paese che premia i furbi e i prepotenti).
Un paese così schierato verso il premio alla furbizia come può sperare che qualcuno venga qui ad investire i suoi soldi?
Tanti imprenditori italiani non investono più in Italia.
Non do la colpa solo ai politici ma anche agli elettori che li sostengono e, con loro, si identificano.
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda Robyn il 03/09/2013, 10:24

Il Pdl agita strumentalmente il tema delle garanzie credendo in questo modo di far passare il Pd per poco garantista.Le garanzie sono inseparabili dallo stato di diritto,ma quando vengono usate strumentalmente il rischio è di demolirle facendo venire meno il consenso nella società alle garanzie.Per es dilazioni,interpretazioni le più svariate, indeterminatezze che hanno altri fini,nonostante la chiarezza
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda franz il 03/09/2013, 13:20

Cerchiamo anche noi di non essere vittime della "berlusconite" (rossa o verde che sia ... ;) ) e non citare l'innominato ed i suoi problemi personali ad ogni piè sospinto. Non che non vada riconosciuto che quello è un nodo importante ma perché se parliamo dell'innominato e dei suoi problemi non parliamo dei problemi veri del paese.

E quali sono? Tanti, troppi ed emergono tutti dalle analisi che altri fanno, come quella che ho provato ad inserire qui: viewtopic.php?f=4&t=6423
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda pianogrande il 03/09/2013, 14:30

Franz.
Berlusconi (e suoi milioni di seguaci) è un problema vero del paese.
Vogliamo la ripresa economica lasciando che ci comandi questa gente?
Vogliamo la ripresa economica impegnando il governo e tutte le altre istituzioni sulla impunità (ed agibilità politica) da garantire ad un delinquente?
Ad una persona che era impegnata a delinquere a danno dei cittadini intanto che occupava la posizione di capo del governo?
Ma di quale ripresa stiamo parlando?
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda Robyn il 03/09/2013, 16:07

sono d'accordo basta parlare di sb lasciamo scorrere il tempo,e non possono esserci riferimenti a craxi e al tempo trascorso,poiche siamo in un contesto diverso distante anni luce.Più in là con serenità riprenderemo il tema delle garanzie e dello stato di diritto
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda pianogrande il 03/09/2013, 16:34

Robyn ha scritto:sono d'accordo basta parlare di sb lasciamo scorrere il tempo,e non possono esserci riferimenti a craxi e al tempo trascorso,poiche siamo in un contesto diverso distante anni luce.Più in là con serenità riprenderemo il tema delle garanzie e dello stato di diritto


Giusto Robyn.
Di fronte alla importanza della ripresa, le garanzie e lo stato di diritto non debbono rompere le uova nel paniere o mettere i bastoni tra le ruote o scassare vari apparati sessuali agli addetti ai lavori.
Lasciamo scorrere il tempo.
Come è ben noto, quella gente metterà giudizio motu proprio e noi abbiamo altro da fare, che diamine!
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda franz il 03/09/2013, 19:00

pianogrande ha scritto:Di fronte alla importanza della ripresa, le garanzie e lo stato di diritto non debbono rompere le uova nel paniere o mettere i bastoni tra le ruote o scassare vari apparati sessuali agli addetti ai lavori.

Pianogrande, cerchiamo di capirci.
Smetterla di parlare ossessivamente e compulsivamente di una persona non vuol dire che mettiamo da parte lo stato di diritto. Lo stato di diritto ha fatto già la sua parte e l'innominato è ora in modo inequivocabile un pregiudicato.
Quindi è un problema del sistema giudiziario, carcerario e del Senato. Non nostro. Punto.

Poiché il tempo è risorsa scarsa, ogni minuto in più che NOI (la collettività) impieghiamo a parlare di SB è un minuto in meno per parlare dei problemi del paese ed affrontarli.
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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda flaviomob il 03/09/2013, 19:21

A parte il fatto che la collettività parla di quello che le pare, la soluzione dei problemi dovrebbe essere una questione politica e ben vediamo che la classe politica non è all'altezza. Ma il punto è proprio questo: vent'anni di berlusconismo a destra e a sinistra hanno provocato uno sconquasso talmente profondo che si è radicato nel modo di pensare. Per cui il problema non è più la crisi morale, economica, politica, culturale. No: il problema diventa il pensare che sia "normale" che un condannato sconti la sua pena senza rompere le palle al mondo e senza ricattare un paese. E' questo il sintomo del declino e del degrado del nostro paese. Quando si parla di Berlusconi si parla appunto dello "specchio" di una vasta parte di questo paese.


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Re: Arriva la ripresa ma l'Italia è pronta?

Messaggioda pianogrande il 03/09/2013, 23:32

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Di fronte alla importanza della ripresa, le garanzie e lo stato di diritto non debbono rompere le uova nel paniere o mettere i bastoni tra le ruote o scassare vari apparati sessuali agli addetti ai lavori.

Pianogrande, cerchiamo di capirci.
Smetterla di parlare ossessivamente e compulsivamente di una persona non vuol dire che mettiamo da parte lo stato di diritto. Lo stato di diritto ha fatto già la sua parte e l'innominato è ora in modo inequivocabile un pregiudicato.
Quindi è un problema del sistema giudiziario, carcerario e del Senato. Non nostro. Punto.

Poiché il tempo è risorsa scarsa, ogni minuto in più che NOI (la collettività) impieghiamo a parlare di SB è un minuto in meno per parlare dei problemi del paese ed affrontarli.


Non sono assolutamente d'accordo.
Di tempo a non parlare di Berlusconi ne abbiamo perso troppo.
Altrettanto tempo abbiamo perso ad invitare a non parlare di Berlusconi.
Ci sono dei parametri che sono sintesi di mille altri parametri.
L'indifferenza verso il delinquente al governo è un parametro che nasconde mille nefandezze commesse da un certo tipo di uso del potere e da chi ha interesse a far sì che questo uso si prolunghi.
L'indifferenza, il non parlarne, è uno degli obiettivi principali di chi abusa del proprio potere.
Bisogna parlarne e come!
Bisogna imparare dall'esperienza.
Bisogna non dimenticare per non correre il rischio di ricascarci.

Bisogna parlarne anche per mettere in evidenza i tragici errori della sinistra (sperando che si tratti di errori e non di vera e propria complicità).

Qualcuno, dopo la lamentela vuole il rimedio.
Eccolo il rimedio (a pieno diritto): buttarlo fuori dal senato della repubblica e far sì che sconti la condanna senza favoritismi di sorta.
Questa non è la via giudiziaria per eliminare un avversario ma è la via giudiziaria per rendere innoquo un delinquente.
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