POTEVANO PENSARCI PRIMA
Il rumore del blindo che si chiude alle tue spalle non lo dimentichi. Ti entra dentro e comincia a scavare, lentamente. Eppure non è questo a eroderti l'anima in carcere, ma la vita di tutti i giorni. Avete presente la sensazione che provate in un locale piccolo, maleodorante e sovraffollato? Potreste viverci dentro 23 ore al giorno? Impossibile? No, no; possibile.
"Basta con le lamentele. Potevano pensarci prima", ci sentiamo spesso rispondere. Ora immaginate di essere in una stanza larga tre passi e lunga sei. Metteteci sei letti a castello, tre da una parte e tre dall'altra. Quattro armadietti, un tavolo e un paio di sedie, non di più. Manca qualcosa?
Ah già, il bagno. Tazza, lavandino e una doccia. Finestra? Niente vetri; plexigras, sbarre in acciaio e bocche di lupo verso l'esterno. Il cielo non si vede, la sua assenza fa parte delle pene accessorie. Siete tra quelli che in un letto a castello scelgono quello sopra? Ahi, siete a più di due metri da terra. L'unica alternativa è dormire legati, sperando di non aver conti in sospeso con nessuno.
Poi ci sono gli stupri, i suicidi, i suicidi dopo gli stupri; ingoiando lamette, appendendosi con le lenzuola per il collo, infilando la testa in sacchetti di plastica collegati a fornellini da campeggio...
Troppa ansia, meglio scendere dalla branda. No, non ora; non è il vostro turno. "Ma io voglio fare solo due passi". Appunto, non è il vostro turno. Non si può nemmeno stare in piedi tutti assieme, figuriamoci camminare!
Come? State male? Chiamiamo un agente. Al momento sono tutti occupati. Aspettate. Il lavoro è tanto e loro sono pochi. Meglio prendere dei tranquillanti, quelli non mancano mai. Forse potreste sperare nelle cosiddette misure alternative. Non contateci troppo, però; meno di 15.000 detenuti in Italia riescono a beneficiarne. Nel resto d'Europa - Francia, Germania, Spagna, Inghilterra - sono almeno 10 volte tanto.
"Basta con le lamentele! Potevano pensarci prima", continuerà a dire qualcuno.
Dal 2009 a oggi la Corte europea dei diritti umani è intervenuta diverse volte per condannare l'Italia a pagare risarcimenti per le condizioni delle carceri; l'ultima volta ci è costato 100.000 euro e se le cose non cambiano presto potrebbero trasformarsi in milioni. "Come milioni? C'è la crisi, quei soldi ci servono per la sanità, la scuola, la disoccupazione...".
Vero.
E sapete cosa ci risponderanno da Strasburgo?
Basta con le lamentele! Potevate pensarci prima.
(Collettivo Sabot, per Amnesty International)