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Non è cosa vostra!

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Non è cosa vostra!

Messaggioda Gab il 18/05/2013, 10:28

da repubblica.it

2 giugno, Zagrebelski e Rodotà in piazza a Bologna in difesa della Costituzione.

Per difendere la Costituzione ancora una volta "a rischio" dall'attacco che le viene mosso da una "oligarchia politica" che ricorre adesso a una Convenzione "estranea alla Costituzione".
Tentativo di "normalizzare" il Paese, altro che di "pacificazione". Parlamentari che "senza titoli" si son messi in testa di cambiare volto alla Carta.
...

Il 2 giugno, lei e il professor Rodotà in piazza a Bologna in difesa della Costituzione: "Non è cosa vostra". Perché questo rinnovato atto di fedeltà alla Carta proprio mentre la maggioranza studia come modificarla? È una provocazione controcorrente?
"Si sta giocando una partita politica e la posta è elevatissima. È in atto un tentativo di spoliticizzazione, una sorta di mascheramento".

Un mascheramento, professore Zagrebelsky?
"Le maschere sono i tecnici, i saggi, gli esperti. Certo, dell'efficienza un sistema politico non può fare a meno, pena il suicidio. Ma, l'efficienza non esiste in sé e per sé".

Si è insediato un governo di larghe intese che si propone tra l'altro di modificare la macchina dello Stato. Non la convince?
"A me pare piuttosto evidente che sia in atto un disegno di razionalizzazione d'un potere oligarchico.

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Re: Non è cosa vostra!

Messaggioda Iafran il 18/05/2013, 10:46

Gab ha scritto:2 giugno, Zagrebelski e Rodotà in piazza a Bologna in difesa della Costituzione.

Si è insediato un governo di larghe intese che si propone tra l'altro di modificare la macchina dello Stato. Non la convince?
"A me pare piuttosto evidente che sia in atto un disegno di razionalizzazione d'un potere oligarchico.
....

Gli "ultimi" d'Italia lo hanno percepito da tanto.
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Re: Non è cosa vostra!

Messaggioda ranvit il 18/05/2013, 10:52

Le anime belle a difesa di una Costituzione che ci ha portati al disastro!

Piu' lealista del re nella difesa ad oltranza delle garanzie, di cui usufruiscono principalmente i potenti ed i furbi a scapito della gente normale, la ns Costituzione ha consentito le peggiori schifezze possibili; non ultima quella di aver consentito, per mancanza di stringenti contrappesi da poter usare in tempi stretti (solo ora la parola alla Consulta che con tutta calma forse si pronuncerà a fine anno!), l'eleggibilità di Berlusconi per vent'anni!
E' solo un esempio, ma ce ne sarebbero a milionate!

Naturalmente comunque bisognerebbe entrare nei dettagli....niente esclude che si possa anche peggiorarla!!!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Non è cosa vostra!

Messaggioda flaviomob il 18/05/2013, 12:23

Riccardo Orioles - maggio 2013

L’Italia della Mezza Repubblica

Prima e seconda repubblica, poi terza… In realtà, viviamo ormai in una Mezza Re­pubblica, che non solo ha poco a che vede­re con la repubblica di prima, ma è ormai alcunchè d’intermedio fra repubblica e monar­chia. È il secondo “governo del Presiden­te” consecutivo. L’unico prece­dente è il governo Salandra del 1914, lega­le – come questo – certamente, ma altret­tanto irri­tuale, e altrettanto lon­tano dalla maggio­ranza elettoralmente espressa.

Nel 1914, la maggioranza era senza dubbio di sorta giolittiana. Ma il capo del­lo Stato scavalcò il leader del centrosini­stra e dette – legalmente – l’incarico a Sa­landra, che fu poi confermato dal Parla­mento. Nel 2013, le urne avevano espresso una preci­sa volontà di cambiamento (divi­sa fra due partiti, che entrambi avevano esplicita­mente escluso qualsiasi accordo col cen­tro-destra) ma il capo dello Stato imbrigliò il leader del centrosinistra e det­te – legal­mente – l’incarico a Letta, che fu poi con­fermato dal Parlamento.

In entrambi i casi il governo, teorica­mente “tecnico” e d’union sacrée, bloccò le spinte sociali, emarginò la sinistra e af­frontò l’emergenza nel modo più catastro­fico, liberando spinte eversive e abbassan­do il livello civile, che già non era altissi­mo, del Paese.
Il Sudamerica (quello di prima)

Siamo arrivati così al Sudamerica (quel­lo di prima): il capo dei fazenderos mi­naccia i giudici in piazza (né il capo dello stato, Rey o Presidiente che sia, intervie­ne); fra i liberales regna l’anarchia.

Questi ultimi si dividono in due partiti, nemicissimi fra di loro. Il primo, guidato da un caudillo che per i suoi è ”come un padre che ac­compagna un bambino che cammina an­cora carponi”, punta tutte le sue carte sull’imminente révolucion, e non discute nemmeno con chiunque non ne sia più che convinto. Il secondo, fra i suoi nu­merosi caciques, periodicamente elegge un Secretario Général entusiasticamente acclamato da tutti ma che poi, nel segreto dell’urna, viene sistematicamente trombato dai suoi seguaci.
Altro che gollismo. È Pétain

“In realtà, se non facevamo così i tede­schi ci facevano a pezzi – fa trapelare qual­cuno – La banca centrale, i mercati…”. Ahimé, neanche questa è nuo­va. “Tenersi buoni i tedeschi”, “Ordine prima di tutto”, “Tutti col Capo dello Sta­to!” l’han­no già fatto a suo tem­po in Fran­cia, e non con un governo golli­sta (sogno di tanti no­tabili) ma con Pétain.

* * *

S’è vista, in questa crisi, una incredibile differenza di “professionalità politica” – per così dire – fra destra e sinistra. Da un lato l’indeciso Bersani, l’adolescente pre­suntuoso Renzi, il simpatico pasticcione Grillo; dall’altro dei professionisti freddi e duri – i Letta, i Napolitano, i Berlusconi. Non c’era partita.

Ha contato relativamente poco (anche se centouno deputati “tradito­ri” su quattro­cento non son cosa da poco) il “tradimen­to”. A contare è stata la super­ficialità, il personalismo, il leaderismo da quattro sol­di. L’Italia profonda, insomma. Che ormai da molti anni – da quando è ricca – in poli­tica si esprime così. Qua, in questa “auto­biografia della nazione”, bisogna mettere mano. Ma i vecchi non possono farlo.
Un segretario di trent’anni, e antimafioso

Conosciamo diversi trentenni – antima­fiosi militanti – che potrebbero ben dirige­re un partito, fra i giovani del Pd. Sarebbe un cambiamento vero, non de­magogico e di facciata. Potrebbe persino inalberare (cosa che nessuno ora osa o vuol fare) il nome di Berlinguer, chiaro e solare.

Lo accetterebbe, il partito, uno scossone del genere? Un se­gretario di trent’anni? La base, sì certo. Ma quanto conta la base?

I Cinque stelle, in parte per loro merito, si son trovati a gestire i ventisette milioni di voti del referendum Rodotà sull’acqua pubblica di due anni fa. Sono all’altezza i Grillo e i Casaleggio, e i loro immediati seguaci, di dirigere un simile movimento? Esistono nel Cinque stelle militanti giova­ni (giovani, ma con una storia precisa, non dei “vaffanculisti” generici di quest’ultima annata) in grado di farlo al posto dei loro vecchi, ormai evidentemente dannosi?

Fra queste due domande – apparente­mente generazionali, ma in realtà profon­damente politiche – si gioca la politica ita­liana di questi anni. Da queste generazioni e dal loro incontro (e l’attuale governo non è stabile, e le occasioni di rovesciarlo non sarebbero poche) noi ci attendiamo la ri­scossa, non dagli anziani capibranco.

Abbiamo ragione – e trent’anni di lotta mai nel palazzo ma sempre orgogliosa­mente dalla strada ci danno qualche diritto di rivolgerci a loro – nell’affidare le nostre speranze a questi giovani, in que­sto diffi­cilissimo momento?

Niente “pacificazione” con i padroni d’Italia, niente guerra fra chi, anche confu­samente, gli vuole andare contro. E un pri­mo momento di lotta e di unità già da su­bito può essere l’antimafia, come dice don Ciotti.


ALCUNE COSE UTILI DA FARE

Confiscare tutti i beni mafiosi o frutto di mal­versazione, corruzion­e o grande evasione fi­scale; assegnarli a cooperative di giovani la­voratori, e sostenerle adeguatamente;
Legge anticorruzione (riforma art. 416ter);
Trasparenza bancaria;
Applicare l’art.41 della Costituzione (“pro­grammi e controlli opportun­i perché l’attività economica pubblica e privata possa esser­e indirizzata e coordinata a fini sociali”);
Applicare l’art.42 della Costituzione (espro­prio per motivi d’inte­resse generale) per san­zionare le delocalizzazioni, l’abuso di preca­riato e il mancato rispetto degli accordi di la­voro;
Separazione fra capitale finanziario e indu­striale; tetto alle partecip­azioni finanziarie nell’editoria; Tobin tax;
Regolarizzare per legge i rapporti di lavoro di fatto;
Gestione pubblica dei servizi pubblici essen­ziali (scuola, univers­ità, difesa, acqua, energia, infrastrutture tecnologiche, cre­dito in­ternazionale); ristrutturazione della Rai su base pubblica; li­mite regionale per l’emitten­za privata;
Progetto nazionale di messa in sicurezza del territorio, sul mo­dello TVA, come volano eco­nomico soprattutto al Sud; divieto di ulte­riori cementificazioni;
Controllo del territorio nelle province ad alta intensità mafiosa.

http://www.isiciliani.it/litalia-della- ... ZdUytjO7AI


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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