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Ingroia, il calcio dell’asino

MessaggioInviato: 14/04/2013, 8:48
da gabriele
Ingroia, il calcio dell’asino
di Marco Travaglio | 13 aprile 2013

Uno straniero che si trovasse a passare in Italia in questi giorni, nel leggere certi titoloni contro Antonio Ingroia, penserebbe che l’ex pm di Palermo sia stato colto con le mani nel sacco a rubare, a dire falsa testimonianza, a trescare con mafiosi, a coprire assassini, a corrompere minorenni.

“Ingroia, vai a lavorare”. “Ingroia ha mentito anche a se stesso” (Libero). “L’antico vizio di sentirsi il più antimafia di tutti. Ecco perché ha fallito il giudice palermitano coccolato dai media” (La Stampa). “Il finale grottesco del giudice Ingroia” (Repubblica). Cos’ha fatto Ingroia per meritarsi tutto questo?

Si è candidato in politica come decine di suoi colleghi, ha perso le elezioni, ha chiesto il permesso di lavorare in un incarico extra-giudiziario – quello di commissario delle esattorie siciliane – a metà stipendio. Ma il Csm gli ha risposto picche confinandolo in Val d’Aosta (l’unica regione dove non era candidato). La prima destinazione, ineccepibile dal punto di vista delle regole, era quella di giudice: solo che ad Aosta gli organici giudicanti sono tutti coperti, dunque Ingroia sarebbe stato “in soprannumero”: avrebbe percepito stipendio pieno scaldando una sedia. A quel punto il Csm s’è accorto che la porcata era troppo sporca persino per i suoi standard e l’ha nominato pm, derogando al divieto di funzioni requirenti per chi si è candidato. Lui ha annunciato ricorso: deroga per deroga, c’è un posto ben più consono alla sua storia e competenza: quello di sostituto alla Procura nazionale antimafia, che ha competenza su tutta Italia e funzioni di puro coordinamento di indagini altrui, dunque non striderebbe troppo col divieto di tornare in toga dove ci si è candidati.

Resta da capire perché Ingroia non può fare il commissario delle esattorie siciliane, crocevia di interessi illegali e spesso anche mafiosi, che richiede proprio un uomo della sua esperienza. La risposta dei sepolcri imbiancati è che l’incarico non ha attinenza con l’attività giudiziaria, dunque un magistrato non può ricoprirlo. Ingroia ha chiesto di esser sentito, per spiegare che così non è. Ma non l’hanno neppure degnato di una risposta. Che strano. Un anno fa il Csm autorizzò la giudice Augusta Iannini in Vespa, dal 2001 distaccata al ministero della Giustizia, a passare al Garante della privacy: che attinenza avrà mai quel ruolo con la giustizia? Del resto, in questi anni, Palazzo dei Marescialli ha autorizzato vari magistrati a fare gli assessori nella regione in cui fino al giorno prima erano pm (Russo nella giunta siciliana Lombardo e Marino nella giunta Crocetta): funzioni non elettive, ma di nomina politica, ben più delicate di un’esattoria. Perciò ha ragione da vendere Ingroia a denunciare il trattamento contra personam di un Csm presieduto da Napolitano, la cui voce fu da lui casualmente ascoltata intercettando Mancino.

Fare due più due è facile, ma anche legittimo. Eppure commentatori che non hanno mai scritto una riga in difesa di Ingroia quand’era massacrato perché indagava sui potenti, oggi lo massacrano perché s’è dato alla politica. Il solito Francesco Merlo, su Repubblica, lo accusa financo di aver “usato le indagini antimafia per uscire dalla magistratura” e di “danneggiarla” dando ragione a Sallusti. Ora – a parte il fatto che Sallusti non è in carcere grazie a Merlo che chiese per lui la grazia e a Napolitano che la concesse – dov’era Merlo quando Ingroia veniva isolato con i suoi colleghi perché osava indagare sulla trattativa Stato-mafia? Se gli piaceva tanto il pm Ingroia, perché non l’ha difeso quando tutti lo attaccavano? Il Fatto è stato il primo a criticare la scelta di Ingroia di fare politica (non perché non ne avesse diritto, ma perché rischiava di scendere di livello anziché salire). Ma pure a solidarizzare con lui e i suoi colleghi isolati e linciati da tutti. Anche da quanti ora si esercitano nello sport italiota più diffuso e più vile: la bastonata allo sconfitto, detta anche il calcio dell’asino.

il Fatto Quotidiano, 13 Aprile 2013

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... no/561584/

Re: Ingroia, il calcio dell’asino

MessaggioInviato: 14/04/2013, 12:24
da matthelm
Travaglio ha scelto una china autogiustificatoria. Il punto di riferimento del mondo è il suo ombelico. "lui" ha parlato chiaro su Ingroia prima ,durante e dopo... ma mi faccia il piacere.
Ingroia, per chi non lo conosceva prima, si è dimostrato un "piccolo" uomo ambizioso e le ultime vicende lo hanno esposto al ridicolo. Che fosse il riferimento più importante di certa sinistra spiega molte cose di come è ridotta.
E se un certo periodo è stato contro la mafia non lo assolve da certe puerilità anzi le aggrava.

Re: Ingroia, il calcio dell’asino

MessaggioInviato: 14/04/2013, 13:13
da pianogrande
Quanti uomini validi sacrificati per dimostrare che per brillare in politica non basta essere un eroe o un genio nel proprio campo.
Che fine miseranda hanno fatto figure come Monti, Ingroia e Zichichi e Battiato ed altri che non mi vengono in mente.
La politica richiede una preparazione ed una esperienza di prim'ordine.
L'onestà, poi, è condizione sicuramente necessaria ma altrettanto sicuramente non sufficiente.
La bufala, poi, che un politico non professionista sia (per definizione) un buon politico è una bufala diffusa da chi non è professionista e vuole fare il politico di alto livello saltando tutti i passaggi intermedi.
Grillo, ad esempio, deve averla capita da tempo questa cosa e si rifiuta tenacemente di impegnarsi in politica continuando a fare lo strillone (in questa attività è un professionista coi baffi e con la barba) sempre al di fuori dell'impegno politico concreto dove sarebbe uno dei tanti dilettanti allo sbaraglio.

Re: Ingroia, il calcio dell’asino

MessaggioInviato: 14/04/2013, 16:29
da Iafran
pianogrande ha scritto:Quanti uomini validi sacrificati per dimostrare che per brillare in politica non basta essere un eroe o un genio nel proprio campo.
Che fine miseranda hanno fatto figure come Monti, Ingroia e Zichichi e Battiato ed altri che non mi vengono in mente.
La politica richiede una preparazione ed una esperienza di prim'ordine.
L'onestà, poi, è condizione sicuramente necessaria ma altrettanto sicuramente non sufficiente.
La bufala, poi, che un politico non professionista sia (per definizione) un buon politico è una bufala diffusa da chi non è professionista e vuole fare il politico di alto livello saltando tutti i passaggi intermedi.

L'onestà, senz'altro, non è una condizione sufficiente, ma è necessaria: se manca quella manca un presupposto basilare. La morale è un'altra condizione necessaria ma non sufficiente. Se a queste due si associano il "senso della legalità" e la "volontà a perseguire il bene comune" si riesce a definire buona parte delle doti che deve avere "l'uomo politico".
A parole, ognuno, si presenta come "politico", soprattutto se "spinge a vedere" la pagliuzza o il tronco negli occhi dei suoi avversari. Se queste parole sono amplificate dai giornali e dalle TV si diventa, con 2 o 3 apparizioni televisive, il "salvatore della Patria". Se poi la presenza nelle TV diventa quotidiana (come quella del "cavaliere" o del sindaco fiorentino), da superare la frequenza del prezzemolo nelle minestre ... siamo in presenza della "novità politica ... trattata nelle Sacre Scritture" ... per quelli che manifestano una qualsivoglia "fede"! :?

Re: Ingroia, il calcio dell’asino

MessaggioInviato: 14/04/2013, 20:49
da flaviomob
Su Ingroia magistrato sappiamo che certamente ha eccellenti qualità e coraggio.
Su Ingroia politico non sappiamo praticamente nulla, perché si è inserito in una formazione che di fatto riciclava una classe dirigente pluribocciata e pure priva di un minimo sindacale di omogeneità, nel momento in cui la protesta si scagliava radicalmente contro tutto ciò che ricordava lontanamente il "vecchio". Piuttosto, Ingroia si era offerto di collaborare nella lotta all'evasione con la giunta Crocetta nella regione Sicilia presiedendo la "Riscossione SPA": perché non gli è stata concessa un'aspettativa dalla magistratura quando essa è stata accordata a magistrati che venivano nominati in autority nazionali, come la moglie di un certo Vespa Bruno?

Re: Ingroia, il calcio dell’asino

MessaggioInviato: 14/04/2013, 22:38
da pianogrande
Sicuramente vedrei molto meglio Ingroia a contrastare l'evasione fiscale.
Abbia il coraggio di dimettersi dalla magistratura.
In Sicilia potrebbe fare moltissimo al servizio della giunta Crocetta e con l'appoggio dei grillini.
Cosa aspetta?
Non credo lo farebbe gratis e non credo avrebbe, in seguito, problemi a trovare un altro lavoro.
Continuerebbe semplicemente a servire lo stato come ha sempre fatto.