Ci sono questioni che possono apparire procedure interne di partito ma che, come spesso accade, nascondono questioni di grande sostanza. In questo senso va ricordato che le primarie sono "la procedura" su cui il PD ha costruito, con legittimo orgoglio, la sua identità.
In breve, nel Lazio, entro la fine di settembre, una commissione appositamente istituita, doveva sottoporre alla assemblea regionale del Partito Democratco una bozza di statuto da votare.
In pratica è oramai arrivato il 27 Settembre, data per la quale era prevista la assemblea di discussione dello statuto regionale del PD Lazio e non ci sono notizie di cosa stia accadendo nella commissione, di quando sarà pronta e resa pubblica una bozza, non si capisce chi e dove stia decidendo qualcosa. Intanto, un altro impegno solennemente adottato da una assemblea sovrana, verrà disatteso.
Per una classe dirigente che si propone di essere confermata alla guida della regione, è una ulteriore manifestazione difficoltà che rischia di minare la credibilità di qualunque progetto politico.
Noi, promotori di una lettera alla commissione statuto, riteniamo che l'unica strada per ridare efficienza e credibiilità al processo di costruzione del partito democratico, sia quello di dare trasparenza ai processi decisionali. La opacità cui sembra rassegnata la vita interna del PD spegne la partecipazione, indebolisce il lavoro di opposizione, non crea le premesse per un rilancio del Partito Democratico.
Noi crediamo che lo statuto regionale sia una buona occasione per correggere alcuni degli errori commessi in questi mesi nella costruzione del Partito Democratico. Già dalla prima assemblea nazionale di Milano, è diventata prassi consolidata quella di sottoporre a votazione documenti e dispositivi concepiti in luoghi ristretti e senza alcuna partecipazione. Allo stesso modo è divenuto prassi consolidata definire in anticipo e, ancora, in luoghi separati e non completamente trasparenti, i nomi dei dirigenti che poi vengono votati in assemblea. Questo senza alcuna possibilità di competizione e in aperto contrasto con la contendibilità degli incarichi stabilita nello statuto nazionale. La mancanza di trasparenza si è già più volte tradotta in mancanza di efficienza, come dimostrato nei due appuntamenti, prima nazionale e poi regionale, programmati per 2 giorni e poi ridottisi a 1 giorno con danno d'immagine, interno ed esterno, per tutto il paritito.
Gli statuti regionali hanno la possibilità di rilanciare la partecipazione e la trasparenza inserendo norme integrative delle disposizioni generali contenute nello statuto nazionale.
Se vogliamo che il Partito Democratico sia davvero una grande operazione di rinnovamento della politica, allora una autentica circolazione della informazione è la base per sbloccare vecchie prassi, trasferire potere ai cittadini, ridare vigore alla democrazia.
La lettera che pubblicata in
http://pd4c.wordpress.com/
cerca di dare corpo a queste riflessioni.
Già oltre 10 delegati regionali, diversi delegati nazionali, Giovanni Bachelet della Direzione del PD, associazioni, coordinatori di circolo e decine di dirigenti locali e soci fondatori del PD hanno aderito alla iniziativa.
Solo il PD che cambia dentro è il PD che cambia l'Italia.
Giuliano Buceti, Alessandro Gallo