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«Macché province, aboliamo le Regioni»

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

«Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda ranvit il 09/03/2013, 13:35

Diffondiamo questa proposta!!! Anche su Facebook!
E' un'ottima idea!



http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 8f48.shtml

COSTI DELLA POLITICA

Risparmi, proposta choc degli scienziati
«Macché province, aboliamo le Regioni»

La Società geografica italiana: sono enti artificiali


ROMA — Su un punto il nuovo e ingovernabile Parlamento italiano potrebbe votare addirittura all’unanimità. L’abolizione delle province è nel programma di tutti i partiti. La chiede Beppe Grillo, la invocano Pdl e Lega, che pure avevano frenato sul taglio proposto dal governo Monti, e anche Pierluigi Bersani l’ha infilata tra gli otto punti sui quali cercare disperatamente una maggioranza. Eppure se dalla politica la parola passa agli scienziati, la cartina d’Italia dovrebbe cambiare in un altro modo. La «proposta per il riordino territoriale dello Stato» arriva dalla Società geografica italiana, associazioni di studiosi che promuove la ricerca in questo campo. In sintesi: abolizione di tutte le Regioni, anche di quelle a statuto speciale. Accorpamento delle province, che scendono dalle oltre 100 di adesso a 36. E trasferimento di tutte le competenze delle vecchie regioni alle nuove maxi province, che diventano l’unico gradino intermedio tra il Comune e lo Stato.


«ENTI ARTIFICIALI» - Ma perché difendere le province, che almeno a parole tutti vogliono cancellare, e spostare il mirino sulle Regioni? È vero che pesano molto meno sul bilancio dello Stato: 11 miliardi di euro l’anno contro i 182 miliardi delle Regioni anche se con la loro abolizione si risparmierebbero in realtà solo gli stipendi dei politici e quindi molto meno. Ma non è questo il punto secondo la Società geografica: «Le Regioni sono enti artificiali — dice il presidente Franco Salvatori — perché nascono come semplici compartimenti statistici per aggregare dati». E il professore sa bene di cosa parla. La cartina delle Regioni venne disegnata verso la fine dell’800 da Cesare Correnti, primo presidente proprio della Società geografica. «Poi — racconta ancora Salvadori — durante l’Assemblea Costituente vinse l’idea del regionalismo di Sturzo. E non sapendo come tradurla in pratica si andò a ripescare quella vecchia ripartizione statistica». Confini artificiali e artificiosi, insomma. Senza una vera ragione storica, senza una tradizione culturale o economica a dare corpo e anima a quelle linee disegnate sulla cartina.

«TERRITORIO A MOSAICO» - E non si può dire forse lo stesso per le province? «No, perché il territorio italiano è un mosaico di città. Ed è intorno alle città che si è sempre organizzata la vita delle persone». Un tempo si diceva che la provincia è quel territorio che può essere coperto in una giornata di cavallo. Oggi al cavallo bisogna sostituire la macchina. Ed è per questo che la cartina studiata dalla Società geografica è molto spinta. Anche più di quella del governo Monti, approvata in consiglio dei ministri e poi lasciata morire in Parlamento, che lasciava in piedi il doppio delle province, un settantina in tutto. Nella proposta dei geografi Milano si unisce a Pavia, Brescia forma un terzetto con Verona e Mantova, Pisa e Livorno finiscono sotto lo stesso tetto con l’aggiunta di Lucca, Massa, Carrara e La Spezia. Roma si fonde con Viterbo e Rieti, Napoli con Caserta, mentre Abruzzo, Umbria e Basilicata diventano di fatto province.

PREVISIONI - Un puzzle molto diverso dalla cartina d'Italia come la conosciamo oggi, anche, perché possono essere messe insieme anche province che appartengono a regioni diverse, visto che le regioni non ci sono più. Resta da capire che fine farà questo lavoro. «Noi — dice il presidente della Società geografica — vogliamo dare il nostro contributo di esperti. Le province sono considerate più aggredibili perché con gli anni sono state svuotate delle loro competenze. Ma a ben vedere sarebbe più sensato cancellare le Regioni. Naturalmente sarà la politica a decidere quale delle due strade prendere». Sempre che non resti ferma davanti al bivio.

Lorenzo Salvia lsalvia@corriere.it8 marzo 2013 (modifica il 9 marzo 2013)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda Iafran il 09/03/2013, 14:18

ranvit ha scritto:«Noi — dice il presidente della Società geografica — vogliamo dare il nostro contributo di esperti. Le province sono considerate più aggredibili perché con gli anni sono state svuotate delle loro competenze. Ma a ben vedere sarebbe più sensato cancellare le Regioni. Naturalmente sarà la politica a decidere quale delle due strade prendere».

Ed i "politici" italiani (la razza più famelica in EU) decideranno solo a far proliferare "le sedie di potere" da occupare (senza responsabilità, naturalmente) per ricevere lauti guadagni in modo legale ed arricchimenti spropositati in modo illegale: si incomincerà con l'istituzione delle macro-regioni, delle regioni, delle macro-province, province, CM, macro-comuni, comuni, circoscrizioni, quartieri, parrocchie, condomini, scale.

Vogliamo tenere presente che in Italia ci si dà alla politica per ricevere, ricevere, ricevere alla faccia degli amministrati!
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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda pianogrande il 09/03/2013, 15:53

Ho avuto idee diverse in passato ma ora mi sono convinto anche io che sarebbe meglio eliminare le regioni e lasciare le province.
Le regioni sono centri di potere troppo pesanti e rischiano di diventare stato nello stato (vedere i deliri maroniani sulla macroregionedelnord).
In testa alla lista quelle a statuto speciale che ormai non hanno nessun senso se non la difesa di una rendita di posizione super privilegiata.
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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda flaviomob il 09/03/2013, 17:19

Se abolissimo le regioni, le province farebbero la stessa fine. O vogliamo che la sanità sia gestita direttamente da Roma?
Non si tratta di abolire ma di individuare criteri che premino gli enti locali virtuosi e disincentivare ladri e spreconi: azzeramento delle retribuzione a politici e dirigenti che non fanno gli interessi generali ed eventualmente responsabilità a pagare in solido parte dei debiti della malagestione.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda pianogrande il 09/03/2013, 23:23

flaviomob ha scritto:Se abolissimo le regioni, le province farebbero la stessa fine. O vogliamo che la sanità sia gestita direttamente da Roma?
Non si tratta di abolire ma di individuare criteri che premino gli enti locali virtuosi e disincentivare ladri e spreconi: azzeramento delle retribuzione a politici e dirigenti che non fanno gli interessi generali ed eventualmente responsabilità a pagare in solido parte dei debiti della malagestione.

Tu sostieni che con una classe politica migliore tutto funzionerebbe.
Con una classe politica migliore, le province sarebbero state eliminate contestualmente alla istituzione delle regioni.
Il doppione, però, faceva venire l'acquolino in bocca a tutti.
Qui si tratta di eliminare i doppioni che fanno salire i costi della politica malaffare compreso.
Con una classe politica migliore, la sanità potrebbe essere gestita anche da Roccacannuccia (Teramo).
Purtroppo, nell'attesa, bisogna cercare di eliminare qualche occasione di spreco.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda flaviomob il 10/03/2013, 0:55

Nella maggior parte dei grandi paesi europei credo che esistano i tre livelli, a parte l'Inghilterra. Certo, noi abbiamo anche le ASL il che forse complica le cose.


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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda franz il 10/03/2013, 9:17

flaviomob ha scritto:Se abolissimo le regioni, le province farebbero la stessa fine. O vogliamo che la sanità sia gestita direttamente da Roma?

Perché non pensi le le province non potrebbero gestire la sanità? Lo fanno le due province autonome di trento e bolzano, lo fanno i 26 cantoni svizzeri (300'000 abitanti in media) ed i 9 länder austriaci, molto piu' piccoli delle regioni italiane, naturalmente (l'austria ha meno abitanti della lombardia e come la lombardia ha 9 suddivisioni "provinciali"). Anche comuni abbastanza grandi potrebbero farlo ed infatti lo fanno le due città stato svizzere e le tre tedesche.

Ma il problema è un altro. Eliminare o tagliare enti amministrativi è possibile ed auspicabile solo in un contesto centralizzato ma è profondamente sbagliato se l'obbiettivo è il federalismo. Che sia chiaro potrebbe non essere il vostro obbiettivo. Ma se lo fosse dobbiamo farci qualche ragionamento, su questa mania del tagliare a destra e a manca.
Vi propongo quindi una mia riflessione apparsa altrove sullo stesso tema.


Cari amici, credo che si debba fare di tutto per evitare, in un progetto federalista, inteso come trasformazione di uno stato centralizzato/decentrato in uno federale, la tentazione di avere un approccio "architettonico". Mi spiego meglio. Il federalismo deve nascere dal basso, dalla e nella popolazione. Non puo' essere un disegno ordinato di tipo architetturale, in cui menti sopraffine ed ordinate disegnano confini e giurisdizioni perfette sulla base di convinzioni calate dall'alto. Non possiamo fare come gli inglesi quando tracciavano i confini delle nazioni in africa e nel mediooriente, tirando righe dritte con la squadra. L'Italia non è il deserto.

In questa tentazione ci sono cascato anche io, quanto 15 anni fa pensavo che la perfezione fosse basata su un modello provinciale, in cui lo stato membro della federazione fosse l'odierna provincia o qualche cosa di molto simile. Ho cominciato capire che le cose non erano cosi' quando mi sono scontrato con amici sardi dalla testa piu' dura della mia ed ho capito che loro, legittimamente, avevano come aspirazione un modello di autonomia isolana, per cui il loro essere "stato membro" riguardava per forza tutta l'isola, non i suoi componenti interni.

Da allora ho capito che il problema del "disegno delle giurisdizioni", che in ambito federalista è noto come il problema della territorialità, va affrontato non con l'animo dell'architetto intelligente che disegna la realtà su un foglio di carta ma va affrontato dal basso, come legittima autodeterminazione del territorio. D'altronde il federalismo deve essere democratico, non aristocratico, quindi non c'è spazio per un disegno istituzionale sia pur intelligente ma calato dall'alto. Detto in termini banali, non possiamo escludere che in una federazione italiana potremo avere in qualità di "stati membri" la Sardegna, la Valtellina (intesa come attuale provincia), altre piccole province, città come Milano, Roma o Venezia. Le dimensioni saranno eterogenee.
Considerate infatti che realtà federali come la Svizzera abbiamo due città-stato (Basilea e Ginevra) mentre in Germania abbiamo Amburgo, Brema e Berlino.

Detto in soldoni non si puo' ribaltare l'attuale territorialità decentrata nella futura territorialità federata.

Considerato questo si tratta ora di risolvere il problema della territorialità partendo dal basso. Io userei massicciamente lo strumento del referendum locale, dopo averlo modificato in modo da renderlo piu' vicino ai veri criteri della democrazia Diretta. Immagino quindi che noi dovremmo avere un progetto di federalismo in cui sono chiari per prima cosa quali sono i compiti nazionali e quelli locali, quali sono le risorse economiche che federazione e membri avranno a disposizione in modo autonomo, e da li' partire per chiedere ai cittadini 1) l'accettazione del progetto generale; 2) la richiesta tramite referendum locale di essere "stato membro". Quindi, per capirci, potremmo avere che la maggioranza dei lombardi decida per avere la regione come stato membro ma se in valtellina, como, lecco e varese la maggioranza delle rispettive province fosse per la territorialità provinciale, avremo in tutti 5 stati membri (riferiti al livello nazionale). Se poi Milano di suo decidesse di voler essere città stato, non si capisce chi mai potrebbe dire di no e sostenere di essere federalista.

Quello che conta è che ogni territorio discuta dei compiti che dovrà gestire e che saranno gli stessi ovunque (scuola, università, ambiente, sanità, ...) e sia consapevole delle risorse economiche e fiscali che avrà a disposizione per svolgerli in tutta autonomia e senza fondi di compensazione che vengano dal livello federale. Nel senso che per la gestione ordinaria non ci deve essere finanza distribuita ma solo raccolta tributaria autonoma nel territorio. I fondi perequativi invece saranno previsti solo per gli investimenti.

Ora se questo percorso federalista (io direi "veramente federalista") lo ritenete interessante, è dovoroso da parte mia evidenziare che è assolutamente incompatibile con quasiasi discorso di eliminazione di province, regioni, con accorpamenti coatti di comuni, con la costruzione di macroregioni e via dicendo.

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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda franz il 10/03/2013, 9:28

flaviomob ha scritto:Nella maggior parte dei grandi paesi europei credo che esistano i tre livelli, a parte l'Inghilterra. Certo, noi abbiamo anche le ASL il che forse complica le cose.

A me ne risultano 4, perché ci sono i distretti, all'interno delle estensioni piu' grandi. Anche in germania e nei cantoni svizzeri piu' grandi. Anche i länder austriaci sono divisi in 84 distretti. Ma il punto è piuttosto quallo che hai scritto alla fine.
Non solo le ASL ma il PRA, l'ANAS e le migliaia di enti, alcuni totalmente inutili. Se proprio fossimo presi da una foga abolizionista, inizierei da li' dando il compito direttamente all'ente pubblico. Nelle due province autonome di trento e bolzano l'ANAS non esiste, fanno tutto le due province e le strade sono in ottimo stato.
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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda flaviomob il 10/03/2013, 12:49

A parte che in Trentino-AA finiscono una marea di soldi pubblici, esistono province efficienti e province disastrate, lo stesso vale per regioni e comuni (che dire del default raggiunti o sfiorati dai comuni di Catania, Taranto, Alessandria, Parma, solo per citarne alcuni?).

http://www.quotidianolegale.it/1578/not ... onali.htlm

Il problema è l'irresponsabilità diffusa, l'assenza di trasparenza, il clientelismo, la corruzione e purtroppo nessun livello ne è immune. La Protezione civile è riuscita a rubare dal centro alla periferia in ogni dimensione possibile e immaginabile, giusto per fare un esempio. Addirittura i fondi europei finivano alla mafia, come sottolineava Falcone in "Cose di cosa nostra".


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Re: «Macché province, aboliamo le Regioni»

Messaggioda franz il 10/03/2013, 21:49

flaviomob ha scritto:A parte che in Trentino-AA finiscono una marea di soldi pubblici, esistono province efficienti e province disastrate, lo stesso vale per regioni e comuni
...
Il problema è l'irresponsabilità diffusa, l'assenza di trasparenza, il clientelismo, la corruzione e purtroppo nessun livello ne è immune.

Giusto. Tutte cose che primeggiano quando chi agisce non è responsabile della spesa, dei fondi, perché arrivano da una cassa comune. Bisogna abolire il centralismo fiscale (chiamiamolo, cosi', ... altro non mi veniva) non province o regioni.
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