Tema vecchio e non risolto: Chiesa-Stato

Non so se è il caso, ma apro questo argomento per proseguire un confronto di idee iniziato altrove e per non andare fuori tema in quell'argomento.
Del resto il tema mi sembra che continui a meritare attenzione.
cardif
Anche se e' facile, e' necessario essere d'accordo almeno sui 'fondamentali'.
Beh, non metterei sullo stesso piano la Chiesa e altre societa' umane (non ho capito se sono i tassisti, i farmacisti e i notai)
Solo che questi sono mossi dai loro interessi, la Chiesa dai suoi valori (va be', pure dall'8 pm)
E coloro che hanno valori diversi, tipo gli atei, agnostici, omosessuali, ecc? Lo Stato non deve tutelarli, visto che la Chiesa non li ritiene degni di attenzione?
Insomma, per quel che conta io non ci sto ad uno Stato integralista cattolico nemmeno se fossi credente.
Messaggio di Giovigbe
Se poniamo che gli interessi della Chiesa sono i "valori", allora le diverse società umane vengono ad equivalersi, dalle più piccole (farmacisti, tassisti, notai…) alle più grandi (stati e insiemi sovranazionali)
Lascio perdere l'8 per mille perché è solo parte di questo discorso più generale.
Nessuno ha diritto di imporre i propri valori (per la Chiesa sarebbe pure contro il proprio credo in un Dio che ama e non "si impone");
Lo stato Italiano deve tutelare quanto ha previsto nella sua carta fondamentale
Art. 19. - Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Tutti (in particolare atei e gnostici da te citati) debbono essere tutelati sulla base di questa norma.
Gli atei e gli gnostici da te citati sono tutelkati sulla base di questa norma
La famiglia è tutelata sulla base di una altra norma
Art. 29.
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Che cosa intendesse la Costituente nello scrivere questa norma in questa forma credo che non possa essere oggetto di discussione e facilmente rintracciabile nei resoconti di assemblea
Agli omosessuali - da te citati - lo stato deve garantire la non discriminazione (e non ci sarebbe bisogno neppure di dirlo) e la possibilità di una vita affettiva normale (passami il termine) che significa, per esempio (non sono un esperto di tutte le problematiche) possibilità di assistere in ospedale e di interfacciarsi con i medici, nessuna discriminazione in tema di lasciti ereditari o di successioni nell'abitazione o in una attività.
Alla famiglia fondata sul matrimonio lo stato deve assicurare
Art. 31.
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
_______
La mia risposta:
Credo che anche la Chiesa abbia il diritto di fare la sua politica di centrodestra.
"Bertone spera in un nuovo miracoloso recupero di Berlusconi. Bagnasco sta provando a tirare la volata a Monti. Quasi tutti in Vaticano temono una larga vittoria del PD e di Vendola" (da l'Espresso in edicola). Certo, più alla luce del sole è meglio è.
"gli interessi della Chiesa sono i valori (morali, naturalmente)".
Penso che siano cose diverse.
http://www.zenit.org/it/articles/perche ... lla-chiesa
Per la Chiesa, i "valori irrinunciabili" (o "non negoziabili") sono tre:
1) la difesa della vita dalla nascita alla morte, contro l'aborto, l'eutanasia e la manipolazione del gene umano;
2) la difesa del matrimonio monogamico tra uomo e donna, cioè la condanna del riconoscimento giuridico dell'unione tra omosessuali e delle coppie di conviventi;
3) la difesa della famiglia comporta il terzo valore irrinunciabile: la difesa della libertà di educazione, cioè il diritto della famiglia di scegliere come educare i propri figli, quindi la parità tra scuola pubblica e scuola privata paritaria, perché il compito di educare i figli spetta anzitutto ai genitori, non allo stato.
Uno degli interessi, invece, è l'8 p.m.
Che la Chiesa tuteli il valore "matrimonio" va bene. Però ci credono anche i miliardi di credenti in altre fedi. Ci credono pure atei ed agnostici. Per questo penso che su questo 'valore' non ci debba essere l'imprimatur della Chiesa.
Ma la Chiesa amplia l'applicazione al 'riconoscimento giuridico dell'unione tra omosessuali'. Cioè include nel valore matrimonio anche la 'unione' tra omosessuali, e interviene sull'aspetto 'giuridico'. Questo è limitativo della sovranità degli Stati, che hanno il diritto (o no?) di fare le leggi che vogliono. A meno che la Chiesa con 'giuridico' faccia riferimento alle leggi del suo Stato vaticano.
I matrimoni gay sono riconosciuti in Portogallo, Spagna, Belgio, Olanda, Norvegia.
Le unioni civili in Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Germania, Danimarca, Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia.
Stati evidentemente più liberi dell'Italia.
Le tutele previste dalla Costituzione non sono evidentemente sufficienti, visto che al primo posta c'è quella fondante e fondamentale del lavoro, che non mi pare tanto tutelato.
E comunque è in vigore anche l'art.3, prima parte, della Costituzione (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali).
Credo che lo Stato debba essere laico nel senso di non imporre i vincoli legati ai valori della Chiesa a coloro che non sono cattolici.
Credo che sia da fare una netta differenza tra 'matrimonio', col vincolo della Chiesa e della Costituzione, e 'unione civile' come una libera s.d.f. tra individui a cui possono essere riconosciuti alcuni diritti. Ma la Chiesa tende ad impedire la costituzione di questa s.d.f. trincerandosi dietro il 'matrimonio'. Anche se poi sostiene in politica molti pluridivorziati, dimenticando che dovrebbe considerarli in stato di 'peccato' e quindi fuori dalla Chiesa.
Ci sono istanze di cittadini che vengono limitate dalla Chiesa; non sono i cittadini che vogliono 'imporre' una qualche limitazione alla Chiesa ed ai suoi valori.
ciao, cardif
Del resto il tema mi sembra che continui a meritare attenzione.
cardif
Anche se e' facile, e' necessario essere d'accordo almeno sui 'fondamentali'.
Beh, non metterei sullo stesso piano la Chiesa e altre societa' umane (non ho capito se sono i tassisti, i farmacisti e i notai)
Solo che questi sono mossi dai loro interessi, la Chiesa dai suoi valori (va be', pure dall'8 pm)
E coloro che hanno valori diversi, tipo gli atei, agnostici, omosessuali, ecc? Lo Stato non deve tutelarli, visto che la Chiesa non li ritiene degni di attenzione?
Insomma, per quel che conta io non ci sto ad uno Stato integralista cattolico nemmeno se fossi credente.
Messaggio di Giovigbe
Se poniamo che gli interessi della Chiesa sono i "valori", allora le diverse società umane vengono ad equivalersi, dalle più piccole (farmacisti, tassisti, notai…) alle più grandi (stati e insiemi sovranazionali)
Lascio perdere l'8 per mille perché è solo parte di questo discorso più generale.
Nessuno ha diritto di imporre i propri valori (per la Chiesa sarebbe pure contro il proprio credo in un Dio che ama e non "si impone");
Lo stato Italiano deve tutelare quanto ha previsto nella sua carta fondamentale
Art. 19. - Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Tutti (in particolare atei e gnostici da te citati) debbono essere tutelati sulla base di questa norma.
Gli atei e gli gnostici da te citati sono tutelkati sulla base di questa norma
La famiglia è tutelata sulla base di una altra norma
Art. 29.
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Che cosa intendesse la Costituente nello scrivere questa norma in questa forma credo che non possa essere oggetto di discussione e facilmente rintracciabile nei resoconti di assemblea
Agli omosessuali - da te citati - lo stato deve garantire la non discriminazione (e non ci sarebbe bisogno neppure di dirlo) e la possibilità di una vita affettiva normale (passami il termine) che significa, per esempio (non sono un esperto di tutte le problematiche) possibilità di assistere in ospedale e di interfacciarsi con i medici, nessuna discriminazione in tema di lasciti ereditari o di successioni nell'abitazione o in una attività.
Alla famiglia fondata sul matrimonio lo stato deve assicurare
Art. 31.
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
_______
La mia risposta:
Credo che anche la Chiesa abbia il diritto di fare la sua politica di centrodestra.
"Bertone spera in un nuovo miracoloso recupero di Berlusconi. Bagnasco sta provando a tirare la volata a Monti. Quasi tutti in Vaticano temono una larga vittoria del PD e di Vendola" (da l'Espresso in edicola). Certo, più alla luce del sole è meglio è.
"gli interessi della Chiesa sono i valori (morali, naturalmente)".
Penso che siano cose diverse.
http://www.zenit.org/it/articles/perche ... lla-chiesa
Per la Chiesa, i "valori irrinunciabili" (o "non negoziabili") sono tre:
1) la difesa della vita dalla nascita alla morte, contro l'aborto, l'eutanasia e la manipolazione del gene umano;
2) la difesa del matrimonio monogamico tra uomo e donna, cioè la condanna del riconoscimento giuridico dell'unione tra omosessuali e delle coppie di conviventi;
3) la difesa della famiglia comporta il terzo valore irrinunciabile: la difesa della libertà di educazione, cioè il diritto della famiglia di scegliere come educare i propri figli, quindi la parità tra scuola pubblica e scuola privata paritaria, perché il compito di educare i figli spetta anzitutto ai genitori, non allo stato.
Uno degli interessi, invece, è l'8 p.m.
Che la Chiesa tuteli il valore "matrimonio" va bene. Però ci credono anche i miliardi di credenti in altre fedi. Ci credono pure atei ed agnostici. Per questo penso che su questo 'valore' non ci debba essere l'imprimatur della Chiesa.
Ma la Chiesa amplia l'applicazione al 'riconoscimento giuridico dell'unione tra omosessuali'. Cioè include nel valore matrimonio anche la 'unione' tra omosessuali, e interviene sull'aspetto 'giuridico'. Questo è limitativo della sovranità degli Stati, che hanno il diritto (o no?) di fare le leggi che vogliono. A meno che la Chiesa con 'giuridico' faccia riferimento alle leggi del suo Stato vaticano.
I matrimoni gay sono riconosciuti in Portogallo, Spagna, Belgio, Olanda, Norvegia.
Le unioni civili in Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Germania, Danimarca, Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia.
Stati evidentemente più liberi dell'Italia.
Le tutele previste dalla Costituzione non sono evidentemente sufficienti, visto che al primo posta c'è quella fondante e fondamentale del lavoro, che non mi pare tanto tutelato.
E comunque è in vigore anche l'art.3, prima parte, della Costituzione (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali).
Credo che lo Stato debba essere laico nel senso di non imporre i vincoli legati ai valori della Chiesa a coloro che non sono cattolici.
Credo che sia da fare una netta differenza tra 'matrimonio', col vincolo della Chiesa e della Costituzione, e 'unione civile' come una libera s.d.f. tra individui a cui possono essere riconosciuti alcuni diritti. Ma la Chiesa tende ad impedire la costituzione di questa s.d.f. trincerandosi dietro il 'matrimonio'. Anche se poi sostiene in politica molti pluridivorziati, dimenticando che dovrebbe considerarli in stato di 'peccato' e quindi fuori dalla Chiesa.
Ci sono istanze di cittadini che vengono limitate dalla Chiesa; non sono i cittadini che vogliono 'imporre' una qualche limitazione alla Chiesa ed ai suoi valori.
ciao, cardif