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Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 28/12/2012, 15:17
da franz
II numeri dei sondaggisti e la gara per il Senato:
il rischio del pareggio c'è
Lombardia decisiva come l'Ohio nel voto Usa


ROMA - «Tutto si giocherà al Senato e, quindi, tutto si giocherà in Lombardia, che è per l'Italia quello che per le elezioni del Presidente degli Stati Uniti, sono contemporaneamente l'Ohio e la California: l'Ohio perché è uno Stato contendibile (né tradizionalmente democratico né tradizionalmente repubblicano) e la California per il grande numero di seggi che attribuisce nelle votazioni», dice il professor Roberto D'Alimonte ordinario nella facoltà di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano.

A meno di sessanta giorni dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, ci sono solo due certezze. La prima è che a meno di un cataclisma non prevedibile il Pd raggiungerà agevolmente la maggioranza della Camera. La seconda è che invece i giochi non sono ancora fatti per il Senato. E che si potrebbe riprodurre a Palazzo Madama lo stesso scenario del 2006. Sette anni dopo, lo stesso film, vista la buona rimonta del Pdl nei sondaggi: «Per le elezioni 2013 l'obiettivo del Cavaliere sarà almeno quello di raggiungere il 28/29 per cento dei voti» ha spiegato Alessandro Amadori direttore di Coesis Research . Anche se nulla è scontato, e la strada è davvero ancora molto lunga.
Quello che è sicuro infatti è che al Senato, i voti contano davvero, ed è lì, e solo lì, che il Partito Democratico potrebbe rischiare di non avere la maggioranza.
«Per i dati che stiamo raccogliendo in questi giorni», spiega Renato Mannheimer dell'Ispo, docente di Analisi dell'opinione pubblica, «al Senato siamo veramente sul filo di lana». Mannheimer parla di un possibile riproporsi «dello spettro del 2006» e concorda: «Tutto si giocherà in Lombardia, che assegnerà ben 49 seggi senatoriali».

I fattori che rendono la Lombardia determinante sono almeno tre. Il primo riguarda quello che possiamo chiamare l'effetto election day e cioè, spiega Alessandra Ghisleri, di Euromedia research (che fornisce i sondaggi a Silvio Berlusconi), «l'effetto trascinamento della corsa a presidente della Regione dei tre candidati, Umberto Ambrosoli, Bobo Maroni, e Gabriele Albertini, sul voto dei collegi del Senato per le politiche». Un trascinamento che potrebbe spostare fino al 5 per cento degli elettori. Anche considerando le differenze dei collegi in cui i candidati sono più forti (Maroni in Lombardia 2 e 3, cioè Varese e Brescia, Albertini e Ambrosoli su Milano e Monza).
Il secondo fattore è la redistribuzione dei seggi in base al censimento del 2011 che attribuiscono due scranni in più a Palazzo Madama alla regione lombarda, rispetto al 2008 e a scapito della Campania (-1) e della Sicilia (-1).
Ma è il terzo ed ultimo, il vero elemento fondamentale, quello che farà la differenza: cioè i due scenari completamente diversi che si delineeranno a seconda che il Pdl riuscirà o no a stringere l'accordo elettorale con la Lega Nord. «È questo il vero, ultimo tassello che dobbiamo conoscere per mandare a posto tutti gli elementi del puzzle» spiega D'Alimonte.

Esattamente quanto dimostrano gli ultimi dati raccolti pochi giorni fa ed elaborati il 25 dicembre dal sito di sondaggi Scenaripolitici.com (ma naturalmente senza poter testare ancora l'effetto della salita in politica di Monti). Per il Senato, si fronteggiano infatti già due differenti ipotesi a seconda se il Pdl riuscirà o non riuscirà a scendere in campo con la Lega: lo scenario «A» vede, nel primo caso la Lombardia assegnata al centrodestra, sia pure allo stato non «solid» («sicuro») ma solo «leaning» («tendenziale»). Mentre nello scenario «B», invece, cioè nell'ipotesi in cui questa alleanza non ci sarà, la Lombardia verrà attribuita (questa volta «solid») al Pd e al centrosinistra.
Solo nell'ipotesi «A» la lista Monti giocherà un ruolo decisivo, perché solo con un buon risultato del Pdl al Senato (e in primis in Lombardia), potrà giocare un ruolo di ago della bilancia nei confronti del centrosinistra. «È un effetto paradossale» - spiega un esperto - e la «salita in campo» del Professore potrebbe essere decisiva in Senato nei confronti del progetto «prendo-tutto» del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, solo se quanto meno la Lombardia «finisse» in mano al Pdl e ai suoi alleati. È in ogni caso strada obbligata è che a Palazzo Madama la «lista Monti» sia una lista unica, perché solo così essa può superare lo sbarramento dell'8 per cento previsto dal Porcellum che invece penalizza le coalizioni facendo salire l'asticella fino al 20 per cento del totale perché esse possano ottenere seggi e abbassare la soglia di ogni singola lista partecipante al 3 per cento dei voti ottenuti e non all'8 per cento.

M.Antonietta Calabrò 28 dicembre 2012 | 11:59 www.corriere.it

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 28/12/2012, 18:04
da Giorgio Graffieti
e dove sarebbero le DUE squadre che si confrontano per avere un pareggio? Che giornalisti da poco.

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 28/12/2012, 20:22
da pianogrande
Inutile che si arrampichino sui vetri.
Con i "montiani" al centro ed i voti che prenderà il PD c'è ben poco da pareggiare.
Mi dispiace per la triste fine di Monti ma la destra (questa destra grigia e miserabile) è ormai al tramonto.
Dispone ancora di mezzi di comunicazione per bleffare ma è tutto lì.

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 28/12/2012, 20:58
da Iafran
pianogrande ha scritto:Dispone ancora di mezzi di comunicazione per bleffare ma è tutto lì.

Sarebbe lì, se fosse alla luce del sole e rispettosa delle leggi ...

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 28/12/2012, 21:02
da ranvit
Temo (per voi) che la triste fine la fara' la sinistra radicale e tutti i suoi fans nel PD :lol:

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 28/12/2012, 22:11
da pianogrande
ranvit ha scritto:Temo (per voi) che la triste fine la fara' la sinistra radicale e tutti i suoi fans nel PD :lol:

Ma credi davvero che il centro (di recupero rottami) possa davvero governare un paese?
La sinistra, nonostante la diversificazione, costituisce pur sempre un movimento politico di una notevole forza ed una gerarchia discutibile finché vuoi ma esistente.
Fini, Casini, Buttiglione (Mastella?) etc. etc. è tutta gente abituata ad andare a rimorchio (povero rimorchio!).

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 28/12/2012, 22:39
da ranvit
Il centro non vincerà le elezioni ma intanto toglie parecchi voti al Pdl e probabilmente impedendo la maggioranza Pd al Senato, costringerà il Pd a fare una coalizione di Governo in cui il peso di Fassina/Vendola si ridurrà molto.....e questo è quello che voglio io!
Dopodichè vedremo all'opera il "grande Partito"...e giudicheremo.

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 29/12/2012, 0:30
da pianogrande
ranvit ha scritto:Il centro non vincerà le elezioni ma intanto toglie parecchi voti al Pdl e probabilmente impedendo la maggioranza Pd al Senato, costringerà il Pd a fare una coalizione di Governo in cui il peso di Fassina/Vendola si ridurrà molto.....e questo è quello che voglio io!
Dopodichè vedremo all'opera il "grande Partito"...e giudicheremo.

Non vedo l'ora.
La collaborazione di Monti sarebbe più che gradita (da me) ma tutto il seguito comincia a puzzare di qualcosa che i renziani rottamatori dovrebbero scappare via con gli occhi di fuori.

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 29/12/2012, 3:04
da Giorgio Graffieti
pianogrande ha scritto:...La collaborazione di Monti sarebbe più che gradita (da me) ma tutto il seguito comincia a puzzare di qualcosa che i renziani rottamatori dovrebbero scappare via con gli occhi di fuori.


beh... meno a quelli che in questo trovano il modo semplice per riconfermare il proprio scranno.

...ma ti ricordi il famoso confronto su Sky nel quale Renzi era apparso come quello più alternativo a Casini? Adesso si ritroveranno a votare anche Mastella... ;)

Re: Senato e rischio pareggio

MessaggioInviato: 29/12/2012, 11:25
da pianogrande
Monti ci ha fatto digerire dei rospi mica male.
Adesso, anche lui imparerà a mandare giù.
Dopodiché comincerà, con calma, a ruminare.
Nel frattempo, qualcuno dovrà occuparsi del paese.
Suggerirei un governo Bersani.
E' l'unico che questi problemi li ha affrontati prima delle elezioni.