Viva l'italiano, abbasso il choosysmoGrande Camilleri. Prende una laurea in lingue a Urbino e bacchetta Monti e la Rai: basta con il provincialismo dell'inglese. Difendiamo la nostra bella lingua.
Come dar torto a Camilleri? Viviamo in un paese, l'Italia, assoggettato finanziariamente e politicamente, colonizzato culturalmente, che sta perdendo anche la sua lingua, l'italiano bellissimo. Lingua che dovrebbe rappresentare il fattore portante dell'identità nazionale e invece è umiliata, televisivamente semplificata fino a renderla banale, calpestata dal provincialismo di un'inglesizzazione incomprensibile.
E ha ragione Andrea Camilleri che a Urbino, dove è stato insignito di una laurea honoris causa in lingue, ha bacchettato la politica e in primis Mario Monti. "Parlando di spread o di spending rewiew è il primo a dare il cattivo esempio. Monti però non fa che continuare una pessima abitudine dei nostri politici, basterà ricordare parole come election day, devolution, premier e via di questo passo. Oppure creando orrende parole derivate tipo resettare. Tutti segni, a mio parere, non solo di autosudditanza ma soprattutto di un sostanziale provincialismo".
Già, perché ai nostri politici-prodigio sembra un segno distintivo parlare un'altra lingua, usare terminologie inglesi per definire situazioni che in italiano sono perfettamente narrabili. Complici i media che appena scoprono una parola inglese nuova, fiorita dalla bocca di un potente, se ne appropriano come se non avessero fatto altro che usarla. Un esempio? L'orrida choosy che la Fornero ha utilizzato perché la parola schizzinoso le faceva venire l'orticaria.
Ancora il bellissimo Camilleri: "Se all'estero la nostra lingua è tenuta in scarsa considerazione, da noi viene quotidianamente sempre più vilipesa e indebolita da una sorta di servitù volontaria e di assoggettamento inerte alla progressiva colonizzazione alla quale ci sottoponiamo privilegiando l'uso di parole inglesi. E c'è di più. Un esempio per tutti. Mi è capitato di far parte, quale membro italiano, della giuria internazionale del Premio Italia annualmente indetto dalla Rai con sede a Venezia. Ebbene, il regolamento della giuria prevedeva come lingua ufficiale dei giurati quella inglese, senza la presenza di interpreti. Sicché uno svedese, un russo, un francese e un giapponese e un italiano ci trovammo costretti ad arrangiarci in una lingua che solo il rappresentante della Bbc padroneggiava brillantemente. Va da sé che la lingua ufficiale, in Francia, del Festival di Cannes è il francese, la lingua ufficiale in Germania del Festival di Berlino è il tedesco".
Gira gira finisce per fare la figura barbina sempre la Rai. Ci avete fatto caso?
M. Vic.
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