La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Messaggioda franz il 31/05/2008, 14:31

Le "Considerazioni finali" del governatore Draghi all'Assemblea della Banca d'Italia
La ricetta: contenimento della spesa pubblica e diminuzione della pressione fiscale
"L'Italia può tornare a crescere
Tasse troppo alte, bisogna ridurle"

Ma chi governa deve assicurare la produttività dei servizi pubblici
assicurare legalità, adeguare età pensionabile e infrastrutture
di ROSARIA AMATO

ROMA - La fase di debolezza dell'economia italiana "si protrarrà almeno per l'anno in corso", ma "il Paese ha desiderio, ambizione, risorse per tornare a crescere". A sostenerlo è il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nelle "Considerazioni finali" dell'Assemblea Ordinaria dei Partecipanti. Produttività stagnante, rallentamento degli investimenti, consumi quasi fermi, Mezzogiorno arretrato sono problemi annosi dell'Italia, aggravati dalla "turbolenza finanziaria che ha colpito i maggiori Paesi avanzati", ancora in corso. E che ha come minacciosa conseguenza "l'accumularsi di tensioni inflazionistiche". Ma, afferma Draghi, il Paese "ha una storia a testimoniare che non c'è niente di ineluttabile nella crisi di crescita che da anni lo paralizza".

Certo, perché l'Italia si rimetta in marcia occorrono uno sforzo, ma anche un progetto condiviso: "Il consenso sulle cose da fare è vasto, ma si infrange nell'urto con gli interessi costituiti che negli ultimi anni hanno scritto il nostro impoverimento". E quindi, dice il governatore, "la stabilità della politica, la forza delle istituzioni sono le fondamenta su cui costruire l'intervento risanatore. La sua attuazione richiederà l'impegno di tutte le forze di cui dispone il Paese. Il premio è la ripresa duratura della crescita". Un obiettivo al quale devono concorrere, e del quale devono finalmente godere, sottolinea Draghi, soprattutto i giovani, oggi di fatto discriminati dal mercato del lavoro. E gli ingredienti fondamentali della ricetta sono la riduzione della pressione fiscale e il contenimento della spesa pubblica.

La turbolenza finanziaria mondiale. "Nel corso del 2007 - ricorda Draghi - l'economia italiana ha risentito, come tutta l'area dell'euro, del ripiegamento ciclico mondiale e dell'accelerazione dei prezzi delle materie prime: ma ha rallentato più marcatamente degli altri paesi dell'area". E questo nonostante la sostanziale tenuta del sistema bancario italiano rispetto alla crisi dei mutui subprime: "La turbolenza dei mercati finanziari internazionali ha toccato le banche italiane assai meno che quelle di altri paesi. Le svalutazioni sono state contenute; la redditività si è solo moderatamente ridotta". E tuttavia, ribadisce il governatore, la tempesta dei mercati finanziari potrebbe non aver ancora esaurito i suoi effetti: "E' presto per dire se è terminata". E poi, "è ancora presto per valutarne pienamente le conseguenze sull'economia reale: molto dipenderà dalla dimensione e dalla rapidità del processo di ricapitalizzazione in corso presso le maggiori istituzioni finanziarie mondiali".

La minaccia dell'inflazione. Al momento "i maggiori rischi per l'economia mondiale vengono dall'accumularsi di tensioni inflazionistiche e dal possibile accentuarsi del rallentamento americano". Anche in Italia, ricorda Draghi, l'inflazione appare particolarmente a rischio, dal momento che ha raggiunto "il 3,3 per cento nella media del primo trimestre di quest'anno. Non toccava questo livello dalla prima metà degli anni novanta", e "i dati più recenti indicano un'ulteriore accelerazione". Tuttavia, al momento il sistema non è minato dato che "la dinamica dei costi interni è rimasta moderata: non vi è stata finora rincorsa tra prezzi e salari". E la Banca Centrale Europea ha potuto di conseguenza "mantenere a lungo invariati i tassi d'interesse".

I nodi dell'Italia. La debolezza dell'economia italiana non è tuttavia tanto dovuta alla crisi mondiale, che ne ha certo aggravato le conseguenze, ma a nodi strutturali antichi. Il nodo della produttività, innanzitutto che, ricorda Draghi, "non si scioglie, da più di dieci anni". E questo nonostante "le imprese esposte alla concorrenza internazionale non siano rimaste inerti". "Parti del sistema produttivo hanno iniziato a ristrutturarsi", rileva il governatore. E un riscontro di questo processo virtuoso si trova nelle esportazioni, "aumentate nel passato biennio di quasi il 6 per cento l'anno", e che sono state "il principale sostegno alla crescita del prodotto".

Di contro, "la dinamica della domanda interna è stata molto modesta; i margini di capacità inutilizzata si sono ampliati; gli investimenti hanno rallentato fortemente; sono peggiorati gli indicatori di fiducia delle imprese". Sul fronte delle famiglie, la spesa "è frenata dalla scarsa progressione del reddito disponibile, dal rialzo dei prezzi, che negli ultimi mesi ha colpito soprattutto i consumi delle famiglie a reddito più basso". I consumi, rileva il governatore, "continuano a risentire dell'instabilità dei rapporti d'impiego, diffusa specialmente tra i giovani e nelle fasce marginali del mercato del lavoro".

Le politiche di bilancio. Altro problema cronico è quello del bilancio pubblico: "Nell'ultimo biennio la situazione dei conti pubblici è migliorata". Ma "i risultati per l'anno in corso si prospettano meno favorevoli", ammonisce Draghi, che ricorda che "la politica di bilancio deve restare ancorata all'esigenza macroeconomica di ridurre il debito pubblico in rapporto al prodotto". E tuttavia, senza la crescita, "lo stesso risanamento della finanza pubblica è reso più difficile".

La ricetta. Cosa fare per uscire da una situazione che rischia di portare l'Italia indietro, allontandola sempre di più dai partner europei e dai paesi più progrediti? Innanzitutto, Draghi suggerisce rigore finanziario: "Anche in un contesto congiunturale difficile, il rapporto tra debito e prodotto deve restare su un sentiero di flessione". Per rilanciare i consumi inoltre occorre abbassare la pressione fiscale: Bankitalia suggerisce "la definizione di un percorso pluriennale di riduzione di alcune importanti aliquote d'imposte" sia per le imprese che per le famiglie, fino a portare la pressione fiscale "al 40 per cento del Prodotto interno lordo nell'arco di un quinquennio". Fondamentale poi la riduzione della spesa primaria, e il graduale innalzamento dell'età della pensione, con l'abbattimento dei vincoli che impediscono in questo momento anche a chi lo voglia di continuare a lavorare dopo i 65 anni.

L'esigenza di un rilancio della produttività coinvolge secondo la Banca d'Italia anche il settore pubblico: "Il settore pubblico è chiamato ad accompagnare la ristrutturazione dell'economia agendo nei propri ambiti di competenza. Le cause del ristagno della produttività sono ormai ampiamente identificate. Da più voci sale, ormai da tempo, la richiesta di accrescere la produttività dei servizi pubblici, aprendoli al mercato, di abbattere le rendite improduttive, rafforzando la concorrenza a livello nazionale e locale".

Ancora, chi governa il Paese deve farsi carico, se si vuole davvero un ritorno alla crescita, "di portare la scuola e l'università all'altezza di un Paese avanzato: di adeguare le infrastrutture; di moderare la tassazione; di assicurare nei fatti la certezza e l'efficacia del diritto, semplificando il quadro legislativo e facendo funzionare la macchina della giustizia; di garantire ovunque legalità e sicurezza".

Il Mezzogiorno. Al Mezzogiorno Draghi dedica un intero capitolo delle sue "Considerazioni", chiedendo che "il sistema dei trasferimenti agli enti decentrati" abbandoni "il criterio della spesa storica, che premia l'inefficienza", a favore di un sistema che premi l'efficienza e indirizzi le risorse verso gli usi più produttivi e le priorità più urgenti. Non può esserci crescita senza un recupero del Mezzogiorno: nel 2007, ricorda il governatore, "il rapporto tra il prodotto per abitante delle regioni meridionali e quello del Centro Nord non ha raggiunto il 60 per cento; resta inferiore a quello di trent'anni fa". E ancora: "La produttività media degli occupati del Mezzogiorno è inferiore del 18 per cento a quella del Centro Nord. Il tasso di occupazione è più basso di 19 punti. La quota di lavoro irregolare sfiora ancora il 20 per cento, il doppio di quella delle regioni centro-settentrionali". Un'immobilità e un'arretratezza che spaventano a fronte dei progressi di altri paesi: "In Germania, il prodotto pro capite dei Laender orientali è cresciuto nell'ultimo decennio molto più che nel resto del Paese".

Le banche. Il sistema bancario non è esente naturalmente dal profondo movimento di ristrutturazione che deve investire il Paese perché riprenda la crescita. Draghi rivendica con orgoglio il fatto che le banche italiane abbiano evitato le conseguenze peggiori delle turbolenze finanziarie internazionali grazie a "un legislatore avveduto" ma anche grazie a "una vigilanza che ha saputo coniugare sostegno dell'innovazione e prudenza". Per il futuro, è questa la strada da seguire: "Regole rigorose non agiscono contro il mercato ma a vantaggio del mercato: lo si vede nei momenti difficili". Di conseguenza, per il futuro "le politiche di distribuzione degli utili e ogni progetto di espansione devono essere coerenti con il rafforzamento patrimoniale".

Al di là delle fondamentali esigenze di stabilità del sistema, ci sono però anche da superare diversi problemi che negli anni hanno minato il rapporto con la clientela, ammette Draghi. "E' molto cresciuta, da parte delle stesse banche, la consapevolezza di quanto sia necessario essere percepiti come un operatore corretto, un partner leale. L'opinione pubblica, i clienti, le associazioni dei consumatori si aspettano standard sempre più elevati di comportamento". E questo significa, nel concreto, "lasciare il massimo spazio all'operare della concorrenza nell'offerta delle migliori condizioni ai clienti", per quanto riguarda la ristrutturazione dei mutui. Ma anche offrire condizioni migliori sui conti correnti: "Dalla nostra indagine sui costi dei conti correnti bancari emerge che le banche offrono condizioni particolarmente competitive soprattutto ai nuovi clienti; nei confronti della clientela esistente vi è inerzia".
( 31 maggio 2008)
Immagine
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Messaggioda ranvit il 31/05/2008, 19:12

Tasse alte e spesa pubblica alta!

Il Cs ha contribuito e non poco...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Messaggioda franz il 31/05/2008, 19:44

ranvit ha scritto:Tasse alte e spesa pubblica alta!

Il Cs ha contribuito e non poco...

dimentichi il terzo fattore: il debito pubblico.
Qui il centodestra ha contribuito ancora di piu'.
Le spese non sono diminuite con i governi di DX, anzi. Diminuento le imposte ma non le spese hanno creato deficit, aumentando il debito.
A noi è toccato rimettere in ordine i conti, salvando la spesa sociale e rimettendo in equilibrio le imposte (e facendo meno deficit e debito).
Vittorio, la coperta è corta e per ora non esiste una solizione che abbassi contemporaneamente la spesa, le imposte ed il debito rendendo tutti felici.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Messaggioda ranvit il 31/05/2008, 20:34

Assolutamente d'accordo.
La destra italiana è stata fin'ora....degna del centrosinistra.
Vedremo da qui in avanti.

Ma pensare di eliminare il debito pubblico introducendo nuove tasse significa solo ammazzare il cavallo...
Il debito pubblico va congelato e poi ridotto con la crescita economica.
La crescita economica la si ottiene rimuovendo i lacci e lacciuoli che imbavagliano l'economia, riducendo drasticamente gli sprechi e diminuendo le tasse!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Messaggioda Abracadabra il 02/06/2008, 15:32

ranvit ha scritto:Tasse alte e spesa pubblica alta!

Il Cs ha contribuito e non poco...


FALSO.

La spesa pubblica in questi due anni ha avuto una frenata rispetto allo spendi e spendi del governo di CDX precedente, vatti a vedere tutti i grafici disponibili e vedi che le tue affemazioni sono prime di ogni fondamento.
Abracadabra
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 3
Iscritto il: 25/05/2008, 15:06

Re: L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Messaggioda asinello il 02/06/2008, 16:03

Condivido le considerazioni di Franz e Abracadabra. Sul fronte dell'economia il csx ha agito bene, contenendo la spesa pubblica (con la sx massimalista fra i piedi - che confonde il taglio degli sprechi con il taglio della spesa sociale - non si poteva fare di più), diminuendo deficit (1,9% nel 2007, oltre le migliori previsioni) e il debito pubblico (104 dal 106%). Certo, questo si è ottenuto con le entrate fiscali, che certo non sono un buon supporto perché esse devono essere strutturali e sono legate alla crescita economica (che ad oggi è di poco superiore allo zero).

Che cosa farà il cdx? Personalmente non mi fido degli annunci. Ci furono nel 2001 e abbiamo visto i risultati, sono stati riproposti slogan anche quest'anno (ne dò atto, molto più convincenti stavolta perché apparentemente meno miracolistici e più realistici) e vedremo l'andazzo. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, allora c'è poco da sperare: ritorna la finanza creativa sui mutui, spero non torni sui conti pubblici.
asinello
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 45
Iscritto il: 02/06/2008, 15:50

Re: L'Italia può tornare a crescere; tasse troppo alte

Messaggioda asinello il 02/06/2008, 16:07

Ultimo appunto: Ranvit citava lacci e lacciuoli. Bene, è la strada giusta, ma non sono sicuro che anche questo Parlamento sia scevro da esponenti legati alle corporazioni, a CdA e quant'altro si possa elencare nei lacci e lacciuoli. Finché An fiancheggierà i tassisti, dubito che avremo l'aumento di licenze, così come per altre categorie.
asinello
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 45
Iscritto il: 02/06/2008, 15:50


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 68 ospiti

cron