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Di Pietro nella bufera

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Di Pietro nella bufera

Messaggioda franz il 01/11/2012, 20:56

L'esito delle elezioni sicliliane, che tra l'altro hanno visto IDV non raggiungere il quorum, e l'uragano su N.Y. hanno messo temporaneamente sotto silenzio la bufera che ha investito Di Pieto ed IDV, dopo il servizio di Report.
Cose che già si sapevano (e che avevo evidenziato in questi forum già anni fa) ma che oggi, alla luce di tanti scandali che hanno colpito la classe politica, si abbattono su un personaggio che solo Grillo (interessato forse a raccogliene i voti) pare voler difendere.



Se qualcuno si era chiesto, negli ultimi anni, di quali valori si parlasse nel nome dell'Idv di Antonio Di Pietro, con la puntata di ieri sera di Report ha avuto la risposta: si tratta di valori immobiliari. Come ha dimostrato la trasmissione di Milena Gabanelli, quello che da anni si vuole presentare come un moralizzatore della politica, un inflessibile combattente contro la Casta e un integerrimo servitore del bene pubblico, potrebbe essere in realtà uno che ha utilizzato fondi pubblici per i suoi scopi personali, più che per il suo partito.

Nell'inchiesta di Sabrina Giannini, incentrata sulle gestione dei finanziamenti elettorali da parte dei tesorieri dei partiti, che vi attingevano per scopi personali o li distribuivano ai colleghi per scopi diversi da quelli a cui erano destinati, non si fanno sconti al leader Idv e alla sua famiglia, dalla moglie-tesoriera del partito al figlio Cristiano che si diploma a 22 anni e diventa poi consigliere regionale in Molise. Ne emerge che la storia della vita politica di Di Pietro è anche la storia di 56 immobili acquistati dalla famiglia Di Pietro, con ogni probabilità (stando ai documenti presentati durante il servizio) prendendo i soldi dai rimborsi elettorali dell'Idv e dalle donazioni che privati cittadini facevano a fini politici. Talvolta negli appartamenti acquistati venivano piazzate sedi Idv, che poi si sono rivelate essere farlocche o hanno dovuto, attraverso l'autofinanziamento dei militanti, pagare il mutuo contratto da Di Pietro, che allo stesso tempo costituiva come socio unico società immobiliari che facevano operazioni a suo unico vantaggio. Vicende accadute per anni, mentre i bilanci venivano approvati in fretta e furia praticamente dal solo Di Pietro, e l'Idv era in mano ad un'associazione che ne aveva lo stesso nome, e comprendeva nel direttivo gli stessi Di Pietro & family.

Di Pietro non ci sta, e critica Report, che, a suo giudizio, guardarebbe la pagliuzza nell'occhio Idv e non la trave negli altri partiti. Un'opinione legittima, che però viene smentita anche da uno dei quotidiani che più hanno tirato la volata al dipietrismo negli ultimi anni (anche se ora è senza dubbio su posizioni più grilline), Il Fatto, che oggi scrive: "Anche Di Pietro entra nel mazzo; non in quello dei gaglioffi (i magistrati, bontà loro, hanno certificato che non lo è) ma in quello, più numeroso e pericoloso per questo paese, dei "furbetti" che hanno progressivamente sostituito l'astuzia alla intelligenza."

http://politicaesocieta.blogosfere.it/2 ... video.html

La trascrizione del servizio: http://cdn.blogosfere.it/politicaesocie ... rt_pdf.pdf
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Re: Di Pietro nella bufera

Messaggioda flaviomob il 02/11/2012, 1:59

E ora Grillo ne fa l'apologia (con una "scivolata" su Mussolini) e lo candida al Quirinale...


--

Antonio Di Pietro ha commesso degli errori, ha inserito nel suo partito persone impresentabili come De Gregorio e Scilipoti, ha evitato, per scelte forse tattiche, prese di posizioni nette sulla Tav e sul G8, ma lui soltanto in Parlamento ha combattuto il berlusconismo. Lo ha fatto con armi spuntate, con una truppa abborracciata tenuta insieme unicamente dalla sua testardaggine e caparbietà. E' sempre stato un isolato, mal sopportato dai pdmenoellini e odiato da tutti gli altri. Ha confuso talvolta la politica con la realpolitik e cercato un compromesso impossibile con partiti corrotti e in via di estinzione. Si è fidato troppo di persone a lui vicine, di signor nessuno che ne hanno sfruttato la popolarità assecondando in modo acritico ogni sua richiesta. Ha allevato, forse consapevolmente, piranha e squali che pensava di tenere a bada e che ora mostrano le loro fauci. Però, in questi lunghi anni di inciucio tra il Pdl e il Pdmenoelle, senza di lui, in Parlamento si sarebbe spenta anche l'unica flebile luce rimasta accesa. La Camera non sarebbe stata differente dall'aula sorda e grigia evocata da Benito Mussolini o dall'attuale obitorio della democrazia di Rigor Montis. Il suo "Caro presidente che non c'è" rivolto allo psiconano e gli attacchi ai servi del berlusconismo sono gli unici lampi di luce che meritano di essere ricordati nel peggior Parlamento dell'Unità d'Italia, un luogo immondo popolato da pregiudicati e piduisti, da nemici dichiarati della democrazia. Può essere che Tonino abbia lanciato dei referendum pro domo sua, ma se abbiamo potuto votare contro il nucleare di Casini, Bossi, Fini e Berlusconi lo dobbiamo a lui che ha raccolto e validato le firme necessarie. Solo per questo dovremmo dirgli grazie. Il Lodo Alfano, che anche un bambino avrebbe dichiarato incostituzionale, ma non il presidente della Repubblica, fu criticato e osteggiato in solitudine da Di Pietro nel silenzio dei Bersani, dei D'Alema e con il plauso dei Cicchitto e dei Gasparri. L'uomo ha un caratteraccio, non ascolta nessuno, ma è onesto. Quando ha dovuto affrontare il giudizio di un tribunale lo ha fatto senza esitazioni e ne è sempre uscito prosciolto. Quanti in Parlamento possono dire altrettanto? Chi può scagliare la prima pietra? Nessuno. Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l'unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l'unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau!

http://www.beppegrillo.it/


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Re: Di Pietro nella bufera

Messaggioda flaviomob il 02/11/2012, 2:06

C'è anche questo documento, però...

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E ricordiamoci che quando la Gabanelli fece la puntata sui "Re di Roma", fortemente critica verso la giunta Veltroni di allora, fu denunciata dall'assessore PD all'urbanistica della Capitale (denuncia archiviata: per i giudici le informazioni date erano corrette).
IDV ha replicato alle accuse di Report confermando fiducia a Di Pietro, senza ricorrere a mezzi intimidatori e senza attaccare o minacciare di chiusura Report (come abitualmente fatto dalla destra).

Vedi anche

http://www.antoniodipietro.it/2012/11/c ... nel-giusto

ed anche

http://www.antoniodipietro.it/2009/01/c ... o-calunnie


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Re: Di Pietro nella bufera

Messaggioda franz il 02/11/2012, 15:37

E Pancho Pardi: «Grillo? Di Pietro ha sbagliato, ora l'alleanza con il Pd»
Venti di scissione, bufera nell'Idv
Donadi su Di Pietro: come Berlusconi

Il capogruppo Idv alla Camera: «Truffato dal segretario,
il suo declino sarà simile a quello dell'ex premier»

Tira aria di rottura nell'Italia dei Valori. Sul banco degli imputati c'è il segretario Antonio Di Pietro. Abbandonato in queste ore da alcuni suoi fedelissimi che non gli hanno perdonato forse le incertezze mostrate nell'intervista di Report sui conti del partito. Né sembrano accettare di buon grado le simpatie dell'ex pm per Beppe Grillo. Il più arrabbiato è Massimo Donadi, che punta il dito contro il leader, accusandolo di comportarsi come il Cavaliere. «Con lui ho rotto definitivamente», tuona il capogruppo Idv alla Camera. E spiega: «L'Idv negli anni in cui è esistita non ha fatto antipolitica. Il Di Pietro di oggi decide di tradire la sua storia, con un declino simile a quello di Berlusconi, cambiando idea dalla sera alla mattina».

PARDI CON DONADI - In più interviste e a più riprese Donadi se la prende con Di Pietro. Non gli va giù quel «necrologio del partito» fatto dal suo leader «troppo presto» dalle colonne del Fatto né la scelta di sostenere i 5 Stelle. Non solo. Il capogruppo boccia senza appello l'ipotesi di un ticket Grillo-Di Pietro rispettivamente a Palazzo Chigi e al Quirinale. Sarebbe «come il Messico di Pancho Villa e Zapata», taglia corto. Donadi confessa poi di sentirsi «tradito» e «truffato» dall'ex pm e intravede addirittura una scissione, visto che, ammette, «è difficile andare avanti insieme». «Ha detto che l'Idv è morta dopo la puntata di Report però quegli schizzi di fango riguardano lui», accusa il capogruppo a Montecitorio. Sulla stessa linea di Donadi, Pancho Pardi. Il senatore accusa Di Pietro di aver sbagliato tutto su Grillo e chiede «un chiarimento immediato», rispolverando la necessità di una alleanza con il Pd.

«GRILLO CANNIBALE» - Giovedì l'ex pm ha fatto sapere che non intende abbandonare la nave e ad appoggiarlo in queste ore c'è l'altro capogruppo Felice Belisario. Se un rinnovamento è nelle cose, è la sua idea, è vero anche che Di Pietro potrà porsi come «padre nobile» di una nuova creatura. Ma i venti di scissione che agitano l'Idv sono già un caso. E lo dimostrano le parole del pdl Cicchitto. «Di Pietro - dice - è nel momento di sua maggiore difficoltà e Grillo cerca di cannibalizzarlo».

Cristina Argento 2 novembre 2012 | 14:30 www.corriere.it
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Re: Di Pietro nella bufera

Messaggioda flaviomob il 02/11/2012, 16:20

Di Pietro, che ha documentato tutte le spese sostenute per gli acquisti delle proprietà immobiliari sue e della sua famiglia, ha dichiarato sul suo sito che non intende lasciare la guida di Idv e ha precisato che il figlio, a differenza del Trota, è stato votato direttamente dai cittadini non usufruendo di alcun "listino" bloccato alle elezioni. Inoltre non vedo perché tutte le responsabilità della scelta di candidati "sbagliati", laddove si sono dimostrati tali, dovrebbe essere imputata al solo Di Pietro e non anche a Donadi e all'intera dirigenza di IDV che ora ha tanta fretta di tirarsene fuori. Personalmente sono grato a Di Pietro di aver permesso la realizzazione dei referendum vinti lo scorso anno, di aver sempre dato battaglia in parlamento contro inciuci e leggi a favore della casta, di aver permesso la candidatura di due indipendenti di altissima qualità come De Magistris e Sonia Alfano alle europee, di aver "rotto le balle" a destra e a sinistra. Tutto questo commettendo anche errori nella scelta di altri rappresentanti (Scilipoti è solo l'ultimo) ed errori politici e comunicativi da cui peraltro nessuno è immune, magari talvolta usando pure toni demagogici. Ma non dimentichiamoci di quando Di Pietro fu costretto a rifugiarsi all'estero perché seriamente minacciato di morte, dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino e di come nonostante questa situazione abbia deciso di rientrare e di continuare le proprie battaglie. Non ho mai votato IDV tranne che nell'occasione delle europee, ma non credo che "Tonino" meriti quello che sta subendo ora.


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Re: Di Pietro nella bufera

Messaggioda trilogy il 08/11/2012, 15:38

Case e polemiche, le carte non mostrate
Di Pietro dice di replicare con la «carta che canta» dal suo sito. Appunto, carta canta -
Sabrina Giannini


“Contro le calunnie semplicemente la verità”, scrive Antonio Di Pietro sul sito dell’Italia dei valori. “Hanno attribuito quindici appartamenti ai miei figli!”.
Evitando di dire la fonte di quell’affermazione falsa, il gioco riconduce all’inchiesta di Report, nel corso della quale sono stati attribuiti (soltanto) tre appartamenti ai figli più piccoli (uno cointestato a Bergamo e uno a testa a Milano).

Replicare con un falso alle “perle di disinformazione” e “scientifica opera di killeraggio politico” è un po’ come cadere nella casella probabilità del Monopoli. Probabile che l’abbia detto Report, al quale Di Pietro dice di replicare con la “carta che canta” dal suo sito. Appunto, carta canta.
Alleghiamo le visure delle sue proprietà visto che dal sito Idv ne troviamo solo alcune.
(FORMATO .zip. SCARICA)

Di Pietro ci tiene a precisare che i suoi appartamenti sono 11 e non 56, “un equivoco che nasce dalla risposta ambigua di Massimo D’andrea, il consulente (di parte) di Elio Veltri nella causa contro Antonio Di Pietro, all’inviata di Report” (Il Fatto Quotidiano, 3 novembre).

Sarebbe stato sufficiente rivedere la puntata “Gli insaziabili” per appurare che l’estensore della perizia (giurata) specifica che tra le proprietà della famiglia Di Pietro ci sono anche i terreni, che hanno un loro valore.

Per evitare fraintendimenti, e a conferma di una impostazione garantista, la sottoscritta ha tolto dal dato complessivo le proprietà della moglie e del figlio più grande, Cristiano, e precisato che le proprietà dell’ex magistrato “sono 45, un dato che comprende anche i terreni, le cantine, i garage”. Giocare sui numeri delle proprietà distoglie l’attenzione dal loro valore, quantificato dal perito all’incirca in cinque milioni di euro, ma con una stima prudenziale.

Se il valore di mercato dell’intero cespite della famiglia fosse davvero di quindici milioni potrebbe confermarlo un qualunque esperto esterno al quale Di Pietro potrebbe affidare una controperizia. Nell’intervista a Report emergono ben più gravi criticità sulle quali Di Pietro glissa, per esempio in merito all’appartamento di 180 metri quadri in via Merulana a Roma acquistato nel 2002.

«Quando ho visto dalla sua inchiesta che Di Pietro si era ristrutturato l’appartamento di via Merulana con i soldi del partito sono saltato sulla sedia», afferma indignato il capogruppo alla camera Massimo Donadi, «e a me non risulta infatti che in quella casa ci sia mai stata una sede dell’Idv».

D’altro canto è lo stesso Di Pietro a confermarlo in una dichiarazione al magistrato nella quale afferma che è domiciliato in via Merulana dal 2000. La carta che canta è stata mostrata da Report. Non risulta che i magistrati abbiano appurato se dietro quella fattura ci fosse o meno una sottrazione dei fondi del partito per uso privato.

Potrebbe chiarirlo Di Pietro, allontanando così il sospetto di un’analogia con Bossi: per una faccenda analoga il leader della Lega Nord è sparito dalla scena politica.

Val la pena di rimarcare che anche i suoi trentadue fedelissimi non si sono mai sentiti in obbligo verso gli elettori di chiedere più trasparenza e democrazia al loro leader, pur sapendo che gestiva la cassa del partito con la moglie e l’onorevole Silvana Mura. La stessa incredibilmente nominata dal socio unico Antonio Di Pietro nel Cda della sua società immobiliare Antocri, con la quale ha acquistato due appartamenti poi affittati al partito.

Nel corso dell’intervista l’onorevole Di Pietro prima non ricorda che gli anni della gestione a tre della cassa è durata per ben nove anni. Poi non ricorda che in quel periodo i soldi del finanziamento pubblico riversati sul conto corrente sono stati quasi cinquanta milioni di euro, e non lo ricorda nemmeno la tesoriera Silvana Mura.

Il presidente dell’Idv mostra a sua difesa i pronunciamenti della magistratura che lo scagionerebbero da ogni sospetto di appropriazione, arrivando addirittura a negare un dualismo tra partito e associazione a tre che invece proprio la magistratura ha più volte rilevato.

La verità processuale sbandierata esclude però alcuni fatti (mai accertati e penalmente rilevanti come quello della ristrutturazione della casa di via Merulana a Roma) che attengono al piano dei comportamenti e dell’etica, che per un politico sono dirimenti.

E lo sono ancor più nel suo caso, perché agli occhi dei suoi elettori, sensibili alla morale, si è sempre posto come moralizzatore.

È proprio a loro che l’ex simbolo di mani pulite certamente non mancherà di mostrare l’unica carta che può davvero cantare dissipando ogni dubbio sull’uso a fini personali dei soldi pubblici erogati al partito: tutta la movimentazione bancaria del partito-associazione dal 2001 ad oggi.

I bilanci e le rendicontazioni che mostra oggi, quelle che lui chiama “pezze d’appoggio”, valgono poco o niente, e Di Pietro lo sa da quando raccolse la deposizione di Bettino Craxi nel corso del processo Cusani: «I bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi, tutti lo sapevano ivi compreso coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo nominati dal presidente della camera, ma agli atti parlamentari non risulta».

Il resto, appunto, è un gioco di parole e si sa che nel Monopoli ci sono molte caselle dell’imprevisto.

Sabrina Giannini

http://www.corriere.it/inchieste/report ... 4519.shtml
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Re: Di Pietro nella bufera

Messaggioda flaviomob il 09/11/2012, 1:46

Minuto 3, circa...

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Re: Di Pietro nella bufera

Messaggioda flaviomob il 27/11/2012, 10:05

«Il presidente dell'Idv – dice la giornalista - continua anche a ripetere che ha soltanto tre case quando in realtà ne possiede una a Bruxelles e nove in Italia (incluse le tre che ha acquistato ai figli più piccoli, studenti). Inoltre stiamo aspettando che Di Pietro pubblichi quanto annunciato: le ricevute degli oltre due milioni ricevuti a titolo di risarcimento per essere stato diffamato. Non capiamo perché Di Pietro non mostri l'unica 'carta che canta': i conti correnti dell'associazione a tre che fino al 2009 ha gestito la cassa del partito (di cui erano soci lui, la moglie e la tesoriera Silvana Mura)».

...
http://www.unita.it/italia/gabanelli-co ... o-1.467959

Giuste osservazioni di Gabanelli su Di Pietro: risponda.


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