Almanno: "Il fascismo non fu il male assoluto"

Reazioni dopo le dichiarazioni del sindaco di Roma da Gerusalemme
che aveva condannato solo le leggi razziali. Gattegna: "Non separare le due cose"
"Il fascismo non fu il male assoluto"
Comunità ebraica contro Alemanno
ROMA - Si accende la polemica dopo le dichiarazioni di Gianni Alemanno su fascismo e leggi razziali. Il sindaco di Roma, in visita in Israele, rilascia un' intervista al Corriere della sera e si avventura in un distinguo tra il regime di Mussolini e leggi contro gli ebrei. Il primo, dice il sindaco "non fu il male assoluto e non mi sento di condannarlo". Condanna che, invece, Alemanno riserva alle leggi razziali promulgate dal regime: "Quelle sono state il vero male assoluto". Una posizione diversa da quella di Fini che, da tempo fa condanno il fascismo in toto chiamandolo, appunto, "il male assoluto".
Ma la distinzione di Alemanno non piace a molti esponenti della comunità ebraica. Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche taglia corto: "Le leggi furono emanate dal regime fascista, mi sembra difficile separare le due cose. Bisogna essere cauti". Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz, che taglia corto: "Le leggi razziali ci sono state perché c'è stato il fascismo". Mentre il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici dice di attendersi "un chiarimento" dal primo cittadino di Roma "anche se ho motivo di credere che il pensiero espresso dal nostro sindaco volesse arrivare a conclusioni diverse".
Duro il Pd. "Alemanno smentisca", chiede più di un esponente. "Non capisco perchè oggi si debba riscrivere la storia che va raccontata, esattamente come è successa: quel male assoluto faceva parte del fascismo" rincara il parlamentare democratico Emanuele Fiano. "Aver vinto le elezioni non consente a nessuno di riscrivere la storia" insiste Beppe Fioroni, responsabile dell'organizzazione del Pd.
Voce solitaria in difesa di Alemanno quella del vicesindaco Mauro Cutrufo che accusa la sinistra di essere ferma a "settanta anni fa". Ma al Pd non basta: "Alemanno chieda scusa ai romani e agli italiani per le sue improvvide e gravi affermazioni" dice l'ex assessore capitolino Roberto Morassut.
(7 settembre 2008)
www.repubblica.it
che aveva condannato solo le leggi razziali. Gattegna: "Non separare le due cose"
"Il fascismo non fu il male assoluto"
Comunità ebraica contro Alemanno
ROMA - Si accende la polemica dopo le dichiarazioni di Gianni Alemanno su fascismo e leggi razziali. Il sindaco di Roma, in visita in Israele, rilascia un' intervista al Corriere della sera e si avventura in un distinguo tra il regime di Mussolini e leggi contro gli ebrei. Il primo, dice il sindaco "non fu il male assoluto e non mi sento di condannarlo". Condanna che, invece, Alemanno riserva alle leggi razziali promulgate dal regime: "Quelle sono state il vero male assoluto". Una posizione diversa da quella di Fini che, da tempo fa condanno il fascismo in toto chiamandolo, appunto, "il male assoluto".
Ma la distinzione di Alemanno non piace a molti esponenti della comunità ebraica. Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche taglia corto: "Le leggi furono emanate dal regime fascista, mi sembra difficile separare le due cose. Bisogna essere cauti". Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz, che taglia corto: "Le leggi razziali ci sono state perché c'è stato il fascismo". Mentre il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici dice di attendersi "un chiarimento" dal primo cittadino di Roma "anche se ho motivo di credere che il pensiero espresso dal nostro sindaco volesse arrivare a conclusioni diverse".
Duro il Pd. "Alemanno smentisca", chiede più di un esponente. "Non capisco perchè oggi si debba riscrivere la storia che va raccontata, esattamente come è successa: quel male assoluto faceva parte del fascismo" rincara il parlamentare democratico Emanuele Fiano. "Aver vinto le elezioni non consente a nessuno di riscrivere la storia" insiste Beppe Fioroni, responsabile dell'organizzazione del Pd.
Voce solitaria in difesa di Alemanno quella del vicesindaco Mauro Cutrufo che accusa la sinistra di essere ferma a "settanta anni fa". Ma al Pd non basta: "Alemanno chieda scusa ai romani e agli italiani per le sue improvvide e gravi affermazioni" dice l'ex assessore capitolino Roberto Morassut.
(7 settembre 2008)
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