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Intenzioni di voto, Montezemolo e Marcegaglia piacciono a s

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Intenzioni di voto, Montezemolo e Marcegaglia piacciono a s

Messaggioda ranvit il 23/09/2012, 11:55

Interessante! Altro che Vendola!

http://www.corriere.it/politica/12_sett ... 117d.shtml

L'Osservatorio

Intenzioni di voto, Montezemolo
e Marcegaglia piacciono a sinistra

I 5 stelle calano dal 18-19% di prima dell'estate al 15-16%


Non passa giorno senza che emerga un nuovo scandalo politico. O una nuova occasione per biasimare il comportamento di questo o quell'eletto (o gruppo di eletti) nelle assemblee nazionali o locali. Le vicende della Regione Lazio rappresentano solo l'ultimo tra gli episodi del genere. Uno degli effetti principali di tutto ciò è, come si sa, l'accrescersi della disaffezione verso la politica e, specialmente, verso i partiti tradizionali. Come si è già rilevato, una quota elevata (grossomodo la metà) dell'elettorato si dichiara intenzionata ad astenersi o è indecisa sul partito da votare. Altri si dirigono verso le forze più marcatamente di protesta, tra le quali primeggia il Movimento 5 stelle. Le intenzioni di voto per quest'ultimo, pur registrando un calo rispetto a prima dell'estate (18-19%) si collocano oggi su livelli comunque molto elevati (15-16%).


L'ampia quota di elettori critici verso i partiti tradizionali indica l'esistenza di un enorme mercato potenziale per chi si presentasse assumendo un'immagine di diversità e novità rispetto all'offerta oggi esistente. Un po' come accadde dopo Tangentopoli, quando la crisi dei partiti di allora aprì lo spazio al successo di Berlusconi. Non a caso, diversi esponenti della «società civile» hanno manifestato in questi mesi l'intenzione più o meno velata a candidarsi a ruoli istituzionali, proponendo una cesura più o meno forte nei confronti della «vecchia politica».

Uno dei primi a farlo, già da diverso tempo, è stato Luca Cordero di Montezemolo. Nelle ultime settimane, poi, si è parlato di Emma Marcegaglia e di Corrado Passera (che peraltro ricopre già un ruolo di governo). Ancora, di recente, Oscar Giannino ha animato un movimento, che ha già avuto un largo seguito, estremamente critico verso i partiti tradizionali. E diversi altri soggetti esterni alla politica tradizionale si sono affacciati nelle ultime settimane. Qual è lo spazio potenziale di questi «nuovi» soggetti politici? È bene sottolineare che nessuno di essi ha iniziato una vera e propria campagna elettorale e che, quindi, l'ampia parte di popolazione che non segue da vicino le vicende politiche li conosce assai poco. Già oggi, tuttavia, le persone indicate paiono convincere una fetta consistente - anche se, beninteso, minoritaria - di cittadini.

In particolare, Emma Marcegaglia viene presa in considerazione per un eventuale voto alle elezioni da poco meno del 17%; Montezemolo dal 15%, Passera dal 12%. Oscar Giannino, assai meno conosciuto degli altri, tanto che più di un terzo della popolazione dichiara di non averlo mai sentito nominare, si colloca poco sotto l'8%. In qualche misura, vi è una sovrapposizione tra il pubblico di questi esponenti, nel senso che, per circa metà dei casi, chi dichiara di prendere in considerazione uno dei quattro, lo fa anche per almeno un altro. Ma, per il restante 50% si tratta di scelte esclusive, dirette unicamente verso uno dei nominativi qui citati. In generale, dichiarano l'intenzione di votare per i nomi indicati le persone con titolo di studio più elevato e i cosiddetti «colletti bianchi». Sul piano politico i loro sostenitori si collocano più spesso nel centrosinistra, con una accentuazione tra gli attuali elettori del Pd, ove il consenso supera il 20%. Ciò accade anche per Emma Marcegaglia e Luca di Montezemolo che pure sono stati presidenti della Confindustria. Entrambi, più di altri, raccolgono consensi anche nell'Udc.

Come si è detto, Giannino ottiene assai meno consensi, ma anche lui sembra conquistare in misura (relativamente) maggiore gli elettori del Pd (e, nel suo caso, quelli del Movimento 5 stelle) rispetto ai votanti per gli altri partiti. Nell'insieme, questi dati confermano l'esistenza di un iniziale segmento elettorale «nuovo» rispetto ai partiti tradizionali, che raccoglie consensi potenziali anche all'interno di questi ultimi. Si tratta dell'espressione di una prima generica disponibilità al voto, che è però il presupposto del voto stesso. Ma, come detto, la campagna elettorale può cambiare notevolmente questi risultati, nel senso di un loro accrescimento o, anche, di una loro contrazione.

Renato Mannheimer23 settembre 2012 | 9:38
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Intenzioni di voto, Montezemolo e Marcegaglia piacciono

Messaggioda trilogy il 23/09/2012, 12:55

Che ci sia movimento è importante. Ma il problema non si risolve se non si affronta alla radice la questione dei soldi.
Con tutto il denaro e i privlegi che ruotano attorno alla politica e alla gestione dello stato, di volenterosi pronti a fare "l'interesse collettivo" ne troviamo 60 milioni in Italia.

Il discorso può cambiare se riporti l'ambizione politica in una dimensione più ideale. E' un falso ideologico sostenere che per fare politica servano tutti questi soldi. Gandhi mobilitò un continente senza un soldo. Per stare terra terra, la Lega di Bossi costruì un grande consenso locale con quattro soldi. E' morta quando sono stati sommersi dai contributi pubblici.

Quindi azzerare soldi e compensi fissi per legge. Quello che chiede ogni partito lo si mette nel programma elettorale, ed è vincolante: "Se ci votate chiederemo X euro di rimborso per il partito, x euro di stipendio per gli eletti. Un elettore a questo punto fa le sue considerazioni, sulle promesse programmatiche, e su quanto gli costa chi deve realizzarle.

Con la pressione fiscale che porta via metà del reddito di chi lavora, cose come quella sotto non si possono più sentire. Hanno completamente perso ogni contatto con la realtà del paese. 2000 mensili per un presidente regionale bastano e avanzano. Sono pochi? Nessuno li obbliga a fare politica. Vadano a lavorare altrove. Nel privato è pieno di aziende che cercano personale a 11 mila euro al mese.... :roll:


[..]La Polverini non deve averli mai sentiti in questi anni. A maggior ragione quando impose l'emendamento che riconosceva ai 14 assessori un vitalizio che assicurerà all'uomo a lei più vicino, Cetica, una vita libera da angustie quando lascerà la Regione. Anche se - è notizia che la governatrice ha voluto ieri rendere pubblica - lei, che "campa del solo stipendio da consigliere e Presidente della giunta", pare non arrivi a fine mese. "Ho il conto sempre in rosso", ha spiegato compiaciuta. Con gli 11.598 euro netti che prende ogni 27 in busta (cui vanno aggiunti i 100 mila annui da consigliere e i 4 mila 190 mensili per il rapporto "eletto-elettore") evidentemente non ce la si fa.
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER1-1
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Re: Intenzioni di voto, Montezemolo e Marcegaglia piacciono

Messaggioda pianogrande il 23/09/2012, 13:42

Dar ragione a chi critica questa gentaglia è fin troppo facile.
Di questo approfitteranno in molti e la stragrande maggioranza (sono pessimista) per poter commettere le stesse nefandezze.
Un partito pulito potrebbe andare al potere solo in un paese altrettanto pulito.
Inutile illudersi che basti uno sfasciacarrozze o un chiacchierone a senso unico.
Sarà durissima e ci vorranno generazioni di uomini di ottima volontà.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Intenzioni di voto, Montezemolo e Marcegaglia piacciono

Messaggioda trilogy il 23/09/2012, 20:35

Intezioni di voto mie 8-) A me piace 'sta gente qua.
Questo tipo di persone bisogna far emergere.
Dei montezemolo e marcegaglia in politica non so che farmene.

le donne sindaco della Locride scuotono il Pd sulla legalità
Cinque vite sotto scorta per 800 euro al mese, sono tutte donne: Maria Carmela Lanzetta, Maria Teresa Collica, Elisabetta Tripodi, Carolina Girasole, Anna Maria Cardamone. La rabbia per i milioni accettati in Lazio: "Noi le spese le paghiamo di tasca nostra"

di CONCITA DE GREGORIO

ROSARNO - Questi sono posti dove le teste di maiale non si indossano ai toga party, te le lasciano mozzate sullo zerbino davanti a casa. "E' un rito arcaico della 'ndrangheta ma noi qui ci siamo nate e non ci lasciamo impressionare, lo sappiamo che è così", dice Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno. Dove l'indennità da sindaco, lo stipendio, è di 800 euro al mese che diventano "411 virgola 80 centesimi perché ne lascio la metà al comune per le spese sociali". Sono paesi e città dove se il boss locale ti spara alla macchina ti danno la scorta, ma - spiega Carolina Girasole, sindaco di Isola Capo Rizzuto - "io non l'ho voluta la scorta, ho detto la scambio per due funzionari bravi per i comune, due giovani assunti per concorso. Risultato: mi hanno tolto la scorta e non mi hanno dato i funzionari". Il giornale del mattino arriva anche a Decollatura, confine con Lamezia Terme: quando il sindaco Annamaria Cardamone legge l'intervista al capogruppo Pd alla Regione Lazio Esterino Montino, suo collega di partito, che dice insomma, quei due milioni di contributi per le spese erano disponibili, non li potevamo mica dare indietro, ecco quando legge questo il sindaco mormora la cifra due volte poi dice "io le spese le pago di tasca mia, se faccio l'avvocato e compro un libro me lo pago, perché se faccio il sindaco me lo deve pagare la comunità? E' un lavoro, fare politica, non è mica una rendita".

Le primarie del centrosinistra bisogna guardarle anche da qui, fra la Calabria e la Sicilia: sono un altro spettacolo. Con gli occhi di questi cinque sindaci che hanno tutti 40 anni tranne uno, sono tutti laureati, tutti sotto minaccia di morte. Sono tutte donne, pensate pure che sia un caso.

Tre di loro - Elisabetta Tripodi, Maria Carmela Lanzetta , Carolina Girasole - hanno avuto ieri il premio intitolato a Joe Petrosino ucciso dalla mafia. Lanzetta non è andata a ritirarlo.

"Avevo da lavorare". E' la veterana. 57 anni, due figli di 29 e 26. Sindaco di Monasterace, nella Locride, tremila e cinquecento abitanti. Nonni contadini, madre farmacista e padre medico condotto. Liceo classico a Locri, laurea in farmacia a Bologna. "Non era una famiglia femminista, solo che le donne studiavano e basta". Non iscritta, vota Pd. Eletta sindaco con una lista civica nel 2006, rieletta nel 2011. Il 15 maggio vince le elezioni, il 26 giugno le bruciano la farmacia. Lettere con minacce di morte all'ordine del giorno, a marzo di quest'anno le hanno sparato alla macchina. Vive sotto scorta. "Questo è un paese bellissimo, sul mare. L'area archeologica magno greca più importante del mediterraneo. Facciamo teatro, presentiamo libri. Qui le donne facevano le gelsominaie, mandano avanti l'economia da secoli. Siamo indipendenti, non siamo malleabili. Per me libertà e possibilità di scegliere sono ragioni di vita. Sono calabrese ma sono italiana. Ho bisogno di sentirmi uguale a chi vive a Genova, a Padova. La Locride soffre perché ci tolgono le scuole, l'acqua costa e non ci sono investimenti per le reti idriche. Ho una grande rabbia dentro, enorme. Siamo poverissimi. Non ho i soldi per cambiare le lampadine dei lampioni per strada. I lavori di manutenzione li faccio con la mia indennità. Non chiedo, non mi piacciono i lamenti. Prima di chiedere do. Le prime vittime della 'ndrangheta siamo noi. La gente è stanca della politica, è disgustata. Le primarie, sì, ho qualcosa da dire al Pd: che sia esempio di persone sane e pulite. Che ascolti, ma ascolta? Vorrei poter votare Berlinguer. E' bello che ci sia Laura Puppato, una donna, ma il partito ci crede? Se non ci crede bisognerà scegliere Bersani".

Carolina Girasole, 49 anni, due figlie. Sindaco di Isola Capo Rizzuto, Crotone. 16 mila abitanti. Biologa, laureata a Roma alla Sapienza, aveva un laboratorio di analisi. Comune sciolto nel 2003 per infiltrazioni mafiose, 3 anni di commissario straordinario, poi centrodestra. Vince le elezioni del 2008. "La candidata del Pd non ero io, era la presidente del consiglio comunale ma non hanno trovato l'accordo. Il giorno prima, alle nazionali, ha vinto Berlusconi. Il giorno dopo noi. Lo slogan era "E' qui che vogliamo vivere": abbiamo detto non scapperemo. Vogliamo legalità e trasparenza. In comune quasi nessuno era entrato per concorso, tutti cooptati, inadeguati per numero e capacità. Ho riattivato i concorsi. Il controllo sugli atti. Ci siamo costituiti parte civile per riavere il patrimonio andato ai privati. Abbiamo lottato contro il business dell'eolico, ora il parco è sotto sequestro, uno dei soci era il boss Nicola Arena, è in galera. Stiamo lavorando con Don Ciotti sui terreni confiscati. Hanno bruciato tre macchine, anche quella di mio padre. Mi scrivono minacce di morte sui muri. Ho venduto il laboratorio, perso gli amici, mio marito non ha più clienti. Al posto della scorta ho chiesto due funzionari, non me li hanno dati. Ai colleghi del consiglio regionale del Lazio chiedo che vengano qui sei mesi. Che un po' di quei due milioni di euro che loro usano per le spese a piè di lista vadano ai ragazzi di Isola, figli di genitori uccisi, o in carcere. Vorrei creare una casa della Musica, il futuro passa dai nostri bambini".

Anna Maria Cardamone, 48 anni, sindaco di Decollatura. Laureata a Messina in Economia e commercio, specializzata in Inghilterra. Iscritta al Pd dalla fondazione, eletta nel 2011. Cattolica. "Sono tornata in Calabria dopo 15 anni per amore della mia terra. Non c'era nessuna legalità amministrativa. Ho interrotto l'appalto di sempre sui rifiuti, ho lavorato alla trasparenza delle gare. Abbiamo risparmiato molto, così, e assunto 12 persone da decenni precarie sotto ricatto. C'è a chi non piace. Guadagno 1400 euro. Chi fa politica deve essere sobrio e parco, le spese di rappresentanza se le deve pagare ciascuno col suo stipendio. Serve un rinnovamento radicale. L'antipolitica nasce dalla cattiva politica. Ho paura del populismo di Grillo, non mi piace la demagogia di Renzi. Aspetto di sapere meglio di Laura Puppato, in alternativa: Bersani".

Maria Teresa Collica, 48 anni, un figlio di 5. Sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto, 45 mila abitanti. Laureata in Giurisprudenza a Messina. Docente universitario. "Ho cominciato nel movimento civico 'Città apertà per sostenere Rita Borsellino alle regionali. Abbiamo fondato l'associazione antiracket, combattuto un mega parco commerciale per pericolo di infiltrazioni mafiose. La società faceva capo a Pio Cattafi, avvocato, indicato come terzo livello della Cosa Nostra messinese, ora agli arresti domiciliari. Abbiamo garantito la rotazione nei lavori di acquedotto e fognatura, di conseguenza quest'estate sono saltati tutti i tombini, sabotati. Abbiamo sforato il patto di stabilità e paghiamo una multa. La mia indennità è ridotta del 30 per cento, prendo 816 euro al mese. Ai dirigenti del Pd, il mio partito, dico: fatevi un esame di coscienza, i cittadini sono sfiduciati e giustamente, siamo fuori tempo massimo. La politica non sono calcoli matematici per le alleanze, serve il coraggio di fare scelte. Mi attaccano perché sono una donna. Ora per esempio dicono: è incinta. Non è vero, ma potrei governare anche se fossi incinta, no?. Credo che voterò Puppato".

Elisabetta Tripodi, 44 anni, due figli di 12 e 16. Sindaco di Rosarno, 15 mila abitanti. Avvocato, laureata a Parma. Eletta dopo il commissariamento per mafia e la rivolta dei migranti. "Sono tornata perché se tutti scappano non cambierà mai nulla, spero che più avanti i miei figli capiscano. Chiamano le donne a fare politica nei luoghi e nei momenti difficili pensando che siano più manovrabili, poi non le possono manovrare e le lasciano sole". Sotto scorta da un anno. Il boss Rocco Pesce, ergastolano, le ha inviato una lettera scritta a mano e imbucata dal carcere, la busta era di quelle del Comune. "Ci eravamo costituiti parte civile in un grande processo contro la cosca. Abbiamo confiscato la casa di sua madre e suo fratello. Pesce mi ha scritto: lei è così giovane.... Hanno incendiato macchine, tagliato alberi, fatto a pezzi animali. Ma io non posso permettermi di avere paura. Questo è anche il paese delle pentite di mafia, Giusi Pesce e Maria Concetta Cacciola. Tutte queste donne, loro ed io, stiamo combattendo per i nostri figli. Loro per sottrarli a un destino scritto, io perché voglio che restino qui. Certo che vado a votare alle primarie, anche se lo spettacolo visto da qui è desolante. La gente non si fida più di nessuno e ha ragione. Non è l'antipolitica il nostro nemico, è la brutta politica. Chissà se lo capiscono lassù a Roma che serve coraggio. Non è difficile, davvero. Venite a vedere qui da noi: ci sono donne ad ogni angolo di strada che si battono, in silenzio e da sole, come leoni".

da: http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... f=HREC1-11
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Re: Intenzioni di voto, Montezemolo e Marcegaglia piacciono

Messaggioda flaviomob il 23/09/2012, 21:09

Sono d'accordo con Trilogy

Firmato: un educatore (laureato) che guadagna ottocento euro al mese.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Intenzioni di voto, Montezemolo e Marcegaglia piacciono

Messaggioda ranvit il 24/09/2012, 9:27

Bene le tre donne sindaco, ce ne vogliono altre.

Ma il vero problema è la mediocrità e l'assoluta mancanza di rinuncia al consociativismo della stragrande parte della dirigenza e del personale politico del Pd alle ruberie varie dei politici di tutti i colori.
Ecco perchè la gente, quella che non puo' accettare l'antipolitica populista, guarda anche ai vari Montezemolo e Marcegaglia....antipolitica non populista!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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