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La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 29/08/2012, 10:41
da flaviomob
dal Fatto di oggi:

Pedofilia, gli imbarazzi vaticani

di Marco Politi | 29 agosto 2012

Come uno spettro gli scandali di pedofilia perseguitano il Vaticano. In Israele è scoppiata una polemica violenta sulla nomina del nuovo ambasciatore vaticano, mons. Giuseppe Lazzarotto, già nunzio in Irlanda dal 2001 alla fine del 2007. È accusato di aver coperto, nel suo ruolo diplomatico, gli abusi avvenuti nella diocesi di Dublino.
Yedioth Ahronoth, il giornale israeliano a più larga diffusione, descrive l’arrivo di Lazzarotto come fonte di “imbarazzo e di umiliazione”. E invita il governo a “chiedere chiarimenti”. Yedioth Ahronot (e sulla sua scia altri media) va giù durissimo: “La nomina è uno schiaffo in faccia a Israele”. La storia, più che Lazzarotto personalmente, colpisce il Vaticano e i suoi decennali silenzi sugli abusi sessuali del clero. Lazzarotto come vescovo non è stato coinvolto in nessun caso di pedofilia. Come diplomatico, ubbidiente alle direttive della Santa Sede, ha però negato alla commissione d’inchiesta sui crimini pedofili nella diocesi di Dublino l’accesso alla documentazione in suo possesso.

I fatti risalgono al 2007. La giudice Yvonne Murphy sta indagando sugli abusi sessuali del clero avvenuti tra il 1975 e il 2004. (Se ne documenteranno, riduttivamente, 326 con il coinvolgimento di 46 sacerdoti). La giudice Murphy chiede informazioni alla Congregazione per la Dottrina della fede. Il Vaticano svicola e replica che la richiesta non è avvenuta tramite i canali diplomatici. Nel febbraio 2007 la Murphy si rivolge al nunzio Lazzarotti chiedendogli di trasmettere il materiale in suo possesso riguardante la diocesi di Dublino e gli abusi. O almeno di confermare di non avere alcun tipo di documentazione del genere. Il nunzio, evidentemente istruito da Roma, non rispose mai.

Il rapporto Murphy denuncerà una costante delle autorità ecclesiastiche: “Mantenere il segreto, evitare scandali, proteggere la reputazione della Chiesa e tutelare i suoi beni”. Seguirà il rapporto Ryan: 800 colpevoli di abusi in 200 istituti religosi, nell’arco di 35 anni. Ogni volta che in qualsiasi paese è stata messa in piedi una commissione di inchiesta indipendente sugli stupri clericali è emersa una “mappa dell’inferno”. È proprio per questo motivo che l’episcopato italiano è terrorizzato dall’idea di istituire una commissione d’indagine come, ad esempio, hanno fatto i vescovi in Germania, Austria e Belgio.

Le polemiche su Lazzarotto sono il segnale di una ferita che non si è chiusa, il sintomo di un virus che non è stato debellato. Fino a quando – ci si può chiedere – lo spettro degli abusi inseguirà il Vaticano e si tornerà a parlare dei crimini commessi e nascosti? La risposta è semplice. Fino a quando il Vaticano non imboccherà la linea della piena trasparenza. Papa Ratzinger – ribattono in Curia – ha segnato una svolta con la sua Lettera agli Irlandesi del 2010, in cui denuncia i vescovi per non avere ascoltato le grida delle vittime e invita i preti a presentarsi in tribunale. Il Papa ha emanato regole più severe per combattere il fenomeno, ha incontrato gruppi di vittime in varie parti del mondo, ha obbligato gli episcopati a elaborare linee d’azione.

Tutto vero. Ma non si può rimanere a metà. Serve trasparenza totale per il futuro e per il passato. Nelle settimane scorse, un giudice americano di Portland, nell’Oregon, ha dichiarato improcedibile il tentativo di portare sul banco degli accusati il romano pontefice in una causa di risarcimento per crimini di pedofilia. Jeff Anderson, l’avvocato milionario dei risarcimenti, aveva tentato il colpo grosso denunciando il Papa come “datore di lavoro” di un prete criminale Andrew Ronan. La Corte federale ha respinto il concetto che il pontefice sia assimilabile al capo di una multinazionale. Giubilo negli ambienti ecclesiastici come fosse stata un’assoluzione da qualsiasi responsabilità! Non è così. La Santa Sede è stata parte attiva del sistema di occultamento e minimizzazione di innumerevoli crimini.

Ancora oggi il Papa non ha emanato un decreto sull’obbligo di denuncia dei preti criminali da parte dei vescovi, non è stato avviato un lavoro di monitoraggio e di inchiesta a livello mondiale, non sono stati aperti gli archivi vaticani che albergano la documentazione di responsabilità e insabbiamenti del passato.

C’è un documento impressionante nelle carte segrete di Vatileaks, pubblicate da Nuzzi. Un appunto del segretario papale don Gaenswein su un incontro avvenuto il 19 ottobre 2011 con il sacerdote Rafael Moreno, ex segretario privato di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo e pluristupratore. Don Moreno – scrive Gaensewin – è stato per 18 anni segretario di Maciel. Da lui abusato. È venuto per dire che nel 2003 ha voluto informare Giovanni Paolo II. Non è stato ascoltato né creduto. Voleva parlare al cardinale segretario di Stato Sodano, ma non gli è stata concessa udienza. Dunque nel 2003 i vertici vaticani chiudevano gli occhi sui crimini di Maciel (e lo avevano fatto anche prima). C’è tantissimo da portare alla luce. Prima lo farà, meglio si sentirà il Vaticano. Come dopo una buona confessione.

Il Fatto Quotidiano, 29 Agosto 2012

Re: La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 29/08/2012, 16:00
da ranvit
Non c'è scampo: se non si passa a preti sposati, l'omosessualità forzata dalla inumana castità, sarà una "pratica" costantemente perpetrata nelle "sagrestie".
Ovviamente anche se sposati, come avviene nella vita "civile", non mancheranno i pedofili....ma certamente si rientrerà nelle normali statistiche.

Re: La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 29/08/2012, 18:08
da franz
pedofilia e omosessualità sono due cose diverse, da non confondere.
poi non so se possiamo essere statisticamente rassicurati del fatto che Dutroux fosse sposato (e la moglie fosse sua complice). Se affidiamo bambini a qualcuno (addirittura un'autorità religiosa) credo che sia legittimo chiedere e pretendere un rischio zero, non quello statistico.

Re: La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 30/08/2012, 8:27
da ranvit
So bene che sono due cose diverse....ma so anche che l'omosessuale alla ricerca di sesso "veloce" (il mondo ne è pieno) è piu' facilmente tentato, rispetto a chi ha una vita sessuale piu' "ordinata" (che puo' essere sia omosessuale che non), dall'approcciare minorenni. E' qui, contrariamente a cio' che affermano i buonisti, che le due cose diventano una sola. Inutile menarla!

Certo che non possiamo essere rassicurati dalla statistica! Intendevo dire che anche nella vita "normale" il pericolo è sempre presente.

Re: La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 30/08/2012, 23:26
da flaviomob
Vittorio, l'omosessualità forzata dalla castità imposta esiste solamente in carcere ed è un fenomeno temporaneo. Per il resto o sei omosessuale o non lo sei. Non è accettabile alcuna argomentazione che confonda poi omosessualità e pedofilia, in nessun modo.
Un prete non è una persona costretta alla castità, è una persona che non può vivere la propria vita sessuale alla luce del sole. Non vive in clausura. Ho conosciuto preti omosessuali che mai si sarebbero sognati di andare con minorenni così come preti che vivevano storie d'amore eterosessuale, sempre di nascosto, ovviamente.
Se la pedofilia è emersa con numeri drammatici all'interno della chiesa cattolica, secondo me, è perché questa istituzione ha rassicurato in qualche modo chi se ne rendeva colpevole con la possibilità di mantenere la propria impunità. Il fatto che un prete abbia più facilmente contatti con ragazzi maschi (chierichetti, oratori maschili, comunità educative come gli istituti per orfani) può spiegare una forma di pedofilia rivolta allo stesso sesso, ma non necessariamente chi è in grado di usare violenza sessuale su un bambino (dello stesso sesso) ha particolari tendenze omosessuali (fanno testo maschi coniugati con prole che mostrano tendenze pedofile violente verso i figli di entrambi i sessi).

Re: La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 31/08/2012, 10:40
da ranvit
Non è accettabile alcuna argomentazione che confonda poi omosessualità e pedofilia, in nessun modo.

Condivido gran parte di quello che hai scritto e comunque, pensavo di essere stato chiaro....sono due cose diverse, non ci sono dubbi. Mi riferivo genericamente a rapporti con adolescenti anche in età post-puberale (scientificamente il pedofilo cerca sesso con bambini/e in età pre-puberale).
Rimarcavo che percentualmente questi "contatti" molto piu' presenti tra gli omosessuali alla ricerca di sesso "usa e getta", che sono tantissimi per la difficoltà sociale di avere una situazione stabile e riconosciuta, piuttosto che tra persone etero.




Ps
1) O sei omosessuale o non lo sei? Ho forti dubbi in proposito, credo invece che esistano miliardi di sfumature tra l'etero al 100% e l'omosessuale al 100%....sennò la valanga di bisex dove li mettiamo? (Un mio amico omo mi diceva che i suoi rapporti "usa e getta", attivi e passivi, avvenivano soprattutto con i cosiddetti etero ;) ).
2) Naturalmente l'omosessualità è diffusissima anche tra le donne....se ne parla meno perchè comporta meno violenza.....ma anche qui non si scherza nei rapporti con adolescenti...

Re: La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 31/08/2012, 20:42
da flaviomob
E' vero Vittorio: molti eterosessuali vivono una "doppia vita" e l'apparente maggiore stabilità delle relazioni eterosessuali dipende anche da questo. E' molto più semplice avere l'amante (del sesso opposto o magari dello stesso sesso) o rapporti occasionali mantenendo "la facciata". Per questo le coppie eterosessuali sposate sembrano durare di più, ma spesso si tratta di ottime "messe in scena", così come esistono coppie omosessuali che convivono per tutta la vita. Hai ragione sul tema della bisessualità (già teorizzato ai tempi da Freud, peraltro), quello che io intendevo dire è che se sei omosessuale, cioè se ti piace aver rapporti con persone dello stesso sesso (il ché non esclude affatto una vita eterosessuale parallela, magari predominante), lo fai appunto perché lo sei, perché ti piace, non perché sei costretto da un voto di castità (peraltro comunque violato). L'unico caso limite in cui anche la sociologia riconosce un comportamento omosessuale indotto in persone che normalmente non sono attratte dallo stesso sesso è appunto il carcere. Per il resto, è una libera scelta, o meglio una propensione.

Re: La mappa dell'inferno

MessaggioInviato: 01/02/2013, 16:48
da flaviomob
http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... i-pedofili

Chiesa Usa: rimossi i vescovi che coprirono i pedofili
La decisione dell'arcivescovo di Los Angeles dopo la pubblicazione di 30mila documenti che provano le responsabilità dei suoi predecessori. [Federico Tulli]

venerdì 1 febbraio 2013 14:46

In questa nota del 1996 spedita al vicario dell'arcidiocesi per il clero si parla della preoccupazione per Michael Baker, definito dalle autorità uno dei più pericolosi sacerdoti molestatori di bambini. In questa versione del documento è redatto solo il nome della vittima
In questa nota del 1996 spedita al vicario dell'arcidiocesi per il clero si parla della preoccupazione per Michael Baker, definito dalle autorità uno dei più pericolosi sacerdoti molestatori di bambini. In questa versione del documento è redatto solo il nome della vittima

di Federico Tulli

Con una decisione senza precedenti nella Chiesa Cattolica americana, l'arcivescovo di Los Angeles, Jose Gomez, ha annunciato di aver sollevato il suo predecessore, cardinale Roger Mahony, da tutti i suoi impegni pubblici nella Chiesa per la cattiva gestione di alcuni (allora) presunti abusi sessuali compiuti da sacerdoti su decine di bambini negli anni '80 (Mahony guidò l'arcidiocesi dal 1985 al 2011). Gomez ha annunciato anche che il vescovo di Santa Barbara, Thomas J.Curry, si è dimesso.

L'annuncio è arrivato in contemporanea con la pubblicazione sul sito della diocesi di decine di migliaia di documenti, in precedenza rimasti segreti, riguardanti il modo in cui la Chiesa gestì le sorti di 122 sacerdoti accusati di molestie. Il 9 gennaio scorso Cronache Laiche ha anticipato la notizia e pubblicato alcuni degli sconcertanti documenti (link all'articolo).

A nulla dunque è servito il tardivo mea culpa di Mahony il quale si è scusato solo dopo che è divenuta inconfutabile l'accusa di aver manovrato dietro le quinte insieme ad altri prelati dell'arcidiocesi di Los Angeles, per proteggere preti molestatori all'oscuro dei parrocchiani. Le sue responsabilità sono venute con chiarezza alla luce, scritte nero su bianco nei file che, all'inizio di gennaio, il giudice Emilie Elias della Corte suprema di Los Angeles ha ordinato alla Arcidiocesi cattolica della megalopoli californiana di rendere pubblici.

«Sono stato un ingenuo, ogni giorno prego per loro» commentò l'ex vescovo, che da allora ha incontrato in privato oltre 90 vittime di abusi i cui nomi sono catalogati in un indirizzario nella sua cappella personale. Tutto inutile. Come noto i documenti sono emersi nell'ambito di un maxi-patteggiamento da 660 milioni di dollari nell'ambito del quale nel 2007 l'arcidiocesi ha consegnato migliaia di documenti su circa 500 casi di molestie: dimostrano il profondo disagio del cardinale davanti ad accuse come quelle contro il reverendo Lynn Caffoe, sospettato di chiudere bambini nella sua stanza per riprenderne i genitali con la videocamera e di aver fatto telefonate a luci rosse in presenza di un minore. «Questo per me è inaccettabile», aveva scritto l'alto prelato nel 1991 come riporta un'Ansa del 22 gennaio scorso.

Caffoe era stato messo in psicoterapia e rimosso dall'incarico, ma non spretato fino al 2004, un decennio dopo che l'arcidiocesi ne aveva perso le tracce. «È un latitante», scrisse Mahony all'allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede: «Dev'essere vivo da qualche parte». Caffoe è morto nel 2006, sei anni dopo che un giornale lo aveva localizzato al lavoro a Salinas, in un centro per senzatetto non lontano da una scuola elementare. Mahony è andato in pensione nel 2011.

La riluttanza dell'arcidiocesi a collaborare con polizia e magistratura sui casi di pedofilia era nota da tempo, ma i memorandum scritti alla fine degli anni Ottanta dal cardinale e dal responsabile dell'arcidiocesi per i casi di abusi sessuali monsignor Thomas Curry forniscono la prova più solida emersa finora di uno sforzo concertato della più vasta diocesi cattolica negli Stati Uniti per proteggere i sacerdoti pedofili dall'azione della giustizia. Per anni le gerarchie cattoliche avevano combattuto perché i dossier restassero segreti: oggi questi documenti rivelano, nelle parole dei leader della Chiesa, il desiderio di tenere (ancora una volta) le autorità giudiziarie civili all'oscuro.