Berlino, la BCE, gli spread tra euroforti ed eurodeboli

Tetto allo spread, Berlino dice no
e dalla Bce arriva la frenata
Fuoco di sbarramento dalle autorità tedesche sull'ipotesi di un limite oltre il quale la Bce interverrebbe con l'acquisto diretto di bond dei paesi in difficoltà. Così la Banca centrale precisa: "Ingannevole parlare di scelte neppure ancora discusse dal board"
MILANO - "Molto problematico". Con questo giudizio del portavoce del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaublee e con la presa di posizione della Bundesbank, Berlino aveva bocciato in partenza il presunto piano della Bce 1 di fissare dei tetti massimi ai tassi di interesse che un paese in difficoltà deve pagare sul mercato per rifinanziarsi oltre i quali la Banca centrale interverrebbe con acquisti diretti. A fronte delle dichiarazioni giunte dalle autorità tedesce, la Bce è dovuta intervenire con una nota ufficiale che di fatto smentisce l'esistenza del progetto così come riportato da Der Spiegel e ripreso da tutta la stampa europea.
In mattinata, nel corso di una conferenza stampa a Berlino, il portavoce di Schaeuble aveva detto comunque di "non sapere nulla" del progetto "rivelato" dal settimanale tedesco, mentre più netto è stato il giudizio della Bundesbank, secondo la quale un progetto del genere potrebbe comportare rischi "significativi" perché la Bce non dovrebbe assumere a scapito del proprio bilancio rischi che devono restare a carico dei singoli Paesi.
"La Bundesbank - si legge tra l'altro nel bollettino della Buba - è dell'opinione che l'acquisto di titoli di Stato da parte dell'Eurosistema debba essere vista criticamente e comporti rischi di stabilità significativi". Il nuovo programma della Bce "potrebbe essere illimitato", scrivono ancora i banchieri centrali tedeschi, aggiungendo che le decisioni sulla potenziale maggiore condivisione dei rischi di solvibilità dovrebbero essere prese dai governi e dai parlamenti, non dalle banche centrali. La Buba esprime quindi le sue perplessità anche sull'eventuale assegnazione a Francoforte della sorveglianza sulle banche europee. Dare alla Bce la responsabilità della nuova autorità, si legge nel bollettino, comporta "il rischio di conflitto con l'obiettivo primario della politica monetaria che è quello di garantire la stabilità dei prezzi".
Secondo la Bundesbank, oltretutto, l'escalation della crisi dei debiti sovrani dell'eurozona rappresenta un fattore di instabilità che potrebbe "fortemente influenzare" anche "l'attività economica della Germania nella seconda metà dell'anno". Le dichiarazioni da Berlino hanno raffreddato la rincorsa dei listini europei, tutti comunque in positivo.
L'intensità del "fuoco di sbarramento" tedesco ha costretto la Bce a intervenire per precisare con una mail del portavoce: "E' assolutamente ingannevole dare notizia di decisioni che non sono ancora state prese dal consiglio direttivo della bce" e che "non sono nemmeno state discusse dal consiglio direttivo". Il consiglio direttivo della Bce, precisa l'eurotower, agirà strettamente nell'ambito del suo mandato ed è sbagliato fare illazioni su quale sarà la forma dei suoi prossimi interventi.
Il consueto balletto di piani, critiche e smentite ha avuto effetto sia sulle Borse che sullo spread. I listini hanno fermato la rincorsa 2 nella quale erano guidati da Milano e Madrid. Il differenziale fra Btp e bond decennali, in deciso calo rispetto alla chiusura di venerdì, è risalito sopra i 420 punti base rispetto ai 413 dei minimi di giornata. E ha chiuso a quota 426.
La linea della fermezza di Berlino sui debiti pubblici è confermata anche sulla vicenda della Grecia, a poche ore dall'incontro fra i ministri degli Esteri dei due Paesi: "Il ministro Westerwelle ha già detto che non ci saranno nella sostanza ammorbidimenti degli accordi presi con Atene", ha anticipato Steffen Seibert, portavoce del ministro degli Esteri tedesco, ribadendo la posizione espressa da Guido Westerwelle nel weekend. Seibert ha anche ripetuto di attendere il rapporto della Troika sulla situazione greca.
(20 agosto 2012) www.repubblica.it
e dalla Bce arriva la frenata
Fuoco di sbarramento dalle autorità tedesche sull'ipotesi di un limite oltre il quale la Bce interverrebbe con l'acquisto diretto di bond dei paesi in difficoltà. Così la Banca centrale precisa: "Ingannevole parlare di scelte neppure ancora discusse dal board"
MILANO - "Molto problematico". Con questo giudizio del portavoce del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaublee e con la presa di posizione della Bundesbank, Berlino aveva bocciato in partenza il presunto piano della Bce 1 di fissare dei tetti massimi ai tassi di interesse che un paese in difficoltà deve pagare sul mercato per rifinanziarsi oltre i quali la Banca centrale interverrebbe con acquisti diretti. A fronte delle dichiarazioni giunte dalle autorità tedesce, la Bce è dovuta intervenire con una nota ufficiale che di fatto smentisce l'esistenza del progetto così come riportato da Der Spiegel e ripreso da tutta la stampa europea.
In mattinata, nel corso di una conferenza stampa a Berlino, il portavoce di Schaeuble aveva detto comunque di "non sapere nulla" del progetto "rivelato" dal settimanale tedesco, mentre più netto è stato il giudizio della Bundesbank, secondo la quale un progetto del genere potrebbe comportare rischi "significativi" perché la Bce non dovrebbe assumere a scapito del proprio bilancio rischi che devono restare a carico dei singoli Paesi.
"La Bundesbank - si legge tra l'altro nel bollettino della Buba - è dell'opinione che l'acquisto di titoli di Stato da parte dell'Eurosistema debba essere vista criticamente e comporti rischi di stabilità significativi". Il nuovo programma della Bce "potrebbe essere illimitato", scrivono ancora i banchieri centrali tedeschi, aggiungendo che le decisioni sulla potenziale maggiore condivisione dei rischi di solvibilità dovrebbero essere prese dai governi e dai parlamenti, non dalle banche centrali. La Buba esprime quindi le sue perplessità anche sull'eventuale assegnazione a Francoforte della sorveglianza sulle banche europee. Dare alla Bce la responsabilità della nuova autorità, si legge nel bollettino, comporta "il rischio di conflitto con l'obiettivo primario della politica monetaria che è quello di garantire la stabilità dei prezzi".
Secondo la Bundesbank, oltretutto, l'escalation della crisi dei debiti sovrani dell'eurozona rappresenta un fattore di instabilità che potrebbe "fortemente influenzare" anche "l'attività economica della Germania nella seconda metà dell'anno". Le dichiarazioni da Berlino hanno raffreddato la rincorsa dei listini europei, tutti comunque in positivo.
L'intensità del "fuoco di sbarramento" tedesco ha costretto la Bce a intervenire per precisare con una mail del portavoce: "E' assolutamente ingannevole dare notizia di decisioni che non sono ancora state prese dal consiglio direttivo della bce" e che "non sono nemmeno state discusse dal consiglio direttivo". Il consiglio direttivo della Bce, precisa l'eurotower, agirà strettamente nell'ambito del suo mandato ed è sbagliato fare illazioni su quale sarà la forma dei suoi prossimi interventi.
Il consueto balletto di piani, critiche e smentite ha avuto effetto sia sulle Borse che sullo spread. I listini hanno fermato la rincorsa 2 nella quale erano guidati da Milano e Madrid. Il differenziale fra Btp e bond decennali, in deciso calo rispetto alla chiusura di venerdì, è risalito sopra i 420 punti base rispetto ai 413 dei minimi di giornata. E ha chiuso a quota 426.
La linea della fermezza di Berlino sui debiti pubblici è confermata anche sulla vicenda della Grecia, a poche ore dall'incontro fra i ministri degli Esteri dei due Paesi: "Il ministro Westerwelle ha già detto che non ci saranno nella sostanza ammorbidimenti degli accordi presi con Atene", ha anticipato Steffen Seibert, portavoce del ministro degli Esteri tedesco, ribadendo la posizione espressa da Guido Westerwelle nel weekend. Seibert ha anche ripetuto di attendere il rapporto della Troika sulla situazione greca.
(20 agosto 2012) www.repubblica.it