Spero sia la volta buona! Cosa si sta aspettando?
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L DOSSIER
Patrimoniale, prestito forzoso e super Imu
tutte le tentazioni per consolidare il debito
Le proposte di intervento. Si accende il dibattito sul principale fardello che pesa sul bilancio. Ecco tutte le ipotesi sul tavolo degli esperti. Il Fondo di ammortamento costituito nel 1993 ha bisogno di essere alimentato, ma bisogna definire le misure
Tagliare il male alla radice per evitare lo scacco dei mercati, anche se Mario Draghi riuscisse a sparare il colpo definitivo a difesa dell'euro. Con un debito al 123 per cento e in presenza del fiscal compact e della necessità costituzionale di raggiungere il pareggio di bilancio, le alternative per l'Italia sembrano ristrette a due: o continuare ad avvitarsi nel circuito vizioso tagli alla spesa-recessione, oppure impugnare l'ascia e abbattere in modo definitivo il debito pubblico. Di questa esigenza parla la Cgil, quando chiede la patrimoniale, ma anche il Gotha della finanza e dell'impresa, riunito ieri sera dall'Assonime, sente che il problema è urgente.
Il dibattito è ormai maturo e sono lontani i tempi in cui le proposte di consolidamento di Bruno Visentini facevano scandalo. Sul tavolo ci sono iniziative autorevoli come quella dell'ex Ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio e del giurista Guido Salerno (recepite in vario modo anche da progetti di legge del Pd e di Mario Baldassarri) che prevedono di dimezzare in vent'anni il debito pubblico. Un'altra ipotesi ricorda quella delle superholding di Giuseppe Guarino dei primi Anni Novanta: un "Fondo patrimonio Italia" al quale verrebbero conferite le grandi aziende di Stato (Enel e Eni) e il patrimonio immobiliare: si emetterebbero titoli che verrebbero sottoscritti "forzosamente" dagli italiani (tranne lavoratori dipendenti e pensionati). Ad un Fondo pensa anche Giuseppe Vegas, presidente della Consob: emetterebbe titoli con tripla "A" da offrire in concambio ai detentori di vecchi Btp e Cct.
Oltre a queste proposte, tuttavia, nelle ultime ore ne emergono altre che girano nella maggioranza e tra tecnici di varia estrazione culturale. Si dice che piuttosto che ricorrere ad un unico strumento definito e, probabilmente, dirompente, si potrebbe costituire un mix equilibrato di misure meno drastiche ma ugualmente in grado di fornire risorse per alimentare il "Fondo per l'ammortamento del debito pubblico" istituito nel 1993.
Tra le ipotesi c'è quella di un "prestito forzoso" a scadenza ventennale e tasso calmierato che dovrebbe essere sottoscritto obbligatoriamente dalle Fondazioni bancarie (per la quota immobilizzata del loro capitale). Oppure si parla di un intervento normativo che vincoli le imprese a investire il Tfr in titoli di Stato con rendimento pari alla ricapitalizzazione della liquidazione con scadenza al momento della fine del rapporto di lavoro. Oltre alla patrimoniale classica (sopra il milione), si avanza l'idea di una rimodulazione dell'Imu con forte progressività oltre la terza abitazione: i fondi andrebbero ad ammortamento del debito.
(27 luglio 2012)