franz ha scritto:mauri ha scritto:qualcuno mi spiega perchè quando un gruppo di politici alla guida di un comune, una provincia, una regione, un ente..., nel caso di cattiva gestione o fallimento non venga perseguito penalmente ed economicamente come avviene nel privato?
È il "primato della politica", portato alle sue estreme conseguenze.
Uno è stato "votato dal popolo" oppure "unto dal signore" oppure ha speso piu' delle entrate tributarie per "dare lavoro" (in cambio di voti) ma la radice comune è la omnipotenza e la supremazia della politica su ogni cosa: sull'economia, sulla responsabilità. I numeri non contano, le ragioni della politica contano di piu'.
Non ti piace? Siamo in due.
direi che invece siamo in tanti a domandarci perchè la fanno sempre franca, e siamo in tanti a ribellarci a tale sistema, finalmente una proposta decente che se messa nel loro programma 5s farebbe scintille...
la proposta va aggiustata e perfezionata, gli amministratori oncompetenti devono pagare di tasca loro
ciao mauri
http://www.beppegrillo.it/2012/07/commi ... ebito.html
La prima misura che il MoVimento 5 Stelle chiederà dopo le elezioni politiche sarà l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare per accertare le cause del debito pubblico sia a livello nazionale che a livello amministrativo. La Commissione dovrà verificare eventuali episodi di corruzione, di mala gestione del bene pubblico, di favoreggiamento di lobby vicine ai governi che si sono succeduti negli ultimi anni e agli amministratori locali. I responsabili dovranno motivare ogni spesa effettuata senza disporre della copertura finanziaria, dovranno spiegare l'acquisto di derivati e di altre forme di investimento che si sono rivelate fallimentari, spesso operate per aggirare il patto di stabilità. La Commissione dovrà predisporre misure legislative per evitare che i cittadini siano indebitati senza il loro consenso e, in presenza di reati, denunciare i responsabili alla magistratura. La Commissione dovrà agire in totale trasparenza, i suoi lavori saranno seguiti via Rete. Il debito caricato sulle spalle della popolazione italiana dai partiti, come un somaro che accetta di sopportare qualunque peso, deve avere fine.
La Regione Sicilia è un esempio emblematico della fabbrica del debito a carico dei contribuenti ignari. La Sicilia è virtualmente fallita e si prospetta un commissariamento, forse con Bondi. Tutti sapevano della situazione siciliana da decenni. I potentati locali sono stati foraggiati da un'enormità di denaro pubblico in cambio della golden share per i partiti, dalla Democrazia Cristiana di Andreotti con Lima, alla UDC di Casini con Cuffaro, a Forza Italia di Berlusconi con Dell'Utri (mitico il 61 a 0 di seggi del 2001). In cambio la Sicilia ha oggi il 40% di disoccupazione giovanile e lo spettro del ritorno dell'emigrazione di massa. Chi ci ha guadagnato? Questo dovrà essere il compito della Commissione. In Sicila come in tutta Italia. Il debito delle amministrazioni locali, molte già commissariate come Alessandria, è di 113 miliardi di euro, escluse però la quasi totalità delle partecipate: il debito potrebbe quindi raddoppiare. Il debito pubblico dello Stato ha intanto superato i 1.966 miliardi. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere