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Crescita: Le risorse immaginarie

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda franz il 19/07/2012, 14:25

IL DIBATTITO SULLA CRESCITA
Le risorse immaginarie

Ma quanti medici pietosi si affollano intorno al capezzale dell'Italia. La vedono emaciata, e se la prendono con le cure troppo aggressive. La trovano pallida, e vorrebbero ovviare con un po' di belletto. La scoprono sofferente, e propongono un forte analgesico. Sembrano tutti far finta di non sapere che la paziente sta lottando per la vita o per la morte: dopo il grave infarto di otto mesi fa non si è ripresa, e la prognosi resta riservata. Certo che le cure la debilitano, certo che è spossata e soffre, e fa male a tutti vederla così; ma interrompere la terapia può provocare un nuovo e fatale infarto. Non a caso i più pietosi suggeriscono una dolce morte: staccare la macchina che ci tiene legati all'euro e consegnarsi all'oblio.

Fuor di metafora, è diventato di moda condannare l'austerità e suggerire alternative keynesiane: iniezioni di denaro pubblico per battere la recessione. Ma mentre da noi le si invoca, in Germania sono convinti che l'Italia di oggi sia proprio il frutto di un lungo ciclo di politiche keynesiane. E in effetti è legittimo pensarlo di un Paese che ha accumulato la bellezza di duemila miliardi di euro di debiti. Si è trattato, a dire il vero, di una versione più casereccia del tax and spending dei socialismi scandinavi. Anche perché, duemila miliardi di debiti dopo, noi abbiamo ancora otto milioni di poveri e crescenti ineguaglianze. Alte tasse e alta spesa pubblica non hanno prodotto da noi la coesione sociale svedese o il tasso di occupazione danese. E, se è per questo, nemmeno l'innovazione tecnologica finlandese, l'assistenza sanitaria francese o l'industria tedesca. Quei duemila miliardi sono stati solo la risposta affannosa di una classe politica provinciale all'emergere della globalizzazione: altri risolsero con una Thatcher, noi indebitandoci.

Eppure i medici pietosi accusano il «neoliberismo selvaggio» per questi disastrosi vent'anni. Non è chiaro a quali selvaggi si riferiscano. Ai governi di Ciampi e di Prodi, al colbertista Tremonti? A un centrodestra che, caso unico in Europa, è riuscito a far crescere spesa pubblica e tassazione? Ma ammettiamo per un attimo che abbiano ragione, e che dai vizi conclamati del mercato si debba passare alle virtù della mano pubblica: con quali soldi? Dove intendono attingere le ingenti risorse che servono (perché uno stimolo keynesiano o è ingente o non è)?

Poiché in cassa non c'è un euro, e poiché non possiamo battere moneta per inflazionare il nostro debito, si presume che i keynesiani di ritorno pensino a un ricorso ai mercati. Vorrebbero cioè curare il debito con altro debito. Ai tassi di interesse attuali? Consegnando ai vituperati mercati una sovranità ancora maggiore sulle nostre scelte economiche? Perfino per fare una politica keynesiana bisognerebbe prima convincere i mercati che si possono fidare di noi, e prestarci soldi a bassi tassi. L'austerità di oggi è dunque la precondizione di qualsiasi politica di domani, anche di quella più illusoriamente espansiva.

I nostri medici pietosi, che si commuovono come coccodrilli davanti al capezzale dove hanno portato l'Italia, erano convinti di avercela fatta a scaricare i loro debiti sui nostri figli. Si capisce che ce l'abbiano con la Germania, che non glielo consente.

Antonio Polito18 luglio 2012 | 7:28 www.corriere.it
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Re: Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda trilogy il 19/07/2012, 19:05

Polito non sa di che parla. Qualunque sperpero, saccheggio, politica clientelare, portata avanti dalla oligarchia al potere diventa "politica keynesiana". Contento lui.....
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Re: Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda lucameni il 19/07/2012, 20:06

Gente come Polito, riformista immaginario, di quelli che proponevano il bavaglio alle intercettazioni insieme ai berlusconiani, dovrebbe vergognarsi di parlare di "crescita". Il "riformismo" forte con i deboli e debole con i forti che si alimenta di un'Italia che non esiste. Ovvero una sequela di balle conclamate e frasi apodittiche, editoriali fumosi che possono anche colpire qualche ingenuo.
Se c'è una decadenza italiana, diventata anche crisi economica, è anche "grazie" a quel malaffare che di fatto, col suo falso riformismo, ha contribuito, da deputato e da editorialista fasullo, a foraggiare. E quindi alla nostra "decrescita" ben poco virtuosa. Salvo non avere manco un refolo di dubbio di fronte a spese folli che hanno il solo scopo di foraggiare (ancora una volta) oligarchie che non hanno nulla di "liberale" (altro termine usurpato da questi figuri)
E ci vengono pure a fare la morale col ditino alzato.
Non hanno vergogna.
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Re: Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda franz il 19/07/2012, 22:49

trilogy ha scritto:Polito non sa di che parla. Qualunque sperpero, saccheggio, politica clientelare, portata avanti dalla oligarchia al potere diventa "politica keynesiana". Contento lui.....

In Italia ci sono stati sia sperperi, saccheggi e politiche clientelari, sia defict spending a go-go.
Il grosso del buco di bilancio, in termini storici, è previdenziale o comunque gestionale.
Prima dell'euro c'erano in atto altre politiche "keynesiane" di tipo inflattivo (svalutazioni pilotate).
Poi con l'euro e venuta meno la possibilità di svalutare e stampare carta (come Berlusconi vorrebbe) si è usata la leva del deficit spending, da parte dei governi berlusconiani.
Poi sul termine si puo' discutere. Di certo non erano politiche di rigore. Erano politiche di "spesa allegra", a debito.
Che per i non-keynesiani sono .... "politiche keynesiane".
Il tutto è reso complicato dal fatto è molto difficile definire con una precisione adeguata quali siano le cosiddette "politiche keynesiane" e quindi è facile dire tutto il possibile, pro e contro.
Nel concreto pero' Polito ha ragione perché 1900 miliardi di debito non sono frutto del rigore ma di una politica della spesa pubblica facile all'inseguimento di un fantomatico "moltiplicatore".
Per ora l'unico effetto moltiplicatore è stato sul debito e sui sacrifici oggi per rientrare.
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Re: Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda ranvit il 20/07/2012, 8:09

Domanda...ma come campa Polito? Che fa? Chi rappresenta?

Nel merito: Keynes non c'entra una mazza con la politica di spesa allegra attuata da una classe dirigente mediocre quando non corrotta e/o corruttibile....di cui Polito è parte!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda chango il 20/07/2012, 8:46

franz ha scritto:
trilogy ha scritto:Polito non sa di che parla. Qualunque sperpero, saccheggio, politica clientelare, portata avanti dalla oligarchia al potere diventa "politica keynesiana". Contento lui.....

In Italia ci sono stati sia sperperi, saccheggi e politiche clientelari, sia defict spending a go-go.
Il grosso del buco di bilancio, in termini storici, è previdenziale o comunque gestionale.
Prima dell'euro c'erano in atto altre politiche "keynesiane" di tipo inflattivo (svalutazioni pilotate).
Poi con l'euro e venuta meno la possibilità di svalutare e stampare carta (come Berlusconi vorrebbe) si è usata la leva del deficit spending, da parte dei governi berlusconiani.
Poi sul termine si puo' discutere. Di certo non erano politiche di rigore. Erano politiche di "spesa allegra", a debito.
Che per i non-keynesiani sono .... "politiche keynesiane".
Il tutto è reso complicato dal fatto è molto difficile definire con una precisione adeguata quali siano le cosiddette "politiche keynesiane" e quindi è facile dire tutto il possibile, pro e contro.
Nel concreto pero' Polito ha ragione perché 1900 miliardi di debito non sono frutto del rigore ma di una politica della spesa pubblica facile all'inseguimento di un fantomatico "moltiplicatore".
Per ora l'unico effetto moltiplicatore è stato sul debito e sui sacrifici oggi per rientrare.




per quanto riguarda i sacrfici oggi per rientrare, l'effetto "moltiplicatore" è dato da una politica di rigore ottusa che va contro qualunque logica, moltiplicando gli effetti della recessione e di conseguenza vanficando i sacrifici fatti fino a quel momento e richiedendone di nuovi, in un ciclo senza fine.

se poi per un non keynesiano è sempre e comunque colpa di politiche keynesiane, c'è poco da fare se non prendere atto dell'ubriactura ideologica del non keynesiano e derubricare le sue argomentazioni a ciò che sono: parole al vento.
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Re: Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda flaviomob il 20/07/2012, 13:13

La Germania si è salvata proprio negli anni in cui ha "sforato" i parametri europei per uscire dalla crisi secondo i dettami di Keynes stesso... Polito è un piccolo Ferrara, solo più sgonfio e mediocre... sarebbe utile sapere quanto è costata ai bilanci dello Stato l'ingloriosa avventura, a sovvenzione pubblica, del "Riformista".


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Re: Crescita: Le risorse immaginarie

Messaggioda lucameni il 20/07/2012, 13:26

Ma non credo neppure ci sia poi tanto da discutere su Keynes si o Keynes no relativamente a Polito.
Fermo restando che la discussione sulle politiche keynesiane o più liberiste va bene fin tanto che non diventano un'esibizione di dogmi. Al contrario abbiamo come esempio di ecletticità e apertura mentale proprio il nostro glorioso Luigi Einaudi, pure convinto liberale-liberista; ma che non aveva nulla dei nostri presunti liberali liberisti proprio perchè convinto del ruolo dello Stato come severo censore del capitalismo sovvenzionato e dei monopoli, e soprattutto aveva ben inteso la differenza tra capitalismo ed economia di mercato secondo l'insegnamento di Ropke.
Le sparate fumose di Polito, che già nel suo antico e forse mai presente ruolo di giornalista mai aveva contestato il parassitismo presente in Italia dal lato privilegi, infrastrutture inutili, tutto l'ambaradan del tritare acqua a spese dello Stato, l'editoria sovvenzionata e via e via, che scopo hanno?
Probabilmente la volontà di perpetuare con l'equivoco di un riformismo fasullo che per ora è stata la fortuna dei Polito della situazione.
Finchè dura.
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