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Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda ranvit il 14/07/2012, 10:19

Perchè non si interviene?


http://www.repubblica.it/cronaca/2012/0 ... -39031500/

L'INCHIESTA
Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare
Le spiagge date in concessione sono raddoppiate in dieci anni: sono 12mila, una ogni 350 metri di costa, per un'estensione complessiva che arriva a 18 milioni di metri quadri. Il Wwf: "Canoni bassi e guadagni miliardari"
di GIOVANNI VALENTINI

SONO un bene comune, ma costituiscono un affare privato. Anche se appartengono giuridicamente allo Stato, e quindi a tutti i cittadini, le spiagge italiane vengono sfruttate - sul piano ambientale ed economico - da 30 mila aziende titolari delle concessioni demaniali con un esercito di 600 mila operatori, compresi quelli dell'indotto.

Dal 2001 a oggi, gli stabilimenti sono più che raddoppiati, passando da 5.368 a circa 12 mila, fino a occupare 900 chilometri di costa: un quarto di quella adatta alla balneazione, su un totale di ottomila chilometri. In pratica, uno ogni 350 metri, per un'estensione complessiva che arriva a 18 milioni di metri quadrati. A fronte di oneri concessori nell'ordine dei 130 milioni di euro all'anno a favore dell'erario, il fatturato di questa "industria delle spiagge" varia dai 2,5 miliardi dichiarati dai gestori (i contribuenti italiani più "poveri", con una media di 13.600 euro a testa) ad almeno uno di più stimato dalla Guardia di Finanza, per raggiungere i 6-8 ipotizzati da alcuni esponenti ambientalisti.

È contro lo sfruttamento intensivo di questo patrimonio pubblico che il Wwf diffonderà oggi un nuovo dossier, presso la Riserva naturale delle Cesine, in Puglia, sulla costa salentina. Contemporaneamente, inizieranno i lavori di bonifica e rimozione dei rifiuti stratificati da anni lungo l'arenile, al confine dell'area. In poche settimane, la spiaggia tornerà così al suo originario splendore. "Questa è una giornata importante che ci permette di ringraziare tutti gli italiani, gli amici e i partner che hanno contribuito alla campagna "Un mare di Oasi per te", presentando il risultato concreto della loro partecipazione", dice Gaetano Benedetto, direttore delle Politiche ambientali dell'associazione. E ora il Wwf chiede di condividere con la Regione e gli altri enti locali un progetto di manutenzione costante, per garantire la bellezza e la vivibilità della spiaggia.

Un fenomeno particolarmente allarmante riguarda la progressiva scomparsa delle dune di sabbia, "costruite" nel tempo dall'azione del vento e invase ormai dalle file di ombrelloni e sedie a sdraio, dai chioschi, dai campetti di calcio o beach-volley. Nell'ultimo mezzo secolo, si sono ridotte da una lunghezza complessiva di 1.200 chilometri a circa 700. Ma quelle ancora "attive", in grado cioè di svolgere la loro funzione naturale di barriera protettiva, coprono appena 140 chilometri.
In un periplo ideale della Penisola, il Wwf presenta un check-up generale delle spiagge nelle quindici regioni costiere italiane. L'associazione ambientalista ha accertato così che nella maggior parte dei casi non è stata stabilita neppure una percentuale minima di arenile da riservare alla libera balneazione. Anche la "fascia protetta" di cinque metri dalla battigia molto spesso è più affollata di una strada dello shopping e diventa quindi impraticabile.

La Regione più virtuosa risulta la Puglia, con una quota di spiagge libere pari al 60 per cento del litorale, comprese però le foci dei fiumi e le infrastrutture, come i porti. Altrove, si aggira intorno al 20-25 per cento. Ma in genere la competenza viene delegata ai Comuni e ognuno si regola come crede. Qui manca il Piano paesaggistico regionale, lì non esistono norme né programmi specifici per la tutela delle coste. In questo bailamme, c'è perfino chi propone in Parlamento di estendere le concessioni demaniali da 20 anni a 50, con il rischio di favorire così la trasformazione di strutture stagionali in impianti fissi o addirittura in edifici, stimolando un'ulteriore cementificazione del litorale. Eppure, dal 2006 una direttiva comunitaria sulla circolazione dei servizi - che prende nome dal politico ed economista olandese Frederik Bolkestein - impone la modifica di questi contratti con lo Stato, in base alle regole della concorrenza. Evidentemente, una spiaggia assegnata in concessione a un privato per mezzo secolo non sarà mai più pubblica né tantomeno libera.

(14 luglio 2012)
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda franz il 14/07/2012, 11:46

ranvit ha scritto:Perchè non si interviene?

...
SONO un bene comune, ma costituiscono un affare privato. Anche se appartengono giuridicamente allo Stato, e quindi a tutti i cittadini, le spiagge italiane vengono sfruttate - sul piano ambientale ed economico - da 30 mila aziende titolari delle concessioni demaniali con un esercito di 600 mila operatori, compresi quelli dell'indotto.

Intervenire per cosa? per togliere reddito a 600'000 operatori e farne dei disoccupati?
Non è chiaro a chi si rivolga l'articolo. Parliamo di dune, natura (cosa giusta) oppure di di reddito per oltre mezzo milione di persone (cosa altrettanto giusta)? Possibile che non si trovi una via di mezzo per tutelare l'una e l'altra?
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda ranvit il 14/07/2012, 12:44

Parliamo di spiagge che, in particolare in corrispondenza dei centri abitati, dovrebbero essere libere almeno per la metà della loro estensione per l'accesso di tutti.
Mi rendo conto che chi non abita in città di mare non è interessato....tanto nei pochi giorni che va a mare preferisce ovviamente il lido attrezzato...ma per chi abita lungo le coste fa rabbia non poter accedere liberamente alla "propria" spiaggia.

E, comunque, se pagano poco o niente (come le acque minerali), perchè non dovrebbero essere "calmierate" nelle esose tariffe (quanto meno per i residenti, "scippati" del proprio mare)?
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda Iafran il 14/07/2012, 14:13

ranvit ha scritto:E, comunque, se pagano poco o niente (come le acque minerali), perchè non dovrebbero essere "calmierate" nelle esose tariffe (quanto meno per i residenti, "scippati" del proprio mare)?

Mi sembra che si paghi più per un ombrellone e due sdraio che per fittare un appartamento di 1-3 vani (a seconda della zona).

Le concessioni dovevano essere oltre la spiaggia libera a ridosso del centro abitato, altrimenti si favoriscono le imprese di spiaggia (non sempre fiscalmente a posto) a danno della popolazione locale.
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda franz il 14/07/2012, 16:36

Premesso che ci dovrebbe essere una certa proporzione tra spiagge libere e spiagge date in concessione (cosa che in liguria non esiste da decenni) non comprendo questa lamentazione contro le concessioni. Come già detto comportano redditi per 600'000 addetti e questo porta vantaggi alla popolazione locale, molto piu' di una spiaggia libera. Se poi qualcuno evade, questo non è un argomento. Secondo le stime si tratta di 60 miliardi all'anno, il 41% di cui sono turisti esteri.
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda ranvit il 14/07/2012, 17:27

E' proprio la "proporzione" il problema principale, sta diventando davvero raro trovare un pezzo di spiaggia libera....almeno nelle zone "cittadine".

Altro problema è il ridicolo costo delle concessioni in particolare se correlate con i prezzi....non credo che nessuno voglia abolire i lidi attrezzati, è la rendita di posizione che è scandalosa!
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda franz il 14/07/2012, 18:20

ranvit ha scritto:E' proprio la "proporzione" il problema principale, sta diventando davvero raro trovare un pezzo di spiaggia libera....almeno nelle zone "cittadine".

Altro problema è il ridicolo costo delle concessioni in particolare se correlate con i prezzi....non credo che nessuno voglia abolire i lidi attrezzati, è la rendita di posizione che è scandalosa!

Seriamente bisognerebbe vedere l'investimento e quanto dura. Quanto costano sdraio, obrelloni, cabine, docce ed ogni quantio anni vanno cambiati, per la salsedine. Spesso occorre rimettere la sabbia ad inizio stagione se il mare l'ha portatata via durante l'inverno. E sono tonnellate, non kg. Poi c'è il personale (la spiaggia va pulita tutti i giorni) ed il bagnino obbligatorio e c'è naturalmente il fatto che la stagione dura 3 mesi, 4 se va bene. Andando in Francia ho trovato prezzi ancora piu' alti. Qui un confronto dei prezzi europei: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... agge.shtml
Poi naturalmente ci sono le tasse (per chi le paga) ma è difficile oggettivamente nascondere uno stabilimento balneare al fisco.
Certo, si potrebbe aumentare il costo della concessione ma poi verrebbe ovviamente ricaricato sui prezzi e quindi nuove lementele ...
Quanto al bilanciamento tra spiagge in concessione e pubbliche, decide l'ente locale. Lamentarsi doverosamente in loco.
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda pianogrande il 14/07/2012, 23:59

Sono proprio gli enti locali che non funzionano sotto questo aspetto.
Dove sto andando al mare io (fruitore incallito di spiagge libere) le spiagge libere sono pochissime e male attrezzate (docce da schifo e niente altro).
Fare, poi, una passeggiata sulla spiaggia dove ci sono "gli stabilimenti" diventa uno slalom tra lettini, tavolini, brutte poltrone di plastica etc. che arrivano (arroganza/prepotenza/impunità) fin dentro l'acqua.
La spiaggia libera, naturalmente, viene anche invasa da civilissime persone per giocare a pallone.
Cosa fa l'ente locale?
Credo che abbia altro da pensare.

Dare lavoro e reddito a 600.000 persone deve per forza significare tutto questo?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda Robyn il 16/07/2012, 7:42

Sui beni primari della persona non si può speculare e questi sono per primo luogo il lavoro e la casa.Poi ci sono i beni comuni come il patrimonio naturalistico,paesaggistico,l'acqua,le bellezze artistiche.L'economia ha preso direzioni completamente sbagliate che sono l'economia finanziarizzata e la speculazione sui beni comuni.Ma per creare lavoro bisogna privare i cittadini della loro libertà di recarsi in spiaggia?Alla base di tutto questo c'è proprio una concezione distorta sù cosa è il libero mercato.Inoltre non si può speculare sul lavoro e sulla casa perche sono beni primari della persona riguardano la sua libertà.Non si possono promettere posti di lavoro per ottenere il voto per poi lasciare chi è più debole in condizioni peggiori di prima.Susanna Camusso mi ha telefonato e mi ha detto che è preoccupata perchè se si rimuove la precarietà contro cui si combatte?la precarietà deve rimanere e và creata mi ha detto.Poi mi ha detto che se mi iscrivo al sindacato mi da il posto di lavoro e il reddito minimo.Susanna Camusso non sà neanche imbrogliare perchè o c'è il lavoro o c'è il reddito minimo.Se mi iscrivo al sindacato è per fare delle battaglie non per fare lo scemo
I partiti stanno pensando di introdurre il reddito minimo ma stanno facendo i conti costi benefici circa il consenso elettorale.Giustamente se poi diamo il reddito minimo non possiamo più prometterlo e avere voti per poi non darlo più
E' una rendita elettorale che viene a mancare dicono giustamente ciao robyn
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Re: Addio alla spiaggia libera ecco i padroni del mare

Messaggioda franz il 16/07/2012, 13:21

Il Comune: la fascia di 5 metri dalla battigia destinata solo al transito
Se un'ordinanza proibisce la sosta sulla spiaggia
Alassio, donna incinta viene fatta alzare dalla battigia: «In riva al mare può sedersi solo chi paga l'ombrellone»


ALASSIO (Savona) - Alassio, domenica, intorno a mezzogiorno. «Signora si alzi, qui non può stare, è una zona di transito, se vuole le posso dare una sedia». Il bagnino, molto cortesemente, fa sloggiare Marigianna Semeraro, 35 anni, appena arrivata da Aosta per una settimana di vacanza, settimo mese di gravidanza, seduta sulla sabbia in riva al mare di fronte a uno dei tanti stabilimenti balneari di Alassio (Savona), nel ponente ligure. Chi assiste alla scena rimane incredulo. La battigia non è di tutti?
La signora è lì da pochi minuti, con il marito e il figlio di 5 anni che armeggia con secchiello e paletta. È domenica, ha inutilmente cercato un ombrellone a pagamento. Sedendosi sul bagnasciuga crede di non infrangere alcuna regola anche perché lo stesso fanno decine di altre persone.

Ma è «colpevolmente» ignara di un'ordinanza del Comune di Alassio, la n. 63 del 12 marzo 2012 sulla disciplina delle attività balneari. In particolare è loro sfuggito l'articolo 3 comma 1 lettera C che vieta di «occupare con ombrelloni, sdraio, sedie, teli...» la fascia di 5 metri dalla battigia «destinata esclusivamente al libero transito con divieto di permanenza».
Gli unici «ingombri», tuttavia, sono il pancione e una sporta per i giochi da spiaggia. Il severo regolamento, però, non ammette chi sgarra e obbliga al moto perpetuo sulla battigia: «è vietato sostare nella fascia di transito» sulla spiaggia.
La signora Marigianna si alza senza polemica e se ne va, col dubbio che la sedia offerta fosse a pagamento. Il bagnino applica l'ordinanza che vale anche per le donne incinte. Divieto di sosta, si cammina, circolare, hop hop. In compenso non c'è limite di velocità.

Qualcosa non funziona, però. Perché Marigianna deve andarsene mentre a pochi metri alcuni bambini (e adulti) continuano a «sostare»? Qual è la differenza? Che loro lì dietro hanno l'ombrellone a pagamento e quindi l'ordinanza non si applica. Forse perché il regolamento è stato adottato «sentita l'Associazione Bagni Marini del Circondario di Alassio»?
La situazione sarebbe analoga in molte località della Liguria dove le spiagge sono un bene prezioso. E dove chi infrange le regole sono spesso gli stessi concessionari che fanno applicare le ordinanze. Nei famosi 5 metri della fascia di transito (3 con spiaggia inferiore a 20 metri di profondità) ci sono più lettini e ombrelloni dei bagni privati che non signore Marigianne in presunta sosta vietata.

E la famosa ordinanza? Alla Capitaneria di Porto di Alassio dicono che loro si occupano di sicurezza mentre la gestione delle spiagge è competenza comunale. Un vigile osserva la spiaggia con i lettini praticamente in mare e allarga le braccia: «È competenza della Capitaneria». Intanto alle 18.30 i bagni si svuotano. Ad Alassio un'ordinanza stabilisce che è ora di chiudere le spiagge e tornare a casa.

Mario Gerevini
mgerevini@corriere.it 16 luglio 2012 | 10:52 www.corriere.it
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