La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Inchiesta sanità, indagato Formigoni

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Inchiesta sanità, indagato Formigoni

Messaggioda franz il 23/06/2012, 9:00

Il presidente della Regione Lombardia e il filone dei rapporti tra la Fondazione Maugeri e i mediatori Daccò e Simone
Inchiesta sanità, indagato Formigoni
Le accuse: corruzione e finanziamento illecito di 500 mila euro alle elezioni 2010. La difesa «Non un euro pubblico dissipato, e Daccò non ha tratto indebiti vantaggi in Regione»

MILANO - Illecito finanziamento elettorale di oltre mezzo milione di euro nel 2010 da una azienda sanitaria privata in vista della campagna di Roberto Formigoni per le Regionali lombarde, e corruzione per la somma dei molteplici benefit di ingente valore patrimoniale (vacanze, soggiorni, utilizzo di yacht, cene di pubbliche relazioni a margine del Meeting di Rimini, termini della vendita di una villa in Sardegna a un coinquilino di Formigoni nella comunità laicale dei Memores Domini ) messi a disposizione del governatore lombardo dal mediatore Pierangelo Daccò: sono le due ipotesi di reato per le quali il presidente pdl della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è indagato a Milano nell'inchiesta sui 70 milioni pagati negli anni a Daccò dalla Fondazione Maugeri per il suo ruolo di «facilitatore» nei rapporti tra questo importante polo privato della sanità italiana (con base a Pavia) e i meandri amministrativi del Pirellone.

«Apriporte in Regione»
È in questi meandri che si esprimeva la peculiare professionalità di Daccò nell'«aprire le porte in Regione Lombardia» e, anche «sfruttando la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi presso i miei clienti», muovere «nell'ente pubblico le leve della discrezionalità» cruciali per il riconoscimento agli ospedali delle «funzioni non coperte da tariffe predefinite», cioè del capitolo (pari al 7% del bilancio della sanità per quasi 1 miliardo l'anno) parametrato su attività d'eccellenza e di ricerca in aggiunta ai normali rimborsi delle prestazioni erogate ai pazienti.

Nell'inchiesta, gemmata da quella sul dissesto finanziario del San Raffaele di don Verzè dopo il suicidio nel luglio 2011 del vicepresidente Mario Cal, sono sinora state arrestate (per reati che a vario titolo vanno dall'appropriazione indebita al riciclaggio all'associazione a delinquere) sette persone, tra le quali due amici personali di Formigoni: Daccò, che è in cella dal 15 novembre scorso, e dal 13 aprile un ex assessore regionale democristiano (negli anni 90) poi riconvertitosi in imprenditore immobiliare e consulente nella sanità, il ciellino Antonio Simone.

Nuove contestazioni
Le due inedite contestazioni sono affiorate ora nell'ultimo giro di interrogatori, quando ad almeno quattro degli arrestati è stato via via comunicato che la Procura sta procedendo anche per i nuovi reati di corruzione e di finanziamento illecito. E contrariamente alle suggestioni determinate nei giorni scorsi dalla segretazione dei verbali ordinata dalla Procura, i pochi elementi disponibili fanno pensare che, alla base degli addebiti, vi sia qualcosa di diverso dalla circolata leggenda metropolitana di ammissioni da parte di Daccò e Simone. L'avvocato del mediatore, Giampiero Biancolella, che pur non vuole entrare nel merito dei fatti appunto perché gli ultimi due interrogatori di Daccò sono stati segretati, un solo aspetto ritiene ad esempio di rilevare: «Per quelle che sono le dichiarazioni di Daccò, il reato di corruzione non esiste, però vorrei che a questo punto, dopo oltre 7 mesi di carcere, i pm affrontassero una volta per tutte questo nodo. Se ritengono di possedere elementi per inquadrare nel reato di corruzione i comportamenti che Daccò ha avuto verso l'amico Formigoni, allora chiedano il rinvio a giudizio: ma escano dallo stallo di questa custodia cautelare incongrua e anomala, che neppure nel momento più acuto di Tangentopoli registrava un protrarsi così lungo». «Quello che ha avvicinato Simone a Daccò è stato il fatto che Daccò avesse clienti nella sanità del mondo cattolico», prospetta l'avvocato Giuseppe Lucibello, che dell'interrogatorio del suo assistito tre giorni fa si limita a osservare che «Simone ha spiegato, e anzi ha rivendicato, il proprio ruolo di promotore culturale e grande esperto della legislazione della sanità nel settore del no-profit».

Ancora di recente il presidente della giunta ha ribadito di considerare se stesso e la Regione estranei ad accertamenti giudiziari che a suo avviso riguardano «solo rapporti tra privati» come la Fondazione Maugeri e i consulenti Daccò-Simone, ha asserito che «non un euro di soldi pubblici è stato dissipato», e ha affermato che «Daccò non ha tratto qualche indebito vantaggio da Regione Lombardia per il fatto di conoscermi».

«Neppure un usciere»
All'inizio di questa vicenda Formigoni ha spiegato di aver solo fatto con Daccò «vacanze di gruppo» ai Caraibi, anche se tra «agende da controllare» e «ricevute buttate» dei ventilati rimborsi. In un secondo tempo ha precisato che «non c'era stato bisogno di alcun conguaglio» con l'amico generoso. E infine da ultimo ha detto di aver «potuto accumulare risparmi per un milione di euro che ho prestato a un amico» (Alberto Perego) «per acquistare una casetta in Sardegna», cioè la villa venduta per 3 milioni a Perego da Daccò due settimane prima del suo arresto. «Nessuno di Regione Lombardia è sottoposto a indagine, non un assessore e neppure un usciere», aveva spesso rimarcato Formigoni, anche se in questa inchiesta era stata già indagata per l'ipotesi di riciclaggio la ex dirigente regionale nell'unità organizzativa di Programmazione sanitaria, Alessandra Massei. In un'altra e diversa indagine la settimana scorsa è stato perquisito e indagato per l'ipotesi di associazione a delinquere e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente il direttore generale dell'assessorato regionale alla Sanità, Carlo Lucchina, al quale Formigoni sabato ha voluto rendere «onore» ed esprimere «solidarietà».

Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella 23 giugno 2012 | 7:34 www.corriere.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Inchiesta sanità, indagato Formigoni

Messaggioda pianogrande il 23/06/2012, 22:36

Formigoni continua a difendersi cavalcando l'equivoco non sono indagato, non ho ancora una condanna definitiva, non sono ancora in galera.
Questa gente fa confusione (crea confusione) tra l'illegalità e la decenza.
Ormai, l'immagine di Formigoni è così sputtanata (compreso il ridicolo degli spot da sedicenne un po' suonato) che dovrebbe solo scappare via.
Per fortuna, prima delle eventuali condanne e della eventuale galera, arriveranno le elezioni ed allora comincerà a vedere la differenza tra qualcuno che ha scelto tra un posto di ministro ed uno da presidente di regione e qualcuno che ha proprio stufato.
Ormai il PDL (c'è una lettura molto poco nobile di questa sigla) esiste solo perché non si possono fare le elezioni con la stessa frequenza dei sondaggi.
Formigoni, Alfano e Berlusconi lo sanno benissimo e temporeggiano cercando di ricavare il massimo dalla aspettativa di vita per la quale debbono ringraziare solo il governo Monti.
Speriamo che la bestia ferita non faccia ancora troppo male al paese.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Inchiesta sanità, indagato Formigoni

Messaggioda flaviomob il 26/06/2012, 23:59

http://www.formigonigohome.com/

A gentile richiesta, dimiffioni... o formissioni?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

DL

Messaggioda franz il 27/06/2012, 14:28

Dimissioni e Liberazione
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Inchiesta sanità, indagato Formigoni

Messaggioda flaviomob il 03/07/2012, 8:07

I preti che ordinano roghi... chissà perché non mi è nuova...! :o :o :o

--

MILANO DUE DELLA SECURITY ACCUSATI DI UN ROGO SU ORDINE DEL SACERDOTE

Colpo da un milione
Arresti al San Raffaele
Il furto prima del suicidio del vice di don Verzé

MILANO - All'ospedale San Raffaele fu la prima persona la mattina del 18 luglio 2011 a trovare il cadavere del suicida vice di don Verzé, Mario Cal: ora il funzionario della security interna, Danilo Donati, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Milano insieme al collega Antonio Vito Cirillo con l'accusa di aver bruciato nel 2006 su ordine di don Luigi Verzé l'adiacente centro sportivo, sorto in affitto sui terreni di cui il sacerdote voleva tornare in possesso ma che l'affittuario Andrea Lomazzi non voleva cedere.
Questa inchiesta per incendio e tentata estorsione, nella quale è indagato anche l'ex capo dell'ufficio tecnico Andrea Roma (per il quale il giudice ha però respinto la richiesta di arresto per mancanza di attualità delle esigenze cautelari), ha ripreso e sviluppato «notizie apparse il 28 e 29 novembre 2011 sul Corriere della Sera », e cioè gli articoli di Simona Ravizza e Mario Gerevini sulle intercettazioni ambientali eseguite dall'Antimafia milanese nell'ufficio di don Verzé dal 2 dicembre 2005 al 19 settembre 2006, ma poi persesi in Procura nel passaggio (di quel fascicolo su una maga in odore di 'ndrangheta) da un magistrato all'altro e via via trasferito. Al punto da essere rimaste ignote fino al 2011 persino ai pm dell'inchiesta sul San Raffaele.

Colpo da 1 milione
Se si aggiunge che ieri Cirillo, insieme al pure arrestato collega Francesco Pinto, è accusato anche di aver rubato quasi 1 milione di euro (metà in assegni poi bloccati e metà in contanti) dalla cassaforte del San Raffaele tre giorni prima del suicidio di Cal, ecco che il San Raffaele pare sempre più palcoscenico sia di tragedie umane (il suicidio di Cal), sia di titanici confronti tra slanci verso il bene (la creazione da zero di un grande ospedale) e inabissamenti in fondo al male (l'incendio di un centro sportivo per far sloggiare un vicino ingombrante, il rogo di cartelle cliniche per sottrarle ai finanzieri), sia persino di «gialli» alla Maigret (il furto di 1 milione pre-suicidio).

«Sentirà del fuoco»
Dalle intercettazioni del 2006 riscoperte e riascoltate, emerge che «Verzé aveva avviato una violenta campagna contro Lomazzi, amministratore della società che aveva preso in affitto alcuni terreni adiacenti dove gestiva un centro sportivo. Verzé aveva bisogno di rientrare anticipatamente nella disponibilità dei terreni per sviluppare una diversa iniziativa immobiliare» alla quale «si ricollegava l'ulteriore finalità patrimoniale di ottenere un finanziamento regionale». Di fronte alle resistenze di Lomazzi, «nelle intercettazioni del 2006 si fa esplicito riferimento all'incendio del centro sportivo», che si verifica davvero con quelle modalità il 30 maggio.

A progettarlo sono Verzé e l'ingegner Roma che profetizza: «Facciamo la scommessa che, quando (lei, ndr) è in Brasile, sentirà che c'è stato del fuoco in una stanza dove ci sono i quadri elettrici che vengono liquefatti, e lui (Lomazzi, ndr) per tre mesi non lavora». Don Verzé è entusiasta, anzi chiede se non si possa fare di più: «Bruciare anche i padiglioni no, eh?». «No, quello mi sembra un po' eccessivo», lo delude Roma, che gli assicura d'essersi messo «d'accordo con Danilo, gli ho indicato quale stanza...». Sei anni dopo, poche settimane fa, in Procura alcuni testi confermano. E il teste D. S. l'11 giugno aggiunge: «Nel 2008 fu appiccato un incendio alla cascinetta di Vimodrone ove si trovava l'archivio delle cartelle cliniche. Voci tra noi erano che l'incendio provenisse dall'interno della Fondazione perché nella cascinetta era custodita documentazione amministrativa che doveva essere sottratta alla Guardia di Finanza».

«Il giudice sono io»
Per la cronaca Lomazzi, che aveva già subito uno strano incendio nel 2004, nel 2010 ha mollato l'area: «Il numero dei clienti è sceso vertiginosamente, alla fine mi sono convinto a lasciare perché di fatto ero impossibilitato ad andare avanti. Mi sono stati offerti 75.000 euro (nulla in confronto all'investimento di 700 milioni di lire), li ho accettati e ho lasciato tutto». E pensare che nel 2000 confidava in una causa civile: «Don Verzé, con atteggiamento arrogante, mi disse: "Il giudice sono io e decido io"».

«Rubare dove si può»
Più vicino nel tempo è il furto di 937.00 euro dalla cassa continua del San Raffaele nella notte tra il 14 e 15 luglio 2011, tre giorni prima del suicidio di Cal. Qui il giudice Vincenzo Tutinelli, componendo il puzzle di testimoni, tabulati telefonici e logica, scrive un'imputazione fortemente indiziaria ma nella quale ritiene che «la concatenazione degli indizi non lasci spazio a interpretazioni alternative». La Mondialpol passava tutti i giorni a ritirare i soldi, «ma solo nel caso del furto è successo che non si provvedesse al ritiro dei soldi» addirittura «per due settimane su indicazione di Cirillo e Pinto»: cioè proprio i due della security che la notte del furto, benché fuori servizio e benché mai al lavoro di notte, «furono visti scendere nel caveau» (e lo confermano anche i tabulati telefonici). «Solo loro possedevano le chiavi e il codice del portello della cassa». Tre giorni prima «la telecamera di sorveglianza era stata manomessa» in un modo possibile solo a chi conoscesse benissimo il sistema, «e Cirillo era l'unico a conoscerne i dettagli tecnici». Indagando, i pm si imbattono persino, «tra il comico e il grottesco», nel recente passaggio sottocosto a Cirillo per 17.000 euro della Mercedes da 106.000 di Cal. Ma folklore a parte, «la sostanza è che, in pendenza di procedura concorsuale, c'è ancora chi lavora al San Raffaele con attitudine predatoria e ruba dove può rubare».

Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella

(Corriere)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Inchiesta sanità, indagato Formigoni

Messaggioda Iafran il 03/07/2012, 9:19

flaviomob ha scritto:A progettarlo sono Verzé e l'ingegner Roma che profetizza: «Facciamo la scommessa che, quando (lei, ndr) è in Brasile, sentirà che c'è stato del fuoco in una stanza dove ci sono i quadri elettrici che vengono liquefatti, e lui (Lomazzi, ndr) per tre mesi non lavora». Don Verzé è entusiasta, anzi chiede se non si possa fare di più: «Bruciare anche i padiglioni no, eh?». «No, quello mi sembra un po' eccessivo», lo delude Roma, che gli assicura d'essersi messo «d'accordo con Danilo, gli ho indicato quale stanza...». Sei anni dopo, poche settimane fa, in Procura alcuni testi confermano.

Anche con la pistola fumante in mano ... negheranno l'evidenza. Il suicidio, invece, è l'azione "giusta" per far chiudere ogni indagine ...

flaviomob ha scritto: «Don Verzé, con atteggiamento arrogante, mi disse: "Il giudice sono io e decido io"».

Da "uomo che non deve chiedere mai" ...
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Formigoni indagato per corruzione

Messaggioda franz il 25/07/2012, 13:59

IL CASO
Formigoni indagato per corruzione
"I soldi transitati su conti svizzeri"

Svolta nell'inchiesta sulla sanità lombarda che aveva portato in carcere il faccendiere ciellino
Daccò. Il governatore dovrà rispondere delle vacanze ai Caraibi e dei finanziamenti ai partiti

di EMILIO RANDACIO

Al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è stato notificato un invito a comparire dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta con al centro la fondazione Maugeri. Al governatore è stato contestato il reato di corruzione aggravata dalla transnazionalità del reato nell'ambito dell'inchiesta sui presunti fondi neri alla Fondazione Maugeri. Il nome di Formigoni era stato iscritto nel registro degli indagati il 14 giugno scorso: lo ha reso noto il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati.

LO SPECIALE Lo scandalo sanità in Lombardia: http://www.repubblica.it/topics/milano/ ... ref=HREA-1

Contro il governatore si sono incrociate negli ultimi mesi più inchieste. A novembre era scoppiato il caso sul crac del San Raffaele che ha coinvolto uno dei suoi fedelissimi, il faccendiere Pierangelo Daccò. Ad aprile un nuova bufera per lo scandalo dei fondi neri della Fondazione Maugeri. Ancora una volta coinvolto Daccò, ma anche un ex assessore dc al Pirellone: il ciellino Antonio Simone.

Proprio dagli sviluppi dell’ultima inchiesta sono arrivati i guai per il governatore. Attraverso la mediazione che Daccò avrebbe svolto fra le strutture private e la Regione per sbloccare i pagamenti pubblici, gli sarebbero stati versati una cinquantina di milioni di euro in nero che, in parte, il faccendiere avrebbe poi girato allo stesso Formigoni.
Viaggi ai Caraibi, soggiorni in barca, finanziamenti ai partiti i favori, sostiene oggi la Procura di Milano, ottenuti dal governatore.

(25 luglio 2012) www.repubblica.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 14 ospiti