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Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda ranvit il 23/06/2012, 8:01

Altre chiacchiere....i 130 miliardi somigliano agli 80 in Italia: chiacchiere!
Chi li mette? Come? E poi, se 80 per l'Italia del governo Monti, solo 130 per tutta l'eurozona??? :lol:

La Merkel dice ""Dove c'é solidarietà servono anche controlli", perché in passato "le regole non sono state rispettate", è stata la pronta replica della Merkel, che è tornata a ribadire come "crescita e finanze solide sono i due lati della stessa medaglia".....Giustissimo! Chi si oppone e perchè?



http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 75881.html

Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro
Monti: 'Euro irreversibile'. Convergenza su Tobin tax, obiettivo unione politica e economica
22 giugno, 23:47

di Paola Tamborlini

L'accordo per la crescita c'é: un pacchetto da 130 miliardi, pari all'1% del Pil europeo, per far ripartire l'Europa. E preparare il terreno per dare, al prossimo consiglio europeo, quei segnali "concreti" in grado di far capire ai mercati che "l'Euro c'é e intende continuare ad esserci" perché quello della moneta unica europea è un progetto "irreversibile". Dalla quadrilaterale di Roma tra Monti, Merkel, Hollande e Rajoy, un segnale dunque è arrivato, se non altro un segnale di unità, insieme alla volontà dei quattro leader di Italia, Germania, Francia e Spagna di andare avanti sulla Tobin Tax, chiedendo che al prossimo summit a Bruxelles venga approvata "attraverso la cooperazione rafforzata", dunque, anche senza la recalcitrante Gran Bretagna. Questo non significa certo che siano stati superati tutti gli scogli. Tutt'altro. Certamente più conciliante e sorridente del solito, la Merkel - pur dando il suo via libera al pacchetto per la crescita - ha comunque ribadito tutti i suoi paletti, ribattendo prontamente ad ogni riferimento alla linea del rigore scelta da Berlino. "Si possono cedere porzioni di sovranità nazionale solo se ci sarà più solidarietà in Europa", ha rintuzzato Hollande rispondendo all'appello ad una più forte unione politica lanciato dalla Cancelliera. "Dove c'é solidarietà servono anche controlli", perché in passato "le regole non sono state rispettate", è stata la pronta replica della Merkel, che è tornata a ribadire come "crescita e finanze solide sono i due lati della stessa medaglia". E ancora, Frau Merkel non ha nascosto la sua contrarietà all'uso dei fondi salva Stati per ricapitalizzare le banche. "Secondo i trattati non è possibile - ha detto - e i trattati vanno rispettati". Frase quest'ultima indubbiamente rivolta anche alla proposta di Monti sull'uso di Efsf-Esm per creare uno scudo anti-spread. Proposta che ha ottenuto il pieno appoggio della Francia, mentre la cancelliera ha glissato in pubblico, tornando a ribadire che i meccanismi per garantire la stabilità esistono già.

Seguendo però regole e 'vincoli'. L'importanza delle regole è stata sottolineata dallo stesso Monti, che però ha tenuto a ricordare che nel 2003 furono Francia e Germania, con la "complicità " dell'Italia, ad essere autorizzati a deragliare dalle regole europee. "Ci abbiamo messo dieci anni per ricostruire una credibilità europea. Ecco l'importanza delle regole". Insomma le distanze rimangono, ma anche la paura dei mercati. Per questo un messaggio è stato unanime: l'euro non si tocca. "E' un progetto irreversibile", ha detto Monti. "Intendiamo lottare per mantenere la nostra moneta", gli ha fatto eco la Merkel. Per questo Italia, Germania, Francia e Spagna si presenteranno al consiglio europeo del 28-29 giugno con l'accordo sul pacchetto per la crescita. Un pacchetto da 130 miliardi che ricalca quello proposto nella lettera che Hollande ha recapitato nei giorni scorsi alle cancellerie europee, e che puntava a reperire una cifra pari all'1% del pil europeo in parte dai fondi strutturali inutilizzati (55mld), in parte attraverso la Bei, che potrebbe raccogliere sui mercati fino a 60 miliardi grazie al suo potenziamento, e in parte dai famosi project bond (4,5-5 miliardi). Quel che è certo è che di obbligazioni europee, di qualunque genere, oggi non si è parlato, fatta eccezione per un accenno di Hollande ("gli eurobond devono rimanere una prospettiva, e non a 10 anni"). L'accordo di Roma al momento ha raccolto una reazione tiepida dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy - "ogni incontro che possa dare una spinta verso il consenso nel vertice della prossima settimana è utile" - mentre per il premier belga Elio di Rupo "é un inizio", ma non basta

BUNDESBANK CRITICA NUOVE MISURE SU CREDITO - La Bundesbank tedesca critica le misure annunciate dalla Bce che intende allentare le condizioni per i crediti alle banche. "Posso solo dire che la Bundesbank assume una posizione critica", ha detto un portavoce dell'istituto guidato da Jens Weidmann. Non è la prima volta che la Bundesbank prende le distanze dalle decisioni dell'Eurotower. Nel marzo scorso Weidmann ha inviato una lettera al presidente Mario Draghi - pubblicata in parte dalla Faz - nella quale segnalava i rischi crescenti della zona euro e criticava alcune misure anticrisi. Nel testo si chiedeva fra l'altro "un ritorno alle regole di sicurezza che valevano prima della crisi finanziaria sui collaterali"
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda franz il 23/06/2012, 9:25

ranvit ha scritto:Merkel dice ""Dove c'é solidarietà servono anche controlli", perché in passato "le regole non sono state rispettate", è stata la pronta replica della Merkel, che è tornata a ribadire come "crescita e finanze solide sono i due lati della stessa medaglia".....Giustissimo! Chi si oppone e perchè? "

Il punto centrale è che "crescita e finanze solide sono i due lati della stessa medaglia"
Ma bisogna vedere come queste finanze solide vengono ottenuta.
L'Italia ha scelto per ora di aumentare le tasse e diminuire le spese nelle proporzioni 2/3 - 1/3.
Alti paesi o hanno fatto 50-50 o la proporzione inversa.
Chi si oppone? Chi vive di quella spesa clientelare che andrebbe tagliata.
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda trilogy il 23/06/2012, 10:10

ranvit ha scritto:
BUNDESBANK CRITICA NUOVE MISURE SU CREDITO - La Bundesbank tedesca critica le misure annunciate dalla Bce che intende allentare le condizioni per i crediti alle banche. "Posso solo dire che la Bundesbank assume una posizione critica", ha detto un portavoce dell'istituto guidato da Jens Weidmann. Non è la prima volta che la Bundesbank prende le distanze dalle decisioni dell'Eurotower. Nel marzo scorso Weidmann ha inviato una lettera al presidente Mario Draghi - pubblicata in parte dalla Faz - nella quale segnalava i rischi crescenti della zona euro e criticava alcune misure anticrisi. Nel testo si chiedeva fra l'altro "un ritorno alle regole di sicurezza che valevano prima della crisi finanziaria sui collaterali"


Traduzione: :mrgreen:
La BCE, per prestare soldi alle banche, chiede un "collaterale", in altre parole, per ottenere soldi le banche devono depositare titoli a garanzia. Ad esempio BTP, BUND ecc. Ora la BCE accetterà in garanzia anche titoli con un rating inferiore a quello precedente. L'operazione serve per rimettere in circolo tramite la BCE gli MBS (Mortgage Backed Securities) in pratica pacchetti di crediti immobiliari cartolarizzati, comunemente noti come titoli tossici o spazzatura.
Sul mercato non li vuole più nessuno nemmeno con uno sconto del 60%. I tedeschi non gradiscono la manovra, le loro banche ne hanno relativamente poche in portafoglio, quelle spagnole ne sono stracolme.
Una manovra del genere significa, che le banche hanno già impegnato tutta l'argenteria, ora per avere credito devono impegnare la spazzatura conservata in cantina.
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda ranvit il 23/06/2012, 11:03

A occhio mi sembra di poter dire che la BB ha ragione....ma allora deve accettare un'altra strada: immettere liquidità/emissione di eurobond (con i dovuti controlli per tutti...Germania, Olanda e Finlandia compresi) per far ripartire la crescita europea, unica chanche per ottenere in prospettiva "l'assorbimento" dei titoli tossici.


Conosce la BB un'altra strada? Che non sia la folle e autolesionistica decisione di tenere per le palle i cosiddetti Paesi deboli anche se "virtuosi" impedendo loro qualsivoglia tentativo di crescere : non possono emettere moneta, non possono svalutare....possono solo, in attesa che la raggiunta virtuosità dispieghi i suoi effetti (cioè anni) continuare a tagliare spese e mettere tasse, alias una "morte assistita"....semprechè prima non ci sia una morte con i forconi della gente!
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda franz il 23/06/2012, 12:19

trilogy ha scritto:L'operazione serve per rimettere in circolo tramite la BCE gli MBS (Mortgage Backed Securities) in pratica pacchetti di crediti immobiliari cartolarizzati, comunemente noti come titoli tossici o spazzatura.
Sul mercato non li vuole più nessuno nemmeno con uno sconto del 60%. I tedeschi non gradiscono la manovra, le loro banche ne hanno relativamente poche in portafoglio, quelle spagnole ne sono stracolme.

Pero' non sarebbe una cattiva idea. La Svizzera ha usato questo sistema per "salvare" l'UBS. Per prima cosa il Governo ha prestato alcuni miliardi (sei se ricordo bene) alla banca in cambio di asset (non ricordo bene se azioni od obbligazioni convertibili) ed in secondo luogo la Banca Nazionale Svizzera ha preso su di se' i tossici mettendoli in una apposita società (tipo bad company). L'idea è che nel medio e lungo periodo, quando la crisi immobiliare sarà passata, quei MBS riguadagneranno valore e la BNS potrà venderli a piu' di quanto pagati. Intanto l'operazione (doppia, Governo + BNS) ha già avuto esito positivo perché UBS si è rimessa in sesto ed il governo ha potuto vendere le azioni che aveva avuto come collaterale, guadagnandoci 1 miliardo. In sosntanza quindi l'operazione non è stata a spese dei contribuenti ed anzi ci hanno guadagnato.
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda trilogy il 23/06/2012, 12:36

franz ha scritto:
trilogy ha scritto:L'operazione serve per rimettere in circolo tramite la BCE gli MBS (Mortgage Backed Securities) in pratica pacchetti di crediti immobiliari cartolarizzati, comunemente noti come titoli tossici o spazzatura.
Sul mercato non li vuole più nessuno nemmeno con uno sconto del 60%. I tedeschi non gradiscono la manovra, le loro banche ne hanno relativamente poche in portafoglio, quelle spagnole ne sono stracolme.

Pero' non sarebbe una cattiva idea. La Svizzera ha usato questo sistema per "salvare" l'UBS. Per prima cosa il Governo ha prestato alcuni miliardi (sei se ricordo bene) alla banca in cambio di asset (non ricordo bene se azioni od obbligazioni convertibili) ed in secondo luogo la Banca Nazionale Svizzera ha preso su di se' i tossici mettendoli in una apposita società (tipo bad company). L'idea è che nel medio e lungo periodo, quando la crisi immobiliare sarà passata, quei MBS riguadagneranno valore e la BNS potrà venderli a piu' di quanto pagati. Intanto l'operazione (doppia, Governo + BNS) ha già avuto esito positivo perché UBS si è rimessa in sesto ed il governo ha potuto vendere le azioni che aveva avuto come collaterale, guadagnandoci 1 miliardo. In sosntanza quindi l'operazione non è stata a spese dei contribuenti ed anzi ci hanno guadagnato.


Qua c'è un problema di natura generale. Se accettiamo che la collettività deve farsi carico dei problemi delle banche, riconosciamo implicitamente che le banche hanno una rilevanza non solo economica ma anche sociale del tutto particolare.
Faccio un esempio recente. La JPM perde 2 miliardi in una operazione sui CDS gestita in modo demenziale. Chi l'ha gestita si prende 11 milioni di bonus e lascia il posto di lavoro. Per loro è una "piccola cifra" ma supponiamo che con quell'operazione fossero saltati. La collettività si deve fare carico del buco? E per quale motivo?
Lo stesso dicasi delle banche commerciali. Le stiamo inondando di liqudità a costo zero e il costo del denaro alle imprese e alle famiglie sale, con punte del 19% annuo sulle carte di credito rateali. I manager sono sempre gli stessi che hanno provocato il disastro, le loro retrbuzioni crescono ecc. Stiamo alimentando un sistema di selezione negativa.
Allora diamo credito ma fronte di impegni precisi nel ricambio del mangament, nel taglio delle retribuzioni, nel trasferimento delle migliori condizioni che ottengono alle imprese e alle famiglie.
Chi non ci sta si rivolga al mercato per raccogliere i soldi se non ci riesce fallisca pure l'economia ne trarrà vantaggio.
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda franz il 23/06/2012, 16:05

trilogy ha scritto:Qua c'è un problema di natura generale. Se accettiamo che la collettività deve farsi carico dei problemi delle banche, riconosciamo implicitamente che le banche hanno una rilevanza non solo economica ma anche sociale del tutto particolare.

Questo è solo un aspetto del problema, decisamente piu' complesso.
Come lo dipingi è ideologico. In realtà è pragmatico.

I due corni della questione sono:
a) La collettività puo' salvare un suo elemento privato in difficoltà (per problemi internazionali o anche di pessima amministrazione ma transitori) senza collettivizzare i debiti ma anzi guadagnandoci? Allora si procede come da esempio fatto.
B) L'operazione è solo un salvataggio di azienda decotta, stile Alitalia o le aziende nazionalizzate ai tempi di la Pira che porta ad un impoverimento della collettività? Allora non si procede.

Il succo è tutto qui. I fallimenti o le difficoltà aziendali fanno parte del gioco e non indicano alcun "fallimento del mercato". Anzi è caratteristica stessa del mercato che alcune aziende falliscano. Il cuore del problema è se tutte le aziende in difficiltà debbano per forza fallire, visto che un 30-40-50% del peso pubblico esiste ed ha per forza di cose la sua influenza e responsabilità nelle cose che accadono a livello globale. E proprio le banche, che sono di fatto un'attività iper-regolamentata dallo stato (e dagli accordi di basilea) possono imputare le loro difficoltà o all'eccesso di regolamentazione pubblica o a regole sbagliate e quindi sono oggettivamente oggetto di possibili (una possibilità 50%) interventi pubblici a titolo di compensazione salvifica.
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda ranvit il 23/06/2012, 17:13

Le Banche sono indispensabili....

Ma ritorno al titolo del 3d: dove sono i 130 miliardi di euro? Chi li caccia? Come? Qual'è l'operatività? E comunque, non sono pochi?
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda ranvit il 24/06/2012, 17:23

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbN2NIxF


Il pericolo è nell'asse Parigi-Berlino

di Guido Rossi 24 giugno 2012


L'incontro romano tra Francia, Germania, Italia e Spagna, in preparazione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, ha avuto da un lato qualche indicazione positiva e dall'altro aspetti negativi, sulla scia della ormai tradizionale politica dei leader europei. L'indicazione positiva riguarda la riconosciuta irreversibilità dell'euro, forse dettata più dai risultati delle recenti elezioni in Grecia che da una vera volontà comune, la quale ha scoperto però che la distruzione dell'euro non giova veramente a nessuno. Il patto di crescita per 120-130 miliardi di euro e la Tobin tax costituiscono ancora dichiarazioni di insicura attuazione, ma mentre il primo non garantisce alcun sostegno al debito pubblico di Grecia, Spagna e Italia, l'assai discussa Tobin tax è di difficile approvazione e comunque si può rivelare uno strumento assai debole per combattere la speculazione finanziaria internazionale.

Tra gli aspetti negativi che ormai stanno diventando consuetudinari, ve ne sono almeno tre che è necessario rilevare. Il primo riguarda i metodi generalizzati di comunicazione della leadership europea. Il secondo la struttura di potere della stessa leadership e il terzo l'esistenza non ancora sopita di una forte conflittualità interna. Il primo è di facile definizione e consiste in una sorta di populismo mediatico, in base al quale si alternano dichiarazioni varie e consolatorie, insieme con imposizioni che non ammettono eccezioni e che rendono impossibile la realizzazione delle stesse dichiarazioni consolatorie. Si tratta di una sorta di ben nota politica del bastone e della carota, che ha fatto dire alla cancelliera Merkel che austerità e crescita altro non sono che le facce della stessa medaglia.
Ma oramai è provato che l'austerity rende impossibile qualunque tipo di crescita, come è già successo in Grecia e sta succedendo in Spagna e in Italia. La struttura di potere della leadership europea è simile a quella che già nel 1972 un grande economista italiano, troppo affrettatamente dimenticato, Federico Caffè, aveva teorizzato come "struttura oligopolistica del potere", capace di determinare tutti i processi sociali ed economico-politici all'interno delle moderne società capitaliste.

L'attuale struttura oligopolistica del potere in Europa si è facilmente identificata con la troika delle tecnocrazie europee condizionate dalla Germania, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale, tutti legati ai centri decisionali del capitalismo finanziario. La strategia oligopolistica è da tempo diretta a fomentare un grave allarmismo economico, inteso come "presentazione artificiosamente esagerata di fatti reali", anche quando non sia catastrofica, ma serva a non modificare gli esistenti stati di potere, allorché compaia qualche "nuovo pretendente" che possa rovesciare o mettere seriamente in discussione l'ideologia dominante, come ad esempio le leggi e le rappresentanze fondamentali a difesa dei lavoratori e dell'occupazione.
Naturalmente l'inversione delle politiche di austerity in quelle di crescita esige una ripresa forte degli investimenti, sia pubblici che privati, in situazioni come quella attuale di grande complessità nelle decisioni da prendere. Ed ecco allora che, come ben è risultato finora, fra arretramenti e dichiarati balzi in avanti, la tattica preferita delle strutture oligopolistiche del potere è quella del rinvio e dell'attendismo. È così che l'unica soluzione di una effettiva unità politica europea viene continuamente rinviata, sebbene sempre più appaia come l'unica vera soluzione al possibile declino dell'Europa.

Rinvio e attendismo dimostrano ampiamente l'esistenza del terzo aspetto negativo, tra quelli indicati. Sull'unità a parole di un'Europa politicamente unita e/o federale, all'interno dei due Stati europei politicamente più importanti, esiste un conflitto apparentemente insolubile. Se da un lato la vittoria francese del socialista Hollande poteva sembrare ed è anche apparsa come l'entrata di un "nuovo pretendente" nella struttura oligopolistica del potere europeo finora dominata dalla Germania, le rivendicazioni del socialismo francese non sembrano proprio andare nel senso voluto dalle politiche di rigore imposte finora dall'austerity, invece di quelle sulla crescita e a difesa dello welfare.
Eppure, come ha sottolineato Peter Sloterdijk nel suo prezioso libretto Theorie der Nachkriegszeiten, l'8 luglio 2012 verrà festeggiato il cinquantesimo anniversario della più commovente e simbolica cerimonia franco-tedesca, celebrata sotto l'arco della Cattedrale di Reims, dall'incontro dei due grandi uomini di Stato De Gaulle e Adenauer, a chiusura di un rapporto di imitazioni, invidie e incomprensioni reciproche. Gli ultimi cinquant'anni sono stati però marcati da un processo di allontanamento nella vita culturale e psicologica dei due popoli, e di disinnamoramento, dovuto soprattutto a divergenza di interpretazioni sui risultati dell'ultimo dopoguerra.

A parer mio, il vero pericolo, se non vi sarà un salto notevole di qualità nelle leadership delle due Nazioni, è quello che non a parole, ma nei fatti esse si ritrovino nonostante tutto su una posizione antieuropea politicamente identica, accecate dalla rivalutazione di un decorum nazionale. Sulla Germania e sul suo imbroglio europeistico le posizioni politiche, recenti e non, sono fin troppo chiare. Per quello che riguarda la Francia, non va invece dimenticata la parte non certo indifferente delle voci della sinistra francese che hanno determinato il "no" al referendum sulla Costituzione europea. Altrettanto sintomatico è che Jacques Delors, fra i più grandi statisti europeisti, sia stato incomprensibilmente trascurato dai giochi interni della politica francese. C'è allora solo da sperare che il Te Deum di Reims, celebrato in presenza dell'arcivescovo Marty, sotto il baldacchino dell'universalismo cattolico della vecchia Europa, al quale si erano rivolti i due uomini di Stato, e il successivo Trattato franco-tedesco chiamato "Trattato dell'Eliseo", nel "giubileo" del cinquantenario, contro molte apparenze, facciano comprendere ai leader e all'opinione pubblica dei due popoli che l'unica vera soluzione a questa crisi e alla loro stessa sopravvivenza è l'unità politica dell'Europa.
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Re: Accordo sulla crescita Vale 130 miliardi di euro???

Messaggioda trilogy il 24/06/2012, 17:43

ranvit ha scritto:Le Banche sono indispensabili....

Ma ritorno al titolo del 3d: dove sono i 130 miliardi di euro? Chi li caccia? Come? Qual'è l'operatività? E comunque, non sono pochi?


Ti ricordi gli annunci di Berlusconi con piani d'investimento per miliardi, ad esempio il Piano per il sud da 100 miliardi? Qua è la stessa cosa. I soldi sono sempre gli stessi, si impacchettano con un nuovo nome e si fa l'annuncio.
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