IL VERTICE IN MESSICO - Più 456 miliardi per il firewall anti crisi
G20, piano per crescita e lavoro
Salta incontro tra Obama e leader Ue
Gli impegni finanziari per sostenere le risorse
dell'Fmi superano i 430 miliardi di dollari previsti
Vladimir Putin parla con Barack Obama (Epa)Vladimir Putin parla con Barack Obama (Epa)
Non di sola austerity si può vivere, o meglio, non bastano le misure di tagli e stretta fiscale per sopravvivere alla crisi. Sono crescita e lavoro le parole chiave dell'incontro tra i capi di Stato e di governo del G20 riuniti in Messico, a Los Cabos, che traccia una linea che si allontana da quella «rigorista» di Angela Merkel. «Il G20 - si legge in una bozza della dichiarazione finale - si impegna a prendere tutte le misure necessarie per rafforzare la crescita economica e creare posti di lavoro» e a «rompere il circolo vizioso fra banche e debito degli Stati». Impegno certo ambizioso, ma la bozza non entra nel dettaglio di come raggiungerlo. Mentre è andato in scena un botta e risposta tra gli Stati Uniti e il Vecchio continente.
FMI - Se l'impegno alla crescita è vasto e generale, è invece più concreto, e dotato di numeri, quello a rafforzare il capitale del Fondo monetario internazionale per dotare l'economia di un «firewall», una barriera, contro le crisi del debito. Gli impegni finanziari - ha detto il direttore generale del Fondo Christine Lagarde - a sostenere l'aumento di risorse dell'Fmi sono arrivati a quota 456 miliardi di dollari, oltre i 430 miliardi previsti. Possono essere usati, ha continuato Lagarde, come «seconda linea di difesa» per risolvere e prevenire crisi finanziarie»: l'aumento - ha spiegato - «raddoppia quasi la capacità di erogazione prestiti del Fmi». L'Italia parteciperà con 31 miliardi, mentre dall'Eurozona sono quasi 200. E ad alimentare il firewall contribuiscono anche i Brics, le economie emergenti Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, con 75 miliardi. La Cina contribuirà con 43 miliardi di dollari all'aumento delle risorse del Fmi, l'India verserà 10 miliardi, stessa cifra annunciata dalla Russia. Il G20 si è impegnato a riformare i diritti di voto del Fondo Monetario Internazionale «in pieno» entro ottobre, si legge nella bozza del comunicato finale. La riforma «è cruciale» per un Fmi più forte, rilevante ed efficace e riflette l'ascesa delle economie emergenti.
OBAMA - Ad affrontare subito il tema Europa è stato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: «È l'ora di agire per assicurare che tutti facciano ciò che è necessario per stabilizzare il sistema finanziario, assicurare la crescita, recuperare la fiducia dei mercati ed evitare il protezionismo».
L'EUROPA - Al pressing americano ad «agire subito», ha risposto il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso: «Questa crisi è stata originata in Nord America e molti dei nostri istituti finanziari sono stati contaminati a causa delle non ortodosse pratiche delle strutture finanziare Usa. Non siamo venuti qui al G20 a prendere lezioni da nessuno». «Nessuno pensa che l'Ue sia la fonte del problema», ha spiegato Monti ricordando gli squilibri finanziari di cui proprio gli Usa sono «protagonisti». Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha assicurato che «i leader europei si presentano uniti».
SALTA L'INCONTRO - Alla fine l'incontro previsto tra i capi di Stato e di governo europei e Obama è saltato: «Il presidente potrebbe avere l'opportunità, per ulteriori incontri con i leader Ue, a margine del summit del G20 nella seconda giornata dei lavori», hanno fatto sapere dalla Casa Bianca. Obama avrebbe dovuto incontrare i leader europei Merkel, Monti e Hollande con il presidente della Commissione Ue Barroso e del Consiglio europeo Van Rompuy. La riunione sarebbe saltata per il protrarsi della cena dei lavori del vertice, cui hanno partecipato tutti i capi di Stato e di governo (escluse le organizzazioni internazionali): spiegazione, questa, confermata da fonti della Casa Bianca. Secondo fonti tedesche, invece, è stata il cancelliere tedesco Angela Merkel a chiedere il rinvio dell'incontro perchè avrebbe ritenuto già esauriente lo scambio di vedute avuto col presidente Usa (l'incontro, durato 45 minuti, si è tenuto prima della cena del G20). Non c'è stata però alcuna conferma ufficiale.
SPAGNA E GRECIA - Nel Vecchio Continente preoccupato per le ondate d'instabilità, si guarda a Spagna e Grecia. L'Europa - si legge in una bozza della dichiarazione finale del G20 messicano - è d'accordo «nel fare i passi necessari per salvaguardare la stabilità» finanziaria. Intanto, dopo il caso degli istituti spagnoli, il ministro delle Finanze Luis de Guindos ha rassicurato: «Siamo solvibili». Le elezioni greche hanno fatto tirare un sospiro di sollievo da scampato pericolo della moneta unica. «Prospettiva positiva», così Barack Obama commenta il risultato elettorale in Grecia. Ma le attese per un allentamento della stretta fiscale imposta ad Atene in cambio dei salvataggi («vedremo come aiutarla», ha promesso Barroso, annunciando una visita ad Atene), sono state frenate da Merkel: «Non può esserci nessun allentamento delle riforme» concordate.
Redazione Online 19 giugno 2012 | 9:28 www.corriere.it